Attualità
Wedding e disco: si torna a ballare
Dopo i rinvii c’è chi anticipa i matrimoni per paura di un nuovo lockdown. E in discoteca “protocolli rispettati”
Dal 15 giugno, sulla base delle linee guida regionali elaborate dalla task force per l’emergenza coronavirus coordinata dal prof. Pierluigi Lopalco, sono consentiti matrimoni e ricevimenti per eventi e possono riaprire le discoteche all’aperto. È quanto previsto nell’ordinanza numero 259 firmata dal governatore di Puglia, Michele Emiliano che ha anticipato alcune riaperture rispetto alle indicazioni del governo Conte che, ad esempio, aveva rinviato al 14 luglio quella delle discoteche.
Wedding
Obblighi che restano invece per fornitori, personale di sala e cucina. Consentiti i ricevimenti negli spazi all’aperto, mentre negli spazi interni dovrà essere rispettato il distanziamento di due metri tra i tavoli e di un metro tra i commensali.
Distanziamento sociale tra gli ospiti e tempistiche ben definite sono imposte invece per il ballo, consentito negli spazi interni. Consentito anche il buffet, non nella modalità classica ma con showcooking, somministrazione del cibo da parte dei camerieri e distanziamento sociale che dovrà essere garantito e rispettato anche per caffè e open bar.
Il ritardo nella comunicazione delle riaperture, però, secondo molti operatori del settore, avrebbe fatto spostare circa l’80% delle date dei matrimoni previsti per i mesi estivi, tutti posticipati all’anno prossimo.
Così come risultano cancellati, di fatto, tutti i matrimoni delle coppie provenienti da altri Paesi d’Europa e del Mondo che avevano scelto il Salento e la Puglia per convolare a nozze. Un fetta importante di mercato che svanisce con ingente danno economico per le aziende del settore.
Il direttore di Villa Zaira a Maglie, Paolo Musaró, preferisce guardare al bicchiere mezzo pieno sottolineando come “molte coppie che dovevano sposarsi ad ottobre hanno anticipato a luglio la data di matrimonio ed il ricevimento per paura del cosiddetto contagio di ritorno e di un altro Lockdown”.
In discoteca
Il primo obbligo è quello di evidenziare all’ingresso e nei luoghi più visibili apposito materiale informativo. Potrà essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso di temperatura maggiore di 37,5 °C. L’azienda deve assicurare la disinfezione giornaliera dei locali, degli ambienti, delle attrezzature e di ogni postazione di lavoro, prestando attenzione agli spazi comuni; tutti gli ambienti devono essere arieggiati giornalmente. Igienizzazione settimanale, invece, per impianti di riscaldamento/raffrescamento.
Prevista l’applicazione del codice di affollamento di 0,7 persone al metro quadro rispetto a quello normalmente previsto per legge, ovvero di 1,2 persone per metro quadro; (nel caso nei successivi 15 giorni dalla riapertura delle discoteche la curva epidemiologica non peggiori, si tornerà ad 1,2 persone per metro quadro). Le discoteche devono anche: rendere disponibili prodotti igienizzanti per i clienti e per il personale in più postazioni; privilegiare l’accesso tramite prenotazione e mantenere l’elenco delle presenze per 14 giorni.
La postazione dedicata alla cassa può essere dotata di schermi protettivi; in alternativa il personale deve indossare la mascherina e avere a disposizione gel igienizzante per le mani. In ogni caso, vanno favorite modalità di pagamento elettroniche.
Disposto l’utilizzo di dispositivi di protezione personale, in luoghi ove aumenti il rischio di assembramento come al bancone bar, in fila alla cassa, etc. Va garantito l’accesso al locale in modo ordinato per evitare assembramenti, assicurando il mantenimento di almeno un metro di separazione tra gli utenti. Tavoli e poltrone vanno posizionati ad un metro di distanza l’uno dall’altro o comunque in modo da consentire adeguato distanziamento; prevista la corretta igienizzazione dei tavoli e delle sedute dopo l’utilizzo da parte dei clienti; regolamentazione dell’accesso alla pista facilitato da apposito personale. I servizi igienici devono essere dotati di prodotti igienizzanti per la disinfezione delle mani e di apposita segnaletica orizzontale e/o verticale per il contingentamento di ingresso e uscita. La somministrazione di alimenti e bevande va effettuata attraverso materiale monouso; per il servizio al banco bar va assicurato il distanziamento interpersonale di un metro, attraverso il posizionamento di idonea segnaletica.
