Gagliano del Capo
Gagliano del Capo: sospesa l’installazione del radar
Primo hurrà per il “Comitato anti radar”. Sospesi i lavori per l’installazione del cosiddetto radar “anti-immigrazione” della Guardia di Finanza tra le località “Sciuranti”
Primo hurrà per il “Comitato anti radar”. Sospesi i lavori per l’installazione del cosiddetto radar “anti-immigrazione” della Guardia di Finanza tra le località “Sciuranti” e “Salanare” a Gagliano del Capo, nei pressi del Parco Naturale “Otranto-Santa Maria di Leuca”. Dopo i sitin di protesta di tanti cittadini, che oltre a difendere l’integrità del territorio temono per gli effetti potenzialmente pericolosi delle microonde del radar, si è deciso di ridiscutere il tutto. E i soggetti in causa ora rivaluteranno l’intera vicenda in attesa della sentenza del Tar in merito al ricorso del Comitato. “Da un giorno all’altro”, racconta Cosimo Trane del “Comitato anti radar”, “abbiamo visto iniziare i lavori in un’area bellissima e vicina al Parco. Così ci siamo allertati e indagando abbiamo scoperto che volevano installare un radar per la Guardia di Finanza. Un radar che sarebbe stato uno sfregio al territorio ed avrebbe rappresentato un pericolo per la salute dei cittadini per l’emissione di micro onde”. È nato quindi, in modo spontaneo, il Comitato, che ha vivacemente dimostrato la propria contrarietà. “Così, dopo alcuni tavoli tecnici”, continua Trane, “a cui hanno partecipato sia la Guardia di Finanza che Enti preposti ad esprimere un parere in merito, si è arrivati alla decisione di sospendere momentaneamente i lavori. Il Comune ha chiesto all’Arpa di rivalutare la situazione e noi del Comitato, insieme a Legambiente e ad altre Associazioni che hanno aderito, abbiamo inoltrato ricorso al Tar. Ora aspettiamo la sentenza augurandoci che si receda dalle intenzioni e che questo radar sia installato da un’altra parte e comunque ben lontano dalla popolazione”.
Giuseppe Cerfeda
Cronaca
Incidente a San Dana, morto operaio nettezza urbana
L’uomo, un trentenne di Castrignano del Capo, era stato da poco assunto
Morte sul lavoro questa mattina a San Dana, frazione di Gagliano del Capo.
Cosimo Bello, 30 anni, ha perso la vita in un incidente stradale tra un camion della nettezza urbana ed un suv Kia, avvenuto alle 5 del mattino sulla Statale 275.
L’operaio a quanto è dato sapere era da poco stato assunto.
Nello scontro sono rimaste anche ferite altre tre persone: due di loro trasportate in codice rosso all’ospedale di Tricase (un passeggero dell’auto ed un operatore ecologico), ed una in codice giallo (era a bordo della Kia) a quello di Scorrano.
Sul posto oltre ai sanitari del 118 sono intervenuti anche i vigili del fuoco del distaccamento di Tricase.
I carabinieri sono al lavoro per ricostruire le esatte cause dell’incidente.
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Cronaca
Serata brava, 17enne finisce in ospedale in coma etilico
Una sbronza nella notte tra sabato e domenica e poi il malore. È accaduto a Gagliano del Capo, dove il ragazzo era arrivato da un paese vicino. Trasportato in ospedale, ora è fuori pericolo
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Nella notte tra sabato e domenica un 17enne si è sentito male a Gagliano del Capo dopo aver trascorso la notte con amici.
Il ragazzo è svenuto nei pressi del campetto delle case popolari dopo l’una di notte.
L’allarme dei sui coetanei ha fatto giungere sul posto i sanitari del 118 che hanno provveduto al trasferimento d’urgenza presso il vicino ospedale di Tricase.
Gli esami hanno subito confermato come il ragazzo avesse alzato il gomito: il suo tasso alcolemico, infatti, era molto superiore agli standard di normalità.
