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Attualità

«Relazioni fra le sette e alcuni attivisti dei diritti civili»

La denuncia all’OSCE del salentino Luigi Corvaglia, past president del Centro studi Abusi Psicologici (CeSAP) e componente del direttivo della FECRIS (Federazione Europea dei Centri di Ricerca e Informazione sul Settarismo)

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«I leader religiosi rivendicano la libertà per sé stessi in nome del principio liberale e della società aperta, per poi sopprimerla negli altri, in nome del principio religioso».


È questa la forte denuncia che il casaranese Luigi Corvaglia, past president del Centro studi Abusi Psicologici (CeSAP) e componente del direttivo della FECRIS (Federazione Europea dei Centri di Ricerca e Informazione sul Settarismo) ha lanciato nel corso della Warsaw Human Dimension Conference, la Conferenza sui diritti umani dell’OSCE che si tiene a Varsavia.


Difendere a spada tratta la libertà religiosa per nascondere gli abusi che si perpetrano nei gruppi totalitari è ciò che fanno alcuni attivisti dei “diritti civili” che tutelano gruppi controversi, scaricando ogni responsabilità sulle vittime, come se fosse una loro scelta libera e consapevole rimanere all’interno di un culto abusante.


La conferenza, organizzata annualmente dall’Ufficio diritti umani dell’OSCE di Varsavia, è lo spazio in cui si discute sulla condizione dei diritti umani e delle libertà fondamentali nell’area OSCE e degli impegni da prendere per garantirne il rispetto e la tutela.


Proprio in questo consesso Luigi Corvaglia ha posto all’attenzione internazionale le incongruenze della logica degli «apologeti dei culti», i quali si appellano alla difesa della «libertà religiosa» per proteggere gruppi controversi, definiti tali perché totalitari ed abusanti.


Inoltre, ha messo in rilievo le oscure relazioni fra i sedicenti difensori delle libertà civili e le stesse sette, così come il loro frenetico attivismo nel cercare di sopprimere realtà come Fecris, che invece si batte, in Europa, per garantire il rispetto della persona e delle libertà individuali.


«La libertà religiosa è uno dei fondamenti del consesso civile e un pilastro della convivenza nelle società liberali e democratiche», ha spiegato Corvaglia, «tuttavia, altre libertà e i diritti che vengono regolarmente violati nei gruppi violenti non sono subordinati ad essa. Il paradosso è che i leader religiosi rivendicano la libertà per sé stessi in nome del principio liberale e della società aperta, per poi sopprimerla negli altri in nome del principio religioso. Una contraddizione logica che porta a un doppio standard di valutazione (e al declassamento dei diritti dei membri del gruppo). Ciò che sembra essere rispetto e tolleranza non è sempre lo è».

Per Corvaglia è «inaccettabile che una ONG come FECRIS, rappresentata nella Piattaforma dei diritti fondamentali, debba talvolta difendersi dall’accusa di essere una minaccia alla libertà religiosa quando denuncia i crimini, gli abusi e le molestie che si verificano in alcune sette o gruppi religiosi.


Alcuni sedicenti attivisti per i diritti civili, i cui legami con gruppi controversi non sono particolarmente nascosti, hanno chiesto quest’anno la revoca dello status consultivo del FECRIS presso il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite».


FECRIS riunisce una serie di associazioni europee ed extraeuropee la cui missione principale è quella di «aiutare le vittime di influenze indebita delle sette. Rispetta profondamente la libertà di ogni individuo di scegliere le proprie opinioni filosofiche o religiose: è politicamente, filosoficamente e religiosamente neutrale, ma fermamente radicata nei valori occidentali».


«Questi sedicenti difensori delle libertà civili, che spesso sono lontani dalla società aperta e dall’ecumenismo a cui si appellano, hanno ragione a denunciare le leadership totalitarie di Paesi non democratici, come fa la FECRIS», conclude lo psicologo-psicoterapeuta salentino che da anni si dedica allo studio della persuasione indebita nei culti totalitari, «ma vogliono nascondere il fatto che alcuni culti sono versioni non territoriali (anche se a volte transnazionali) di quello stesso totalitarismo. Nessuna società democratica basata sulla ragione dovrebbe essere ingannata».



