Attualità
Il santone di Miggiano, tutta la storia di Kadir e seguaci
Mantenendo l’anonimato, alcuni cittadini, anche eccellenti, hanno riferito a chiare lettere come la definizione di “setta”, se non fuori luogo, sia quantomeno esagerata. Che le persone coinvolte non avrebbero mai infastidito gli abitanti del posto e che tutto questo chiasso sarebbe ingiustificato…

📍 Segui il Gallo
Live News su WhatsApp 👉 clicca qui
Metti un Santone a cena. Pensavate che determinate trasmissioni tv, che hanno imparato ad impastare cronaca e gossip quasi fosse una pizza, non ci sguazzassero? Ovviamente no.
E così Miggiano è stata per giorni al centro dell’attenzione nazionale per la vicenda di Kadir, che si dice “Fratello di Cristo”.
Va evidenziato, innanzitutto, che il grande clamore non ha fatto piacere alla quasi totalità dei miggianesi.
Che in questa vicenda non ci vogliono entrare proprio e sono stufi che il loro paese appaia continuamente in tv o sui giornali per tali questioni.
Mantenendo l’anonimato, alcuni cittadini, anche eccellenti, hanno riferito a chiare lettere come la definizione di “setta”, se non fuori luogo, sia quantomeno esagerata. Che le persone coinvolte non avrebbero mai infastidito gli abitanti del posto e che tutto questo chiasso sarebbe ingiustificato.
Quel che resta, però, è l’inchiesta aperta dalla magistratura, dopo la denuncia dei genitori dei due adepti che vivono con Kadir a Miggiano.
Sono preoccupati per i figli che, a loro dire si sarebbero fatti manipolare e soggiogare dal chi promette la “salvezza dell’anima” attraverso rigide pratiche spirituali.
Kadir, secondo l’accusa, praticherebbe forme di guarigione psichica e fisica attraverso pressioni psicologiche e l’isolamento dai propri familiari e amici. Gli adepti sarebbero stati indotti a lasciare il lavoro, allontanarsi dalla famiglia e trasferirsi a Miggiano.
Va specificato che le persone coinvolte, almeno due, sono maggiorenni e, quindi, libere di compiere le loro scelte di vita.
Lo chiamano il Santone di Miggiano, perché l’uomo ha raccontato di essere stato chiamato dallo spirito di Dio e di essere il sesto angelo dell’Apocalisse.
Kadir è salentino, il papà di origini marocchine, la mamma di Miggiano.
È stato titolare di una ditta edile, si occupava del completamento e della finitura di abitazioni. La ditta, però, è fallita alla fine del 2020.
NUDA IN GIRO PER STRADA
Kadir è finito sotto indagine per altre vicende, come quella di Marika (ne parliamo più avanti) con l’accusa di averla costretta a girare nuda per strada.
Su questo episodio, però, è stata avanzata una richiesta di archiviazione da parte della Procura di Lecce, che sta coordinando l’inchiesta.
Marika, arrivata a Miggiano dalla Sicilia per seguire il Maestro, ha abbandonato la propria vita e il lavoro di cameriera in un ristorante.
È entrata a far parte del gruppo con una sorta di battesimo.
Il rito prevede l’immersione in una vasca fino a perdere i sensi tra le braccia del Santone; lo sopo quello di allontanare i demoni dal corpo e rinascere a nuova vita.
Marika avrebbe confermato di aver percorso le strade del suo paese completamente nuda perché così le avrebbe chiesto di fare Kadir.
L’ha fatto come sacrificio al Signore e si dichiara pronta a rifarlo, se le venisse nuovamente richiesto.
«SONO IL FRATELLO DI CRISTO»
Dopo il clamore suscitato dall’evolversi degli eventi Kadir è intervenuto in una puntata di Pomeriggio Cinque dove, respingendo le accuse rivoltegli, ha ribadito: «Sono tranquillo. Sono il fratello di Cristo. Noi siamo 144 mila eletti. Io sono l’ultimo dei 144 mila, nessuno li riconoscerebbe. Solo il Padre li può riconoscere, perché sulla Terra verrebbero distrutti dagli uomini. Io sono l’ultimo nella discendenza».
MARIKA E LUIGI, GLI ADEPTI
La vicenda si è arricchita anche della storia di Marika, presunta adepta di Kadir.
I primi a denunciare il Santone di Miggiano, sono stati i genitori della ragazza, che insieme ad un altro adepto, ancor oggi a vive a Miggiano con Kadir.
Silvio Ruta, il padre della ragazza, teme per la salute e per la vita di Marika: «Ha perso 10 chili e temo per la sua salute, è anemica e necessita di analisi periodiche».
