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Santa Cesarea

Cerfignano: otto alloggi contesi

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Questione Case Popolari nel Salento. Santa Cesarea, più precisamente la frazione Cerfignano, vive una situazione piuttosto singolare con otto alloggi occupati da persone sì bisognose, ma senza autorizzazione. Di tutto questo abbiamo chiesto spiegazioni al sindaco Daniele Cretì. “E’ un intervento realizzato dal Comune di S. Cesarea”, racconta il primo cittadino, “il cui percorso è cominciato all’inizio di questo secolo, con fondi della Regione Puglia, circa 800 milioni delle vecchie lire”.


E questa è la prima particolarità: non è una struttura dello IACP (Istituto Autonomo Case Popolari), ma un intervento del Comune per abitazioni da destinare a particolari categorie sociali così come previsto dalla legge regionale. “Gli edifici”, continua il Sindaco, “sono stati completati nel 2005 e sono stai occupati abusivamente nel 2007 con conseguente segnalazione alla Procura”. Come mai si è arrivati a tanto? “C’era stato un Bando di assegnazione, ma a quanto mi risulta non era stato redatto a norma di legge e quindi non è andato a buon fine”. Così, chi evidentemente ne aveva bisogno, stanco di aspettare, ha occupati abusivamente gli alloggi e, come dice Cretì, si tratta per sette degli otto alloggi di “famiglie del territorio di Santa Cesarea, tranne una di extracomunitari”.


Il Sindaco ci tiene a sottolineare che “questa Amministrazione, quando gli alloggi sono stati occupati, ancora non si era insediata, però la vicenda si è trascinata sino ai giorni nostri e sin da quando abbiamo assunto la carica ci siamo posto il problema di realizzare il Bando. Lo abbiamo redatto in pochissimo tempo ed inoltrato alla Regione Puglia per il parere definitivo in data 15 ottobre 2008. Abbiamo avuto una serie di incontri formali con i dirigenti regionali del settore, i quali ci hanno più volte promesso che nel giro di pochissimo tempo sarebbe andato tutto a posto. Fatto sta che dopo un anno nessuno si era degnato di darci una risposta. Così ho fatto un primo sollecito formale il 9 settembre 2009, a cui ha fatto seguito un nuovo incontro nel quale mi era stato promesso che entro gennaio 2010 la situazione sarebbe stata risolta. Come non detto! Il 2 febbraio scorso mi sono visto costretto ad un nuovo sollecito formale”. Questi alloggi sono già completi di tutto? “A quanto mi risulta mancherebbe solo l’attacco all’energia elettrica, per la quale gli attuali occupanti avrebbero provveduto con dei gruppi elettrogeni”.


Quando dalla Regione si chiuderà la vicenda, sarà redatta una nuova graduatoria degli aventi diritto. Ma chi ci vive oggi che fine farà? “Questi sono alloggi destinati a particolari categorie sociali e quindi dovremo verificare che gli attuali “inquilini” ne facciano parte. Gli alloggi comunque saranno tutti assegnati scalando la graduatoria e cercando di dare un risposta a chiunque ne abbia bisogno. Il Bando, infatti, prevede che in primis ne siano beneficiate particolari categorie sociali e se poi le domande dovessero risultare inferiori al numero degli alloggi a disposizione, si scalerebbe la graduatoria comprendendo anche gli altri aventi diritto”. Sono situazioni molto delicate, non sarà facile privare una famiglia di un tetto… “Non lo so se tutti quelli che stanno occupando quegli alloggi rientrino nei requisiti richiesti. E non potrò saperlo fino a che non saranno redatte le domande dopo la pubblicazione del Bando. Noi, comunque, abbiamo l’obbligo di muoverci secondo legge”.


Se alla fine qualcuna di queste otto famiglie restasse fuori dai giochi, come vi attiverete? “Oltre agli otto alloggi in questione, ne stiamo assegnando un altro alla frazione Vitigliano e poi posso anticiparvi che è stato appena approvato il progetto preliminare della realizzazione di ulteriori otto alloggi, sempre a Vitigliano. È già pronto il progetto esecutivo e presto inizieranno i lavori”. Per la compilazione delle domande garantirete assistenza agli aventi diritto? “Sicuramente. Il nostro Assessorato ai Servizi Sociali è efficientissimo e le strutture dell’Ente sono a disposizione per tutta l’assistenza possibile, garantendo i tempi tecnici necessari per evitare che qualcuno rimanga indietro”.


