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Cronaca

Condannato a 30 anni l’assassino di Stefano, il ragazzo originario di Morciano

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È stato condannato a 30 anni di carcere, Said Mechaquat, il 28enne che aveva brutalmente sgozzato Stefano Leo, il ragazzo originario di Morciano di Leuca. Il 23 febbraio 2019, mentre camminava sul Lungo Po a Torino, fu ucciso a sangue freddo “perché troppo felice”. La sentenza è stata pronunciata dopo il rito abbreviato.

Mechaquat si presentò spontaneamente ai carabinieri un mese dopo il delitto, consegnando l’arma, un coltello da cucina, che aveva nascosto in una cassetta dell’elettricità nella periferia Torinese. Nei giorni convulsi della ricerca dell’assassino, sui social era circolato anche un falso identikit che indicava l’autore del delitto in un uomo di origine nordafricana. Identikit che era stato smentito dai Carabinieri. Ai militari si era anche

Ai carabinieri, Mechaquat che era già seguito dai servizi sociali aveva detto di aver ucciso Leo in zona Murazzi «perché era felice. Volevo colpire Torino con un omicidio che facesse scalpore». Al momento del suo arresto, era emerso che il 28enne era stato già condannato a un anno e sei mesi per maltrattamenti in famiglia con una sentenza definitiva, ma mai eseguita.

I legali del 28enne hanno già annunciato appello alla condanna.

Cronaca

Gallipoli: blitz al mercato ittico

Undici indagati per occupazione di demanio marittimo e irregolare somministrazione e consumazione di prodotti ittici

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I comandi delle Forze di polizia di Gallipoli (Guardia Costiera, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia Municipale), nell’ambito di un complesso procedimento penale incardinato presso la Procura della Repubblica di Lecce e avviato dalla Guardia Costiera di Gallipoli, hanno dato congiuntamente esecuzione al Decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari di Lecce in data 25 luglio e concernente 8 magazzini insistenti sul pubblico demanio marittimo e adibiti al deposito ed alla commercializzazione di prodotto ittico.

Gli undici attualmente indagati risulterebbero a vario titolo coinvolti nell’occupazione di demanio marittimo e nell’irregolare somministrazione e consumazione di prodotti ittici, condotte reiterate nel corso del tempo e già oggetto di numerose segnalazioni all’A.G., a partire dal 2017.

I soggetti, in particolare, in relazione ai fatti attualmente al vaglio della magistratura, alla scadenza dei titoli autorizzativi legittimanti l’occupazione dei suddetti box insistenti sul pubblico demanio dello Stato, occupavano e utilizzavano i manufatti in modo arbitrario, configurando il reato di cui agli artt. 54 e 1161 del codice della navigazione (occupazioni e innovazioni abusive, abusiva occupazione di spazio demaniale e inosservanza di limiti alla proprietà privata).

Obiettivo del provvedimento emesso dal GIP è quello di addivenire alla restituzione alla disponibilità del Comune di Gallipoli dei manufatti e dell’area circostante gli stessi.

Nel corso dell’attività i Carabinieri del NAS, contestualmente, hanno effettuato mirati controlli di natura sanitaria, all’esito dei quali sono state contestate 8 sanzioni amministrative per un totale di 14mila euro!

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Cronaca

Albero abbattuto a Specchia, parla la sindaca

la prima cittadina spiega tutto sulla procedimento del famoso “Bagolaro”, abbattuto nei giorni scorsi: “Il clamore mediatico creato ad arte da alcuni ambientalisti dell’ultima ora è solo becera strumentalizzazione politica”

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RICEVIAMO & PUBBLICHIAMO

Sull’albero di bagolaro abbattuto a Specchia.
Viste le falsità e le bugie raccontate sui social e, spesso, anche sui giornali, è necessario ristabilire la verità per una corretta informazione.

