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Cronaca

Depressa calcio&padel, l’assessora risponde alla polemica: “Nessuna incompatibilità, non mi dimetto”

L’architetto Serena Ruberto interviene dopo gli attacchi dell’opposizione sulla questione variante che ha interessato il campo sportivo della frazione di Tricase

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A cura di Lorenzo Zito





Botta e risposta a Tricase tra amministrazione e opposizione sulla questione della variante al campo sportivo di Depressa.





La vicenda, messa in risalto dalla minoranza in questi giorni, riguarda la decisione della Società Sportiva Dilettantistica affidataria della gestione dell’impianto dal 2017 di modificare il progetto di rifacimento del campo di gioco. Il vecchio campo di calcio a 11, da lungo tempo abbandonato a sé stesso e di cui rimane traccia ormai solo nei ricordi dei tricasini, avrebbe dovuto, secondo il primo progetto presentato dalla società sportiva dilettantistica, esser rimpiazzato da: un campo di calcio a 8, un campo di calcio a 5 ed un campo multifunzionale in sabbia.





La variante: calcio + padel





Di recente, però, la stessa SSD ha presentato una variante al progetto nella quale il campo di calcio a 8 lascia il posto a 4 campi da padel (uno sport di derivazione tennistica, ultimamente molto in voga e che si gioca in 4 in uno spazio chiuso da pareti laterali). La variante è stata dapprima approvata ma poi l’Ufficio Tecnico del Comune di Tricase ha fatto un passo indietro, revocando la determina in autotutela.





La novità ha destato la perplessità della politica tricasina all’opposizione, passata subito all’attacco con contestazioni riguardanti forma e merito dell’accaduto. Dopo le prime polemiche, sull’onda soprattutto del romanticismo e in nome dell’antica tradizione calcistica di Depressa che decenni fa calcò quei terreni di gioco, è stato evidenziato il fatto che sul progetto presentato per la variante vi fosse la firma dell’assessora Ruberto, in qualità di architetto. Nel frattempo, in Comune è scattata la revoca in autotutela della determina che approvava la stessa variante. Fatto colto al balzo dall’opposizione ed interpretato, soprattutto nel suo tempismo, come ammissione di colpe da parte dell’amministrazione.





A finire quindi, in un battibaleno, nell’occhio del ciclone l’architetto Serena Ruberto, assessore al comunale con le deleghe ad Ambiente e Salute pubblica, Decoro urbano e piano del verde, valorizzazione del patrimonio culturale, Rigenerazione urbana.





Ruberto: “Becera strumentalizzazione”





La Ruberto è intervenuta così sull’accaduto: “Preme, anzitutto, precisare che la gestione del Campo Sportivo fu messa a bando pubblico nel gennaio del 2017”, scrive l’architetto. “L’affidataria della gestione (peraltro, per quanto è dato sapere, l’unica partecipante all’avviso pubblico) presentò, nel novembre dello stesso anno, un progetto definitivo, a firma di mio padre, Arch. Geremia Ruberto, che prevedeva, tra l’altro, la realizzazione di un campo di calcio a otto, un campo di calcio a cinque, entrambi in erbetta sintetica, nonché un campo in sabbia polifunzionale, oltre alla sistemazione dell’area antistante quella destinata allo sport per attività ludiche, così come previsto dalla convenzione sopracitata. Convenzione che che all’art. 1 recita: “L’impianto potrà essere utilizzato parzialmente anche per altre attività, compatibili con l’uso dell’impianto sportivo. In questo caso il concessionario dovrà ottenere preventivamente il nullaosta dall’Amministrazione comunale, attraverso gli uffici competenti”.
Tale progetto, quindi-, continua la Ruberto-, già nel 2017 ebbe esito favorevole dall’U.T.C. e, di seguito, previa autorizzazione del CONI, l’approvazione della Giunta Comunale dell’epoca.
Pur non competendomi, perché estranea al richiamato intervento, le considerazioni in merito alle ragioni che condussero i responsabili dell’epoca a simili modifiche, ritengo fossero state originate dalla intervenuta evoluzione delle pratiche sportive, sempre più caratterizzata dalla diffusione di competizioni amatoriali su terreni di gioco di ridimensionata estensione rispetto a quella tradizionale, e, nel contempo, al fine di rendere polifunzionale un’area non più rispondente alle esigenze della collettività. Ed è proprio in quest’ottica che la concessionaria ha deciso di trasformare una limitata area, già destinata ad allocare uno dei campi di calcio a otto, in 4 campi di “padel” (sport affiliato CONI), presentando un progetto di variante, a mia firma, e tanto, per il semplice motivo che mio padre, firmatario dell’originario progetto, era ed è impossibilitato a sottoscrivere la variante, in quanto attualmente all’estero!”.





