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Tricase: l’UdC lascia?

Una maggioranza che a stretto giro di posta rischia di non essere più tale perché ora anche i due consiglieri dell’UdC, Giuseppe Piccinni e Mario Turco, minacciano

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Una maggioranza che a stretto giro di posta rischia di non essere più tale perché ora anche i due consiglieri dell’UdC, Giuseppe Piccinni e Mario Turco, minacciano di non appoggiare più il sindaco Antonio Musarò. Ma cos’è successo? Nel Consiglio comunale dello scorso 21 settembre, come già anticipato da queste colonne, proprio i due Consiglieri hanno votato contro l’allargamento della Statale 275 fino a Leuca, punto assai caro a tutto il PdL. Gli esponenti di centro hanno ricondotto la loro scelta a “convincimenti personali” che non dovevano dare adito a “strumentalizzazioni politiche”. Ossia: “Noi siamo leali con la nostra maggioranza ma non fateci votare contro le nostre convinzioni”. A loro dire lo stesso Sindaco aveva accettato che nella maggioranza ci fossero “democratiche diversità di opinioni”. E allora? Ad un certo punto della seduta il consigliere d’opposizione Alfredo De Giuseppe aveva proposto di rinviare la discussione istituendo un’apposita Commissione e/o prevedendo un Consiglio monotematico aperto alla cittadinanza, prima di esprimere un parere definitivo. Proposta che in aula aveva ricevuto consensi unanimi e assolutamente bipartisan. Ma improvvisamente è stata chiesta la sospensione momentanea dell’Assise e, in camera caritatis, si sono ritrovati i rappresentanti della maggioranza ed i quattro Consiglieri del PdL che ormai abbiamo imparato a conoscere come “dissidenti”. A questa “riunione”, però, non sono stati invitati proprio i due consiglieri dell’UdC, che pure della maggioranza fanno parte. Al ritorno in aula il PdL (maggioranza e “dissidenti”), nonostante l’apprezzamento per la proposta di De Giuseppe, ha votato a favore della “275” fino a Leuca, lasciando di stucco Turco e Piccinni. Cosa sia accaduto nel corso di quella “riunione” non è dato sapere, ma c’è chi giura che dai vertici del Popolo della Libertà qualcuno abbia “ricordato” agli amministratori tricasini il dovere di “votare a favore della Statale senza se e senza ma”. Ed ora? L’UdC chiede un chiarimento, che dovrebbe avvenire venerdì 1° ottobre (quando il nostro giornale è già in distribuzione). Da noi interpellato a riguardo, Giuseppe Piccini prima spiega: “Preferisco non rilasciare dichiarazioni poiché siamo in attesa di un chiarimento da parte del Sindaco in merito alla reale capacità di questa maggioranza di attuare gli impegni assunti con gli elettori”; poi, però, sotto nostra sollecitazione, aggiunge: “Ci aspettiamo che il Sindaco svolga non soltanto il ruolo di capo di Governo cittadino, ma anche che rappresenti l’unità politica e allo stesso tempo dia pari dignità a tutte le componenti della maggioranza”. E ancora, l’UdC (e non solo) vuole capire: “Visto che Musarò dice di essere del PdL, ci spieghi allora perché in Consiglio ci sono 8 rappresentanti del partito di Berlusconi, ma 4 sono in maggioranza e gli altri invece lo vogliono buttare giù”. D’obbligo chiedere a Piccinni: ma siete dentro o fuori? “Per quanto mi riguarda, se non ci saranno chiarimenti soddisfacenti, saremo fuori!”