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La seconda edizione de “Il silenzio è violenza”

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Grande successo e tanta partecipazione per la seconda edizione di “Il silenzio è violenza”, dedicato allo sport femminile con focus su taekwondo e body defence.

A Nardò, presso la palestra scolastica di via Pilanuova, hanno guidato le attività, totalmente gratuite, i maestri Fernando Siciliano ed Erika Sciacca, rispettivamente del Team Siciliano e dell’ASD L’Etoile, con la collaborazione del Comune di Nardò, nella persona del Presidente del Consiglio comunale con delega allo Sport, Antonio Tondo, e della Consulta dello Sport neretino del presidente Tony De Paola.

Dulcis in fundo, il ricavato dell’evento è stato devoluto interamente all’associazione Onconauti di Melpignano, che si occupa di di rispondere ai bisogni emergenti dei pazienti oncologici lungo-sopravviventi.

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Attualità

Torna a Lecce “Innamòrati di Te”

La città entrerà a far parte della rete “Città delle Donne”. Codere Italia organizza un progetto itinerante per combattere per eliminare ogni forma di discriminazione e costruire politiche efficaci per il contrasto alle violenze

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 La prima tappa dell’anno con Innamòrati di Te, il progetto itinerante ideato e organizzato da Codere Italia – multinazionale di riferimento nel settore del gioco legale – è a Lecce.

Un nuovo incontro per parlare di contrasto alla violenza di genere in compagnia di esponenti dell’amministrazione locale, forze dell’ordine, esperti del settore e associazioni che operano sul territorio.

La diciassettesima edizione, con la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni locali, è ospitata nella Sala Open Space di Palazzo Carafa in piazza Sant’Oronzo, con il patrocinio del Comune di Lecce, della Consigliera di Parità della Provincia di Lecce, degli Stati Generali delle Donne e dell’Associazione Donne Insieme-Centro Antiviolenza Renata Fonte.

Un coinvolgimento istituzionale importante anche per comunicare che la città entrerà nella rete nazionale Città delle Donne.

Un titolo che testimonia l’impegno dell’amministrazione locale ad agire in modo concreto per eliminare ogni forma di discriminazione e costruire politiche efficaci per il contrasto alle violenze.

Una rete nata nel 2019 dal progetto degli Stati Generali delle Donne, con l’idea di unire grandi città e piccoli paesi per creare un’identità sociale comune.

Il fenomeno della violenza di genere è ancora di grande attualità.

Gli ultimi dati disponibili del Ministero dell’Interno evidenziano che nel 2024 si sono registrati 113 omicidi con vittime di sesso femminile.

Dal 1° al 31 gennaio 2025 se ne sono contati già 3. Il confronto con lo stesso periodo del 2024 – in cui se ne sono registrati 9 – mostra però un decremento.

COME CONTRASTARE LA VIOLENZA

Lo strumento più efficace da esercitare nei confronti della violenza di genere è sicuramente la prevenzione, declinata nelle sue forme della formazione, dell’informazione e della sensibilizzazione”, dice Rosalba Cotardo, primo dirigente Polizia di Stato-Dirigente della Divisione Polizia Amministrativa e Sociale.

“Una prevenzione che va esercitata “in rete”, attraverso un approccio multidisciplinare e multi-attoriale (forze dell’ordine, centri antiviolenza, centri di ascolto, scuola). Proprio in questo ambito si colloca il ruolo del Questore tramite l’esercizio dei poteri connessi all’emanazione di misure di prevenzione come l’ammonimento, uno strumento normativo che consiste nell’intimazione all’autore delle condotte di atti persecutori o di condotte sintomatiche di violenza domestica, ad astenersi dal commettere ulteriori atti di molestia, minaccia, violenza o intrusione nella vita altrui. Inoltre, il destinatario del provvedimento viene invitato a recarsi presso centri specializzati presenti sul territorio per partecipare a un percorso sulla consapevolezza del disvalore sociale e penale delle sue condotte”.

