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Stop alle classi pollaio: ecco i soldi

Restyling e prevenzione: 270 milioni di euro destinati agli Enti locali per lavori di edilizia leggera (200 mln) e affitti di spazi per la didattica (70 mln)

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Sono state pubblicate sul sito del Ministero dell’Istruzione le graduatorie relative all’Avviso pubblico da 270 milioni di euro destinati agli Enti locali per lavori di edilizia leggera (200 mln) e affitti di spazi per la didattica (70 mln).


La misura fa parte degli interventi previsti per l’avvio dell’anno scolastico 2021/2022 in presenza e in sicurezza.


I fondi, su precisa indicazione del Ministro Patrizio Bianchi, sono stati distribuiti tenendo conto, in via prioritaria, della quantità di alunni presenti sui territori e, per la prima volta, delle classi numerose.


Le candidature sono state aperte dal 6 al 13 agosto e sono state divise secondo tre diverse tipologie di intervento: per gli affitti e relative spese di conduzione; per i noleggi di strutture modulari e relative spese di conduzione; per i lavori di messa in sicurezza e adeguamento degli spazi e delle aule.


Nello specifico per gli affitti, sono 269 gli Enti ammessi al finanziamento per un totale di 26.645.919,66 euro. Per i noleggi sono 247 gli Enti finanziati, per un totale di 43.190.380,54 euro. Per i lavori di messa in sicurezza e adeguamento risultano ammessi al finanziamento 1.299 Enti, per un totale di 175.112.377,39 euro.

Con le risorse stanziate, secondo i dati forniti dagli stessi Enti locali, si interviene su una popolazione scolastica di 806.233 studentesse e studenti, che corrispondono a circa 38.000 classi.


Leonardo Donno


«In totale in provincia di Lecce sono stati captati € 6.604.209  per i progetti  in questione», spiega il deputato salentino M5S, Leonardo Donno, «a goderne, avendo presentato apposito progetto, saranno 37 Comuni salentini. La macchina organizzativa per far ritornare i nostri studenti a scuola in sicurezza è in moto da tempo, in continuità con l’impegno già profuso dall’allora Ministra Azzolina nel Governo Conte 2. Il tema delle classi pollaio non è affatto nuovo in questo territorio. Per questo i fondi captati per prevenire il fenomeno rappresentano una boccata d’ossigeno doppia. Su questo fronte stiamo intervenendo con un programma specifico, con oltre 400 milioni per il personale e altri 270 milioni per gli enti locali».


«Ricordo», continua Donno, «che nel maggio scorso proprio i sindacati pugliesi, alle porte dell’Ufficio scolastico regionale, lanciarono l’allarme sul fenomeno delle classi pollaio, partendo dai numeri».


Dati e statistiche pugliesi che fotografarono in modo netto un quadro al limite.


In Puglia – spiegarono in quell’occasione – 137 classi su circa 27 mila superano i 28 alunni (22 in caso di presenza di studenti disabili). Per raggiungere il limite dei 20 alunni per classe, necessario per la riapertura in sicurezza delle scuole da settembre – aggiunsero poi i sindacati –  servirebbe un aumento di organico di migliaia di unità, 1.135 solo per quanto riguarda i docenti, per una popolazione scolastica di oltre mezzo milione di studenti.


Stando alle stime sindacali, sono 557.900 gli alunni pugliesi di ogni ordine e grado iscritti all’anno scolastico 2021/22.


«Questi fondi», ha concluso l’on. Donno, «consentiranno di distribuire gli studenti in spazi adeguati e con un numero tale da consentire il rispetto delle norme igienico-sanitarie, la scuola potrà ripartire in tutta sicurezza, per buona pace di chi avrebbe voluto ad oltranza scaricare tutto sulla libertà di scelta delle famiglie».


