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Castrignano del Capo

Una panchina gialla per Giulio Regeni e Patrick Zaki

L’iniziativa della Cooperativa Sociale Arci Lecce in vari centri della provincia in occasione della giornata mondiale del rifugiato

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Una “Giornata del Rifugiato” dedicata alla difesa dei diritti umani, per chiedere verità e giustizia per Giulio Regeni e libertà per Patrick Zaki. È l’idea di Arci Lecce Soc. Coop. Sociale che coinvolgerà, in una serie di iniziative sul territorio, i Comuni della rete SAI e le rifugiate e i rifugiati ospiti dei progetti di accoglienza che la cooperativa gestisce.


In queste settimane, durante le attività di educazione civica e di studio della lingua italiana, gli ospiti dei progetti SAI hanno parlato delle vicende di Giulio e Patrick, maturando la volontà di promuovere messaggi di solidarietà e impegno concreto delle istituzioni affinché si possa fare piena luce sull’uccisione di Giulio Regeni e ottenere la liberazione immediata di Patrick Zaki, rinchiuso nelle carceri egiziane dal 7 febbraio 2020.


Attraverso le storie di Giulio e Patrick, nell’ambito delle celebrazioni della “Giornata del Rifugiato 2021”, si parlerà della lotta di chi, ogni giorno, mette a repentaglio la propria vita per la democrazia, per il diritto alla libertà di espressione, di opinione e impegno civile, coinvolgendo i cittadini dei tanti Comuni interessati in un momento di riflessione collettiva attraverso diverse forme espressive.


Uomini e donne rifugiati, grazie alla convinta collaborazione delle amministrazioni comunali, realizzeranno, dove non già presenti, delle panchine gialle dedicate a Giulio e Patrick, facendo comunque in modo che determinati luoghi, particolarmente simbolici o centrali nel paesaggio urbano, possano caricarsi di nuovo significato, dando vita a dialoghi e pratiche di democrazia.


Da Patù a San Pietro Vernotico, passando per Galatina, Caprarica di Lecce, Tricase, Castrignano del Capo, Novoli, Trepuzzi, Campi Salentina, Squinzano, Lequile e tante altre comunità nel nostro territorio, la cooperativa sociale Arci Lecce porterà nelle piazze, nei parchi, per le strade la cultura dei diritti attraverso le voci, l’impegno e le storie dei rifugiati, cittadini di un mondo possibile e libero dalla violenza dei regimi e dei gruppi eversivi o criminali.


Spicca, in particolare, l’evento che si svolgerà a Lecce, con il patrocinio del Comune, nei pressi della panchina gialla posta in viale dell’Università,  lunedì 21 giugno, dalle 11 alle 13: canzoni e testi di libertà, testimonianze di chi ha dovuto lasciare il proprio Paese per via dell’oppressione e della mancanza di sicurezza personale, flash mob e letture a cura degli operatori della cooperativa e degli ospiti dei progetti SAI del comprensorio di Lecce, coinvolgeranno studenti e cittadini in una riflessione collettiva ricca di emozione e significati profondi.


Sulla pagina Facebook di Arci Lecce Società Cooperativa Sociale saranno resi disponibili tutti i contributi video degli eventi realizzati e sarà data notizia di quelli già in cantiere per le prossime settimane.

I bimbi ospiti dei progetti SAI gestiti da Arci Lecce Coop. Sociale


La panchina gialla a Tricase


L’assessore Cistina Dettù e le rifugiate a Galatina


L’assessore Cosima De Maria ed i rifugiati a Castrignano del Capo


L’assessore Serena Ruberto ed i rifugiati a Tricase


La panchina gialla di Castrignano del Capo


Appuntamenti

Sulle Orme del Senso del Sacro a Santa Maria di Leuca

Collettiva d’arte da domani e fino al 30 novembre a Villa La Meridiana. Gli artisti, provenienti da tutte le parti d’Italia, dipingeranno “en plein air”, dalle ore 10 alle ore 13

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Presso le Scuderie dell’ottocentesca Villa La Meridiana a Santa Maria di Leuca, la mostra “Sulle orme del senso del Sacro” alla presenza di Maria Rosaria Rosato.

L’inaugurazione è in programma domani, sabato 9 novembre, alle ore 16.

Ideata e progettata da Luciana Mascia, con il patrocinio della curia di Napoli nella persona di Monsignor Adolfo Russo e con il supporto di Caroli Hotels, la mostra resterà aperta fino a domenica 30 novembre.

Gli artisti, provenienti da tutte le parti d’Italia, saranno lieti di dipingere en plein air, dalle ore 10 alle ore 13.

La mostra, allestita da Onia Schirinzi, è una collettiva d’arte che vuole riflettere sul senso del sacro nella vita di tutti i giorni e sui valori fondanti dell’animo umano.

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Attualità

Cento candeline per nonna Cosima

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Festa grande a Castrignano del Capo per nonna Cosima.

Cosima Donnicola ha raggiunto il traguardo delle cento candeline. Un secolo di vita, da festeggiare con i 5 figli Franco, Aldo, Michele, Giovanni e Antonio Schirinzi e con i 10 nipoti e 5 pronipoti.

Nata nel 1924, Cosima, prima che madre, nonna e bisnonna, è stata contadina.

Oggi tutta la nostra Redazione le augura un gioioso e lungo futuro.

