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Attualità

Salento, terra di unioni e… di addii

Wedding destination. Si cerca lavoro altrove per la mancanza di prospettive concrete nella propria terra di origine ma, per il matrimonio, si sceglie sempre il Salento

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Il Salento ogni anno è la meta preferita per centinaia di promessi sposi che scelgono questa terra per celebrare il loro matrimonio, religioso, civile e, perché no,  anche simbolico.


Dal mese di maggio a quello di ottobre vanno in scena meravigliosi spettacoli matrimoniali e soprattutto nei mesi estivi sarà impossibile non sentire le campane suonare a festa o incontrare per strada il sorriso di una sposa in abito bianco.


È nei mesi di giugno, luglio e agosto che fotografi nuziali, fiorai e proprietari di splendide strutture hanno il maggiore impegno.


Ma, chi sono queste coppie di sposi? Da dove vengono?


E perché sono i mesi più caldi ad essere scelti?


Le risposte a queste domande non sono così scontate come può sembrare.  Verrà spontaneo pensare che a sposarsi nel Salento siano solo coloro che ci sono nati, che vi abitano e che hanno costruito qui il loro futuro, professionale e personale.


La realtà, però, è un po’ diversa.


Svolgo il mio lavoro da tantissimo tempo e la realtà salentina, è cambiata molto in questi ultimi anni, mi sono resa conto che sono tre le principali coppie che decidono di celebrare il loro matrimonio nel Salento.


Ovviamente ci sono le coppie che abitano in questa terra stabilmente e non hanno altro desiderio se non quello di celebrare “a casa” il loro matrimonio.


Non mancano, inoltre, le coppie, italiane e straniere, che in questa terra non ci sono nate e non ci hanno mai neanche vissuto, ma che ne hanno conosciuto le bellezze, durante una vacanza magari, e immaginano il loro matrimonio sulle coste del Salento, con la musica della tradizione e della cultura salentina in sottofondo. Da qualche anno il fenomeno ha anche un nome e si parla di wedding destination.


Sicuramente, però, le coppie che maggiormente scelgono di sposarsi nel Salento sono quelle coppie in cui uno dei due, o anche entrambi, ha radici salentine, ma che da diverso tempo vive in un’altra città. E se tradizione vorrebbe che venga scelto come luogo del matrimonio quello in cui ha origini la sposa, va da sé che se la sposa è salentina la scelta risulti facile anche per lo stesso sposo che, dopo aver conosciuto anche lui queste terre, non immaginerebbe un luogo diverso in cui sposarsi. Ma anche se lo sposo è salentino, tante volte mi è capitato di conoscere spose che hanno preferito scegliere il piccolo paese d’origine del marito, piuttosto che il proprio.


Tantissimi giovani, infatti, di età compresa tra i 28 e i 40 anni, per motivi di studio, di lavoro o anche per altre ragioni, hanno lasciato le loro case, le loro famiglie, e si sono trasferiti altrove, prevalentemente nel Nord Italia o all’estero. E se in passato era più forte la tentazione di tornare al più presto nella propria terra natia, negli ultimi anni questa esigenza si sente sempre meno, in quanto mancano le condizioni per poterlo fare!


È un prezzo amaro quello che deve pagare il Salento ed è una realtà che emerge sempre di più, da qualsiasi settore la si guardi: si cerca lavoro altrove per la mancanza di prospettive concrete nella propria terra di origine; i genitori spesso soffrono la lontananza dai propri figli e, in alcuni casi, dai propri nipoti; nelle città si sente sempre di più il vuoto di una generazione “in fuga”.


Quante case, costruite dai genitori, per i figli, con tanti sacrifici, sono rimaste vuote, se non abbandonate?


Se ci guardiamo intorno tante!


Ma ogni medaglia ha due facce e, nonostante tutto, un momento di gioia, di amore e di allegria, come è il giorno del matrimonio per una coppia di giovani innamorati, viene celebrato nel Salento.