Un ruolo di primo piano nel contrasto alla violenza di genere lo gioca anche l’Arma dei carabinieri. “Tra le molte iniziative promosse”, sottolinea Gianluigi Carriero, comandante della compagnia carabinieri di Lecce, “desidero menzionare che l’Arma ha ormai da anni istituito, presso il Reparto Analisi Criminologiche (RAC) del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche (RaCIS), una Sezione denominata Atti persecutori che svolge le proprie attività in sinergia con la Sezione Psicologia Investigativa, che si occupa di fornire supporto alle indagini di polizia giudiziaria mediante la realizzazione di profili criminologici, suggerimenti investigativi e analisi dei fatti delittuosi, e la Sezione Analisi, che si occupa di ricercare elementi di connessione tra fatti delittuosi, riconducibili alla stessa tipologia di reato o a fattispecie comunque correlate (es. omicidio e violenza sessuale), utilizzando specifiche professionalità e tecnologie informatiche”.

È bene ricordare che all’indomani del tragico omicidio di Giulia Cecchettin è stato adottato anche il cosiddetto Secondo Codice Rosso (legge n. 168/2023) al fine di potenziare il sistema di protezione.

“In tale quadro, la forte azione di repressione attuata dalle Forze dell’Ordine, coordinate da una magistratura particolarmente attenta al tema, è sicuramente imprescindibile, ma non sufficiente”, spiega Guendalina Federico, vicecapo di Gabinetto della prefettura di Lecce.

Conseguentemente, si è affermata la necessità di potenziare gli strumenti di prevenzione del fenomeno, nell’ottica di anticipare la soglia di tutela delle vittime. Si è così assistito ad un aumento esponenziale delle denunce concernenti i reati rientranti nel Codice Rosso, soprattutto maltrattamenti in famiglia e atti persecutori, esitate in 580 dispositivi di vigilanza generica radiocollegata, attualmente attivi nella provincia di Lecce. La Prefettura assicura la massima disponibilità a promuovere e veicolare iniziative di prevenzione e di contrasto a ogni forma di violenza e di promozione del principio costituzionale di uguaglianza anche nei rapporti tra donne e uomini”.

INCLUSIONE FINANZIARIA E PROGETTI EDUCATIVI

Progressi significativi sono stati compiuti a livello legislativo e sociale per giungere alla parità di genere, ma sono ancora molti gli ostacoli da superare per ridurre il numero delle donne a rischio povertà, esclusione sociale, violenza, disparità salariale e leadership. 

“Bisogna puntare su azioni di cooperazione che favoriscano la riduzione delle simmetrie di genere e permettano la valorizzazione di tutte le diversità legate all’età, cultura, abilità e che sono in linea con il Goal 5 dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite”, chiarisce Fiammetta Perrone, past presidente nazionale Fidapa BPW Italy.

“L’inclusione finanziaria è uno degli strumenti principali per ridurre la diseguaglianza di genere in particolare nel sistema economico e sociale. È chiaro come la parità di genere passi anche attraverso l’indipendenza economica, e come per questa sia essenziale una maggiore e più qualificata partecipazione delle donne al sistema economico. Come Fidapa BPW Italy abbiamo avviato da tre anni il Progetto Conta sul futuro, un’alleanza educativa tra Fidapa BPW Italy e Junior Achieverent Italia (JaItalia) rivolto ai ragazzi/ragazze dagli 11 anni ai 14 anni: un laboratorio di apprendimento e di orientamento verso le materie stem attraverso un dialogo intergenerazionale tra socie leader nei campi scientifici e finanziari, gli alunni/alunne, i docenti e il team di formazione”.

OGNI VOCE CONTA

Le violenze e le discriminazioni violano la dignità personale, creano un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante, offensivo e generano malessere nelle persone che le subiscono.