Sul polverone alzatosi, poi, la Ruberto non usa mezzi termini definendolo “frutto di becera strumentalizzazione, che non ha nulla da condividere con la Politica! È stato sufficiente”, incalza, “apporre sulla variante la mia firma, nella qualità, affinché si svegliassero “coscienze” dal nostalgico passato de “La leva calcistica della classe ‘68”, ovvero per paventare chissà quali corsie preferenziali nell’approvazione del progetto. Ma mi chiedo: dov’erano questi nostalgici e/o dietrologi quando il progetto ebbe l’irreversibile imprinting definitivo nell’ormai lontano 2017?
Ogni ulteriore commento risulterebbe superfluo, se non offensivo dell’altrui intelligenza”, punge l’assessora, “come pure, del tutto gratuiti e non meno biasimevoli, risultano gli accostamenti della vicenda amministrativa di che trattasi con il periodo emergenziale che da oltre un anno attanaglia l’intero globo terrestre”.




“Vizio di competenza, non conflitto d’interesse”





“In ogni caso, l’intervenuta determinazione, in autotutela, di annullamento della originaria approvazione del 05.03.2021, ha come motivazione il vizio di competenza, e non già il fatto che a firmare la variante è stata l’Arch. Serena Ruberto, la cui delega assessorile assegnatami dal Sindaco, “Ambiente e Salute Pubblica, Decoro urbano e Piano del verde, Valorizzazione del
patrimonio culturale, Rigenerazione urbana”, non risulta affatto incompatibile con l’esercizio della professione sul territorio comunale.
Da più parti leggo il richiamo all’art. 78 del TUEL. È opportuno, anzitutto, precisare”, prosegue l’architetto Ruberto, “che il TUEL non prevede alcuna disposizione sull’incompatibilità, in astratto, tra la carica di assessore e l’esercizio di una libera professione nello stesso territorio del Comune amministrato.
Il richiamato art. 78, terzo comma, del TUEL prevede il dovere di astensione dall’esercizio di attività libero professionale in materia di edilizia privata e pubblica per i soli assessori comunali competenti
in materia di urbanistica, edilizia e lavori pubblici. La carica assessorile inerente il decoro urbano non può essere annoverata tra quelle previste nel più volte richiamato terzo comma dell’art. 78 del TUEL”.





Le polemiche dei giorni scorsi





Gli attivisti: “Dimissioni subito”





Il primo fendente dall’opposizione era arrivato dal Meet-up Attivisti di Tricase che chiedeva le dimissioni immediate della Ruberto. “Noncurante delle norme sul conflitto d’interessi, sull’incompatibilità e sulla deontologia che riguardano la sua carica, continua a curare con dovizia d’impegno le proprie pratiche professionali in carico all’Ufficio Tecnico, tanto da ottenere in soli 4 giorni l’approvazione di una variante di progetto che riguarda un bene del patrimonio comunale inalienabile, il campo sportivo di Depressa, ossia una vera e propria opera pubblica”, scrivevano gli attivisti. L’attacco, diretto e pesante, faceva riferimento al fatto che sul progetto presentato dall’Ssd comparisse, appunto, la firma dell’assessora. Sostenendo che la decisione avrebbe dovuto “necessariamente ripassare dal vaglio degli organi politici e forse anche da una nuova gara”, dal Meet-up veniva sbandierato il conflitto d’interesse e si chiedevano le dimissioni non solo alla Ruberto ma anche al sindaco De Donno, per quello che veniva definito “un atto spregiudicatezza, uno schiaffo ai cittadini sprovvisti di santi in paradiso, ai colleghi professionisti tecnici dell’Assessora e alla comunità tutta”.





“Tricase, che fare?” rincarava la dose





Dopo un intervento del sindaco Antonio De Donno a difesa dell’operato della Ruberto, il gruppo consiliare “Tricase, che fare?” rincarava la dose. La presidente Sonia Sabato definiva “inconcepibile e tragicomica” la vicenda. Puntava il dito contro quello che definiva un “goffo tentativo di correre ai ripari” da parte del primo cittadino e sosteneva che “la revoca della determina in autotutela, se da un lato mira a preservare l’Ente comunale, dall’altro diventa prova provata di un abuso delle funzioni assessorili o, stando alle parole del sindaco, di manifesta incompatibilità. Pertanto non resta che attendere le opportune dimissioni che, bontà sua, qualcuno avrebbe già dovuto rassegnare”.