I COMUNI BENEFICIARI


Affitto di locali e spazi e relative spese di conduzione


Matino (un progetto, € 68.000,00)


Melissano (un progetto, € 45.000,00)


Noleggi di strutture modulari temporanee a uso didattico


Lecce (un progetto, € 350.000,00)


Copertino (un progetto, € 80.000,00)


Parabita (un progetto, € 350.000,00)


Lavori di adattamento di spazi, ambienti e aule didattiche di edifici pubblici adibiti ad uso didattico


Lecce (un progetto, € 200.000,00)


Ruffano (un progetto, € 200.000,00)


Provincia di Lecce (un progetto, € 400.000,00)


Trepuzzi (un progetto, € 200.000,00)


Parabita (un progetto, € 5.000,00)


Copertino (un progetto, € 200.000,00)


Tricase (un progetto, € 200.000,00)

Galatina (un progetto, € 200.000,00)


Casarano (un progetto, € 200.000,00)


Novoli (un progetto, € 200.000,00)


Monteroni di Lecce (un progetto, € 200.000,00)


Nardò (un progetto, € 200.000,00)


Martano (un progetto, € 60.000,00)


Sannicola (un progetto, € 200.000,00)


Racale (un progetto, € 22.000,00)


Gagliano del Capo (un progetto, € 200.000,00)


Leverano (un progetto, € 90.000,00)


Muro Leccese (un progetto, € 100.000,00)


Collepasso (un progetto, € 200.000,00)


Arnesano (un progetto, € 200.000,00)


Cursi (un progetto, € 200.000,00)


Miggiano (un progetto, € 200.000,00)


Supersano (un progetto, € 200.000,00)


Uggiano la Chiesa (un progetto, € 195.000,00)


Sogliano Cavour (un progetto, € 150.000,00)


Salice Salentino (un progetto, € 50.000,00)


Poggiardo (un progetto, € 200.000,00)


Botrugno (un progetto, € 39.209,50)


Spongano (un progetto, € 100.000,00)


Giuggianello (un progetto, € 100.000,00)


Andrano (un progetto, € 200.000,00)


Montesano Salentino (un progetto, € 200.000,00)


Ortelle (un progetto, € 200.000,00)


Sternatia (un progetto, € 200.000,00)


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Impianto eolico off-shore: il Parco boccia il progetto

I 12 comuni (Otranto,  Castro,  Santa Cesarea Terme, Andrano, Tricase, Tiggiano, Corsano, Gagliano del Capo, Patù, Morciano di Leuca, Castrignano del Capo e Alessano) sono pienamente allineati. Il presidente del Parco Naturale Regionale “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase”, Michele Tenore: «Siamo di fronte al rischio concreto di un’aggressione intollerabile a un paesaggio protetto da vincoli naturalistici di straordinaria importanza e mette a rischio l’equilibrio ambientale». I sindaci sottolineano anche il grave rischio per la foca monaca

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Il Parco Naturale RegionaleCosta Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase”, in forte sintonia con i 12 comuni che ne costituiscono il territorio, ribadisce, attraverso la deliberazione del proprio comitato esecutivo, la ferma opposizione al progetto di impianto eolico off-shore, proposto dalla società Odra Energia S.r.l., previsto nello specchio di mare tra Santa Cesarea Terme e Santa Maria di Leuca.

«È certo il rischio concreto», spiega Michele Tenore, presidente del Parco, «di un’aggressione intollerabile a un paesaggio protetto da vincoli naturalistici di straordinaria importanza. Il nostro territorio, tutelato da vincoli ambientali e paesaggistici, non può essere sacrificato per un progetto che non tiene in considerazione la straordinaria biodiversità e il valore ecologico delle nostre coste»

I 12 comuni del Parco (Otranto, Castro, Santa Cesarea Terme, Andrano, Tricase, Tiggiano, CorsanoGagliano del CapoPatùMorciano di LeucaCastrignano del Capo e Alessano) sono pienamente allineati con tale posizione, e attraverso il presidente Tenore si fanno portavoce di una ferma opposizione a un «progetto che minaccia l’integrità ecologica e paesaggistica della zona».