Le ragioni che spingono queste coppie di sposi a celebrare il loro matrimonio nel Salento, nonostante la loro quotidianità si svolga in altre città di Italia, o dell’estero, sono tante. Tante sono anche le complicazioni che possono aversi nell’organizzazione di un matrimonio “a distanza”, ma si tratta di complicazioni che comunque non scoraggiano gli sposi che davanti hanno il desiderio di realizzare il giorno più bello della loro vita.


La ragione principale per cui il matrimonio viene celebrato nel Salento è che qui ci sono non solo le mamme in trepidante attesa e i papà con la voglia e l’orgoglio di accompagnare la propria figlia all’altare. Ci sono i parenti e le amicizie di sempre, ci sono tutte le persone con le quali voler condividere un giorno così importante.


E non si trascurano neanche le persone con le quali le coppie di sposi intrecciano rapporti nella loro vita “al Nord”: spesso c’è la voglia di far conoscere a queste persone, a queste nuove amicizie, la propria terra di origine, i suoi luoghi del cuore, la sua cucina, la sua musica e la sua tradizione.


Il matrimonio non è forse l’occasione migliore per farlo?


Questo è anche il motivo principale per il quale la maggior parte dei matrimonio nel Salento si celebra nei mesi estivi: in questi mesi non solo per gli sposi, ma anche per la maggior parte degli invitati è più facile chiedere dei giorni di ferie che permettano di partecipare al matrimonio, ma anche di cogliere l’attimo e concedersi un periodo di riposo sotto il caldo sole del Salento, tra le sue spiagge e la sua allegria.


Inoltre, anche se con il tempo la città in cui si vive, lontano da casa, comincia a essere familiare, nulla sarà più familiare dei luoghi in cui si è cresciuti ed è questa sensazione di familiarità e sicurezza, di conoscenza del territorio, che permette di organizzare il matrimonio nella propria terra.


Purtroppo sia lo scorso anno che anche in questo 2021, i problemi degli spostamenti tra regioni è diventato un problema serio. Molte coppie  hanno spostato il matrimonio dal 2020 al 2021, pensando che fosse più facile, invece le difficoltà che stanno incontrando sono tantissime.


Coppie di sposi salentini, che hanno spostato la date del proprio matrimonio, più e più volte, un vero disastro, che sta procurando loro  ansia, stress e agitazione, considerando anche l’investimento economico da fare non è poco!


Quindi per loro una doppia difficoltà , alla lontananza, si aggiunge la difficoltà di spostarsi in questo periodo.


Difficoltà nel fare le prove degli abiti da sposa, nel raggiungere la location scelta, o da scegliere, nell’avere un contatto diretto con tutti i fornitori del matrimonio.


Perché è vero che si può fare tutto on line, ma la presenza fisica per alcuni aspetti serve.


Certo, è bello, sapere che ci sono tante coppie che ritornano, perché il Salento per loro è casa…ma…..questo porta a fare un’altra riflessione, su qual è l’altra faccia della medaglia…


Però è anche vero, come detto prima, che ciò non è privo di complicazioni perché si è comunque a distanza dai luoghi del matrimonio e nonostante vengano in soccorso tutte le tecnologie del caso, sarà necessario chiedere permessi, ferie anche un anno prima,  mettere in conto imprevisti, contattare i fornitori giusti per non perder tempo. Far coincidere appuntamenti, orari, e come spesso dico, “ essere il regista del proprio matrimonio “, coordinare le scene degli  attori principali. Tutto questo non è facile, ma certamente non impossibile.


La risposta ad ogni domanda  è che: il Salento vale sempre la pena!


Lucianella Stifani


Attualità

L’eterna Danza delle Onde

Il Salento, con il suo mare cristallino, la sua ricca storia e cultura, si eleva come fonte d’ispirazione per un emozionante progetto musicale delle FeminaeMaris che abbraccia anche l’Albania

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Nasce FeminaeMaris, il trio formato dalle musiciste salentine Silvia Boccadamo e Antonella Napoli, unite alla talentuosa cantante albanese Hersi Matmuja.