Reazione social: “Persa altra opportunità?”





Attoniti, i tricasini hanno assistito all’ennesima bagarre politica consumatasi sui social. Lo stomaco della cittadinanza ha reagito all’unisono. Ok legalità, chiarezza e trasparenza burocratica. Ma quella del padel è apparsa ai più come una piacevole sorpresa ed una scelta lungimirante. Viene descritta da molti come una opportunità di crescita ed una occasione per ampliare l’offerta sportiva, alquanto limitata sul territorio del Capo di Leuca (non pochi da Tricase e dintorni si recano nel Leccese per praticare questo sport). Lasciarsela sfuggire, col rischio di cadere in un altro lungo periodo di impasse che consegnerebbe il campo di Depressa nuovamente alle erbacce, è il peggiore degli scenari che in tanti già prefigurano. L’auspicio corso sui social, quindi, è quello di una rapida soluzione alla questione.


Cronaca

Taurisano, arrestati due giovani spacciatori

Alto impatto tra Gallipoli, Alezio, Nardò, Galatone, Taurisano, Otranto, Poggiardo, Galatina, Noha e Collemeto. Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Polizia Locale effettuano controlli in tutta la provincia. 551 persone controllate, due arresti e 15 sanzioni e amministrative ad esercizi commerciali

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Continuano i servizi straordinari di controllo del territorio programmati in sede di Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica in Prefettura.

Ieri sera le attività ad alto impatto, disposte dal Questore della Provincia di Lecce e condivise con le altre forze di polizia in sede di Tavolo Tecnico, hanno interessato numerosi comuni in tutta la provincia di Lecce.

Tali servizi hanno la finalità di incrementare la sicurezza grazie alla presenza congiunta delle Forze dell’Ordine ed alla loro sinergica azione sul territorio, prevenendo e reprimendo reati predatori e non solo.

Polizia di Stato e Guardia di Finanza, con le rispettive unità cinofile, e Polizia Locale hanno condotto una capillare e approfondita attività di controllo a Gallipoli, Alezio, Nardò, Galatone, Taurisano, Otranto, Poggiardo, Galatina, Noha e Collemeto.

A Taurisano, in particolare, i controlli hanno portato all’arresto di due giovani del posto di 21 e 23 anni per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

I due, già conosciuti agli operatori di polizia, erano stati fermati dalla volante per un controllo e avevano manifestato segni di agitazione.

Gli operatori hanno così deciso di effettuare un servizio di osservazione e, al momento del loro rientro presso l’abitazione di uno dei due, sono entrati per eseguire una perquisizione ed hanno rinvenuto 115 gr. di cocaina in un’unica confezione e altri 2,06 gr. già suddivisa in dosi oltre a banconote di vario taglio per la somma totale di euro 65.

Il 21enne è stato condotto in carcere, oltre ad essere denunciato per detenzione abusiva di munizionamento in quanto trovato in possesso di un proiettile 9×21; il 23enne è stato sottoposto agli arresti domiciliari.

Oltre al contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti, gli obiettivi dell’attività ad alto impatto sono stati la prevenzione dei reati in genere, il controllo degli avventori dei locali, la verifica del rispetto del codice della strada e il contrasto allo spaccio di stupefacenti.

Importante il bilancio: 551 persone controllate, 14 dei quali già sottoposti a misure restrittive, 138 veicoli fermati, 11 contestazioni al codice della strada elevate.

Nel mirino anche il rispetto delle regole amministrative e di sicurezza da parte degli esercizi commerciali: nei 10 comuni sono stati controllati 22 i locali. I controlli amministrativi hanno portato alla rilevazione di 15 violazioni, seguite da altrettante sanzioni elevate a vario titolo.

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Cronaca

Ugento: materiale esplosivo in casa, arrestato

Importante operazione di sicurezza condotta dai Carabinieri che ha portato al sequestro di oltre 2 tonnellate di materiale esplosivo, rinvenuto all’interno di un’abitazione. Il blitz è stato effettuato in seguito a indagini che hanno sollevato dei sospetti su un uomo di 38 anni, il quale è stato arrestato durante l’operazione

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A Ugento, i carabinieri hanno condotto a un’operazione di controllo che ha portato all’arresto in flagranza di reato di un 38enne del luogo per possesso illegale di sostanze esplosive e artifici pirotecnici.

