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Attualità

Vengo a studiare al sud

Una matricola su 5 da fuori regione al corso di laurea in Diritto e Management dello Sport. Il presidente Attilio Pisanò ci racconta questa preziosa controtendenza

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A cura di Lorenzo Zito





C’è un trend singolare ed in controtendenza nel mondo accademico del sud Italia. A segnarlo è un corso di laurea dell’Università del Salento, presentato al pubblico appena nell’autunno 2019 e già rivelatosi un successo, come raccontano i dati registrati in questi pochi mesi di vita.





È il corso di laurea in Diritto e Management dello Sport, un percorso di studi triennale del Dipartimento di Scienze Giuridiche (classe di laurea L14), nato dalla convinzione che studio e sport non sono incompatibili ed ideato per colmare un vuoto nell’offerta formativa non solo del Mezzogiorno, ma di tutta Italia.





Il corso prepara futuri manager (ma anche manager già in carriera), rendendoli in grado di comprendere il fenomeno sportivo, valutare la conformità dei comportamenti individuali ed aziendali alle norme che regolano lo sport e supportare al meglio le analisi per le decisioni di marketing e comunicazione nel settore.





Approfondisce la materia contrattualistica sportiva, il tesseramento sportivo, l’organizzazione nazionale ed internazionale dello sport, la giustizia sportiva, il mercato dello sport, la gestione di società sportive, con insegnamenti afferenti anche ad altre aree, tra cui la comunicazione e la psicologia nello sport.





Si tratta di una laurea spendibile sia in ambito pubblico che privato, dagli impieghi nelle organizzazioni e federazioni sportive pubbliche a quelli in associazioni e società sportive, dilettantistiche e professionistiche.





In un breve lasso di tempo (per giunta segnato quasi per intero dalla pandemia), il corso si è rivelato un’idea vincente, in grado di attirare interesse da tutta Italia, di calamitare iscritti anche da regioni distanti e di accompagnare figure del mondo dello sport in un percorso di studi che, altrimenti, non avrebbero potuto sostenere.





Ci racconta di più il professore Attilio Pisanò, già docente dell’Università del Salento, oggi presidente del corso di Laurea in Diritto e Management dello Sport.





Passione-formazione-professione




“Abbiamo due motti che rappresentano appieno questo percorso di studi. Il primo è “Formazione è/e passione”. Abbiamo coltivato l’idea che se studi ciò che ti piace lo fai volentieri e con maggiori probabilità di successo. Per questo seguiamo una traccia che, partendo dalla passione, passa per la formazione e prepara professionalmente lo studente. Questo si traduce nell’acquisizione di competenze anche attraverso l’attivazione di tirocini presso realtà sportive del territorio, o mediante attività parallele organizzate con il supporto di professionisti del settore e dirigenti sportivi. Elementi che mettono lo studente nelle condizioni di esser pronto ad entrare nel mondo del lavoro già alla conclusione del terzo anno di studi.





L’altro nostro claim è “Vincere laureandosi”. In passato, gli sportivi abbandonavano i percorsi di studio, o si vedevano costretti a rinviarli al termine della loro carriera. Come racconta questo motto, il corso di laurea in Diritto e Management dello Sport parte dall’assunto che si possano coniugare i traguardi sportivi con quelli accademici e che quindi chi pratica sport non debba necessariamente rinunciare alla formazione”.





Doppio target





“Ecco allora che i target cui si rivolge il corso sono due. 





Da un lato gli studenti in uscita dalle scuole, cui viene proposta un’occasione unica: non esistono altri corsi di laurea triennale in Italia di questo tipo (vi sono, al più, dei corsi di perfezionamento).





Dall’altro, atleti o soggetti del mondo dello sport che erano fuori dal sistema universitario. Questo ha permesso all’Università del Salento di accentuare la sua attrattiva nei confronti di matricole da tutta Italia. Il corso di laurea in Diritto e Management dello Sport, nell’anno accademico 2021/22, ha registrato un dato eccezionale: il 20% delle matricole arriva da fuori regione. Abbiamo iscritti dalla Toscana, dal Lazio, dal Piemonte, dalla Liguria. Abbiamo tra i corsisti anche persone già a pieno titolo nel mondo dello sport, da manager di importanti società calcistiche sino a tennisti professionisti, passando per dirigenti federali. Molti tra questi stanno segnando un’incredibile controtendenza, trasferendosi in Salento. Persone che lasciano le loro città e prendono dimora a Lecce per frequentare il corso di laurea, ribaltando totalmente un andazzo decennale che ha segnato la storia recente del nostro Paese, con la costante diaspora di studenti che dal Mezzogiorno raggiungono le città del nord.





