Andrano
«La Otranto-Leuca sia vera strada parco»
Documento firmato da numerose associazioni e sigle sul progetto di percorso ciclo-pedonale proposto dalla Provincia di Lecce. «Fermare per sempre le corse pirata delle moto»
«La litoranea Otranto-Santa Maria di Leuca si trasformi in una vera “strada parco” mettendo fine una volta per tutte al fenomeno delle moto che la percorrono, come se si trattasse di una pista da corsa».
È quanto chiedono una trentina di associazioni in un documento unitario sul progetto di massima predisposto dalla Provincia di Lecce, con cui sono stati intercettati finanziamento di 22 milioni di euro del C.I.S. e sul parallelo progetto del Comune di Otranto.
Il documento, inviato alla Provincia, al Parco Otranto-Leuca e ai sindaci interessati, è firmato da un cartello di numerose associazioni e sigle: Ciclo Club Spongano, Legambiente Puglia, Federazione Ciclistica Italiana provincia di Lecce, Salento.bike, ASD MTB Tricase, Cammino del Salento ETS, ASD Cicloclub Nociglia, ASD Lupi del Salento, manumanuriforesta!, Comitato SS275, Salento e-Cycling ASD, Asd DieNneAvventura, Associazione MTB Monteroni, Asd Oreca Trekking, Presente è futuro ODV, Fondazione Moschettini, Associazione Casa delle Comunità Ospitanti degli itinerari francigeni della Puglia meridionale, Casa delle AgriCulture Tullia e Gino ODV e Città Fertile.
«L’idea che la litoranea Otranto-Santa Maria di Leuca sia una strada da percorrere a passo dolce, un percorso preferenziale per la mobilità attiva e, quindi, anche ciclabile», si legge nel documento, «è ormai acquisito nell’immaginario di utenti locali, turisti, amministratori, tecnici e cittadini. Di fatto questa strada litoranea, soprattutto per le sue peculiarità paesaggistiche e naturalistiche, è già oggi in molti tratti densa di pratiche d’uso con mobilità attiva: corsa, trekking, escursionismo, bici da strada, gravel, bici da off road e cicloturismo».
L’idea della litoranea come strada che sia anche ciclabile ha radici nella pianificazione di area vasta della Provincia di Lecce (PTCP), oltre che nel PPTR e nel Piano Territoriale del “Parco regionale Otranto-Leuca”, dove trova la sua formulazione nel concetto di “Strada del Parco”, con tratti da interdire ai mezzi pesanti.
Una ulteriore proposta avanzata da Salento Bici Tour la vorrebbe “autostrada delle biciclette” con limiti di velocità di 30 km/h.
Inoltre la stessa litoranea è il naturale tratto conclusivo della Ciclovia Adriatica, secondo il Piano della mobilità ciclistica della Regione Puglia.
Le associazioni concordano sull’idea che questa strada sia da considerarsi un bene non intangibile e quindi “riprogettabile” per soddisfare esigenze e usi contemporanei; in tale direzione formulano la proposta di considerarla come “strada parco”, riducendo al minimo la presenza di infrastrutture e di elementi comunque invasivi in modo da esaltare la sua interazione con gli ecosistemi che attraversa e che racconta.
L’idea progettuale di cui intendono farsi portavoce è quella di una “strada parco” ad uso ciclabile e pedonale e fruibile, comunque, dagli automobilisti in ambo le direzioni, ma con limite di velocità non superiore ai 40 km/h e con regole d’uso magari differenziate per stagione, per tratti o per particolari momenti o esigenze.
Una “strada parco” ciclabile in tutta la sua sezione e percorribile in ambo i sensi di marcia dalle auto e dai mezzi pubblici collettivi, come navette e bus, interdetta ai mezzi pesanti e in cui si abbia la chiara percezione di trovarsi in un luogo fatto per la mobilità lenta.
«La strada parco che immaginiamo», scrivono ancora le associazioni, «è quella che tuteli sempre la vista mare, ampliando, se possibile, il numero di piazzole di sosta per ammirare il paesaggio, ed elimini qualsiasi detrattore paesaggistico, in cui sia limitata la segnaletica, non siano collocati cordoli (in quanto pericolosi) o altri manufatti e segni il passaggio solo sulle soglie di ingresso ai/dai centri abitati e non nella continuità del percorso».
E ancora: «Una strada parco in cui la sicurezza del pedone e del ciclista è affidata alla sua riconoscibilità, e cioè alla riconoscibilità delle soglie di ingresso/uscita lavorando sul manto stradale e introducendo elementi di radicale moderazione del traffico: cuscini berlinesi, attraversamenti pedonali rialzati, restringimenti di carreggiata con alberature e magari tratti con senso unico alternato, la videosorveglianza tutor, gli autovelox, la segnaletica ad hoc di ingresso».
