Cronaca
Taurisano, via Aldo Sabato: “Restituiteci un po’ di pace”
Alcuni residenti di via Aldo Sabato, a Taurisano, hanno sottoscritto un esposto per richiedere al locale Commissariato ed al Comando di Polizia Locale di intervenire per porre fine al disagio con il quale si dicono costretti a convivere.
«In Via Aldo Sabato da anni è presente un palazzetto tensostatico, nato originariamente per uso sportivo in quanto in quanto in passato si svolgevano le partite della squadra “Taurisano Basket», raccontano i firmatari, «a causa della cessazione delle attività, detto palazzetto di proprietà del Comune di Taurisano, è rimasto in disuso per diverso tempo salvo concederlo alcuni anni orsono ad una associazione per lo svolgimento di attività sociali e ricreative».
La loro premessa è che vedono l’utilizzo del palazzetto in tal senso un problema e che «nessuno ha nulla in contrario alle attività sociali e creative tuttavia siamo costretti al presente esposto perché da un paio d’anni circa, all’interno del palazzetto, vengono organizzate delle serate musicali che generano disordine e caos».
In queste serate, secondo i denuncianti, «svolte in più giorni della settimana a partire dalle 19,30 circa, viene riprodotta della musica ad altissimo volume con strumentazione musicale professionale fino a tarda sera, più specificatamente in un orario che va tra le 23 e le 23,50, durante le quali vi è una partecipazione molto numerosa».
Tutto ciò provocherebbe un «notevole e non indifferente disagio» ai residenti, «poiché la struttura è tensostatica, composta da un semplice telone e, con le case a distanza a poche decine di metri, si può benissimo immaginare come la musica riprodotta ad alto volume e soprattutto in orario serale crei non poche difficoltà ai residenti che si vedono costretti a sorbirsi rumori molesti, pur stando nelle proprie case e tenendo porte e finestre chiuse. Si consideri anche che tra i residenti ci sono persone anziane, malati e bambini».
Non solo: secondo i firmatari, «considerato che quella di Via Aldo Sabato è una zona residenziale chiusa, nello svolgimento di queste serate i residenti trovano difficoltà a parcheggiare la propria auto e a rincasare, a causa dell’eccessivo numero di auto presenti nella zona, letteralmente invasa, che parcheggiano ovunque ci sia un minimo di spazio e senza alcun criterio, anche in prossimità di garage e dei portoni delle case o sui marciapiedi. Tale situazione provoca un ulteriore rischio in termini di sicurezza pubblica, in quanto in caso di emergenza, i veicoli di assistenza preposti (ambulanze, vigili del fuoco etc.) non riuscirebbero ad accedere in maniera celere e ad intervenire prontamente a causa della viabilità ostruita».
A dire dei residenti «non è chiaro se la struttura stessa sia in possesso degli standard minimi di sicurezza previsti dalla legge per eventi simili, se gli organizzatori dispongono di un’autorizzazione per lo svolgimento delle serate e, in caso di risposta positiva, che tipo di autorizzazione. Non è chiaro neanche se sia mai stato calcolato il valore di decibel prodotti dalla strumentazione usata»
Nell’esposto i firmatari esplicitano anche come «in diverse occasioni inoltre, durante lo svolgimento delle serate musicali i residenti hanno chiesto l’intervento della Polizia Locale, della Polizia di Stato e dei Carabinieri ma nulla è cambiato perché una volta andati via i militari la situazione di disagio è stata ripristinata dagli organizzatori, non appena le volanti hanno svoltato l’angolo».
«A sostengo di quanto sostenuto», specificano, «vi sono le telecamere di sorveglianza del Comune di Taurisano, poste in direzione esatta del palazzetto in questione e nella zona limitrofa, e le telefonate dei residenti al centralino del Commissariato di Polizia, che possono essere utilizzate come prova di quanto noi residenti lamentiamo».
Per tutti questi motivi i residenti della zona chiedono
«l’intervento delle autorità, atteso che allo stato attuale, non è stata ancora presentata querela per la richiesta di risarcimento danni e non sono in atto pendenze giudiziarie e/o amministrative, ma», avvertono, «di fronte al perdurare di tale situazione ormai insostenibile, noi residenti riserviamo di porre in essere tramite un legale».