Secondo Ruta, la figlia sarebbe stata plagiata: «Era una ragazza solare e sorridente, ora non lo è più. Aveva un fidanzato; dopo la fine della loro relazione è iniziato questo calvario. Lavorava come cameriera in un bar, poi ha conosciuto sui social Kadir. Hanno iniziato a sentirsi telefonicamente. Il 28 agosto 2023 è andata via da casa e non è più tornata. E ora non è più la stessa».
Il genitore non si dà pace: «Temo per la vita di Marika. È dimagrita tantissimo, almeno 10 chili. Abbiamo saputo che Kadir la costringe a lunghi periodi di digiuno per «punirla», per «salvarle e purificarle l’anima». Oltre a questo, la costringe a svolgere lavoretti umilianti o a sottostare a penitenze, come quella che fece quando girò nuda qui per le vie di Sampieri (frazione di Scicli, in provincia di Ragusa, ndr).
«Mia figlia», spiega, «è anemica e necessita di analisi periodiche e medicinali».
Ha provato a convincerla a tornare a casa ma senza esito: «Dice che non è più di questo mondo, che ora vive nel mondo della salvezza dell’anima. Io le dico che l’anima la può salvare anche qui a casa da noi, ma lei risponde che deve stare lì a Miggiano perché chiamata dal Signore, da Kadir, il sesto spirito. Marika crede in lui, è diventato il suo idolo. Ci sentiamo 2-3 volte, anche 4 volte a settimana. Ma non vuole che dica cose contro lui o che ne parli male».
Dopo il baillame in televisione e l’intervento della Procura Ruta si augura che «assieme all’altro ragazzo, Luigi, che ha perso più di 15 chili, siano allontanati da quella casa, magari in una struttura di cura. Mi basta stiano lontani da Kadir, perché li sta portando alla morte».
ESOTERISMO E TESTIMONI DI GEOVA?
Intanto, le ultime indiscrezioni, prima di andare in stampa, riferiscono di nuove scoperte che svelerebbero la fede degli adepti.
Alla base della setta del santone Kadir, ci sarebbero testi di esoterismo e dei Testimoni di Geova.
Oltre a Marika e Giuseppe potrebbero esserci altre persone che, seppur a distanza, seguirebbero colui che si professa fratello del Cristo.
Minacce ai giornalisti a parte si aspetta la definizione dell’inchiesta della magistratura, per capire se nel comportamento di Kadir si configurino dei reati.
Nel frattempo, continueremo (ma non per molto, perché dopo un po’ anche la trash – tv sbaraccherà e si getterà su storie nuove), ad avere ancora una volta un Santone a cena attraverso gli schermi del nostro salotto. Con buona pace dei miggianesi e dei salentini, per nulla felici di essere ogni sera in tv per una squallida vicenda come questa.
Giuseppe Cerfeda
Attualità
Matino festeggia il centesimo di Mariangela
Mariangela Marrella è nata nel 1925. Il sindaco Toma: «Incarna i valori più autentici della nostra comunità: lavoro onesto, senso del dovere, amore per la famiglia e la resilienza di fronte alle avversità»

Matino ha festeggiato con profondo affetto e sincera ammirazione il centesimo compleanno della signora Mariangela Marrella.
Nata a Matino il 4 giugno 1925, la signora Mariangela è un esempio vivente di forza, umiltà e dedizione.
Rimasta orfana di madre a soli 5 anni, è cresciuta con i nonni paterni insieme alla sorella Lucia, affrontando con coraggio le sfide della vita sin dalla tenera età.
A soli 10 anni ha iniziato a lavorare come tata presso diverse famiglie, occupandosi con amore e responsabilità dei loro bambini.
Più tardi, ha proseguito la sua vita lavorativa nei campi, dove ha lavorato con instancabile impegno fino all’età della pensione.
All’età di 16 anni ha conosciuto Giorgio Fortunato, che ha sposato l’anno successivo.
Dalla loro unione sono nati sei figli: Antonia, Donata, Maria Teresa, Concetta, Luigi e Lucia.
Rimasta vedova a 54 anni, Mariangela ha affrontato con grande dignità e sacrificio il compito di portare avanti la sua numerosa famiglia in un periodo difficile, segnato dalla scarsità di risorse ma anche da una profonda ricchezza d’animo.
Circondata dall’affetto dei suoi 16 nipoti, 35 pronipoti e della trisnipote Caterina – nata quando lei aveva 98 anni – Mariangela rappresenta un punto di riferimento per intere generazioni.
Il sindaco di Matino Giorgio Salvatore Toma, ha reso così omaggio alla centenaria: «La sig.ra Mariangela incarna i valori più autentici della nostra comunità: il lavoro onesto, il senso del dovere, l’amore per la famiglia e la resilienza di fronte alle avversità. È un grande onore per il Comune di Matino poter celebrare un traguardo così straordinario. A nome mio personale, dell’Amministrazione comunale e di tutta la cittadinanza, esprimo i più sentiti auguri per questo splendido traguardo, con l’augurio che la sua storia continui a ispirare le nuove generazioni».