Il progetto, sempre secondo le associazioni, potrebbe essere l’occasione per caratterizzare la strada con un fondo più chiaro, come ad esempio le strade bianche, al fine di rendere il suolo permeabile e di restituire d’impatto la riconoscibilità del percorso come percorso prevalente ciclabile e pedonale, dove possano trovare accoglienza inserti di macchia mediterranea coerenti con la biodiversità dei luoghi utili anche ad ombreggiare il lato sud per renderla più confortevole d’estate.
La “strada parco” deve anche prevedere il miglioramento dei collegamenti ciclopedonali tra la litoranea e l’immediato entroterra, creando, dove possibile, una rete funzionale di percorsi complementari alle strade asfaltate.
Bisognerebbe inoltre «saper adattare le regole alle esigenze dei diversi fruitori anche lavorando sulla dimensione temporale: ad esempio introducendo le stagioni cicloturistiche («primavere e autunni in cui alcuni tratti siano completamente interdetti alle auto ed estati in cui ci siano maggiori concessioni per le auto per accedere ai punti di interesse costiero»).
Una “strada parco” come una grande linea bianca e verde da Otranto a Leuca che entri ed esca da marine e località costiere e che serva anche ai locali che vogliono muoversi tra le località costiere e i tanti porti.
Il progetto può essere «occasione per fare una strada che consenta alla fauna selvatica che la attraversa di poter disporre di corridoi sicuri, dei bypass di riconnessione tra ecosistemi a monte e a valle della litoranea, da realizzare nei tratti in cui sussistono situazioni morfologiche e naturalistiche appropriate e in cui risulti ridotto al minimo l’inquinamento luminoso».
Per quanto riguarda la fruibilità pedonale, «sarebbe opportuno pensare alla realizzazione di sentieri naturalistici con materiali perfettamente compatibili con il Parco, fuori dalla sede stradale, recuperando i tantissimi sentieri già presenti, collegandoli al meglio con la “strada parco”. Il progetto potrebbe comunque prevedere il ripristino e/o il collegamento con gli antichi sentieri interrotti con la realizzazione della litoranea, rimuovendo o rimodulando guardrail e muretti di protezione».
Un altro aspetto «che risulta necessario affrontare in fase di progettazione definitiva è quello di evitare, soprattutto nel periodo estivo, il parcheggio delle auto ai bordi della litoranea che, oltre al restringimento della strada, innalzerebbe in maniera significativa il livello di pericolosità. Per questo può risultare utile l’attivazione di servizi navetta e di piccole zone sosta/parcheggio, senza l’utilizzo dell’asfalto, nei tratti in cui le condizioni ambientali lo consentano».
Inoltre si chiede che «la Provincia di Lecce si impegni. fin da ora, a destinare risorse per la manutenzione regolare e per il controllo, più volte l’anno, della vegetazione a bordo strada e nel parco, in modo da scongiurare il pericolo incendi in tutta l’area e la sicurezza degli utenti e una maggiore presenza della Polizia provinciale e di quella locale».
Pertanto si auspica che, «in fase di redazione del progetto definitivo, si tengano in debito conto le suddette considerazioni e proposte affinché la strada litoranea Otranto-Santa Maria di Leuca possa realmente diventare una splendida “strada parco”, e in quanto tale, anche un eccezionale attrattore turistico del Salento, ove siano tutelate la sicurezza e la fruibilità delle diverse utenze, l’integrità degli aspetti paesaggistici, delle visuali panoramiche e la sostenibilità ambientale».
Andrano
Progetto Simona: immersione e inclusione per le persone con diverse abilità
Il convegno alle 18 in biblioteca. Il progetto si prefigge di creare un ponte tra mare e accessibilità, dimostrando come l’ambiente subacqueo possa rappresentare una nuova frontiera di integrazione per chi vive condizioni di disabilità
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Il comune di Andrano presenta il convegno “Progetto Simona: Immersione e Inclusione per le Persone con Diverse Abilità”, un’iniziativa nata dalla collaborazione con la Fondazione “Noi Siamo Paola” e l’Associazione Gruppo A-Mare.
Il progetto, che sarà illustrato quest’oggi presso la Biblioteca Comunale “Don Giacomo Pantaleo”, rappresenta una straordinaria evoluzione dell’evento teatrale “Ho Amato Tutto” tenutosi questa estate presso l’Abbazia del Mito.
Durante lo spettacolo, dedicato alla vita di Donna Paola Menesini Brunelli, erano stati raccolti fondi destinati a supportare progetti di inclusione per persone con disabilità, in particolare con l’obiettivo di avvicinarle al mondo subacqueo.
Grazie ai fondi raccolti e alla partecipazione di organizzazioni specializzate, “Progetto Simona” si propone di formare istruttori esperti per consentire a persone con disabilità fisiche e motorie di vivere l’esperienza dell’immersione subacquea in sicurezza.