. Questi nuovi sviluppi danno maggiore responsabilità ai quattro del PdL che da tempo sono borderline nella maggioranza: Pasquale De Marco, Francesco Cito, Rocco Martella e Rocco Piccinni. Se in sede di Bilancio dovessero votare contro, insieme ai due esponenti dell’UdC ed ai 6 dell’opposizione, la maggioranza sarebbe definitivamente out. Dal fronte PdL, però, arrivano segnali di schiarita, seppur timidi. Come conferma il capogruppo in Consiglio del Popolo delle Libertà, Rocco Martella: “C’è stato un incontro alla presenza del coordinatore provinciale Cosimo Gallo, che ha fatto seguito all’adesione ufficiale al PdL del sindaco Antonio Musarò, degli assessori Ippazio Cazzato e Vincenzo Errico e del consigliere Enzo De Rinaldis. In quella sede il coordinamento provinciale, anche in virtù delle nuove adesioni, ci ha chiesto di fare fronte comune. Noi abbiamo dato la massima disponibilità chiedendo però regole diverse, vale a dire condivisione e partecipazione all’interno della maggioranza”. Disponibilità con… riserva? “Il Sindaco ha assunto il preciso impegno di dare vita ad una nuova “era” di partecipazione nei nostri confronti. Diciamo che ci siamo concessi un periodo di prova, poi tireremo le somme. Sia chiaro, però, che non abbiamo chiesto né posti in Giunta né altro, ma solo che le decisioni non vengano prese da pochi nel chiuso di una stanza. Per ora, dunque, siamo in stand-by”. Tuttavia, fuori dai denti, Martella ammette che “nonostante gli sforzi per ricompattare il PdL tricasino, all’interno di esso c’è qualcuno che non vede di buon occhio il ritorno all’unità”. E su chi sia, Martella si trincera dietro un “per ora diciamo solo il peccato, tralasciando il peccatore”. Nel frattempo è sorta un’altra questione, quella relativa al Capogruppo del PdL. “Proprio come ulteriore gesto di distensione”, spiega Martella, “abbiamo fatto un accordo che prevede, fino alla risoluzione del tutto, che a svolgere le funzioni di capogruppo sia il vice Pasquale Scarascia”. Il quale Scarascia definisce l’esito dell’incontro interno al Pdl “un passo importante. Il centrodestra è formato fondamentalmente dal Popolo delle Libertà e dovremo provare a dialogare per giungere ad una soluzione unitaria. Ottimista? Bisogna esserlo”. Su come vivano questi cambiamenti coloro che sono sempre rimasti dalla parte del Sindaco, Scarascia è diplomatico? “Ognuno ha una propria opinione. Certo c’è stato uno strappo e per ricucirlo ci vorrà tempo. Un primo passo, però, è stato fatto”. Riguardo alla presa di posizione dell’UdC, Scarascia ritiene che “la situazione può rientrare. Sin dall’inizio si sono dimostrati leali con il Sindaco e la maggioranza e parlarne aiuterà a risolvere il tutto”. Naturalmente il dubbio resta: quest’Amministrazione ha un futuro? “Noi siamo stati eletti dai cittadini per governare”, conclude Scarascia, “non so l’abbiamo fatto bene ma abbiamo comunque il dovere di continuare. Chi ritiene che quest’Amministrazione non meriti di avere un futuro, si dovrà prendere le sue belle responsabilità”. Entro il 30 ottobre bisognerà votare il Bilancio. O dentro o fuori: se si troverà un accordo, l’Amministrazione Musarò, pur con tutte le sue contraddizioni, resterà in piedi, altrimenti tutti a casa ed a primavera si andrà alle urne.