Il mare, forza dominante e collante culturale delle nazioni del Mediterraneo, è il filo conduttore del loro progetto.

Silvia e Antonella, animate dalla passione per la loro terra, hanno trovato in Hersi una compagna di viaggio altrettanto legata alla sua amata Albania. Le tre musiciste, tutte di formazione classica, daranno così vita a “L’eterna Danza delle Onde”.

VIAGGIO MUSICALE TRA STORIA E CULTURA

L’eterna Danza delle Onde” è un progetto musicale che invita l’ascoltatore a un viaggio sonoro attraverso il Salento, territorio ricco di storia e cultura.

Questo lavoro raccoglie brani inediti che descrivono luoghi specifici e le loro peculiarità, intrecciando storie e tradizioni con quelle degli antichi popoli che si insediarono nel Salento.

Il repertorio del progetto varia da pezzi a voce e tamburo, a melodie affascinanti, danze dai ritmi misti e brani strumentali evocativi.

Ogni composizione è pensata per trasportare il pubblico in una dimensione sognante, dove passato e presente si fondono in un’armonia unica.

Attraverso melodie emozionali e arrangiamenti classici, il Salento viene raccontato in modo originale, in modo diverso, rispetto ai capisaldi della Pizzica e della Taranta, con un omaggio musicale alla poesia di questo eccezionale territorio, che risuona in ogni nota e ritmo.
L’eterna Danza delle Onde” promette di regalare un’esperienza sensoriale completa, evocando l’anima del Salento e le sue mille sfaccettature attraverso una narrazione musicale senza tempo.

IL PROGETTO DISCOGRAFICO

Il trio sta collaborando con Corrado Production per la realizzazione del primo CD del progetto. La produzione prevede registrazione, editing, missaggi e mastering, pubblicazione su piattaforme digitali e la realizzazione di videoclip.

I BRANI DEL PROGETTO

PALASCIA (Otranto) – Immersa nella magia di un luogo simbolo del Salento, Palascia è la punta più orientale d’Italia, evocando intense sensazioni legate all’anima salentina.

1481 LA RECONQUISTA (Otranto) – Il brano rievoca la battaglia di Otranto del 1480-1481, una tragica pagina di storia in cui l’esercito ottomano attaccò la città, allora parte del Regno di Napoli.

FLORILANDA – (Torre Sabea Gallipoli) – La leggenda di Flavio e la sua amata che scompaiono verso l’orizzonte, rappresenta un eterno destino d’amore, simboleggiato dai gabbiani che danzano nel cielo di Gallipoli.

LACRIME D’ARGENTO – Una terra ferita, dove prima c’era l’oro del Salento adesso c’è solo un paesaggio lunare. Il dramma della xylella che ha provocato dolore e danni, raccontato con la sensibilità di chi non si arrende mai alle avversità. Questo è un brano dedicato all’ulivo, simbolo eterno del Salento; il brano celebra la resilienza e la bellezza di questo albero secolare e la forza di un territorio mai domo, pronto a rialzarsi sempre, dopo ogni caduta.

LA DANNATA (Torre dell’Alto, Nardò) – La tragica storia di una giovane fanciulla che, per sfuggire all’ingiustizia dello jus primae noctis, si getta dalla rupe, diventando leggenda nelle notti di luna piena.

ANI MORI HANAOh Mia Luna (Albania-Salento) – Una danza popolare del nord Albania si intreccia con i dialetti albanese e salentino, creando una preghiera alla luna per guidare verso l’amore.

KALÀ (Albania) – Ispirato alla leggenda della Fortezza di Rozafat in Albania e alla principessa di Acaia, il brano narra di sacrifici e magie, di una madre murata viva e di una principessa trasformata in pietra.

LA DANZA DEI DUE MARI – Una terra magica, il Salento, descritta dal detto “lu sule, lu mare, lu ientu”, viene celebrata per le sue limpide acque, giornate soleggiate e il vento che mitiga il caldo. Questo brano è un inno alla bellezza con punte liriche piene di vita e di speranza.