📍 Segui il Gallo
Live News su WhatsApp 👉 clicca qui
Attualità
Tricase: durante i lavori riemerge “lu puzzu” del centro storico
Una cavità profonda oltre 25 metri di cui restava traccia solo nella memoria storica locale e che dà il nome, tutt’oggi, ad un’intera area del borgo antico

di Lor. Zito
Cisterne, granai, pozzi. Il centro storico di Tricase è disseminato di cavità che, un tempo, erano dedicate alla raccolta dell’acqua o di altri beni, come appunto il grano.
I lavori di riqualificazione del centro storico, nel tempo, ne hanno riportati alla luce diversi. Ed in queste ore è riemerso un pozzo che potrebbe avere una valenza particolare. Si tratta del pozzo che dà il nome ad un’intera area del borgo antico di Tricase, localmente conosciuta proprio come “Zona Puzzu” (l’area attraversata da vie come Giandomenico Catalano, Della Carità e vicoli come Sant’Oronzo, Balie e Lillo).
In via Catalano, è stata rinvenuta una cavità dalla bocca quadrata, con un’apertura di circa 1,4 metri per 1,4, dalla profondità di ben 26 metri.
Sul posto stamattina anche i tecnici comunali, per le operazioni di rito nel caso di rinvenimenti di questo genere durante i lavori.
Non una novità, dicevamo, a Tricase. Nella vicina via Tempio, nel 2023, durante le opere di riqualificazione vennero alla luce ben dodici antichi granai. Lo stesso è accaduto alcuni anni prima in piazza don Tonino Bello, dinanzi all’ingresso della chiesa della Natività, dove sono spuntante anche due antiche stanze, probabilmente due granai e una cisterna per la raccolta dell’acqua, di cui si era persa memoria.
Lo stesso vale per il pozzo rinvenuto oggi, la cui esatta ubicazione si era perduta nel tempo: la memoria popolare ricorda e tramanda questo bene storico che, risalente almeno a tre secoli fa, identifica a tutti gli effetti un quartiere e rappresenta ancora un vero e proprio luogo di appartenenza (non è raro in paese sentire frasi come “abita susu u puzzu”).
Questa cavità così profonda, in passato, è stata utilizzata anche per una pratica oggi del tutto scomparsa, con l’avvento degli elettrodomestici, e che può suonare anche strana, vista la collocazione geografica: la conservazione della neve.
Le neviere in Salento
Le neviere, tipiche di tempi passati in cui gli elettrodomestici non accompagnavano ancora le nostre vite, esistevano anche nel Salento, nonostante il clima generalmente mite della zona.
Ce lo conferma il “nostro” professor Hervé Cavallera: le neviere (o nevai) erano delle fosse scavate nel terreno, spesso coperte con lastre di pietra o costruzioni in muratura, utilizzate per conservare la neve durante l’inverno per poi riutilizzarla nei mesi estivi. La neve veniva compressa in blocchi e conservata con strati di paglia o foglie per isolarla termicamente.
Dalle nostre parti erano usate per raccogliere e conservare la neve, poi usata per raffreddare bevande, come rimedio medico e talvolta anche per conservare cibi deperibili. Alcune di queste neviere sono ancora visibili come testimonianze architettoniche, anche se spesso in stato di rovina.
Nonostante oggi sembri strano immaginare la neve nel Salento, fenomeni nevosi, seppur rari, non erano sconosciuti. Inoltre, la neve poteva essere trasportata anche da zone più alte del Subappennino Dauno o delle Murge, dove nevicava più frequentemente.
Attualità
Le biblioteche luoghi di partecipazione e inclusione: parte “Libro aperto”
Il progetto per la promozione della lettura, ideato da coop. “Indisciplinati” e promosso dalla Fondazione Con il Sud e dal Centro per il libro e la lettura del Ministero della Cultura con la collaborazione di ANCI, si terrà in quattro centri del basso Salento

La Cooperativa Sociale Indisciplinati annuncia l’avvio ufficiale del progetto “Libro Aperto“, selezionato con il bando “Biblioteche e Comunità – III ed.” promosso dalla Fondazione Con il Sud e dal Centro per il libro e la lettura del Ministero della Cultura, con la collaborazione di ANCI. Il progetto, tra i 12 selezionati nelle regioni del sud Italia, si inserisce in una strategia di trasformazione sociale e culturale che vuole restituire alle biblioteche del Mezzogiorno un ruolo centrale come luoghi vivi di partecipazione, confronto, inclusione e rigenerazione urbana.