Cronaca
Incidente a San Dana, morto operaio nettezza urbana
L’uomo, un trentenne di Castrignano del Capo, era stato da poco assunto
Morte sul lavoro questa mattina a San Dana, frazione di Gagliano del Capo.
Cosimo Bello, 30 anni, ha perso la vita in un incidente stradale tra un camion della nettezza urbana ed un suv Kia, avvenuto alle 5 del mattino sulla Statale 275.
L’operaio a quanto è dato sapere era da poco stato assunto.
Nello scontro sono rimaste anche ferite altre tre persone: due di loro trasportate in codice rosso all’ospedale di Tricase (un passeggero dell’auto ed un operatore ecologico), ed una in codice giallo (era a bordo della Kia) a quello di Scorrano.
Sul posto oltre ai sanitari del 118 sono intervenuti anche i vigili del fuoco del distaccamento di Tricase.
I carabinieri sono al lavoro per ricostruire le esatte cause dell’incidente.
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Attualità
Ospedale di Casarano, «eterna emergenza»
Carenza di personale al “Ferrari”: «Sette reparti in affanno. Difficoltà a programmare i turni, rischio burnout e incapacità di gestire il paziente». Fp Cgil chiede «Subito una Commissione Sanità ad hoc»
«Rischio burnout, disservizi, paralisi della struttura: subito una riunione monotematica della Commissione Regionale sulle sofferenze dell’ospedale di Casarano».
Sono giorni complicati in molti reparti del “Ferrari”, che vive una delle più gravi carenze di personale della sua storia.
La Fp Cgil Lecce ha scritto alla Regione (al presidente della terza Commissione e al responsabile del Dipartimento Salute) ed ai dirigenti di Asl e presidio per denunciare tutti i disagi vissuti da pazienti e lavoratori: «Il fabbisogno è talmente alto da non riuscire a garantire, in molti casi, neppure la normale turnazione».
«Dopo un’attenta ricognizione», il sindacato segnala «ben sette unità operative in sofferenza e ai limiti della capacità di gestire la salute del malato, oltre alla vicenda delle squadre antincendio».
REPARTO PER REPARTO
«In Medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza per coprire i turni si ricorre alle attività aggiuntive.
Nel reparto di Anestesia e rianimazione e nel Blocco Operatorio mancano anestesisti, infermieri e operatori sociosanitari (Oss).
L’unità operativa di Patologia clinica non dispone di un numero sufficiente di biologi e tecnici di laboratorio.
Particolarmente grave la situazione in Radiologia, dove i tecnici sono costretti a saltare il giorno di riposo e la programmazione dei turni mensili è diventata un’impresa impossibile da realizzare.
A Neurologia mancano infermieri ed Oss: qui addirittura di recente è stato richiesto al personale smontante di garantire anche il turno successivo di notte.
Nel reparto di Geriatria il turno è composto un Oss e due infermieri, ma è evidente che un solo Oss non può riuscire a soddisfare l’assistenza diretta al paziente.
Infine, nell’unità di Cardiologia mancano medici, infermieri e Oss».
SANITASERVICE E ANTINCENDIO
«Ci sono appena quattro persone nell’organico della squadra antincendio e tra queste, una si trova in aspettativa lunga. Per garantire la copertura dei turni, si attinge al personale di Sanitaservice, che però in caso di necessità può garantire l’intervento solo al mattino. Una situazione che costringe le 3 persone in organico a lavorare costantemente di pomeriggio, di notte e nei festivi. Solo l’abnegazione e la dedizione del personale, davvero innamorato della propria professione e fedele al dovere nei confronti del paziente, garantisce l’attività in un ospedale importante come quello di Casarano», dicono Floriano Polimeno, segretario generale della Fp Cgil Lecce, e Cosimo Malorgio, coordinatore provinciale per la Fp Cgil.
«Proseguire oltre», aggiungono, «non è possibile. Il rischio burnout, ossia dello stress da lavoro-correlato, è concreto. Continuando così, poi, si va dritti verso la paralisi dell’ospedale, incapace di erogare prestazioni sanitarie. Spiace constatare che nonostante gli interventi politici e le audizioni alla Commissione regionale Sanità, nulla sta cambiando».