IL POZZO DEI MIRACOLI (Galatina) – Un brano ispirato alla leggenda del miracolo dell’acqua di Galatina, capace di guarire dalla puntura delle tarante.

LE SECCHE DI PIRO (Ugento) – Dedicato alla leggenda di Pirro e alle temutissime secche ugentine che ostacolarono il suo soccorso a Taranto.

PRESENTAZIONE DEL PROGETTO – La presentazione del progetto è in programma domenica 21 luglio alle ore 21, presso il Teatro Cavallino Bianco di Galatina, con ingresso gratuito per invito.

 

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Specchia: vai piano, anche per loro

Un passo avanti nella tutela degli animali e della sicurezza stradale

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Specchia si distingue per un’iniziativa di rilevanza nazionale volta alla protezione degli animali e alla sicurezza stradale.

È stata avviata una significativa campagna per sensibilizzare i cittadini sull’importanza di una guida prudente, specialmente nelle zone frequentate da animali randagi.

SICUREZZA E RISPETTO

Alcuni cartelli sono stati installati strategicamente in vari punti del comune.

Questi segnali non solo avvisano i conducenti sull’importanza di una guida attenta per prevenire incidenti, ma rappresentano anche un chiaro impegno verso il benessere degli animali che abitano le strade cittadine.

I nuovi cartelli, posizionati lungo le strade più trafficate e potenzialmente pericolose, presentano l’immagine di quattro animali accompagnati da un breve ma potente messaggio: «Vai Piano anche noi abbiamo famiglia (proprio come te)»

«CIVILTÀ E SENSIBILITÀ»

La sindaca di Specchia Anna Laura Remigi ha espresso il suo orgoglio riguardo a questa iniziativa innovativa: «Sono orgogliosa di questa nuova iniziativa che non solo migliora la sicurezza stradale, ma dimostra anche il nostro impegno a proteggere e rispettare tutte le forme di vita che condividono il nostro ambiente urbano. Questi cartelli non sono solo segni di progresso per la nostra città, ma testimoniano la nostra civiltà e sensibilità verso gli animali».

UN PASSO SIGNIFICATIVO

Concludendo, l’introduzione di questi cartelli rappresenta un passo significativo per Specchia, che si pone come esempio di buone pratiche nella tutela degli animali e nella promozione di una convivenza urbana sicura e responsabile.

Il paese in questo modo non solo si distingue per la rinomata bellezza del borgo ma anche per l’attenzione e il rispetto verso la fauna che la abita.

Quest’iniziativa non è soltanto un segno di progresso, ma un impegno tangibile verso un futuro in cui umani e animali possano convivere armoniosamente, con rispetto reciproco e consapevolezza ambientale.

Un’iniziativa che ci ricorda l’importanza di proteggere e preservare il mondo naturale che ci circonda, anche nelle sue forme più vulnerabili e spesso dimenticate.

Un esempio da seguire per altre comunità, dimostrando che è possibile conciliare sviluppo urbano e tutela dell’ambiente.

 

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Tricase: lavori e polemiche in piazza a Caprarica

L’ing. Andrea Morciano protocolla una lettera indirizzata agli amministratori con la quale chiede la sospensione immediata dei lavori e la convocazione urgente di un incontro pubblico

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I lavori di riqualificazione in corso a Tricase, in piazza Sant’Andrea a Caprarica, sono da qualche giorno oggetto di discussione.

La polemica, fino ad ora latente, è deflagrata con la lettera indirizzata al sindaco Antonio De Donno, alla presidente del consiglio Rosanna Zocco, agli assessori e a tutti i consiglieri, dall’ingegner Andrea Morciano, noto professionista, residente proprio nel quartiere tricasino che ospita i lavori.

L’ingegnere, con la sua lettera, protocollata l’11 luglio scorso (numero 14030), chiede la sospensione immediata dei lavori e la convocazione urgente di un incontro pubblico.