Giuseppe Cerfeda

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Carne arrosto in sagra a Torre Suda

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Riceviamo e pubblichiamo

Anche quest’anno siamo pronti per la Tradizionale Sagra della Carne Arrosto, organizzata dalla Pro Loco di Torre Suda – Racale , con il Patrocinio della Città di Racale , nel bellissimo Giardino Costiero “Gabriele Toma” a Torre Suda nella Marina di Racale , che si svolgerà il 9-10-11 Agosto 2024 con Area Food – Divertimento – Musica , dalle ore 20.00

09 Agosto si esibirà il Gruppo DISCO 90°S PARTY

10 Agosto si esibirà il Gruppo di Pizzica “ I CALANTI” in Concerto

11 Agosto si esibirà il Gruppo di Pizzica “ LU RUSCIU NOSCIU” Il Suono del Salento

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Tricase, scoperte abitazioni e case vacanze affittate in nero

Il volume dei ricavi in nero, ricostruito anche mediante lo strumento delle indagini bancarie, ammonta ad oltre 100 mila euro…

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CONSTATATI RICAVI OCCULTATI AL FISCO PER OLTRE 100 MILA EURO.

In particolare, i Finanzieri di Tricase, hanno concluso nei giorni scorsi una serie di approfonditi riscontri e di mirati controlli incrociati nei confronti di soggetti risultati proprietari di unità immobiliari (tra le quali villette, appartamenti e case vacanza, particolarmente richieste dai turisti).

A conclusione dei suddetti interventi, effettuati dalle Fiamme Gialle anche a seguito di segnalazioni pervenute al numero di pubblica utilità “117”, è emerso che i proprietari dei predetti immobili hanno omesso di dichiarare al Fisco i redditi derivanti dalla locazione turistica di immobili ubicati soprattutto in zone costiere.

Il volume dei ricavi in nero, ricostruito anche mediante lo strumento delle indagini bancarie, ammonta ad oltre 100 mila euro.

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Marittima, San Vitale: “… E noi suoneremo le nostre Campane”

Le campane tornino a suonare! L’accusa: “Il suono delle campane è intollerabile e potenzialmente dannoso per la salute e la serenità della vita familiare», e il giudice aveva ordinato la limitazione del suono delle campane alle sole funzioni mattutine della domenica e a quelle del vespro, contenendo la durata dello scampanio ad un massimo di un minuto…

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San Vitale Martire, di Marittima di Diso, ringrazia.

E’ stato accolto il ricorso del parroco che aveva deciso di impugnare l’ordine impartito un anno fa dal Giudice del Tribunale di Lecce, che aveva accolto il ricorso cautelare proposto dai proprietari di alcune abitazioni limitrofe alla chiesa parrocchiale.

L’accusa: “Il suono delle campane è intollerabile e potenzialmente dannoso per la salute e la serenità della vita familiare», e il giudice aveva ordinato la limitazione del suono delle campane alle sole funzioni mattutine della domenica e a quelle del vespro, contenendo la durata dello scampanio ad un massimo di un minuto.

Lo stesso tribunale aveva deciso anche di avviare l’attività istruttoria attraverso un accertamento tecnico, fissando l’avvio delle operazioni a partire dallo scorso novembre.

Il parroco di Marittima, don Giovanni Negro, difeso dall’avvocato Ernesto Sticchi Damiani, aveva depositato un ricorso per ottenere la riforma dell’ordinanza cautelare.

La discussione del ricorso, tenutasi il 30 luglio scorso, ha pronunciato una ordinanza di accoglimento integrale della impugnazione, ripristinando così la possibilità per la Parrocchia di far risuonare le campane nel «pieno e libero esercizio del diritto di culto, anche quale manifestazione del diritto costituzionale di libertà di culto dei cittadini credenti», condividendo in pieno le argomentazioni difensive, ha sancito che “a prescindere dalla considerazione dell’uso che i proprietari ricorrenti facciano degli immobili di loro proprietà e dall’effettiva configurabilità di una significativa lesione della loro sfera giuridica personale in mancanza di una prova effettiva del pregiudizio eventualmente arrecato dal suono delle campane, non potesse essere ordinata in via cautelare la limitazione della libertà di esercizio del culto, che si esprime attraverso l’uso delle campane per scopi liturgici, tutelato dall’articolo 2 dell’Accordo di revisione del Concordato Lateranense del 18 febbraio 1984 e regolamentato dall’autorità ecclesiastica».

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