Cronaca
Corpo ustionato e senza vita su treno: era 17enne scappato da casa in gennaio

È una storia triste ancor più del previsto quella ricostruita attorno al rinvenimento del corpo senza vita sul locomotore del treno Milano-Lecce.
L’esame autoptico e l’indagine avviata dopo il ritrovamento di stamane, allo scalo di Surbo, hanno dato le prime risposte.
La vittima è un ragazzo di 17 anni originario di Piacenza e che si era allontanato da casa dei genitori oltre un mese fa, a gennaio.
L’ipotesi investigativa è che il ragazzo sia salito sul tetto del convoglio per eludere di essere controllato. Dall’ispezione esterna del cadavere fatta dal medico legale Alberto Tortorella, il decesso risalirebbe a molte ore prima il ritrovamento. L’identificazione è avvenuta attraverso la comparazione delle impronte digitali con il sistema Afis.
Gli investigatori della Polfer avrebbero accertato la presenza di un giovane con le stesse fattezze già la scorsa notte presso la stazione ferroviaria di Bologna, ripreso dalle telecamere dello scalo emiliano. La salma è stata portata all’obitorio dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Le ustioni trovate sulle mani e sul dorso del 17enne farebbero ipotizzare ad un decesso causato da una scarica elettrica.
Cronaca
Narcotraffico da e per il Salento, arrestato latitante
Si tratta del 53enne Antonio Alvaro Montinari, nel 2024 sfuggito alla cattura durante l’operazione che aveva portato all’arresto di 34 persone legate al clan Pepe – Briganti, Gruppo Penza della Sacra Corona Unita

La Polizia di Stato, in esecuzione alla misura cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lecce su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, ha tratto in arresto Antonio Alvaro Montinari, 53 anni di Lendinuso (marina di Torchiarolo, a Brindisi), gravemente indiziato a vario titolo di aver fatto parte di un’associazione finalizzata al traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti.
L’uomo, a novembre del 2024, era riuscito a sfuggire alla cattura durante l’operazione di Polizia Giudiziaria che ha portato all’arresto di altre 34 persone.
Grazie a metodologie investigative tradizionali, tipiche ed atipiche, fatte di pedinamenti, servizi di osservazione e analisi di sistemi di videosorveglianza, gli investigatori sono riusciti a stringere il cerchio attorno ai luoghi in cui il 53enne aveva trovato appoggio e rifugio.
Nel corso del fine settimana, l’interessato si è recato a prendere un veicolo posto a sua disposizione e che avrebbe dovuto garantirgli spostamenti discreti, ma al suo arrivo ad attenderlo vi erano gli agenti della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Lecce che l’hanno bloccato e tratto in arresto.
Montinari, condotto preso la Questura di Lecce, al termine delle formalità di rito è stato accompagnato in carcere, mentre sono in corso approfondimenti sulla rete di favoreggiatori che per ben tre mesi hanno consentito all’indagato di eludere l’arresto.
L’operazione di fine 2024 aveva interessato, tra i principali indagati di rango apicale, anche alcuni esponenti della criminalità organizzata, già condannati per aver fatto parte della Sacra Corona Unita (clan Pepe – Briganti, Gruppo Penza), storicamente radicata nel capoluogo salentino, ma con ramificazioni in diversi centri della provincia.
Le attività investigative hanno avuto origine da una intensa attività di cooperazione internazionale grazie alla quale sono stati acquisiti – per mezzo di Ordini Europei d’Indagine – una serie di chat scambiate dagli indagati attraverso l’utilizzo di piattaforme criptate di comunicazione quali “Encrochat” e “Sky Ecc”, che consentivano lo scambio di messaggi o conversazioni utilizzando criptofonini in grado di cifrare i dati trasmessi ed impedire qualsiasi intercettazione.
Gli investigatori hanno disvelato la presenza di una strutturazione capillare, in cui vi era una precisa ripartizione di compiti tra i sodali, una disponibilità di enormi quantità di denaro contante, telefonini criptati, veicoli dotati di appositi nascondigli oltre che depositi sicuri in cui occultare il materiale illecito.
La caratura degli indagati si è altresì espressa attraverso la capacità di curare rapporti con trafficanti di droga calabresi e altri sodalizi criminali operativi sul territorio nazionale ed all’estero (tra cui albanesi e spagnoli).
Numerosi e ingenti sono stati i sequestri di sostanze stupefacenti in costanza di indagine.
A tal riguardo si segnala l’arresto avvenuto il 7 agosto 2020 di due persone intente a trasportare su un natante, bloccato a ridosso dell’area di Castro, oltre 150 chili di marijuana e 25 kg di hashish provenienti dall’Albania; il 10 giugno 2021, a Napoli, veniva tratto in arresto un altro uomo trovato in possesso di circa 45 chili di cocaina occultata in un doppio fondo di un autocarro specializzato strutturalmente modificato; il 4 giugno 2021 a Lecce veniva arrestato un altro sodale trovato in possesso di 11 chili di eroina occultati in un doppio fondo dell’autovettura ed una pistola. Centinaia di migliaia di euro le somme movimentate in contanti.
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Cronaca
Furti in chiesa. Rubati gli ori della Madonna del Rosario
A darne notizia durante l’omelia, dell’opera scellerata ed empia commessa da sconosciuti, è stato anche don Pino Pedone, parroco della parrocchia.

Con un comunicato ufficiale il Comitato Festa Madonna SS del Rosario di Vignacastrisi, frazione di Ortelle, “esprime sgomento e profondo dispiacere per quanto accaduto presso la nostra parrocchia. Siamo vicini a tutta la cittadinanza per quanto accaduto”.
Lo sgomento è riferito al sacrilego furto occorso in chiesa. Giorni fa, infatti, si legge in un altro post di un fedele su Facebook: “Un fatto di incredibile gravità è accaduto a Vignacastrisi. Sono stati rubati gli ori della nostra amatissima Madonna del Rosario, evidentemente custoditi in forma insicura. Se n’è avuta notizia ieri sera. Un momento veramente bruttissimo per la nostra comunità, come accadde nel 1962, quando la statua della Beata Vergine prese fuoco”.
A darne notizia durante l’omelia, dell’opera scellerata ed empia commessa da sconosciuti, è stato anche don Pino Pedone, parroco della parrocchia.
Il bottino della refurtiva, frutto negli anni della devozione alla Madonna, sembra si aggiri intorno ad un paio di kg di oro.
Indagano i carabinieri.
Cronaca
Violento impatto nella notte: due auto ko a Ruffano
Il sinistro all’ingresso del centro abitato sulla via per Casarano

Incidente stradale a Ruffano nella tarda serata di ieri.
Due vetture si sono scontrate sulla via per Casarano, all’incrocio con via San Nicola.
Con tutta probabilità la causa del sinistro è stata una mancata precedenza. Le due macchine scontratesi sono una Renault Clio ed una Lancia Y. Entrambe non marcianti, a causa dell’impatto, sono state portate via da un carro attrezzi.
Per i coinvolti per fortuna nessuna conseguenza rilevante: in ospedale solo per accertamenti.
Prima che le forze dell’ordine riaprissero al regolare transito veicolare, si è reso necessario anche un intervento di pulizia stradale.
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