In premessa l’ing. Morciano rileva innanzitutto che i lavori riguardanti la riqualificazione di Piazza Sant’Andrea sono iniziati «senza alcun preavviso per la cittadinanza, tanto che lo stesso Comitato Festaquesto fa ancora più specie, visto che un componente è anche consigliere comunale») ha dovuto improvvisamente posticipare la festa patronale ad altra data».

Poi evidenzia che «il progetto non è mai stato sottoposto ad un giudizio dei cittadini di Caprarica, eccezion fatta per una fugace esposizione di alcune tavole grafiche ben nascoste alla maggior parte della gente, lo scorso anno; che non sì è avuta neppure cura di aggiornare i render delle testate del progetto alle varianti e modifiche che il progetto ha subito».

«Quando la coperta è corta», polemizza, «e si vuol fare tutto, poi si incorre in questi errori banali. In campagna elettorale il sindaco aveva promesso che avrebbe fondato la sua amministrazione sulla partecipazione (questa sconosciuta).

Le intenzioni ed i propositi non vanno enunciati ma vanno praticati, anche se capisco che per il sindaco sia difficile, visto quanto già accaduto in altri incontri nei quali si è cercato il confronto con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti si veda gestione ufficio tecnico»).

Altro punto contestato: «Dalla testata del progetto si evince un’ampia partecipazione di professionisti i quali, non per colpa loro (di questo ne sono certo), dalla montagna hanno partorito un topolino».

E ancora: «Non si capisce come ai cittadini non sia consentito l’uso del cemento in aree agricole o nei

centri storici e poi la piazza di Caprarica, improvvisamente diventa idonea per accogliere una bellissima pavimentazione architettonica, che altro non è che cemento. Ho sollevato il problema anche agli organi competenti, che per tutta risposta hanno giustificato la scelta per “mancanza di soldi”. I privati, invece, hanno soldi da spendere e spandere…».

Dal progetto sembrerebbe essere stata riservata una “zona ZTL” per alcuni residenti: «Si vuol conoscere in relazione a quale principio e chi pagherà i ripristini per effetto del transito dei veicoli in quella fascia», evidenzia Morciano, «inoltre sarebbe opportuno sapere se sono state effettuate delle prove di transito con mezzi pesanti, per chi percorre via Vittorio Emanuele verso via Caduti sul Lavoro. Prove traffico tanto care al sindaco… Sarebbe opportuno conoscere quali saranno le manovre da effettuare per chi, transitando con un mezzo pesante su via Caduti sul Lavoro provenendo da Corso Apulia, dove farà inversione di marcia, visto l’esistente senso unico su via Vittorio Emanuele e non potendo percorre via Leuca, o sarà vietato qualsiasi transito. Il sindaco dovrebbe spiegarlo ai cittadini residenti».

L’elenco delle obiezioni e dei “sarebbe opportuno” è ancora lungo: «Sarebbe opportuno conoscere in base a quale principio sia stato deciso di rendere non fruibile la piazza per organizzare manifestazioni o anche semplicemente per montare un palco; sarebbe opportuno conoscere il senso della piantumazione di un albero alle spalle del frantoio

Ipogeo; sarebbe opportuno conoscere come saranno gestiti i parcheggi nelle aree prossime alla piazza nei giorni di grande affluenza e se la gestione sarà semplicemente elevare multe ai cittadini; Sarebbe opportuno conoscere come, e soprattutto chi, pagherà per eventuali ripristini da eseguire sulla sede stradale (via Vittorio Emanuele – Via Leuca) che sarà rivestita con questa splendida pavimentazione architettonica»

Per tutti i punti elencati spora l’ing. Andrea Morciano chiede «l’immediata sospensione dei lavori e la convocazione di un incontro pubblico, dove vengano esposti i principi alla base della progettazione e vengano date le risposte a queste e ad altre criticità che il progetto, in fase di realizzazione, comporterà per i residenti del rione di Caprarica».

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