Durante il convegno, che inizierà alle ore 18, saranno presenti Alberto Brunelli, presidente della Fondazione “Noi Siamo Paola”; Salvatore Accogli, presidente dell’Associazione Gruppo A-Mare; Angela Pinto, presidente dell’Associazione Albatros, specializzata in immersioni per disabili non vedenti; e Salvatore Colazzo, garante dei diritti delle persone con disabilità dell’Unione dei Comuni Terre a Levante.
L’evento vedrà inoltre l’intervento dei sindaci di Tricase e Andrano, Antonio De Donno e Salvatore Musarò che ribadiranno l’impegno delle amministrazioni locali verso iniziative di inclusione sociale innovative.
“Progetto Simona” si prefigge di creare un ponte tra mare e accessibilità, dimostrando come l’ambiente subacqueo possa rappresentare una nuova frontiera di integrazione per chi vive condizioni di disabilità.
Il Comune di Andrano invita tutti i cittadini, le associazioni e le istituzioni a partecipare a questo importante momento di confronto e presentazione.
Il convegno vuole essere non solo un’occasione per approfondire i dettagli di “Progetto Simona”, ma anche per sensibilizzare la comunità sui temi dell’inclusione e della solidarietà.
L’ingresso è libero e aperto a tutti.
Andrano
Erogazione acqua: posibili disagi a Depressa e Andrano, compreso Marina e Castiglione
Lavori di risanamento della rete idrica, temporanea sospensione della normale erogazione idrica mercoledì 16 ottobre dalle 14 alle 20
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Acquedotto Pugliese sta effettuando interventi per il miglioramento del servizio negli abitati di Andrano e Tricase.
I lavori riguardano il risanamento della rete idrica.
Per consentire l’esecuzione dei lavori, sarà necessario sospendere temporaneamente la normale erogazione idrica mercoledì 16 ottobre nell’abitato di Andrano, delle frazioni Castiglione d’Otranto e Marina di Andrano e a Depressa, nella frazione di Tricase.
La sospensione avrà la durata di 6 ore, a partire dalle ore 14 e con ripristino alle ore 20.
Disagi saranno avvertiti esclusivamente negli stabili sprovvisti di autoclave e riserva idrica o con insufficiente capacità di accumulo.
Acquedotto Pugliese raccomanda i residenti dell’area interessata di razionalizzare i consumi, evitando gli usi non prioritari dell’acqua nelle ore interessate dall’interruzione idrica.
I consumi, infatti, costituiscono una variabile fondamentale per evitare eventuali disagi.
Andrano
Castiglione d’Otranto: spara a lupo e lo lascia morire agonizzante
LNDC Animal Protection denuncia e lancia un appello: “Chi sa parli”. L’associazione esprime «profonda indignazione e dolore per il terribile atto di violenza. L’animale, colpito da un’arma da fuoco e lasciato a morire tra atroci sofferenze, rappresenta l’ennesimo esempio di crudeltà gratuita e intollerabile verso creature innocenti»
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Secondo quanto riportato dalle fonti locali, un animale – che sembra essere un lupo – è stato visto in gravi condizioni, con ferite compatibili con un colpo di fucile, e purtroppo non è stato possibile salvarlo.
Quando i Carabinieri Forestali sono giunti sul posto, a seguito di una segnalazione, il corpo dell’animale era stato già rimosso, ma chi l’aveva visto aveva avuto la prontezza di fotografarlo e di fotografare anche il cacciatore che presumibilmente si è reso responsabile di questa atrocità.
LNDC Animal Protection, da sempre impegnata nella difesa dei diritti degli animali, annuncia di aver sporto denuncia presso le autorità competenti, chiedendo che si proceda con celerità nelle indagini e che il responsabile venga individuato e punito secondo quanto previsto dalla legge. «Non è accettabile che episodi del genere continuino a verificarsi nel nostro Paese», afferma Piera Rosati, presidente di LNDC Animal Protection, «la violenza contro gli animali è un sintomo di una società che ha perso il rispetto per il prossimo, umano o animale che sia. Continueremo a batterci perché ogni colpevole di tali atti paghi le conseguenze delle proprie azioni».
LNDC invita chiunque abbia informazioni utili a contribuire alle indagini, inviando una e-mail ad avvocato@lndcanimalprotection.org o collaborando con le forze dell’ordine per assicurare il responsabile alla giustizia.
L’associazione sottolinea, inoltre, l’urgenza di rafforzare le misure preventive e punitive per chi si macchia di tali crimini: «La legge italiana prevede pene troppo lievi per chi maltratta o uccide animali», aggiunge Rosati, «per questo torniamo a chiedere che il Parlamento riprenda quanto prima la discussione sulla proposta di legge per il loro inasprimento. Non possiamo più permettere che atti di questo tipo passino inosservati o rimangano impuniti.”
LNDC Animal Protection ribadisce il proprio impegno nel promuovere una cultura di rispetto e amore verso tutti gli animali, continuando a operare su tutto il territorio nazionale attraverso campagne di sensibilizzazione, interventi di soccorso e azioni legali.
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