Attualità
Paradosso 2020: nel Salento le aperture d’impresa superano le chiusure
Trend confermato, in provincia di Lecce. Nonostante la pandemia ancora in corso, il numero di cancellazioni dal Registro imprese rimane sotto la media degli ultimi anni.
Davide Stasi, responsabile dell’Osservatorio Economico Aforisma, ha tracciato il bilancio dell’anno appena trascorso, analizzando, mese per mese, l’andamento delle chiusure delle aziende e confrontandolo con il trend degli ultimi dieci anni.
Anche se non è ancora completo il mese di dicembre – in quanto le cancellazioni dal Registro imprese possono essere comunicate in Camera di commercio entro il 31 gennaio prossimo – le variazioni tendenziali e congiunturali possono ritenersi più che indicative, trattandosi di 11 mesi presi in esame sui 12.
Da gennaio a novembre 2020, in provincia di Lecce, hanno chiuso, in tutto, 3.490 attività. Nel corso del 2019 le cancellazioni furono 4.742 e l’anno prima 4.585.
Molto grave fu la crisi del 2011 che si protrasse per il biennio successivo alla nascita del Governo Monti, in quanto comportò enormi sacrifici per le famiglie e le imprese. In provincia di Lecce, nel 2011, chiusero ben 5.848 imprese attive, l’anno dopo altre 6.058 e l’anno dopo ancora 6.111 unità; poi la discesa nel 2014 (6.028) e nel 2015 (5.013).
Per scelta dell’autore della ricerca, non si è preso in considerazione il saldo, ovvero la nati-mortalità delle imprese che in provincia di Lecce risulta, ad oggi, positiva, in quanto le nuove aperture superano le chiusure.
A fine novembre si contavano 64.863 imprese attive, uno dei numeri più alti di sempre. Il mese prima, è stato raggiunto il record assoluto per numero di aziende attive: 64.936.
«Nel corso di quest’anno decidere di chiudere definitivamente una partita Iva – spiega Davide Stasi – avrebbe significato perdere il diritto alle diverse forme di sussidio, bonus, ristori, contributi e finanziamenti di cui una parte a fondo perduto, rivolti a beneficio di ditte individuali, lavoratori autonomi, liberi professionisti, società di persone e di capitali, cooperative e consorzi. Se il Coronavirus non ha ridotto il numero delle imprese, non si può dire lo stesso per i ricavi complessivi – evidenzia Stasi – ad eccezione di alcuni settori, che sono andati nettamente in controtendenza, come la sanità, l’e-commerce, le costruzioni e le società di consulenza impegnate nel disbrigo delle diverse pratiche per conto delle aziende-clienti. I settori più penalizzati si confermato il commercio tradizionale, l’alberghiero, la ristorazione e relative filiere, a causa del calo dei consumi e dei flussi turistici. Si corre il rischio di ingenerare confusione, però, se le previsioni e le stime continuano a circolare di più rispetto ai dati consolidati. Da marzo scorso, si parla di una recessione senza precedenti, una crisi epocale, supportandola con le previsioni sulle imprese a rischio chiusura. L’ultima, in ordine di tempo, è quella che ha stimato la cancellazione di ben 380mila aziende nel 2020. Un numero che ha fatto grande scalpore, ma stimare la chiusura di 380mila aziende ha un significato diverso rispetto al concetto che abbiano chiuso 380mila aziende. I dati reali sulla nati-mortalità delle imprese, ad oggi, non sono così negativi se messi a confronto con quelli delle crisi economico-finanziarie che, nel passato, hanno determinato la forte contrazione dei valori mobiliari ed immobiliari, dei depositi bancari, dei prestiti concessi, solo con il contagocce, da parte degli istituti di credito, nonché dell’introduzione di un sistema di tassazione più repressivo. La crisi del 2011 comportò enormi sacrifici per le famiglie e le imprese – ricorda Stasi – In quello stesso anno, in provincia di Lecce chiusero 5.848 imprese attive. Da gennaio a novembre di quest’anno, invece, ne sono state chiuse 3.490. Il numero di cancellazioni dal Registro imprese è inferiore alla media degli ultimi dieci anni; mentre il saldo risulta persino positivo, con le nuove aperture che superano le chiusure».
Attualità
“Cari giovani, costruiamo libertà: non cediamo alla mafia”
Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un nostro giovane lettore, Michele Cojocaru.
“L’impegno contro la mafia, non può concedersi pausa alcuna, il rischio è quello di ritrovarsi subito al punto di partenza”. Queste le parole di Paolo Borsellino, che tengo sempre a mente.
Se dovessi scrivere una lettera ai giovani al tempo di oggi, scriverei così:
Cari giovani del mio tempo, sono Michele, ho 20 anni, vengo dalla provincia di Lecce. Nel mio paese, tanti giovani come noi sono caduti nelle mani della malavita. Tanti fumano, molti spacciano, alcuni hanno addirittura pistole con loro.
Vedendo questo scrivo a voi, giovani della mia generazione, non abbiate paura di denunciare questi fatti: la società di oggi conta su di noi.
Vorrei tanto, insieme a tutti voi, richiamare lo Stato italiano, per ricordargli ancora una volta di stare dalla nostra parte.
Cari giovani e care giovani, costruiamo insieme la società la nostra società. Il futuro non deve essere la droga, non devono essere le armi. Ma un futuro di pace, in cui possiamo dire ai
nostri figli: tutto questo lo abbiamo fatto per voi.
La mafia distrugge, la mafia uccide, la mafia vieta di sognare.
Anche nel Salento c’è la mafia.
Anche nella provincia di Lecce c’è la mafia, ma è una mafia silenziosa, che agisce senza fare rumore.