Per chi non può venire a vivere in Salento, o non può restarvi a tempo pieno, esiste anche la possibilità di seguire un percorso speciale. Per gli atleti, in particolare, lo studio non deve risultare una rinuncia. Motivo per cui, per permetter loro di coltivare la doppia carriera, viene offerta la possibilità di maggiori appelli d’esame, un tutoraggio speciale dedicato e la facoltà di seguire a distanza alcune lezioni”.





La rete





“Per ottimizzare tutto quanto descritto e condurre in porto i percorsi di studio, è fondamentale la rete di partner del nostro corso di laurea. Soggetti che agevolano attività inerenti il percorso di studi e che facilitano i percorsi di inserimento lavorativo, a partire dalla fase di tirocinio. Tra questi l’Aps Centro Sportivo Italiano, il Coni Puglia, la New Basket Brindisi, l’Associazione Italiana Avvocati dello Sport e la FIPAV Lecce. Ed ancora, a valorizzare il rapporto con il territorio, anche il Casarano Calcio e la Pallacanestro Nardò Andrea Pasca. Importante anche il lavoro svolto nel Capo di Leuca con Caroli Hotel e con l’Asd Capo di Leuca, animatori di importanti eventi sportivi che sono occasioni di incontro e crescita reciproca”.


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Specchia: vai piano, anche per loro

Un passo avanti nella tutela degli animali e della sicurezza stradale

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Specchia si distingue per un’iniziativa di rilevanza nazionale volta alla protezione degli animali e alla sicurezza stradale.

È stata avviata una significativa campagna per sensibilizzare i cittadini sull’importanza di una guida prudente, specialmente nelle zone frequentate da animali randagi.

SICUREZZA E RISPETTO

Alcuni cartelli sono stati installati strategicamente in vari punti del comune.

Questi segnali non solo avvisano i conducenti sull’importanza di una guida attenta per prevenire incidenti, ma rappresentano anche un chiaro impegno verso il benessere degli animali che abitano le strade cittadine.

I nuovi cartelli, posizionati lungo le strade più trafficate e potenzialmente pericolose, presentano l’immagine di quattro animali accompagnati da un breve ma potente messaggio: «Vai Piano anche noi abbiamo famiglia (proprio come te)»

«CIVILTÀ E SENSIBILITÀ»

La sindaca di Specchia Anna Laura Remigi ha espresso il suo orgoglio riguardo a questa iniziativa innovativa: «Sono orgogliosa di questa nuova iniziativa che non solo migliora la sicurezza stradale, ma dimostra anche il nostro impegno a proteggere e rispettare tutte le forme di vita che condividono il nostro ambiente urbano. Questi cartelli non sono solo segni di progresso per la nostra città, ma testimoniano la nostra civiltà e sensibilità verso gli animali».

UN PASSO SIGNIFICATIVO

Concludendo, l’introduzione di questi cartelli rappresenta un passo significativo per Specchia, che si pone come esempio di buone pratiche nella tutela degli animali e nella promozione di una convivenza urbana sicura e responsabile.

Il paese in questo modo non solo si distingue per la rinomata bellezza del borgo ma anche per l’attenzione e il rispetto verso la fauna che la abita.

Quest’iniziativa non è soltanto un segno di progresso, ma un impegno tangibile verso un futuro in cui umani e animali possano convivere armoniosamente, con rispetto reciproco e consapevolezza ambientale.

Un’iniziativa che ci ricorda l’importanza di proteggere e preservare il mondo naturale che ci circonda, anche nelle sue forme più vulnerabili e spesso dimenticate.

Un esempio da seguire per altre comunità, dimostrando che è possibile conciliare sviluppo urbano e tutela dell’ambiente.

 

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Tricase: lavori e polemiche in piazza a Caprarica

L’ing. Andrea Morciano protocolla una lettera indirizzata agli amministratori con la quale chiede la sospensione immediata dei lavori e la convocazione urgente di un incontro pubblico

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I lavori di riqualificazione in corso a Tricase, in piazza Sant’Andrea a Caprarica, sono da qualche giorno oggetto di discussione.