Sabato 19 già si è ballato al Praja di Gallipoli e non sono mancate le polemiche.
Il dj Steven Frisullo ci ha, però, riferito di «protocolli rispettati alla perfezione. La capienza al 50% impone massimo 2mila persone: ne erano presenti, su prenotazione, 1.200. Rispettati contingentamento ai bagni, distanziamento all’ingresso e presso i banconi bar, misurazione di temperatura, igienizzazione e gel ovunque, segnaletica verticale ed orizzontale e distanziamento dei tavoli nelle aree champagnerie. Una pista da ballo così limitata non è diversa da una piazza o da una delle migliaia zone di movida o marine affollate».
Frisullo poi sottolinea che «i dati epidemiologici pugliesi consentono la riapertura nei soli locali all’aperto» e ricorda «le migliaia di operatori dello spettacolo (e rispettive famiglie) abbandonati a se stessi per 4 mesi senza poter lavorare e guadagnare. Ripartire per tutti è difficile, quasi impossibile, di certo antieconomico. Abbiamo, però, l’obbligo di provarci. Come categoria rispetteremo le opinioni di tutti, restando aperti ad ogni confronto, ma vogliamo poter lavorare in piena sicurezza e nel rispetto delle regole».
Attualità
“Cari giovani, costruiamo libertà: non cediamo alla mafia”
Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un nostro giovane lettore, Michele Cojocaru.
“L’impegno contro la mafia, non può concedersi pausa alcuna, il rischio è quello di ritrovarsi subito al punto di partenza”. Queste le parole di Paolo Borsellino, che tengo sempre a mente.
Se dovessi scrivere una lettera ai giovani al tempo di oggi, scriverei così:
Cari giovani del mio tempo, sono Michele, ho 20 anni, vengo dalla provincia di Lecce. Nel mio paese, tanti giovani come noi sono caduti nelle mani della malavita. Tanti fumano, molti spacciano, alcuni hanno addirittura pistole con loro.
Vedendo questo scrivo a voi, giovani della mia generazione, non abbiate paura di denunciare questi fatti: la società di oggi conta su di noi.
Vorrei tanto, insieme a tutti voi, richiamare lo Stato italiano, per ricordargli ancora una volta di stare dalla nostra parte.
Cari giovani e care giovani, costruiamo insieme la società la nostra società. Il futuro non deve essere la droga, non devono essere le armi. Ma un futuro di pace, in cui possiamo dire ai
nostri figli: tutto questo lo abbiamo fatto per voi.
La mafia distrugge, la mafia uccide, la mafia vieta di sognare.
Anche nel Salento c’è la mafia.
Anche nella provincia di Lecce c’è la mafia, ma è una mafia silenziosa, che agisce senza fare rumore.
Non diamogliela vinta, costruiamo libertà: coraggio, insieme ce la faremo.
Attualità
Porto Cesareo resta Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo
Confermata la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche
L’Area Marina Protetta Porto Cesareo si conferma un’Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo (ASPIM), aggiudicandosi ancora una volta la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche.
La conferma della certificazione ASPIM è giunta al termine di una tre giorni di lavori sul campo da parte della commissione internazionale composta da Leonardo Tunesi, rappresentante del Focal Point, Robert Turk e Rais Chedly esperti internazionali, Antonio Terlizzi, esperto nazionale e dal direttore dell’AMP Porto Cesareo Paolo D’Ambrosio.
L’iter per ottenere il riconoscimento come da regolamento è passato dall’attivazione di attività di studio scientifico sistematico e di monitoraggio degli habitat, che consentono di stilare gli elenchi delle specie di flora e fauna necessari per definire il grado di biodiversità del sito.
«Lo status viene mantenuto attraverso il costante monitoraggio e salvaguardia delle specie individuate negli elenchi, ed essere ASPIM aumenta la nostra responsabilità di controllo dell’ambiente, allo scopo di salvaguardare le specie e gli habitat in cui esse vivono e si riproducono», hanno affermato soddisfatti i massimi responsabili di AMP Porto Cesareo.
