Casarano
Squillo in trasferta, il Casarano ribalta il Martina
Gara al cardiopalma cone emozioni in serie. Alla fine i rossoazzurri si aggiudicano i tre punti e lanciano un segnale al campionato. Domenica al Capozza attesa la Palmese
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MARTINA-CASARANO 1-2
Reti: pt 48′ Llanos (M) ;
st 17′ Versienti, 22′ Malcore
Note: espulsi 37′ pt Mastrovito (M), 9′ st Martinenko (C)
Il Casarano espugna il “Tursi” di Martina Franca, ma quanta sofferenza!
Succede un po’ di tutto durante l’intero arco dell’incontro, come si suol dire, non idoneo ai deboli di cuore.
Gli uomini di Laterza, incassato lo svantaggio per la solita leggerezza difensiva su un calcio di punizione concesso con uguale incertezza, nel secondo tempo ribaltano il risultato grazie ai gol realizzati dall’indovinato ingresso di Versienti e dell’opportunista Malcore.
Inutile dire che nel giro di cinque minuti son volati via i mugugni della tifoseria rossoazzurra per far spazio all’entusiasmo per i tre punti pesantissimi quanto ormai insperati.
Va sottolineato che gli Itriani, ben messi in campo dal “monumento” Pizzulli, han dato filo da torcere al Casarano molto più dotato per lo spessore della rosa, ma ancora alla ricerca dei giusti equilibri tattici.
Domenica prossima al Capozza si attende la forte compagine campana della Palmese, con i rossoazzurri sempre privi del play-maker Loiodice, afflitto da pesante squalifica, oggetto di ricorso avviato dalla società.
In alto, i calciatori rossoazzurri festeggiano sotto il settore dei propri tifosi.
Giuseppe Lagna
Approfondimenti
Comitati feste per cosa? Devozione o occasioni per eventi, sagre, fiere e lucro?
Far partecipare fisicamente e coinvolgere in una festa diventa anche un compito educativo per far incontrare e dialogare le persone, il coinvolgimento è necessario per far crescere la comunità ed è una delle sfide che ci attende se si vuole essere una società civile in cui tutti si sentano veramente e responsabilmente di far parte…
di Hervé Cavallera
Le sagre paesane, volte di solito a celebrare il Santo patrono (feste patronali), ma anche positivi eventi come il raccolto o un particolare cibo, si perdono, per così dire, nella notte dei tempi.
Il Salento, come ogni parte d’Italia, ne vanta tantissime e non si può elencarle tutte, considerando i tanti centri della provincia di Lecce.
Ad esse naturalmente sono da aggiungere le Festività nazionali religiose e civili come Natale, Capodanno, la Festa delle Repubblica e così via.
Una volta, la festa era sempre accolta con particolare gioia soprattutto dai bambini e ragazzi. Basti ricordare che già la domenica era un giorno felice in quanto non si andava a scuola. Poi nella festa patronale e in quelle importanti vi erano i dolci, alcuni propri della festa. Inoltre, vi erano le fiere e i piccoli vedevano e chiedevano ai genitori l’acquisto dei giocattoli. Era il momento dell’incontro e delle curiosità, come attraevano le bande musicali che, suonando, percorrevano le strade.
Chi non è più giovane ricorda molto bene che le feste rappresentavano per la comunità in cui si viveva un momento nel quale si interrompeva la routine di una realtà prevalentemente agricola, e quindi scandita dalle stagioni e dalla levata e dal tramonto del sole, e ci si riuniva nella pubblica piazza liberamente e allegramente, e si comunicava.
Il clima festaiolo era di fatto per lo più connesso con l’evento religioso che trovava (e trova) per il pubblico il momento più appariscente nella processione con la statua del Santo.
Di fatto i buoni pranzi e quant’altro non erano che una forma di testimonianza della benevolenza del Patrono a cui andava il ringraziamento solenne. Di qui lo spettacolo delle luminarie, per alcune delle quali il Salento è noto in tutta Italia.