La polemica, fino ad ora latente, è deflagrata con la lettera indirizzata al sindaco Antonio De Donno, alla presidente del consiglio Rosanna Zocco, agli assessori e a tutti i consiglieri, dall’ingegner Andrea Morciano, noto professionista, residente proprio nel quartiere tricasino che ospita i lavori.

L’ingegnere, con la sua lettera, protocollata l’11 luglio scorso (numero 14030), chiede la sospensione immediata dei lavori e la convocazione urgente di un incontro pubblico.

In premessa l’ing. Morciano rileva innanzitutto che i lavori riguardanti la riqualificazione di Piazza Sant’Andrea sono iniziati «senza alcun preavviso per la cittadinanza, tanto che lo stesso Comitato Festaquesto fa ancora più specie, visto che un componente è anche consigliere comunale») ha dovuto improvvisamente posticipare la festa patronale ad altra data».

Poi evidenzia che «il progetto non è mai stato sottoposto ad un giudizio dei cittadini di Caprarica, eccezion fatta per una fugace esposizione di alcune tavole grafiche ben nascoste alla maggior parte della gente, lo scorso anno; che non sì è avuta neppure cura di aggiornare i render delle testate del progetto alle varianti e modifiche che il progetto ha subito».

«Quando la coperta è corta», polemizza, «e si vuol fare tutto, poi si incorre in questi errori banali. In campagna elettorale il sindaco aveva promesso che avrebbe fondato la sua amministrazione sulla partecipazione (questa sconosciuta).

Le intenzioni ed i propositi non vanno enunciati ma vanno praticati, anche se capisco che per il sindaco sia difficile, visto quanto già accaduto in altri incontri nei quali si è cercato il confronto con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti si veda gestione ufficio tecnico»).

Altro punto contestato: «Dalla testata del progetto si evince un’ampia partecipazione di professionisti i quali, non per colpa loro (di questo ne sono certo), dalla montagna hanno partorito un topolino».

E ancora: «Non si capisce come ai cittadini non sia consentito l’uso del cemento in aree agricole o nei

centri storici e poi la piazza di Caprarica, improvvisamente diventa idonea per accogliere una bellissima pavimentazione architettonica, che altro non è che cemento. Ho sollevato il problema anche agli organi competenti, che per tutta risposta hanno giustificato la scelta per “mancanza di soldi”. I privati, invece, hanno soldi da spendere e spandere…».

Dal progetto sembrerebbe essere stata riservata una “zona ZTL” per alcuni residenti: «Si vuol conoscere in relazione a quale principio e chi pagherà i ripristini per effetto del transito dei veicoli in quella fascia», evidenzia Morciano, «inoltre sarebbe opportuno sapere se sono state effettuate delle prove di transito con mezzi pesanti, per chi percorre via Vittorio Emanuele verso via Caduti sul Lavoro. Prove traffico tanto care al sindaco… Sarebbe opportuno conoscere quali saranno le manovre da effettuare per chi, transitando con un mezzo pesante su via Caduti sul Lavoro provenendo da Corso Apulia, dove farà inversione di marcia, visto l’esistente senso unico su via Vittorio Emanuele e non potendo percorre via Leuca, o sarà vietato qualsiasi transito. Il sindaco dovrebbe spiegarlo ai cittadini residenti».

L’elenco delle obiezioni e dei “sarebbe opportuno” è ancora lungo: «Sarebbe opportuno conoscere in base a quale principio sia stato deciso di rendere non fruibile la piazza per organizzare manifestazioni o anche semplicemente per montare un palco; sarebbe opportuno conoscere il senso della piantumazione di un albero alle spalle del frantoio

Ipogeo; sarebbe opportuno conoscere come saranno gestiti i parcheggi nelle aree prossime alla piazza nei giorni di grande affluenza e se la gestione sarà semplicemente elevare multe ai cittadini; Sarebbe opportuno conoscere come, e soprattutto chi, pagherà per eventuali ripristini da eseguire sulla sede stradale (via Vittorio Emanuele – Via Leuca) che sarà rivestita con questa splendida pavimentazione architettonica»

Per tutti i punti elencati spora l’ing. Andrea Morciano chiede «l’immediata sospensione dei lavori e la convocazione di un incontro pubblico, dove vengano esposti i principi alla base della progettazione e vengano date le risposte a queste e ad altre criticità che il progetto, in fase di realizzazione, comporterà per i residenti del rione di Caprarica».