Il 17enne residente, in un comune vicino a Gagliano del Capo, non corre pericolo di vita anche se ha passato la notte in terapia intensiva nel reparto di rianimazione per smaltire la sbronza.
Resta sotto controllo in ospedale ma la situazione dovrebbe presto normalizzarsi e rendere possibili le dimissioni.
Sulla vicenda farà le sue valutazioni la Procura dei minori di Lecce.
Approfondimenti
Muretti a Secco e Pajare
Costruire salentino: Dario Damiano Profico di Gagliano del Capo “riporta in vita” le pietre
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Con Dario Damiano Profico di Gagliano del Capo siamo al quarto capitolo del nostro approfondimento sulla tradizione dell’edilizia salentina (dopo l’intervento del Conservatore-Restauratore Giuseppe Maria Costantini, il Coccio Pesto e le Cementine e le Volte a Stella)
Dario ha fatto della sua passione un lavoro.
Da quasi 25 anni la sua mission è restaurare muretti a secco e pajare che, ipse dixit, «ricostruisco com’erano all’origine».
Anche Dario conferma che la «richiesta di lavori tradizionali è alta sia perché il risultato è indubbiamente bello da vedere sia perché, per questo tipo di lavori, ci sono possibilità di accedere a specifici finanziamenti. Il ripristino dei muretti a secco, in modo particolare, è molto richiesto».
Qual è in particolare il tuo lavoro?
«Riportare il tutto com’era un tempo con lo stesso tipo di lavorazione. Da non confondere con ciò che fanno taluni, utilizzando metodi non indigeni che danno un risultato finale diverso rispetto a quello che erano i muretti a secco originali del Salento, rovinandone peraltro l’estetica».
In particolare, a cosa ti riferisci?
«All’utilizzo del calcestruzzo e al mancato utilizzo della terracotta. Sia per le pajare che per i muretti ci tengo farli “a secco”, proprio come si faceva una volta. Per questo chiedo che le pietre non mi arrivino spaccate, ma esattamente come sono state scavate. In modo che io possa dare consistenza al tutto con le pietre grosse, senza utilizzare il cemento».
Il cemento non lo utilizzi affatto?
«Tendo a farne a meno. In qualche occasione sono costretto a farlo perché il committente vuol farci passare la corrente elettrica. Così, per evitare i crolli e cautelare i tubi, uso il calcestruzzo in tre strati: base, centrale e superiore perché ci metto il cordone finale a forma di “A”, per scaricare il peso al centro del muro e dare solidità a tutta la struttura».
Veniamo ai costi. Per un muretto a secco qual è il costo medio?
«Si parte da 35 euro fino ad arrivare a 90 euro a metro lineare. Dipende dalla richiesta. C’è chi vuole un muretto praticamente liscio, a fuga chiusa: in questo caso, la lavorazione richiede maggiori tempi e maggiori costi. Se uno vuole un muro che sia “uno specchio”, senza fughe, vuol dire che la pietra andrà lavorata nel minimo dettaglio e quindi il prezzo sarà più alto. Se, invece, si preferisce il metodo originale, con il minimo utilizzo del martello sulla pietra grezza locale, il costo scende».
E per le pajare? Se, ad esempio, dovessi rimetterne in piedi una di 50 metri quadri?
«Per una pajara di 50 mq, compresi gli esterni (si calcola così, NdR), occorreranno in media 8mila euro, sempre ricostruendola esattamente come era una volta, ovviamente tutta a secco».
Pajare riportate all’origine tranne che per un particolare: «Nel ricostruirla alzo l’apertura fino a due metri, due metri e 15 centimetri, perché in origine l’ingresso alla pajara era molto basso e quindi scomodo»
Qualche tempo fa Dario Profico ha fatto capolino su Rai 3:
«Erano affascinati dalla nostra storia, anche abitativa. Qualche volta è necessario che arrivino da fuori Salento per ricordarci ciò che abbiamo. Non sarebbe male stessimo più attenti a quelle che sono le nostre tradizioni».
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