Tra i partner del progetto “Libro Aperto” il Comune di Gallipoli, insignito del titolo “Città che legge” per il biennio 2022–2023. Al suo fianco, i Comuni di Gagliano del Capo e Matino, e l’Istituto Comprensivo Statale di Ruffano, protagonisti di un processo di rigenerazione culturale che coinvolge attivamente le biblioteche comunali e scolastiche del territorio.
Il progetto è curato e realizzato dalla Cooperativa Sociale Indisciplinati, con la collaborazione dei partner Granelli di Sabbia ODV ed Agenzia Formativa Percorsi.
Obiettivi e azioni
“Libro Aperto” nasce con l’ambizione di rendere le biblioteche autentiche case delle persone, ambienti capaci di includere, formare e ispirare. Le azioni previste comprendono: l’estensione del servizio di prestito serale nella Biblioteca Comunale e in altri luoghi comunali di Gallipoli, in sinergia con l’Info-Point turistico; attività di formazione dedicate alla catalogazione libraria e alla gestione documentale; l’attivazione di un inedito ambulatorio popolare gratuito nella Biblioteca scolastica dell’Istituto Comprensivo di Ruffano, a beneficio di bambine, bambini, famiglie e persone fragili; eventi culturali, laboratori esperienziali, incontri di comunità, animazione alla lettura nei tre Comuni coinvolti e, non ultima, la banca delle ore (un sistema di condivisione e “scambio” del proprio tempo libero, grazie al quale l’utenza che mette a disposizione della comunità delle ore per realizzare attività di promozione della lettura riceverà, a sua volta, in cambio una controprestazione di natura culturale, traducibile, ad esempio, in ingressi gratuiti ad eventi pubblici).
Il lancio a Gagliano del Capo
Prima uscita pubblica del progetto lo scorso giovedì 29 maggio, con una partecipata serata inaugurale presso la Biblioteca Comunale di Gagliano del Capo. La presentazione pubblica ha visto i saluti istituzionali di Gianfranco Melcarne, Sindaco di Gagliano del Capo, di Daniele Vitali, Assessore alla Cultura, e di Tiziana Orlando, Assessora alle Politiche Sociali. A seguire, gli interventi di Liliana Putino, presidente della Cooperativa Indisciplinati, che assieme allo staff di progetto ha illustrato le direttrici operative e i valori fondanti dell’iniziativa.
Particolarmente apprezzata la lettura teatrale de “Il piccolo seme” di Eric Carle, e il laboratorio creativo, a cura dell’operatrice culturale Miriam Rizzello, pensata per bambine e bambini. L’evento ha rappresentato un primo, simbolico “seme” piantato nella comunità, in attesa di fioriture culturali condivise.
Prossima tappa: Notte Blu di Gallipoli
“Libro Aperto” sarà protagonista anche di uno degli eventi più attesi della primavera salentina: la Notte Blu di Gallipoli, in programma il prossimo sabato 7 giugno. La presenza del progetto sarà collocata all’interno dell’area dedicata a bambine e bambini, dove sarà possibile partecipare ad attività ludico-educative e conoscere da vicino il percorso culturale avviato. La Notte Blu, promossa dal Comune di Gallipoli, è una manifestazione che celebra la sostenibilità ambientale, la valorizzazione del mare e della cultura con spettacoli, laboratori e momenti di incontro per tutte e tutti.
Le parole della Presidente
“Siamo orgogliose e orgogliosi di poter finalmente annunciare pubblicamente l’inizio di questo viaggio collettivo. Con ‘Libro Aperto’ vogliamo generare spazi accoglienti e partecipati, che abbiano al centro le persone. Le biblioteche che immaginiamo sono luoghi in cui bambine e bambini, giovani, famiglie, anziane e anziani, possono incontrarsi, imparare, sentirsi parte. Un progetto che si nutre di comunità, di prossimità, di cultura viva. Siamo solo all’inizio, ma sentiamo già che il territorio è pronto e desideroso di esserci”, ha dichiarato Liliana Putino, presidente della Cooperativa Sociale Indisciplinati.
Maggiori info sull’evento saranno fornite periodicamente sui canali social della Cooperativa Indisciplinati.
-
Corsano4 giorni fa
Tiggiano: «Siamo state aggredite e picchiate!»
-
Cronaca1 settimana fa
Incidente sulla litoranea: muore 67enne in moto, sequestrata Golf
-
Castro6 giorni fa
Castro: chiuso il porto!
-
Attualità4 settimane fa
Bandiere Blu, c’è anche Leuca. Salento forza 9
-
Cronaca1 settimana fa
Mortale sulla litoranea: conducente Golf si autodenuncia
-
Castrignano del Capo3 settimane fa
Agente immobiliare cade nel vuoto a Leuca: vivo per miracolo
-
Cronaca1 giorno fa
Rubati farmaci al “Cardinale Panico” per decine di migliaia di euro
-
Attualità2 settimane fa
Lucugnano torna ad avere il medico di base