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Alessano

La storia di Cristian: “Tutto in un attimo”

“E se succedesse a me?”. Un interrogativo che difficilmente si pongono gli adolescenti ma anche tantissimi giovani: si pensa di esser immuni, quasi immortali e invece

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Cristian Santoro


“E se succedesse a me?”. Un interrogativo che difficilmente si pongono gli adolescenti ma anche tantissimi giovani: si pensa di esser immuni, quasi immortali e invece può succedere a chiunque. Quella sera del 30 marzo 2009, tornando da una serata trascorsa in compagnia di amici, successe l’imprevedibile, quello che nessuno si aspetta nella vita: la mia macchina schizzò come un proiettile verso il muro carambolando più volte sull’asfalto e adagiandosi poi ad un albero di ulivo. Tutto diventò buio, risvegliandomi poi in un letto d’ospedale. Prognosi senza appello: lesione al midollo spinale con paralisi degli arti inferiori; “Paraplegia”. Dopo l’intervento di stabilizzazione alle vertebre effettuato presso l’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, fui trasferito presso il Centro di Riabilitazione “San Raffaele” di Ceglie Messapica (Br) e lì trascorsi quasi un anno… con un enorme sacrificio da parte dei miei genitori sia a livello affettivo sia economico. La mia vita è cambiata radicalmente, anche le cose più futili diventano un ostacolo tante volte impossibile, come coltivare la passione per il ballo, fare il proprio lavoro e coltivare un hobby così bello come suonare la fisarmonica nei locali e nelle piazze del mio Salento. Tutto ciò però non deve esser la fine ma l’inizio di un nuovo capitolo: sostenuto dai propri cari, dai propri amici e soprattutto dalla fede, si può e si deve continuare nella speranza che la scienza un giorno ci possa rimettere in piedi. Appunto, proprio la scienza: notizia di poche settimane fa è che l’equipe medica del prof. Leonardo Longo, docente Laser Chirurgia e Medicina all’Università di Siena e San Marino, ha condotto una sperimentazione durata sei anni su 78 pazienti con lesione al midollo spinale: lo studio ha mostrato l’efficacia della tecnica laser nel ridurre l’infiammazione e nel recupero (in tutti i pazienti) di funzioni essenziali e in cinque casi addirittura l’abbandono della sedia a rotelle. Con la presente intendo esprimere i miei più sinceri ringraziamenti ai miei familiari, ai miei amici per il loro Amore e Affetto dimostrati; ringrazio tutto il personale medico, fisioterapico e infermieristico per la loro disponibilità e la loro professionalità ed il decisivo aiuto nel rendermi il più possibile autonomo. Infine ringrazio tutti coloro che mi sosterranno in questa nuova avventura piena di speranza. Chiunque lo vorrà potrà rendere tangibile la sua solidarietà lasciando il proprio contributo presso la Chiesa Madre San Salvatore di Alessano nelle mani di don Gigi Ciardo. Con Affetto

Cristian Santoro


Alessano

La speranza nel dono

Ad Alessano una serata di testimonianze e letture sulla forza dei pazienti. Domani 18,30, presso la Casa della Convivialità in via Corte Vittorio Emanuele. Fulcro della serata la presentazione del libro “Mi racconto a voi”, realizzato da sei ex pazienti e un team di professionisti del settore medico

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Si rinnova l’annuale appuntamento intitolato “La speranza nel dono”.

L’evento rappresenta un’importante occasione per condividere le esperienze e i racconti di pazienti che hanno affrontato il difficile percorso di cura e guarigione dai tumori del sangue.

L’evento è in programma per domani, martedì 19 novembre, dalle 18,30, presso la Casa della Convivialità in via Corte Vittorio Emanuele, ad Alessano.

I saluti istituzionali apriranno l’evento.

Seguiranno gli interventi del dottor Nicola Di Renzo (Direttore UOC Ematologia e Trapianti Cellule Staminali all’Ospedale Vito Fazzi di Lecce), della dottoressa Anna Mele (Direttore UOC Ematologia e Trapianti Cellule Staminali all’Ospedale Cardinale Panico di Tricase) e del dottor Mario Tarricone (Presidente di AIL Lecce ODV e Referente nazionale del Gruppo Pazienti Linfomi AIL-FIL).

Il fulcro della serata sarà la presentazione del libroMi racconto a voi”, realizzato grazie alla collaborazione di sei ex pazienti e un team di professionisti del settore medico, tra cui i dottori Di Renzo, Mele, Dargenio, De Giorgi, De Risi, G. Greco, C. Greco e la dottoressa S. Sibilla.