Non diamogliela vinta, costruiamo libertà: coraggio, insieme ce la faremo.
Attualità
Porto Cesareo resta Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo
Confermata la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche
L’Area Marina Protetta Porto Cesareo si conferma un’Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo (ASPIM), aggiudicandosi ancora una volta la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche.
La conferma della certificazione ASPIM è giunta al termine di una tre giorni di lavori sul campo da parte della commissione internazionale composta da Leonardo Tunesi, rappresentante del Focal Point, Robert Turk e Rais Chedly esperti internazionali, Antonio Terlizzi, esperto nazionale e dal direttore dell’AMP Porto Cesareo Paolo D’Ambrosio.
L’iter per ottenere il riconoscimento come da regolamento è passato dall’attivazione di attività di studio scientifico sistematico e di monitoraggio degli habitat, che consentono di stilare gli elenchi delle specie di flora e fauna necessari per definire il grado di biodiversità del sito.
«Lo status viene mantenuto attraverso il costante monitoraggio e salvaguardia delle specie individuate negli elenchi, ed essere ASPIM aumenta la nostra responsabilità di controllo dell’ambiente, allo scopo di salvaguardare le specie e gli habitat in cui esse vivono e si riproducono», hanno affermato soddisfatti i massimi responsabili di AMP Porto Cesareo.
Il riconoscimento dello status di ASPIM viene rilasciato dal Regional Activity Centre for Specially Protected Area (RAC-SPA), con sede a Tunisi, organismo creato nel 1995 fra i Paesi che hannostipulato nel 1976 la Convenzione di Barcellona per la protezione del Mediterraneo dall’inquinamento.
È questo centro che definisce e mantiene la lista delle ASPIM, vagliando nuove domande e promuovendo le aree protette meritevoli del riconoscimento.
Le aree marine protette italiane che detengono lo status di ASPIM sono attualmente 10.
Quattro in Sardegna tra cui Capo Carbonara, Capo Caccia-Isola Piana, Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre e Tavolara-Punta Coda Cavallo.
A livello nazionale figurano poi Portofino (prima AMP italiana ad aver ottenuto il riconoscimento, nel 2005), Miramare, Plemmirio, Punta Campanella.
Per il Salento, Porto Cesareo e Torre Guaceto.
Direttore e Presidente dell’AMP esprimono la loro soddisfazione per questo «ulteriore traguardo raggiunto, a conclusione di quest’anno, che conferma le altissime performance dell’AMP Porto Cesareo, la quale si posiziona non solo tra le prime a livello Nazionale, ma anche nell’élite delle Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea»
Attualità
Fitto vicepresidente Commissione Ue, arriva il via libera
La situazione si è sbloccata ieri sera con il voto favorevole di Popolari, Socialisti, Liberali, Conservatori e Sovranisti. Ma i Verdi non ci stanno e i Socialisti si spaccano. Il presidente della Camera del Commercio di Lecce, Mario Vadrucci: «Sappiamo che l’On. Fitto non dimenticherà le sue origini e aiuterà le espressioni dell’impresa e del lavoro del Salento e della Puglia ad affermarsi in un contesto continentale nel il quale i nostri operatori vogliono recitare da protagonisti»
Alla fine, Raffaele Fitto ce l’ha fatta.
Dopo lunghi giorni di attesa, polemiche a non finire e qualche ironia social, dopo il suo intervento in un inglese non proprio fluente, è arrivato il via libera alla nomina del politico salentino.
I coordinatori delle commissioni Affari regionali dell’Eurocamera, con il quorum dei due terzi, hanno dato l’ok alla nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione con delega alla Coesione.
Allo stesso tempo le commissioni Affari Economici, Industria e Ambiente hanno dato l’ok definitivo alla nomina della spagnola Teresa Ribera.
Il voto finale previsto mercoledì 27 novembre, in seno alla plenaria della Commissione europea.
L’accordo, formalizzato nella serata di ieri, ha sbloccato il voto favorevole di Popolari, Socialisti, Liberali, Conservatori e Sovranisti su Fitto, mentre Ribera ha ricevuto il sostegno anche di Verdi e Sinistra.
Non sono mancate, però, le critiche: i Verdi hanno accusato il PPE di minare la trasparenza e i principi democratici, mentre il gruppo Socialista si è spaccato, con delegazioni di paesi come Germania e Francia contrarie all’intesa.
Per molti la nomina di Fitto è inopportuna perché «rappresenta un partito contro lo Stato di diritto, l’ambiente e l’integrazione europea».
Il presidente della Camera del Commercio di Lecce Mario Vadrucci si compolimenta: «Da Italiani e soprattutto da salentini siamo particolarmente soddisfatti di come si è conclusa la vicenda connessa con il completamento della Commissione Europea, che vede Raffaele Fitto meritatamente nominato nel prestigioso incarico di vicepresidente esecutivo dell’organismo che regge politicamente e concretamente le sorti dell’Unione Europea».
«Le attestazioni di stima che, in questi giorni, da più parti politiche, sono state espresse sulla figura di Raffaele Fitto, èprosegue il presidente della Cammera del Commercio leccese, «ci fanno ben sperare in vista di un lavoro nei settori delicati cui è stato chiamato, quelli delle Riforme e della Coesione, che guardano al futuro ed alla crescita della parte meno sviluppata dei Paesi Europei».
«Sappiamo che l’On. Fitto non dimenticherà le sue origini salentine e, nel suo impegno politico per favorire la coesione europea», conclude Mario Vadrucci, «cercherà di fare gli interessi dell’Italia, aiutando anche le espressioni dell’impresa e del lavoro del Salento e della Puglia ad affermarsi in un contesto continentale nel il quale i nostri operatori vogliono recitare da protagonisti».
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