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Il Beato operaio e la dignità del lavoro

Quest’anno l’1 maggio ha avuto un evento importante da celebrare: la beatificazione di Giovanni Paolo II. Il Papa che a vent’anni fu operaio e che onorò con tre encicliche

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Quest’anno l’1 maggio ha avuto un evento importante da celebrare: la beatificazione di Giovanni Paolo II. Il Papa che a vent’anni fu operaio e che onorò con tre encicliche e un centinaio di discorsi la “dignità del lavoro umano”. La sua beatificazione è avvenuta proprio nel giorno della festa del lavoro per pura coincidenza ma le motivazioni di questa scelta risiedono in ragioni di tipo liturgico. La festa del lavoro si unisce idealmente alla festa religiosa, ancora una volta quest’uomo ha unito una folla di uomini provenienti da diverse parti del mondo. In un periodo difficile come quello che stiamo vivendo, in cui la dignità dell’uomo sui luoghi di lavoro viene calpestata, in cui i valori sono orami divenuti tiepidi e inesistenti,  tutti sentiamo l’esigenza di esempi veri in un tempo cosi difficile. Karol Wojtyla ha dimostrato di esserlo con la sua grande statura morale, un uomo che non si può ingabbiare in schemi, guidato dai valori in cui credeva, dalla fede e da un’imponente e umile fermezza. Un uomo diventato Papa. Un Papa non clericale, innovatore, vicino alla gente, amato dai giovani, evangelizzatore di un mondo senza confini. Un uomo e un Papa da una gestualità semplice, spontanea, carica di affetto paterno ed empatia verso l’umanità.


Ripercorrendo la sua storia ci troviamo davanti ad un brillante studente di filologia e filosofia, con il progetto di diventare attore e scrittore per il teatro. Questo giovane che nell’infanzia ha perduto madre e fratello e che appena vent’enne nel settembre 1939 vede la storia del mondo cambiare: i nazisti invadono la Polonia, comincia l’inferno dell’Europa. Attraversare questo inferno, l’occupazione e la guerra, lo spettacolo del dolore, dei ghetti, delle rivolte soffocate nel sangue, del sacrificio degli innocenti, di tanti amici massacrati, lo portano a cercare, nel buio del male e della violenza che attraversa il mondo, le ragioni della speranza e della fede. Formante sarà l’esperienza di operaio in una cava e l’attività clandestina nella difesa della lingua e della cultura polacche che i nazisti vogliono annientare. E a poco più di vent’anni, Karol Wojtyla deciderà di cambiare progetto di vita, diventando sacerdote, come dirà, “ in nome del sacrificio di tanti miei compagni e compagne.” Si confronterà con il potere comunista. Per Karol Wojtyla, inizia una nuova battaglia per la libertà e per la dignità, una battaglia politica e ideale, una battaglia disarmata, la sua, e per questo ancora più efficace. Una battaglia, appunto, d’idee e di principi: la libertà religiosa, la libertà della cultura, la libertà come diritto assoluto dell’uomo. E’ la dignità del lavoro, del lavoro operaio. Il rispetto per tutti gli esseri umani che deve essere alla base del vivere civile.


Questo valore unico che dà il senso alla vita, che dà forza al grido di Wojtyla quando sarà eletto Papa: “Non abbiate paura…”. Questa decisione è certamente l’arrivo di un percorso di fede ma è anche il frutto di una volontà ferma a dedicare la propria vita alla difesa della dignità di ogni essere umano, alla sacralità della vita, di ogni vita a cominciare da quella dei più deboli. Le sue encicliche sociali erano chiamate le encicliche dei superamenti: superamento del concetto di lavoro manuale; superamento delle classi sociali; supermento  dell’antinomia tra capitale e lavoro;  superamento della divisione tra capitalismo e socialismo; superamento del concetto di solidarietà tra soli operai, che dovevano difendere non solo i propri diritti ma pensare anche chi non aveva lavoro. Sul piano sociale sosteneva la priorità dell’uomo sul lavoro e la priorità del lavoro sul capitale. Nei suoi discorsi parlava di lotta contro un metodo che intende l’assoluta prevalenza del capitale rispetto all’uomo; parlava di lotta in nome della giustizia. Spesso faceva riferimento alla sua esperienza giovanile in fabbrica. A questo proposito aveva detto: ”La mia esperienza di vita operaia nei suoi aspetti positivi e negativi ha segnato profondamente la mia esistenza. Da allora il mistero dell’uomo ha invaso le mie riflessioni e mi sono sentito irresistibilmente spinto a battermi per il rispetto di tutto l’uomo”.