Il progetto, nato per dare voce ai vissuti personali dei pazienti e delle loro famiglie, intende sensibilizzare il pubblico e promuovere una maggiore empatia e comprensione verso chi affronta queste sfide.

Attraverso la narrazione, l’obiettivo è migliorare la comunicazione medico-paziente, rendendo più evidente l’importanza di comprendere e rispondere alle esigenze individuali.

Durante l’evento, Elisea Ciardo e Valerio Melcarne interpreteranno le storie ed emozioni dei sei protagonisti, ripercorrendo il loro cammino dalla diagnosi alla guarigione con letture profonde e toccanti.

A concludere la serata, il dottor Vincenzo Pavone dell’Ospedale Cardinale Panico di Tricase offrirà un intervento riassuntivo e riflessivo.

La serata sarà moderata dalla giornalista Silvia Cazzato.

Il volume e l’iniziativa si inseriscono nel contesto della Medicina Narrativa, una disciplina che ha iniziato a diffondersi negli anni ’90 e che dal 2015 ha trovato il supporto dell’Istituto Superiore di Sanità, che ne ha pubblicato le linee di indirizzo per l’uso nelle malattie croniche e rare.

La Medicina Narrativa si distingue per l’adozione di una metodologia comunicativa che riconosce il valore della narrazione come strumento fondamentale per integrare i punti di vista di tutti gli attori del processo di cura.

La speranza nel dono” è un evento che invita alla riflessione e all’ascolto, sottolineando che dietro ogni numero e statistica c’è una persona con un vissuto unico e prezioso.

Partecipare significa contribuire a costruire una comunità più consapevole e solidale.

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Alessano

Tragedia ad Alessano: 26enne muore nel giorno del suo compleanno

Il giovane potrebbe essere deceduto a causa dell’utilizzo dei cosiddetti balloons, dei palloni contenenti un gas aspirato per godere degli effetti esilaranti

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Una festa finita in tragedia nel Capo di Leuca dove un ragazzo è deceduto nel giorno del suo compleanno.

È quanto accaduto nelle scorse ore ad Alessano dove ha perso la vita un 26enne del posto.

Il giovane era in compagnia di alcuni suoi amici per il suo giorno di festa. All’improvviso le celebrazioni si sono trasformate in dramma: per il ragazzo si è reso necessario l’intervento d’urgenza del 118, tra lo sgomento dei suoi amici.

Il giovane è irrimediabilmente deceduto nel giro di pochi minuti. A provocarne la morte, con tutta probabilità, secondo le prime ricostruzioni, l’utilizzo dei cosiddetti balloons, dei palloncini contenenti protossido d’azoto.

Una pratica in voga secoli fa tra i giovani britannici e tornata, purtroppo, di moda ai nostri giorni: inspirare il cosiddetto gas esilarante per godere degli effetti che provoca, una sorta di sballo esilarante.

Pratica che, purtroppo, può avere anche conseguenze letali. I carabinieri, intervenuti sul luogo della tragedia, sono al lavoro in queste ore per ricostruire nel dettaglio l’accaduto.

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Alessano

A casa non risponde e si teme il peggio. Ma era in ospedale da tre giorni

Sul posto carabinieri e vigili del fuoco allertati dai vicini e dalla donna che lo accudiva. L’uomo, invece, non si era sentito bene e aveva allertato da solo il 118

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Paura questa mattina per le sorti di un uomo di Alessano, residente sulla via per Specchia.

Molti hanno pensato al peggio quando hanno visto arrivare, sotto la sua abitazione, carabinieri e vigili del fuoco del Distaccamento di Tricase.

Anche perché, sono noti in paese i problemi di salute dell’uomo, che deve ricorrere alle bombole di ossigeno per sopravvivere.

Nessuno sapeva dove potesse essere e persino la donna che lo aiutava in casa, non aveva più sue notizie da tre giorni.

Alla fine, si è scoperto che lo scomparso, proprio da tre giorni, si trova ricoverato presso il reparto di pneumologia dell’OspedaleCardinale Panico” di Tricase.

Si era sentito poco bene e, in qualche modo, era riuscito ad allertare il 118, che ha provveduto a trasportarlo in ospedale.

Evidentemente di notte, perché i residenti della zona erano ignari di tutto e non si erano accorti dell’avvenuto ricovero.

Sono stati i carabinieri a ricostruire l’intera vicenda e smontare la preoccupazione per il silenzio dell’uomo.

*In alto foto di repertorio

 

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