In questi casi, la prima cosa da fare è segnalare e denunciare alla Consigliera di Parità per ricevere supporto e assistenza. È fondamentale non rimanere in silenzio. Ogni voce conta e può portare ad un cambiamento”, sottolinea Antonella Pappadà, consigliera di Parità effettiva della provincia di Lecce.

Questo incontro offre un’occasione per riflettere e ricordare a noi stesse quanto sia importante valorizzare il nostro talento e le nostre competenze e imparare a non farci sopraffare sia nelle relazioni personali sia nei luoghi di lavoro. La figura istituzionale della consigliera di Parità della provincia di Lecce è preposta a contrastare ogni forma di discriminazione legata al genere e non solo, a dare sostegno alle lavoratrici e ai lavoratori che ne siano stati vittime sul luogo di lavoro, supportandoli gratuitamente in via stragiudiziale e giudiziale”.

“La violenza contro le donne e i femminicidi rappresentano ferite profonde nella nostra società, ma oggi dobbiamo esprimere la nostra determinazione nel combattere questi problemi”, aggiunge Donatella Bertolone, vicepresidente Vicario Gruppo Donne Imprenditrici FIPE/Confcommercio.

“È incoraggiante vedere sempre più donne unirsi per reclamare il diritto alla sicurezza e al rispetto. Le donne non sono solo vittime, ma anche attrici fondamentali nel mondo del lavoro e dell’imprenditoria. Campagne come #SicurezzaVera ci mostrano che possiamo fare la differenza, sensibilizzando e coinvolgendo la società su questi temi cruciali. È essenziale lavorare insieme per sfatare l’idea che i luoghi di intrattenimento siano associati alla violenza. Dobbiamo trasformare questi spazi in ambienti sicuri e accoglienti, dove ogni persona, in particolare le donne, possa sentirsi protetta e rispettata”.

TROVARE LA FORZA DI SPORGERE DENUNCIA

I dati raccolti dal Centro Antiviolenza Renata Fonte di Lecce parlano chiaro: nel 2024 hanno chiesto aiuto 174 donne. La fascia d’età più colpita è quella tra i 30 e i 39 anni (32%), seguita da quella tra i 40 e i 49 anni (23%).

La violenza non ha un unico volto: il 44% ha subito violenza fisica, il 45% psicologica, mentre il 2% ha denunciato violenze sessuali e il 4% atti di stalking.

Colpisce il fatto che, nonostante il dolore e la sofferenza, solo il 34% delle donne abbia trovato la forza di sporgere denuncia.

Il restante 66% ha scelto di non farlo, per paura di ritorsioni o per mancanza di fiducia nelle istituzioni.

Uscire da una relazione maltrattante non è mai semplice per una donna, soprattutto quando l’uomo che esercita violenza è il compagno, il marito o il padre dei suoi figli”, dichiara Maria Luisa Toto, presidente Associazione Donne Insieme che gestisce il Centro Antiviolenza Renata Fonte.

Ogni donna ha i suoi tempi, perché la paura, la vergogna e il senso di colpa possono trasformarsi in una prigione invisibile, fatta di solitudine e isolamento. Questi numeri ci dicono che la violenza di genere è una piaga radicata nella nostra società. Non è solo un fenomeno privato, ma una delle più gravi violazioni dei diritti umani. Per questo è essenziale che le donne non si sentano sole. Devono sapere che c’è una rete di supporto pronta ad aiutarle”.

Una rete di supporto alimentata anche da momenti di spettacolo che portano in scena – come nel caso di “Eva non è ancora nata” di e con Salvatore Cosentino, magistrato e autore teatrale – la realtà delle donne che vengono analizzate sotto l’aspetto umano, per una riflessione profonda sul loro ruolo nella società di oggi.

MAI DIMENTICATE

A ricordare le vittime di femminicidio e di violenza di genere, da venerdì 7 marzo ci sarà a Lecce anche una nuova panchina rossa, installata a Palazzo dei Celestini su iniziativa della Commissione Pari Opportunità della Provincia.

Una mobilitazione importante quella della città che ha coinvolto anche la U.S. Lecce, che ha voluto essere presente all’evento di Codere inviando un videomessaggio di Federico Baschirotto.