Giuseppe Cerfeda

Intanto tutto è pronto per il Centro Polisportivo


Per il giorno di Pasquetta è prevista l’inaugurazione del nuovo Centro Sportivo Pluridisciplinare di Santa Cesarea. Realizzato molti anni fa e per molti di essi abbandonato a se stesso, sta ora per vedere la sua realizzazione. Il Centro comprende un campo di calcio con gradinate (dalla capienza di un migliaio di spettatori), un maneggio (quest’ultimo dovrebbe essere fruibile già per la fine di questo mese), 4 campi da tennis (due in terra battuta e due in sintetico), un campo polivalente (basket, volley, tennis), una pista da minigolf, un campo di calcetto ed anche un parco giochi per i più piccini. Alla fine del 2009 il Comune ha concesso in uso la struttura dopo aver redatto un Bando pubblico.


IMG_4659Siamo orgogliosi di aver dato soluzione a questa struttura”, ha dichiarato il sindaco Daniele Cretì, “evitando l’ennesima cattedrale nel deserto. Pur dando la concessione a privati, abbiamo ritenuto di riservarci una serie di possibilità per garantire squadre locali e scuole in caso di richieste”. La Cooperativa sta ultimando i lavori all’interno del Centro e ha previsto l’inaugurazione con un evento, per il momento topo secret, che si svolgerà appunto a Pasquetta, lunedì 5 aprile. Nel frattempo sono già stati avviati i contatti a 360 gradi per una serie di iniziative sportive, ma non solo da svolgersi dalla primavera e fino a tutta l’estate.


G.C.


Attualità

Intesa Sanpaolo, sito di nuovo down e clienti imbufaliti

Problemi d’accesso per app e home banking. Intesa Sanpaolo è down: clienti bloccati fuori dall’home banking e impossibilitati a gestire conti e pagamenti online…

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Un bug che sta affliggendo il sistema informatico di Intesa Sanpaolo, non permettendo ai clienti di eseguire on line nessuna operazione: questa potrebbe essere la causa, ma nessuna dichiarazione è arrivata da parte della banca finora.

I social network si stanno riempiendo di post e commenti di clienti frustrati per il disservizio, impossibilitati di eseguire regolari pagamenti o altri tipi di operazioni on line.

Questo evento è simile a quanto già accaduto il 31 ottobre, allora un altro malfunzionamento aveva compromesso l’accesso all’home banking per ore, generando altrettanto malcontento tra i clienti.

Per via di un problema tecnico non funziona l’accesso all’applicazione e al servizio Web di Intesa Sanpaolo: questo impedisce la gestione dei conti e delle carte, impedisce anche l’autorizzazione dei pagamenti online tramite le notifiche push in-app (che servono a confermare le transazioni).

Questo è il messaggio che legge chi si appresta ad andare, virtualmente, on line: «Ci scusiamo ma, per un problema tecnico, non puoi proseguire».

Le difficoltà degli utenti sono iniziate intorno alle 9 di questa mattina, con un’ondata di report che evidenziano problemi nell’accesso, nell’autenticazione e nell’utilizzo generale delle funzionalità dell’app.

 

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Attualità

Cristina Parodi in giro per il Salento

Dopo aver incontrato le “sue” Crida Girls si è concesso un fine settimana tra le bellezze della nostra provincia, passando da Otranto, Santa Cesarea Terme e Tricase Porto

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Una domenica in giro per il Salento per la giornalista e conduttrice televisiva Cristina Parodi.

È arrivata a Lecce per la sua casa di moda, «per incontrare tante Crida Girls e per vivere l’atmosfera magica di questa terra», ha scritto sulla sua pagina Instagram.

Poi ha aggiunto: «Amo questo lavoro anche perché mi permette di intrecciare queste relazioni preziose, così come amo la Puglia che ogni volta mi sorprende con paesaggi, mare, cultura arte e cibo».

«Tre giorni pieni di emozioni», per il noto volto tv, con tour domenicale tra Otranto, Santa Cesarea Terme e Tricase Porto, come lei stessa ha postato in foto e nelle stories del suo profilo Instagram.

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Attualità

Ovunque vai, Martinucci

Una famiglia che conta 300 collaboratori, 28 store e 74 anni di storia. Qualità e tradizione grazie alle due linee di produzione dell’azienda salentina, portavoce dell’abilità dolciaria nostrana ad ogni latitudine

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Martinucci è un’azienda riconosciuta nel mondo, portavoce della tradizione dolciaria ad ogni latitudine, con tanti punti vendita in Salento ed in diversi Paesi del globo.

Una famiglia che conta 300 collaboratori, 28 store e 74 anni di storia.

Con Fabio Martinucci facciamo il punto su come si possano raggiungere obiettivi così grandi, continuando il proprio percorso di crescita, mantenendo alti gli standardi qualità.