L’albero in questione, un bagolaro di 60/80 anni, come confermato dall’agronomo interpellato,  che non aveva nessuno degli elementi richiesti dalla monumentalità, era divenuto molto pericoloso perché poteva non solo cadere ma poteva far sprofondare la strada adiacente in quanto le grosse radici dell’albero (denominato spaccasassi) avevano ormai gravemente sgretolato e lesionato le volte delle caverne-cripte sottostanti la strada medesima.

Tutti i tecnici interpellati hanno confermato l’enorme pericolosità della situazione per la sicurezza e l’incolumità pubblica.

L’ultimo definitivo parere lo ha dato la Soprintendenza di Lecce, interpellata a settembre 2023, che, con nota del 04/07/2024, ha dichiarato che le cavità appaiono riferibili all’età medievale e post medievale. Poi la Soprintendenza testualmente scrive: << Si segnala, inoltre, che la calotta della stessa mostra evidenti e diffuse lesioni di diversa gravità causate dall’azione dell’apparato radicale del soprastante albero di bagolaro. Considerato che una buona parte della calotta della cavità è coperta da terreno e radici, non si può escludere che, a breve o a lungo termine, l’azione degli agenti atmosferici possa causare il crollo, con il conseguente cedimento del piano di calpestio della via soprastante…>>.

Parere, questo, firmato da due Architetti ed una Archeologa della Soprintendenza di Lecce.
Inoltre, l’albero si presentava sofferente e non aveva più una valida base su cui continuare a vivere.

L’albero, a malincuore, è stato tagliato mercoledì 24 luglio. Il taglio ha mostrato, inequivocabilmente, la gravissima condizione in cui versava: Il BAGOLARO ERA GRAVEMENTE MALATO E L’INTERNO DEL SUO TRONCO E DI TUTTI I GROSSI RAMI ERA MARCIO E VUOTO O SPUGNOSO. Probabilmente, come riferito dagli esperti, le capitozzature (deleterie per i bagolari)  fatte  anni fa, hanno causato infezioni tali da fare ammalare gravemente l’albero.

Se non si fosse proceduto a questo atto dovuto e di responsabilità l’albero sarebbe morto e, magari, avrebbe potuto recare gravi danni alle persone e ai luoghi.

Il Comune ha speso €18.765,59 non solo per tagliare l’albero ma anche per la ricostruzione e messa in sicurezza del muro crollato, delle cavità sottostanti e della porzione di strada sconnessa dalle radici.

Il clamore mediatico creato ad arte da alcuni ambientalisti dell’ultima ora è solo becera strumentalizzazione politica.

Anna Laura Remigi

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Cronaca

Incidente su via per Pescoluse: coinvolta auto polizia locale, c’è un codice rosso

Sei feriti, tra cui due vigili, nello scontro avvenuto poco dopo mezzogiorno a valle della Statale 275, tra Salve e la marina

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Lor. Zito

Un brutto incidente stradale si è verificato poco dopo mezzogiorno oggi sulla strada che collega il centro abitato di Salve a Pescoluse.

Tre le auto coinvolte. Una Fiat Punto della polizia locale, una Mercedes ed una Audi. Queste ultime due rispettivamente provenienti da Austria e Svizzera.

L’impatto ha danneggiato vistosamente l’auto d’ordinanza della polizia locale ed ha visto una delle altre due vetture ribaltarsi sulla carreggiata.

Il sinistro è avvenuto in prossimità dell’intersezione tra la strada suddetta e le rampe di immissione sulla statale 274. Dalla Leuca-Gallipoli infatti è stata interdetta l’uscita in questo punto per un breve lasso di tempo, così come il traffico sulla strada teatro del sinistro è stato bloccato sino alla rimozione dei mezzi successiva ai rilievi del caso.

Sono accorsi sul posto i vigili del fuoco di Gallipoli ed i carabinieri della Compagnia di Tricase, oltre ad un’altra pattuglia di vigili da Salve. Con loro anche il 118 che ha prestato soccorso ai coinvolti. I feriti sono sei: due vigili e quattro occupanti gli altri mezzi.

Uno di questi ultimi ha riportato una ferita all’addome ed è stato condotto in codice rosso al Vito Fazzi di Lecce.

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