Accadeva – e accade tutt’oggi – che tra paesi o tra frazioni dello stesso paese si facesse a gara a chi riusciva a realizzare il festeggiamento più spettacolare. Il che ha condotto, dappertutto nella Penisola, a spostare l’attenzione dalla celebrazione liturgica in sé alla festa come spettacolo.
L’elemento laico ha finito col prevalere su quello religioso con la presenza di cantanti, ghiottonerie, balli e tant’altro. Questo sempre a prescindere dalle sagre chiaramente mangerecce come a Tricase la Sagra di San Vito Cucuzza e Cadduzzu» (9 agosto) e la Sagra de la Pasta fatta a casa (17 agosto, frazione di Depressa) per fare qualche esempio di sagre che hanno caratterizzato un determinato prodotto.
Ora, che le festività patronali e le sagre continuino ad esserci è un fatto chiaramente positivo in quanto rappresentano la nostra tradizione, solo che si stanno risolvendo, alcune volte, in puro spettacolo volto alla promozione turistica e al guadagno (basti pensare alla “Notte della Taranta” che è divenuto un notissimo e fortunato festival della canzone popolare, ma che ha perduto ogni rapporto con l’ancestrale fenomeno del tarantismo).
Sotto tale profilo sono soprattutto da tenere presenti le festività religiose, dove la celebrazione del sacro dovrebbe essere prevalente e veramente sentita.
Tali feste, infatti, non hanno alcun scopo di lucro, anche se in alcune le spese per luminarie e complessi musicali sono ingenti e non mancano le difficoltà a far quadrare il bilancio.
Né solo questo. È in forte crescita, purtroppo, il fenomeno della denatalità. I giovani sono sempre meno e talvolta disattenti alle tradizioni. Il mondo dei social networks è per lo più quello della comunicazione quotidiana, dell’immersione nel contingente.
Avviene così che viene meno quel cambio generazionale che vi è stato per secoli e i componenti dei comitati festa, i quali curano l’aspetto esteriore delle feste religiose dedicate alla Madonna e ai Santi venerati nella parrocchia di appartenenza, non hanno il naturale ricambio, spesso apportatore di nuove idee.
Così, generalizzando un discorso che ovviamente è diverso variando i luoghi e le persone, si rischia, soprattutto per le feste patronali, che tutto si traduca in un déjà vu, in un prodotto già visto e quindi poco attraente. Tuttavia, occorre non confondere due elementi che sono diversi e, però, accomunati.
Il primo e fondamentale è la venerazione del Santo Protettore, con le cerimonie sacre pertinenti che riguardano esplicitamente il Parroco e nel quale si manifesta la liturgia propria del culto. Il secondo è il bisogno di accrescere la partecipazione della comunità attraverso manifestazioni non ripetitive e che coinvolgano i giovani e non solo i giovani.
L’accortezza è appunto quella di conservare il passato nei suoi elementi qualificanti, i quali consentono di non perdere l’identità di una cultura, di un luogo, in un mondo in cui tutto sembra invece omologarsi e smarrirsi nel contingente, e al tempo stesso arricchire la manifestazione con innovazioni mirate al coinvolgimento dei presenti.
La festa è un fatto corale, di partecipazione collettiva e non un mero spettacolo a cui si assiste da estranei. Occorre sentirsi parte della comunità. Ciò è oggi molto difficile poiché si tende a vivere una comunicazione virtuale, tramite i social.
Per tale motivo, far partecipare fisicamente e coinvolgere in una festa diventa anche un compito educativo per far incontrare e dialogare le persone. Si capisce che tutto questo non è facile, ma il coinvolgimento è necessario per far crescere la comunità ed è una delle sfide che ci attende se si vuole essere una società civile in cui tutti si sentano veramente e responsabilmente di far parte.