L’intervento è stato condotto dai Carabinieri della Compagnia di Casarano e dagli Artificieri Antisabotaggio del Comando Provinciale di Lecce.

Le perquisizioni sono state eseguite nei locali-deposito di cui l’arrestato è titolare.

I militari dell’Arma hanno scoperto un ingente quantitativo di materiale esplosivo vietato e di articoli pirotecnici di produzione clandestina.

Inoltre, in un garage adiacente all’abitazione dell’arrestato, sono stati rinvenuti circa 2 chili e 100 grammi di polvere nera di prima categoria e 12 petardi di fabbricazione non autorizzata.

Inoltre, sono stati scoperti 15 chili di artifici pirotecnici del tipo T1, spezzoni di miccia pirotecnica e altro materiale

destinato alla produzione di artifici, tra cui due dispositivi smontati e privi di sicurezze.

L’operazione ha svelato ulteriori evidenze sull’elevata pericolosità della situazione poiché, all’interno di un magazzino della sua abitazione, sono state rinvenute circa 2.304 cartucce da caccia e dispositivi di controllo per l’accensione di artifici pirotecnici e micce.

Ancora più preoccupante è la scoperta di un furgone, non marciante, adiacente all’abitazione, utilizzato come deposito per circa 1.300 chilogrammi di materiale esplosivo non classificato, insieme a 49 artifici pirotecnici artigianali e numerosi mortai da lancio.

Da sottolineare che la prossimità dei luoghi di stoccaggio del materiale esplosivo ad altre abitazioni metteva a rischio la sicurezza della popolazione, sollecitando un intervento tempestivo da parte degli uomini dell’Arma.

A seguito dell’arresto, sono state sequestrate 19 armi regolarmente detenute dall’arrestato, insieme ai relativi titoli abilitativi.

Al termine delle formalità di rito, l’uomo è stato arrestato e, su disposizione del Pubblico Ministero di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce che conduce le indagini, è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari.

Il materiale pericoloso rinvenuto sarà distrutto dagli artificieri, mentre quello classificato sarà custodito in un deposito giuridico autorizzato, a garanzia della sicurezza pubblica.

L’intervento immediato degli artificieri dei carabinieri sottolinea l’importanza della prontezza operativa della Benemerita nel prevenire situazioni che potrebbero mettere in pericolo la sicurezza pubblica.

La scoperta di un così elevato quantitativo di materiale esplosivo e la sua vicinanza a zone abitate rappresenta un grave allarme per la comunità locale.

L’operazione non solo ha portato alla rimozione immediata di rischi potenziali per i cittadini, ma ha anche attivato un monitoraggio più attento delle attività sospette in tutta la provincia salentina, contribuendo a un clima di maggiore sicurezza.

Le indagini continueranno per accertare eventuali collegamenti o complici.

I carabinieri restano fermamente determinati a mantenere un territorio sicuro e rispettoso della legalità.

L’attività investigativa ha sicuramente evitato situazioni di potenziale pericolo che può sfociare in tragedie, come è avvenuto pochi giorni orsono in provincia di Napoli.

Tale attività è l’inizio di controlli serrati organizzati dall’Arma salentina per prevenire situazioni di pericolo

connesse all’utilizzo illecito e superficiale dei fuochi di artificio che hanno interessato anche in passato la nostra provincia, nel periodo natalizio.

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Cronaca

Dramma a Maglie: muore uomo in bici

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Dramma in pieno centro abitato a Maglie dove un uomo è deceduto in serata mentre era in sella alla sua bici.

Quello che inizialmente sembrava essere un incidente, si è rivelato col passare dei minuti un malore fatale.

Un 61enne di Scorrano è caduto dalla sua bici mentre percorreva proprio una delle traverse che da Maglie conducono sulla strada per il centro abitato scorranese: via Einaudi.

Alcuni passati hanno chiesto l’intervento dei soccorsi che, purtroppo, si sono rivelati vani.

Per l’uomo non c’è stato nulla da fare. L’uomo potrebbe aver accusato un malore ed esser deceduto per arresto cardiaco. Così fosse, non sarebbe stata una caduta a costargli la vita.

Le cause, ad ogni modo, saranno approfondite nelle prossime ore.

Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri della locale Compagnia.

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