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Galatina: sala operatoria chiusa perché senza aria condizionata? No, si, forse…

Mettetevi comodi, ci sarà da aspettare. Alla terza chiamata, dopo esserci garbatamente presentati, qualcuno dall’altra parte risponde: “Cerchiamo il direttore sanitario, dott. De Maria”; “Mi dispiace, ma lo trova domattina”. “Ma non c’è nessuno che…”

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Cosa può e deve fare un giornale quando riceve diverse telefonate di denuncia circa la malasanità pubblica?

A cosa serve il mestiere di giornalista se non a riportare pedissequamente, previa verifica, ogni spiffero o lode di quello accade fra le pieghe della pubblica amministrazione che sia essa sanitaria o di altra natura? A tutelare le fasce più deboli, a difendere chi non può, non sa o non vuole difendersi?

Ebbene, da giorni riceviamo in redazione delle lamentele circa il malfunzionamento di una delle sale operatorie dell’ospedale Santa Maria Novella di Galatina, nella fattispecie l’ultima lagnanza, arrivata via Whatsapp stamattina, è di una signora che oggi avrebbe dovuto subire un intervento in day hospital e, arrivata diligentemente e puntualmente in ospedale, si è sentita rispondere: “Signora, mi dispiace ma deve tornare a casa, sono slittati tutti gli interventi perché si è rotta l’aria condizionata e da 15 giorni la sala operatoria è rimasta ferma“.

Se non fosse seria e grave la situazione ci sarebbe da ridere. E allora? Cosa abbiamo pensato di fare? Quello che avrebbe fatto qualsiasi giornale: chiamare l’ospedale di Galatina e scrivere alla ASL.

Mettetevi comodi, ci sarà da aspettare. Alla terza chiamata, dopo esserci garbatamente presentati, qualcuno dall’altra parte risponde: “Cerchiamo il direttore sanitario, dott. De Maria“; “Mi dispiace, ma lo trova domattina“. “Ma non c’è nessuno che lo sostituisca, che ci possa informare sulla sala…“, insistiamo, “Aspetti le passo qualcuno della sala operatoria“.

Dopo aver spiegato il motivo della nostra telefonata, dall’altra parte ci rispondono: “Mi dispiace deve aver sbagliato numero!“. Basiti ribattiamo: “Come abbiamo sbagliato numero, non è la sala operatoria? Mi hanno passato lei dal centralino, saprà che numero fare il centralinista. E comunque: è vero che la sala operatoria non funziona da 2 settimane perché è rotta l’aria condizionata?”, assordante silenzio dall’altra parte, “mi scusi”, ribattiamo caparbi, “ma con chi stiamo parlando?”. 

“Sono l’infermiere E.S. e non sono tenuto a risponderle”. “Quindi”, incalziamo, “è una malcelata forma per dirmi che quello che le sto chiedendo è vero!?”.

Come tutte le cose la gentilezza si consuma, il garbo finisce, la pazienza si squaglia, con questo caldo poi: “Guardi che questo è un numero per le urgenze, e lei lo deve lasciare libero!”. ” Va bene”, replichiamo, “basta un si o un laconico no!… Tuuu, tuuu, tuuu.”

Ci appigliamo ancora al centralinista il quale, con rinnovata pazienza, ci prega di attendere e ci assicura che avrebbe cercato di passarci al telefono il direttore sanitario.

L’attesa è piacevole, le note sprigionate dalla musichetta d’attesa è puro jazz: lo si riconosce dalla grande varietà di attacchi. Spiacevole è invece la notizia, un perentorio telefonista, dopo una breve attesa, ci liquida: “Il direttore sanitario mi suggerisce di richiamare domani mattina, tuuu, tuuu, tuuu…“.

Nel frattempo, per non venire meno al nostro dovere abbiamo scritto, alla direzione della Asl e ci siamo armati, noi insieme a tutti i pazienti che non hanno usufruito del servizio, di Santa Pazienza, in attesa del domani. To be continued…

Luigi Zito

 

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