Il riconoscimento dello status di ASPIM viene rilasciato dal Regional Activity Centre for Specially Protected Area (RAC-SPA), con sede a Tunisi, organismo creato nel 1995 fra i Paesi che hannostipulato nel 1976 la Convenzione di Barcellona per la protezione del Mediterraneo dall’inquinamento.
È questo centro che definisce e mantiene la lista delle ASPIM, vagliando nuove domande e promuovendo le aree protette meritevoli del riconoscimento.
Le aree marine protette italiane che detengono lo status di ASPIM sono attualmente 10.
Quattro in Sardegna tra cui Capo Carbonara, Capo Caccia-Isola Piana, Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre e Tavolara-Punta Coda Cavallo.
A livello nazionale figurano poi Portofino (prima AMP italiana ad aver ottenuto il riconoscimento, nel 2005), Miramare, Plemmirio, Punta Campanella.
Per il Salento, Porto Cesareo e Torre Guaceto.
Direttore e Presidente dell’AMP esprimono la loro soddisfazione per questo «ulteriore traguardo raggiunto, a conclusione di quest’anno, che conferma le altissime performance dell’AMP Porto Cesareo, la quale si posiziona non solo tra le prime a livello Nazionale, ma anche nell’élite delle Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea»
Attualità
Fitto vicepresidente Commissione Ue, arriva il via libera
La situazione si è sbloccata ieri sera con il voto favorevole di Popolari, Socialisti, Liberali, Conservatori e Sovranisti. Ma i Verdi non ci stanno e i Socialisti si spaccano. Il presidente della Camera del Commercio di Lecce, Mario Vadrucci: «Sappiamo che l’On. Fitto non dimenticherà le sue origini e aiuterà le espressioni dell’impresa e del lavoro del Salento e della Puglia ad affermarsi in un contesto continentale nel il quale i nostri operatori vogliono recitare da protagonisti»
Alla fine, Raffaele Fitto ce l’ha fatta.
Dopo lunghi giorni di attesa, polemiche a non finire e qualche ironia social, dopo il suo intervento in un inglese non proprio fluente, è arrivato il via libera alla nomina del politico salentino.
I coordinatori delle commissioni Affari regionali dell’Eurocamera, con il quorum dei due terzi, hanno dato l’ok alla nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione con delega alla Coesione.
Allo stesso tempo le commissioni Affari Economici, Industria e Ambiente hanno dato l’ok definitivo alla nomina della spagnola Teresa Ribera.
Il voto finale previsto mercoledì 27 novembre, in seno alla plenaria della Commissione europea.
L’accordo, formalizzato nella serata di ieri, ha sbloccato il voto favorevole di Popolari, Socialisti, Liberali, Conservatori e Sovranisti su Fitto, mentre Ribera ha ricevuto il sostegno anche di Verdi e Sinistra.
Non sono mancate, però, le critiche: i Verdi hanno accusato il PPE di minare la trasparenza e i principi democratici, mentre il gruppo Socialista si è spaccato, con delegazioni di paesi come Germania e Francia contrarie all’intesa.
Per molti la nomina di Fitto è inopportuna perché «rappresenta un partito contro lo Stato di diritto, l’ambiente e l’integrazione europea».
Il presidente della Camera del Commercio di Lecce Mario Vadrucci si compolimenta: «Da Italiani e soprattutto da salentini siamo particolarmente soddisfatti di come si è conclusa la vicenda connessa con il completamento della Commissione Europea, che vede Raffaele Fitto meritatamente nominato nel prestigioso incarico di vicepresidente esecutivo dell’organismo che regge politicamente e concretamente le sorti dell’Unione Europea».
«Le attestazioni di stima che, in questi giorni, da più parti politiche, sono state espresse sulla figura di Raffaele Fitto, èprosegue il presidente della Cammera del Commercio leccese, «ci fanno ben sperare in vista di un lavoro nei settori delicati cui è stato chiamato, quelli delle Riforme e della Coesione, che guardano al futuro ed alla crescita della parte meno sviluppata dei Paesi Europei».
«Sappiamo che l’On. Fitto non dimenticherà le sue origini salentine e, nel suo impegno politico per favorire la coesione europea», conclude Mario Vadrucci, «cercherà di fare gli interessi dell’Italia, aiutando anche le espressioni dell’impresa e del lavoro del Salento e della Puglia ad affermarsi in un contesto continentale nel il quale i nostri operatori vogliono recitare da protagonisti».
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