Seppur modificato nel numero di aerogeneratori (da 90 a 73), il progetto «rimane problematico, soprattutto a causa dell’aumento delle dimensioni delle turbine, che raggiungeranno i 315 metri, un impatto troppo significativo per una zona di tale valore ecologico. Inoltre, il corridoio di posa dei cavi marini continua a interferire gravemente con l’area destinata a diventare una riserva marina protetta, procedimento già consolidato dalle 11 delibere dei consigli comunali delle aree interessate e dall’istruttoria avviata formalmente da ISPRA il 15 luglio 2024».

La prima proposta di zonizzazione è attesa a breve, e questo intervento «minerebbe i delicati equilibri ecologici dell’area. Inoltre, il luogo di approdo a terra non è stato modificato, interessando un’area di elevatissimo valore naturalistico; l’intervento si pone, infatti, in forte contrasto con quanto stabilito dalla legge istitutiva del Parco, ricadendo in un’aera oggetto di numerosi vincoli a tutela del paesaggio e della biodiversità. La localizzazione della “buca giunti”, seppur spostata di pochi metri, continua a interferire direttamente con la Zona Speciale di Conservazione (ZSC) IT150002, aumentando ulteriormente i rischi per l’ambiente».

«La tecnologia TOC (Turbine Offshore Construction) proposta per il progetto», conclude Tenore, «non offre sufficienti garanzie riguardo ai suoi impatti ambientali, soprattutto in una zona carsica come la nostra, con un elevato valore storico, culturale, archeologico ed ambientale. ISPRA, nel parere del 19 aprile 2024, ha sollevato preoccupazioni che noi condividiamo integralmente».

Il Parco, sostenuto dai 12 comuni, si impegnerà a garantire, da un lato, «una rigorosa verifica degli impatti di questa opera e il rispetto stringente della normativa e dei vincoli, nei limiti delle proprie competenze», e, dall’altro, «a svolgere un ruolo attivo nella sensibilizzazione degli enti coinvolti nel processo decisionale, promuovendo una valutazione approfondita e accurata degli effetti ambientali e una protezione rigorosa delle risorse naturali che rendono questa area del Salento unica. La salvaguardia del nostro territorio, della sua biodiversità e dei suoi valori culturali e storici rappresenta e continuerà a rappresentare una priorità assoluta per questo Ente».

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Tartufo nero del Salento: al via la nuova stagione della raccolta

L’iniziativa: mappare le aree per valorizzare la tartuficoltura nei terreni degradati dalla Xylella. Tenore: «Obiettivo è sensibilizzare le nuove generazioni, educandole alla responsabilità ambientale»

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Il Parco Naturale Regionale Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase annuncia la riapertura dei termini per la presentazione delle richieste di autorizzazione alla raccolta dei tartufi per la stagione 2024-2025.

La decisione è stata presa con deliberazione del Comitato Esecutivo, con l’obiettivo di assegnare le ultime otto autorizzazioni disponibili, garantendo il rispetto delle normative nazionali e regionali.

Nel Parco si possono trovare due varietà dei pregiati tuberi: il tartufo nero, noto anche come scorzone (foto in alto), e il tartufo bianco, chiamato bianchetto o marzuolo (foto in fondo all’articolo).

AVVISO PUBBLICO

Le richieste possono essere inviate esclusivamente tramite mail pec all’indirizzo parcootrantoleuca@pec.it, entro e non oltre, le ore 12.00 del 12 dicembre 2024.

Le domande dovranno includere la documentazione completa, come dettagliato nell’avviso pubblico consultabile sul sito ufficiale del Parco.

Nel caso in cui le richieste superino il numero di autorizzazioni disponibili, si procederà con un sorteggio pubblico il giorno 12 dicembre, alle ore 17, presso la sede dell’Ente Parco.