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Attualità

Ovunque vai, Martinucci

Una famiglia che conta 300 collaboratori, 28 store e 74 anni di storia. Qualità e tradizione grazie alle due linee di produzione dell’azienda salentina, portavoce dell’abilità dolciaria nostrana ad ogni latitudine

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Martinucci è un’azienda riconosciuta nel mondo, portavoce della tradizione dolciaria ad ogni latitudine, con tanti punti vendita in Salento ed in diversi Paesi del globo.

Una famiglia che conta 300 collaboratori, 28 store e 74 anni di storia.

Con Fabio Martinucci facciamo il punto su come si possano raggiungere obiettivi così grandi, continuando il proprio percorso di crescita, mantenendo alti gli standardi qualità.

Eccellere su piccola e grande scala. Qual è il segreto?

«Senz’altro la nostra produzione, che oggi viaggia su due linee: una artigianale ed una industriale, mantenendo sempre altissimi standard di qualità. I prodotti della linea artigianale sono quelli che realizziamo nel nostro laboratorio di Acquarica del Capo. Da qui partono i prodotti freschi che lavoriamo giornalmente e che servono tutte le nostre pasticcerie presenti in Salento. I prodotti che vendiamo nelle pasticcerie Martinucci nel mondo, invece, sono realizzati dalla nostra linea industriale. Una linea che conserva tutte le caratteristiche del prodotto artigianale e tutte quelle preziose conoscenze artigiane tramandate nel tempo, lungo la decennale esperienza di Martinucci nel settore. La nostra azienda oggi è un po’ una fotografia del settore dolciario, in cui produzione artigianale ed industriale viaggiano sempre l’una accanto all’altra».

In che modo due metodi di lavoro, all’apparenza lontani, si avvicinano?

«Nel mondo della pasticceria, la produzione artigianale oggi si regge in gran parte sul lavoro industriale. Questo non ci deve spaventare o insospettire. Al contrario, è un percorso che ormai avanza in simbiosi e che permette di accrescere la qualità dei prodotti. Basti pensare che tutta la pasticceria oggi è improntata sull’utilizzo di semilavorati, compresa quella di pasticcieri e gelatai che si definiscono artigiani. Nel settore, tutti utilizziamo i prodotti semilavorati, talvolta anche provenienti dalle grandi multinazionali, senza che questo rappresenti un peggioramento nella qualità del prodotto. Anche grandi aziende storiche come la Pernigotti forniscono ingredienti, per fare un esempio come la nocciola di Piemonte DOC, che vengono impiegati dai mastri artigiani. Questo ci dice, nella realtà dei fatti, che produzione artigiana ed industriale non devono essere considerate antitetiche, come molte campagne di marketing vogliono farci credere, ma sono molto più prossime di quanto possiamo immaginare. Non a caso Martinucci oggi, con la sua linea industriale, è sia produttore che distributore sul mercato di semilavorati, che vengono acquistati ed impiegati giornalmente anche da molte piccole realtà del nostro territorio».

Esiste ancora l’antica figura del pasticciere che gestisce la produzione dalla A alla Z?

«Sono davvero rarissimi i pasticcieri che continuano a gestire artigianalmente l’intero processo di produzione e vendita in autonomia. È difficile pensare che al giorno d’oggi un pasticciere prepari ogni mattina tutta la produzione per la singola giornata. La prassi vuole che anche i dolci dei laboratori artigianali vengano realizzati in gran numero per coprire più giornate, poi conservati e cotti di volta in volta, giorno per giorno, secondo vendite e necessità».

Pesano ancora i falsi miti sulla produzione industriale nelle scelte dei consumatori?

«Purtroppo, si. Diverse credenze spingono il consumatore a pensare che un prodotto, se non realizzato e consumato al momento, abbia un gusto differente oppure possa nascondere delle sorprese. Ma non è così. Uno dei falsi miti più radicati è quello relativo alla conservazione. I prodotti della linea industriale, anche ma non solo per poter essere gustati in luoghi diversi da quelli di produzione, sono sottoposti a congelamento. E questo può generare scetticismo nel consumatore. In realtà, il processo di conservazione non altera le proprietà organolettiche. Ed inoltre rappresenta anche un presidio di sicurezza per il consumatore, dal punto di vista batteriologico. L’abbattimento che effettuiamo a livello industriale (oggi richiesto in molti ambiti anche dalle Asl), portando il prodotto a -18° in venti minuti, rende la proliferazione batterica innocua per il consumatore. È un po’, per fare un parallelismo, come quando in ambito domestico congeliamo la classica lasagna della nonna per mangiarla l’indomani. In questo caso, nei laboratori, con strumentazioni e procedure professionali, che permettono il cosiddetto abbattimento, abbiamo ulteriori garanzie circa la sicurezza del prodotto che viene somministrato al cliente. È proprio come nei ristoranti dove, per intenderci, non consumeremmo mai un tonno o delle cozze se prima non passate in abbattitore».

Processo industriale ed artigianale: la qualità è nel punto d’incontro?

«Mi sento di dire che senza la grande industria oggi non ci sarebbero i grandi artigiani. Se un prodotto è scadente questo non dipenderà dall’utilizzo dei semilavorati, ma dalla qualità di quei semilavorati che si sceglie di utilizzare. Un consiglio? Assaggiare per credere!».

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