A distanza di undici anni si è celebrata la sua beatificazione e nello stesso giorno il valore del lavoro. Mi è sembrato opportuno concludere questo articolo ricordando una parte del discorso di Giovanni Paolo II fatto in occasione del Giubileo dei  lavoratori, come riflessione  per  tutti: imprenditori, politici, sindacati, lavoratori, giovani e donne in cerca di un occupazione e di una speranza per un futuro migliore. “Attraverso voi qui presenti, vorrei far pervenire il mio cordiale pensiero all’intero mondo del lavoro. La festa del lavoro richiama alla mente l’operosità degli uomini che vogliono, sul comando del Signore della vita, essere costruttori di un futuro di speranza, di giustizia e di solidarietà per l’intera umanità. Oggi su questo cammino di civiltà, grazie alle nuove tecnologie ed alla telematica, si affacciano inedite possibilità di progresso. Non mancano, però, nuovi problemi, che vanno ad assommarsi a quelli preesistenti e che suscitano una legittima preoccupazione. Perdurano, in effetti, e talora s’aggravano in alcune parti della terra fenomeni come la disoccupazione, lo sfruttamento dei minori, l’insufficienza dei salari. Bisogna riconoscere che non sempre l’organizzazione del lavoro rispetta la dignità della persona umana, né viene tenuta nel dovuto conto l’universale destinazione delle risorse. L’impegno per risolvere, in ogni regione del mondo, queste problematiche coinvolge tutti. Interessa voi, imprenditori e dirigenti; voi, uomini della finanza, e voi, artigiani, commercianti e lavoratori dipendenti. Dobbiamo tutti operare perché il sistema economico, in cui viviamo, non sconvolga l’ordine fondamentale della priorità del lavoro sul capitale, del bene comune su quello privato. E’ quanto mai necessario che si costituisca nel mondo una globale coalizione a favore del “lavoro dignitoso”. La globalizzazione è oggi un fenomeno presente ormai in ogni ambito della vita degli uomini, ma è fenomeno da governare con saggezza. Occorre globalizzare la solidarietà. Il Giubileo offre un’occasione propizia per aprire gli occhi sulle povertà e le emarginazioni, non solo delle singole persone ma anche dei gruppi e dei popoli. Ho ricordato nella Bolla di indizione del Giubileo che “non poche Nazioni, specialmente quelle più povere, sono oppresse da un debito che ha assunto proporzioni tali da renderne praticamente impossibile il pagamento”.

Ridurre o addirittura condonare questo debito: ecco un gesto giubilare che sarebbe quanto mai auspicabile! Questo appello è per le nazioni ricche e sviluppate; è, altresì, per coloro che detengono grandi capitali, e per quanti hanno capacità di suscitare solidarietà tra i popoli. Risuoni esso in questo storico incontro, che vede uniti in un medesimo sforzo lavoratori credenti e organizzazioni lavorative non confessionali. Cari lavoratori, imprenditori, cooperatori, operatori della finanza, commercianti, unite le vostre braccia, le vostre menti, i vostri cuori per contribuire a costruire una società che rispetti l’uomo e il suo lavoro. L’uomo vale più per quello che è che per quello che ha. Quanto si realizza al servizio di una giustizia più grande, di una fraternità più vasta e di un ordine più umano nei rapporti sociali conta di più di ogni progresso in campo tecnico”.


Daniela Casciaro


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La 4a edizione di Babele – Festival Multidisciplinare d’Emergenza

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Il grande teatro approda a Gallipoli.

Babilonia Teatri, Teatro Koreja e Michele Sinisi.

Sono questi i protagonisti della quarta edizione di Babele – Festival Multidisciplinare d’Emergenza, manifestazione organizzata da ZeroMeccanico Teatro dal 20 settembre al 13 ottobre prossimi.

Tre momenti teatrali, il 21 e 28 settembre e il 13 ottobre, di straordinario rilievo quelli ospitati dal Raffo Parco Gondarall’interno di un appuntamento ormai fisso che offre anche esperienze di comunità, poster art, laboratori interattivi sotto la direzione artistica di Ottavia Perrone e Francesco Cortese.

• Il 21 settembre il sipario si apre alle 20.30 su Essere o non Essere, spettacolo di Teatro Koreja realizzato in collaborazione con Babilonia Teatri.

Le parole disegnano il mondo, le parole il mondo possono cambiarlo.

Lo spettacolo racconta quattro piccole, semplici storie di ragazzi e ragazze che diventano esempi potenti ed emblemi delle infinite possibilità che ognuno contiene. 

Racconti che fanno riflettere, commuovere e arrabbiare, capaci di esprimere con parole ed immagini quanto sia necessario ascoltare e rispettare l’indole, il carattere, la sensibilità e l’unicità di ognuno. 