Cronaca
Vittime della Strada, Ricordare per Cambiare
Manifestazione e installazione di una Ghost Bike presso la parrocchia di San Massimiliano Kolbe a Lecce. Combattere a tutti i costi la disattenzione e l’irresponsabilità alla guida. Disattenzione che molto spesso nasce dalla «nuova droga: il cellulare»
“Ricordare per Cambiare”, è una campagna di sensibilizzazione promossa dall’Associazione Nazionale Familiari e Vittime della strada.
La manifestazione con tanto di installazione di una Ghost Bike si è tenuta presso la parrocchia di San Massimiliano Kolbe a Lecce.
Il parroco, Don Maurizio Ciccarese, ha posto l’accento sulle realtà del quartiere motivando la necessità di dare un segnale forte e visibile per cercare di combattere a tutti i costi la disattenzione e l’irresponsabilità alla guida commentando che «la promozione della cultura dell’attenzione, del rispetto delle regole e della salvaguardia della vita umana è un dovere di ogni cittadino e, soprattutto, di ogni battezzato».
Presente anche Mons. Luigi Pezzuto, Nunzio Apostolico Emerito di Bosnia ed Erzegovina che ha chiesto a tutti attenzione e rispetto per la vita, bene prezioso per il quale dobbiamo essere grati, , evidenziando come «la necessità di far terminare le sofferenze per questi tragici incidenti debba essere immediata e reale. Importante è la vita di ognuno».
Il presule ha cercato, in questo modo, di donare parole di consolazione ai parenti che hanno perso una persona cara.
L’assessore Giancarlo Capoccia che ha posto un riflettore sulla distrazione alla guida che, anche con il suo lavoro di vigile del fuoco oltre che come assessore, nota ogni giorno sulla strada.
Disattenzione che molto spesso nasce dalla «nuova droga: il cellulare. Basta un attimo per perdere il controllo di una circostanza che si presenta all’improvviso. Occorre sempre rimanere vigili e attenti».
L’assessore Andrea Guido ha ringraziato dell’attenzione che proviene dal parroco del quartiere Kolbe, sottolineando come la Chiesa, in special modo la parrocchia che vive il territorio, diventa il primo riferimento e megafono affinché possa crescere la responsabilità civile: «Il dolore di una madre che perde un figlio in un tragico incidente non è superabile», rivolgendosi alla responsabile della sede di Melendugno, ha proseguito commosso, «voglio che il mio abbraccio possa rappresentare l’abbraccio di tutta la comunità«.
Emozionanti e riflessivi gli interventi dei referenti per le sedi di Merine/Lizzanello e Melendugno dell’Associazione Nazionale Familiari e Vittime della Strada.
Giuliana Serino, della sede di Melendugno ha portato la sua testimonianza: «Un figlio perso in un incidente stradale, il ricordo di quello che per me è rimasto un bambino, non avendo potuto vederlo crescere».
Così anche Franco Marchello, della sede di Merine/Lizzanello, raccontando la storia di suo figlio e del suo amichetto: «ho visto il viso di mia moglie sfiorire, dopo aver cercato e voluto in tutti i modi questo figlio portato via per una disattenzione, travolti da un’auto sulla strada di San Cataldo. È un dolore che non si supera».
Don Maurizio Ciccarese ha espresso il desiderio di continuare a proseguire un cammino di sensibilizzazione, responsabilità e informazione insieme alle autorità e ai referenti dell’associazione.
Subito dopo le commoventi testimonianze, si è provveduto ad installare la Ghost Bike nel primo incrocio del quartiere dove è stata riportata una targa con la scritta: “Se potessi parlare ancora ti direi”.
Doveroso ringraziamento anche alla Polizia Locale che, «come angeli custodi, sono stati presenti per controllare il traffico e consentire che la manifestazione si svolgesse in tutta sicurezza».
Momenti di emozione sono proseguiti con la celebrazione della Santa Messa in ricordo di tutte le vittime della strada.
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