TURISMO INTERNAZIONALE

«La rimodulazione del progetto di valorizzazione del Parco», spiega Michele Tenore, presidente dell’Ente, «mette al centro il ruolo strategico dei giovani, il turismo internazionale e la fruibilità del territorio durante i mesi estivi e oltre, consolidando il Parco come motore di sviluppo per l’economia locale. La raccolta dei tartufi non è solo una tradizione consolidata, ma rappresenta anche uno strumento potente di promozione territoriale, che intreccia economia, sostenibilità ambientale e gastronomia di eccellenza. Il tartufo, infatti, è non solo un prodotto gastronomico pregiato, ma anche un volano che sostiene le filiere agroalimentari locali, attrarre visitatori e valorizzare il patrimonio enogastronomico del nostro territorio».

RECUPERO TERRENI NEL POST XYLELLA

La riapertura dei termini per la gestione della raccolta ha l’obiettivo di regolamentare e tutelare tale risorsa preziosa, promuovendo una gestione sostenibile che preservi la biodiversità e gli ecosistemi.

«Il Parco», spiega ancora Tenore, «intende sviluppare specifiche attività per valorizzare il tartufo, non solo come prodotto di alta qualità gastronomica, ma anche come possibile fonte di reddito per le comunità locali. A tal fine, è in programma uno studio con il coinvolgimento di università ed esperti per individuare le aree più adatte alla tartuficoltura, utilizzando essenze micorrizzate, che, oltre a produrre i pregiati tuberi, possano contribuire al recupero di terreni ora degradati dalla Xylella, diventando un investimento paesaggistico e naturalistico di valore».

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Il tartufo bianchetto

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Progetto Simona: immersione e inclusione per le persone con diverse abilità

Il convegno alle 18 in biblioteca. Il progetto si prefigge di creare un ponte tra mare e accessibilità, dimostrando come l’ambiente subacqueo possa rappresentare una nuova frontiera di integrazione per chi vive condizioni di disabilità

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Il comune di Andrano presenta il convegno “Progetto Simona: Immersione e Inclusione per le Persone con Diverse Abilità”, un’iniziativa nata dalla collaborazione con la Fondazione “Noi Siamo Paola” e l’Associazione Gruppo A-Mare.

Il progetto, che sarà illustrato quest’oggi presso la Biblioteca Comunale “Don Giacomo Pantaleo”, rappresenta una straordinaria evoluzione dell’evento teatrale “Ho Amato Tutto” tenutosi questa estate presso l’Abbazia del Mito.

Durante lo spettacolo, dedicato alla vita di Donna Paola Menesini Brunelli, erano stati raccolti fondi destinati a supportare progetti di inclusione per persone con disabilità, in particolare con l’obiettivo di avvicinarle al mondo subacqueo.

Grazie ai fondi raccolti e alla partecipazione di organizzazioni specializzate, “Progetto Simona” si propone di formare istruttori esperti per consentire a persone con disabilità fisiche e motorie di vivere l’esperienza dell’immersione subacquea in sicurezza.

Durante il convegno, che inizierà alle ore 18, saranno presenti Alberto Brunelli, presidente della Fondazione “Noi Siamo Paola”; Salvatore Accogli, presidente dell’Associazione Gruppo A-Mare; Angela Pinto, presidente dell’Associazione Albatros, specializzata in immersioni per disabili non vedenti; e Salvatore Colazzo, garante dei diritti delle persone con disabilità dell’Unione dei Comuni Terre a Levante.

L’evento vedrà inoltre l’intervento dei sindaci di Tricase e Andrano, Antonio De Donno e Salvatore Musarò che ribadiranno l’impegno delle amministrazioni locali verso iniziative di inclusione sociale innovative.

“Progetto Simona” si prefigge di creare un ponte tra mare e accessibilità, dimostrando come l’ambiente subacqueo possa rappresentare una nuova frontiera di integrazione per chi vive condizioni di disabilità.

Il Comune di Andrano invita tutti i cittadini, le associazioni e le istituzioni a partecipare a questo importante momento di confronto e presentazione.

Il convegno vuole essere non solo un’occasione per approfondire i dettagli di “Progetto Simona”, ma anche per sensibilizzare la comunità sui temi dell’inclusione e della solidarietà.

L’ingresso è libero e aperto a tutti.

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