Eccellere su piccola e grande scala. Qual è il segreto?

«Senz’altro la nostra produzione, che oggi viaggia su due linee: una artigianale ed una industriale, mantenendo sempre altissimi standard di qualità. I prodotti della linea artigianale sono quelli che realizziamo nel nostro laboratorio di Acquarica del Capo. Da qui partono i prodotti freschi che lavoriamo giornalmente e che servono tutte le nostre pasticcerie presenti in Salento. I prodotti che vendiamo nelle pasticcerie Martinucci nel mondo, invece, sono realizzati dalla nostra linea industriale. Una linea che conserva tutte le caratteristiche del prodotto artigianale e tutte quelle preziose conoscenze artigiane tramandate nel tempo, lungo la decennale esperienza di Martinucci nel settore. La nostra azienda oggi è un po’ una fotografia del settore dolciario, in cui produzione artigianale ed industriale viaggiano sempre l’una accanto all’altra».

In che modo due metodi di lavoro, all’apparenza lontani, si avvicinano?

«Nel mondo della pasticceria, la produzione artigianale oggi si regge in gran parte sul lavoro industriale. Questo non ci deve spaventare o insospettire. Al contrario, è un percorso che ormai avanza in simbiosi e che permette di accrescere la qualità dei prodotti. Basti pensare che tutta la pasticceria oggi è improntata sull’utilizzo di semilavorati, compresa quella di pasticcieri e gelatai che si definiscono artigiani. Nel settore, tutti utilizziamo i prodotti semilavorati, talvolta anche provenienti dalle grandi multinazionali, senza che questo rappresenti un peggioramento nella qualità del prodotto. Anche grandi aziende storiche come la Pernigotti forniscono ingredienti, per fare un esempio come la nocciola di Piemonte DOC, che vengono impiegati dai mastri artigiani. Questo ci dice, nella realtà dei fatti, che produzione artigiana ed industriale non devono essere considerate antitetiche, come molte campagne di marketing vogliono farci credere, ma sono molto più prossime di quanto possiamo immaginare. Non a caso Martinucci oggi, con la sua linea industriale, è sia produttore che distributore sul mercato di semilavorati, che vengono acquistati ed impiegati giornalmente anche da molte piccole realtà del nostro territorio».

Esiste ancora l’antica figura del pasticciere che gestisce la produzione dalla A alla Z?

«Sono davvero rarissimi i pasticcieri che continuano a gestire artigianalmente l’intero processo di produzione e vendita in autonomia. È difficile pensare che al giorno d’oggi un pasticciere prepari ogni mattina tutta la produzione per la singola giornata. La prassi vuole che anche i dolci dei laboratori artigianali vengano realizzati in gran numero per coprire più giornate, poi conservati e cotti di volta in volta, giorno per giorno, secondo vendite e necessità».

Pesano ancora i falsi miti sulla produzione industriale nelle scelte dei consumatori?

«Purtroppo, si. Diverse credenze spingono il consumatore a pensare che un prodotto, se non realizzato e consumato al momento, abbia un gusto differente oppure possa nascondere delle sorprese. Ma non è così. Uno dei falsi miti più radicati è quello relativo alla conservazione. I prodotti della linea industriale, anche ma non solo per poter essere gustati in luoghi diversi da quelli di produzione, sono sottoposti a congelamento. E questo può generare scetticismo nel consumatore. In realtà, il processo di conservazione non altera le proprietà organolettiche. Ed inoltre rappresenta anche un presidio di sicurezza per il consumatore, dal punto di vista batteriologico. L’abbattimento che effettuiamo a livello industriale (oggi richiesto in molti ambiti anche dalle Asl), portando il prodotto a -18° in venti minuti, rende la proliferazione batterica innocua per il consumatore. È un po’, per fare un parallelismo, come quando in ambito domestico congeliamo la classica lasagna della nonna per mangiarla l’indomani. In questo caso, nei laboratori, con strumentazioni e procedure professionali, che permettono il cosiddetto abbattimento, abbiamo ulteriori garanzie circa la sicurezza del prodotto che viene somministrato al cliente. È proprio come nei ristoranti dove, per intenderci, non consumeremmo mai un tonno o delle cozze se prima non passate in abbattitore».

Processo industriale ed artigianale: la qualità è nel punto d’incontro?

«Mi sento di dire che senza la grande industria oggi non ci sarebbero i grandi artigiani. Se un prodotto è scadente questo non dipenderà dall’utilizzo dei semilavorati, ma dalla qualità di quei semilavorati che si sceglie di utilizzare. Un consiglio? Assaggiare per credere!».

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