Il capitano dei giallorossi salentini ha ribadito l’importanza del contrasto a qualsiasi forma di violenza sulle donne e della promozione della cultura del rispetto e della consapevolezza: temi anche della campagna “Un Rosso alla Violenza” della Lega Serie A che servono a tenere sempre alta l’attenzione.

I RINGRAZIAMENTI DELLA DIRETTRICE

“Quando Innamòrati di Te ha mosso i suoi primi passi non mi aspettavo che sarebbe diventato un laboratorio così importante, un momento di confronto trasversale e costruttivo. In dieci anni abbiamo attraversato l’Italia più volte e abbiamo avuto l’opportunità di conoscere persone fantastiche che si impegnano per il bene comune, in particolare quello delle donne. Confesso di essere davvero emozionata nel vedere anche Lecce tra le Città delle Donne e ringrazio Adriana Poli Bortone per aver immediatamente colto lo spunto che, in qualità di Ambassador de Gli Stati Generali delle Donne, ho offerto”, commenta Imma Romano, direttrice Relazioni Istituzionali di Codere Italia. 

Anche questa volta siamo riuscite a trattare il tema della violenza di genere con chi questo tema lo conosce e lo combatte quotidianamente, provando a dare informazioni ed indicazioni molto concrete sugli strumenti esistenti e sulle opportunità che il mondo istituzionale e quello del terziario sociale mettono a disposizione. L’impegno di Codere resta un impegno concreto sia in termini di divulgazione che di supporto. Con gioia sosteniamo l’Associazione Donne Insieme che opera proprio su questo territorio”.

Dopo Lecce, il progetto itinerante Innamòrati di Te farà tappa il 24 giugno a Rivoli, alle porte di Torino, per un altro appuntamento gratuito e aperto al pubblico.

 

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Attualità

Gagliano del Capo, mobilitazione per il piccolo Marcello

L’associazione La Fara di Gagliano del Capo raccoglie 5mila euro per il bambino affetto da leucemia. La presidente Orietta Piccinni: “Abbiamo una certa predisposizione a far del bene. Anche l’ultima donazione per il piccolo Marcello è stata una giornata piena di emozioni”

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Nel giro di poche settimane, l’associazione La Fara con sede a Gagliano del Capo ha raccolto 5mila euro per il piccolo Marcello, affetto da leucemia.

I membri dell’associazione hanno già raggiunto importanti traguardi lavorando e mettendo in campo le proprie forze e risorse per realizzare progetti di beneficenza.

L’idea che ha dato vita a queste iniziative nasce da Cinzia Greco, che ha saputo trasformare le difficoltà in una vera e propria “missione”.

La presidente Orietta Piccinni afferma: “Abbiamo una certa predisposizione a far del bene. Anche l’ultima donazione per il piccolo Marcello è stata una giornata piena di emozioni, un momento speciale che ha lasciato un segno profondo nei nostri cuori. Abbiamo condiviso sorrisi, abbracci e speranza, perché per noi ogni bambino è una stella che illumina il cammino, e noi saremo sempre lì, a seguirne la luce”.

Come per tutti i nostri piccoli guerrieri”, aggiunge, “anche per il nostro supereroe Marcello il nostro percorso non si ferma qui. Non si tratta di un progetto che si conclude, ma di un cammino che prosegue, di una presenza che resta. Noi non li abbandoniamo mai, continuiamo a essere accanto a loro e alle loro famiglie, con tutto il sostegno e l’affetto che possiamo donare”.

Tante le manifestazioni di affetto e ringraziamento nei confronti dell’associazione.

Come sottolineano alcuni familiari che sono stati coinvolti in eventi sociali di beneficenza, “con La Fara si è intrapreso un nuovo e importante cammino. Grazie per il tempo e per l’amore che dedicate a ogni vostra iniziativa. Il vostro aiuto è sempre prezioso, la vostra presenza è sempre indispensabile. Mettete davvero il cuore in tutto quello che fate e ce lo dimostrano i fatti”.

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