Attualità
Casarano, polemiche continue sui lavori e il Sindaco risponde per le rime
il commento di Antonio Memmi: “A pagarne le conseguenze peggiori, i commercianti che, in un periodo storico ritenuto di rilancio (favorito anche da un’economia industriale che sembra viaggiare sempre più sicura e da turisti in grado di portare nuovi capitali), si son visti precludere ogni speranza dall’impossibilità fisica di raggiungere i propri esercizi commerciali”…
Ottavio De Nuccio: «Minoranze assetate di commenti acchiappa-like sui social»
Un’amministrazione che programma fa anche questo: preserva il patrimonio nel tempo, a maggior ragione se riqualificato».
CASARANO COME LA FABBRICA DI SAN PIETRO
di Antonio Memmi
Qualsiasi lavoro pubblico di abbellimento urbano è positivo ed è normale che, come quando si hanno le maestranze in casa, ci siano momenti di disagio che, però, preludono al risultato finale di un lavoro migliorativo. Questi benedetti lavori, però, devono anche necessariamente avere dei tempi razionalmente accettabili, altrimenti ognuno di noi quelle maestranze le caccerebbe a pedate da dentro casa anche a lavori non ultimati.
Il cuore di Casarano è letteralmente paralizzato da oltre un anno per dei lavori di basolatura della pavimentazione mentre, anche se avessero piazzato almeno 5 basoli al giorno, oggi avrebbero dovuto terminare.
In via Pellegrino ed in via Ugo Bassi (pieno centro storico) i residenti hanno terminato anche gli appellativi da utilizzare: gli hanno divelto la strada togliendo i vecchi basoli e li hanno lasciati così… senza una strada percorribile e con le prime piogge che hanno peggiorato la situazione.
A pagarne le conseguenze peggiori, i commercianti che, in un periodo storico ritenuto di rilancio (favorito anche da un’economia industriale che sembra viaggiare sempre più sicura e da turisti in grado di portare nuovi capitali), si son visti precludere ogni speranza dall’impossibilità fisica di raggiungere i propri esercizi commerciali.
A completare il poco lusinghiero quadro il riavvio delle scuole e tutto il caos a contorno dovuto all’impossibilità della circolazione stradale. Si sa, fare l’amministratore seduto sul divano di casa è facile come fare il critico sportivo al bar, ma qualche considerazione è d’obbligo. Quando ho ristrutturato casa mia, ho pattuito con mesciu Luigi l’importo ed i tempi di realizzo e, nonostante fossi sicuro della sua professionalità, nel contrattino semplice semplice, fu messa la clausola di una cifra di penale per ogni giorno di ritardo dei lavori.
Non avremmo fatto prima a rifare (in due giorni) l’intero manto stradale con un’economica e veloce colata di asfalto? Qual è la progettualità che c’è dietro questi lavori degni ormai della fabbrica di San Pietro?
La stessa che ha portato a realizzare qualche metro di pista ciclabile, restringendo una delle rare strade larghe disponibili?O quella che smuove quelle (tristissime e rinsecchite) fioriere in centro, utili solo a confondere gli automobilisti?
Casarano
Casarano, tabaccheria a fuoco nella notte
Le telecamere stavolta sono riuscite ad immortalare un uomo, volto coperto dal cappuccio di una felpa, mentre appiccava l’incendio alla saracinesca dell’ingresso secondario dell’esercizio…
Ancora un’attività commerciale colpita col fuoco nel Salento. Intorno a mezzanotte, a Casarano, la tabaccheria e bar “Lux”, è andata fuoco.
Le telecamere stavolta sono riuscite ad immortalare un uomo, volto coperto dal cappuccio di una felpa, mentre appiccava l’incendio alla saracinesca dell’ingresso secondario dell’esercizio.
Le fiamme hanno lambito la saracinesca esterna senza arrivare ad auto e arredi esterni.
Sul luogo i vigili del fuoco di Gallipoli per domare l’incendio e mettere in sicurezza il porticato della palazzina e carabinieri della stazione di Ruffano e del Nucleo operativo e radiomobile.
I militari, dopo aver ascoltato le titolari di bar e tabaccheria, due 27enni di Casarano, hanno visionato le videocamere per delineare l’autore del messaggio intimidatorio.
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