Quattro enormi pance che aspettano un bambino gioiscono, litigano, si emozionano. 

La serata rientra in “Parola alle ragazze e ai ragazzi”, progetto di ZeroMeccanico Teatro promosso dal Consiglio Regionale della Puglia nell’ambito dell’Avviso “Futura. La Puglia per la Parità”.

• Il 28 settembre il Raffo Parco Gondar, sipario ore 20.30, ospita La simpatia di tutte le cose, di e con Michele Sinisi, drammaturgo, regista e attore prolifico e poliedrico, Premio Ubu della Critica 2016.

Tutto parte dal ricordo di una lezione di scienze in cui la prof parla in classe della qualità dei liquidi di stare assieme: la simpatia. Alla lezione di scienze si alternano aneddoti di vita vissuta, forme immaginate nello spazio scenico e pian piano la simpatia si alleggerisce di ogni pretesa dottrinale. 

Il parossismo del dovere e del compito lascia spazio a un dialogo che verticalizza ogni istante. La classe percepisce l’occasione di un’esperienza che apre ad una visione nuova. 

• Terzo e atteso appuntamento con il teatro di Babele 2024 è Foresto, spettacolo di Babilonia Teatro, in cartellone il 13 ottobre prossimo sempre alle 20.30.

Tratto da “La notte poco prima delle foreste” di Bernard-Marie Koltès, Foresto porta in scena un incontro tra lingue. Tra francese, italiano e dialetto. Tra lingua scritta e orale. Tra Lis e musica elettronica. Un attore, un performer della Lingua italiana dei segni e un musicista danno vita a una creazione ibrida dove le differenze convivono. 

Due voci per un monologo, che si contrappongono, si incontrano e si moltiplicano sino a farsi voce sola.

Babilonia Teatri è una formazione entrata con passo deciso nel panorama teatrale contemporaneo. I fondatori del gruppo, Enrico Castellani e Valeria Raimondi, compongono drammaturgie dall’incedere unico sulle contraddizioni dell’oggi, mostrando i nervi scoperti del nostro tempo.

Info e prenotazioni spettacoli: 3483819266 – 3400801820 – zeromeccanicoteatro@gmail.com

 

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Cronaca

Si apre voragine nel manto stradale: tre auto incidentate

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Choc nella serata di ieri a Galatone per il cedimento di un tratto di manto stradale.

In una zona interessata da lavori in corso, in via Savoia, all’altezza del Cimitero, nel manto stradale si è aperta una voragine a causa del maltempo.

Tre le vetture in transito coinvolte dal cedimento. I mezzi ed i loro occupanti sono stati recuperati, fortunatamente senza gravi conseguenze.

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News & Salento

Commissione europea, Fitto vicepresidente esecutivo

L?anuncio di Ursula von der Leyen: «Raffaele Fitto sarà responsabile per la politica di coesione, lo sviluppo regionale e le città»

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Dopo le polemiche che hanno contrassegnato i giorni immediatamente antecedenti la nomina, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha presentato la sua nuova squadra nelle cui fila c’è anche il “nostro” Raffaele Fitto.

Sono sei le vicepresidenze esecutive proposte.

Oltre che la ministro salentino, gli altri ruoli apicali spetteranno alla spagnola Teresa Ribera, alla finlandese Henna Virkkunen, al francese Stéphane Séjourné, alla estone Kaja Kallas e alla romena Roxana Minzatu.

La Presidente von der Leyen ha così spiegato il ruolo dell’italiano Fitto: «Raffaele Fitto sarà responsabile per la politica di coesione, lo sviluppo regionale e le città. Porterà la sua grande esperienza per modernizzare e rafforzare gli investimenti per la coesione e le politiche di crescita».

«L’Italia è un Paese molto importante e ciò si deve riflettere anche nella scelta. Il Pe ha 14 vicepresidenti, due sono di Ecr. Ne ho tratto le conseguenze per la composizione della Commissione», ha aggiunto von der Leyen che, sulle reazioni degli altri gruppi ha replicato: «Dovete chiedere a loro».

Fitto gestirà i fondi dei Pnrr insieme a Valdis Dombrovskis. È l’indicazione contenuta nella lettera di missione inviata da Ursula von der Leyen al commissario italiano designato vicepresidente esecutivo.
«Realizzare le riforme e gli investimenti concordati stabiliti nei Pnrr dei Paesi Ue entro la scadenza del 2026 sarà una sfida significativa e richiederà sforzi costanti da parte di tutti i Paesi e della Commissione. Vorrei che tu guidassi questo lavoro», gli ha scritto la presidente, «insieme al commissario per l’Economia e la produttività, e ti concentrassi sull’implementazione completa e di successo di NextGenerationEU».

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