Attualità
“il Gallo” festeggia 15 anni. Tre lustri di libertà
GIUGNO 1996 – GIUGNO 2011. LA NOSTRA TESTATA COMPIE 15 ANNI. L’editoriale del direttore Luigi Zito e… gli auguri speciali.
GIUGNO 1996 – GIUGNO 2011. LA NOSTRA TESTATA COMPIE 15 ANNI. L’editoriale del direttore Luigi Zito e… gli auguri speciali.
15 anni con le vele spiegate
Inghiottiti dal ventre molle del Salento. E’ la cruda analisi che mi sento di fare dopo i nostri primi 15 anni. Inghiottiti, sì. Perché 15 anni fa, quando spiegavamo le vele al vento, la nostra terra, il Salento, era ancora un ventre molle pronto a ricevere ed a rigettare tutto, una terra antica, tracciata dalla storia e dal destino, ma al tempo stesso giovane, dinamica, pimpante, pronta a cogliere al volo quella brezza che il fato, in quel baleno, le offriva. Questa la foto in bianco e nero che scattammo nel (lontano) 1996. Partimmo convinti sul da farsi, con l’incognita legata alla poca esperienza e alla consapevolezza zero che, in quel respiro d’eternità, si stava concretizzando. Così, noi de “il Gallo”, primo free press salentino (e forse d’Italia: i vari Leggo, City, Metro, E Polis nazionali sarebbero nati solo qualche anno dopo), piegammo le vele alla brezza che, leggera e continua, spirava sulla nostra terra tracciando precise mete per il futuro. Quindici anni fa. I primi numeri, le prime difficoltà nel trovare una rotativa che potesse stampare le nostre prime 30.000 copie, la complessità nel far capire che la gratuità non sempre faceva rima con scarsità, che era un pregio e non un difetto, che anche fra la stampa gratuita si annidano covi di giornalisti pronti a lottare e “morire” per i propri ideali, la propria terra.
Fu un attimo e ci ritrovammo ad approdare nella sicura terra dei primi cento numeri; un respiro dopo, macerati nella salamoia del consenso e delle continue lodi che continuavano a pioverci addosso, salutavamo i nostri primi dieci anni e via via in un crescendo rossiniano. Il tempo passava, cresceva il Salento e crescevamo noi, il buon vento continuava a sospingerci verso nuove mete, una burrasca di emozioni continuava a cullare i nostri impegni, l’occhio vigile del Dio Nettuno ninnava le nostre aspirazioni, governava le nostre aspettative, saziava i nostri sogni. 15 anni dopo. La stella della buona sorte continua a custodire la nostra spregiudicatezza, la coscienza maturata ha rimpiazzato la dissacrazione naturale figlia dell’adolescenza. Le battaglie vinte sul campo, le inchieste, gli scoop, i forum, le interviste impossibili, la certezza di essere stati motivo di plagio per decine e decine di cloni che oggi invadono il Salento, ci fa continuare impettiti a segnare una strada che altri seguiranno. Ci lasceremo ancora trascinare dalla vita verso la diga delle emozioni lì dove tutto confluisce, pronti, una volta ancora, ad affrontare altre sfide, a rimetterci in gioco, ad elargire nuove emozioni, a segnare e sognare una nuova via per la nostra terra: una televisione prima fra tutte, GalloTv. Ci faremo condurre dalla bolina che soffia sul Salento e che sospinge anche noi e le nostre ritrovate aspirazioni. Oggi, nel profondo dei nostri cuori, sappiamo che anche le nostre penne multicolori serviranno a scrivere una rinnovata pagina di storia e che, se Dio vorrà, anche questa volta ci vedrà protagonisti.
Luigi Zito – Direttore
Auguri speciali: le strisciate di Mingo e Luca Abete
Mingo: “100 di questi chicchirichì”
Lo ammetto… sarò di parte! Per fare gli auguri alla testata de “il Gallo” non posso mostrarmi distaccato, visto che questo giornale festeggia i quindici anni di inchieste e questo mi ricorda proprio il mio sodalizio, con Striscia la Notizia che dura esattamente da tre lustri. Tanti auguri buon Gallo! A te e a tutti coloro i quali rendono possibile il tuo grande lavoro! Finalmente hai quindici anni: l’età giusta per un bunga-bunga party! Scherzo! So bene che occuparsi di informazione e di inchieste al Sud non è semplice, spesso si corre il rischio di sentirsi come un pensiero nella testa di Calderoli… ci si sente soli! Nel mio caso però la solitudine è bandita e così, dopo aver messo d’accordo ego, inconscio e Super io dentro di me (acqua in bocca! Non parlarne al mio commercialista, sarebbe capace di chiedermi tre parcelle diverse!), posso dire di essere ufficialmente dalla tua parte Gallo! La tua voce è sempre stata autonoma, indipendente e dunque sul tuo futuro puoi fare come un calciatore professionista: puoi scommetterci! Ho sempre apprezzato il tuo stile, libero dalle manipolazioni genetiche della politica e, tanto per restare in tema, dal botulino delle ingiustizie che alterano la verità. Perciò amico mio, se fossimo su Facebook cliccherei immediatamente Mi piace sul tuo profilo! Eppoi si sa: io ho un debole per il territorio nel quale ti muovi, il Salento è sempre stato il mio “buen retiro”! Un luogo che tutti hanno imparato a declinare come archetipo del bello (quanto ci tenevo a usare quest’espressione Dio solo sa!) e del quale, lasciatelo confidare segretamente, sono sempre stato orgogliosamente innamorato, anzi per essere più preciso, infoiato quanto un adolescente-posseduto, con gli ormoni più alterati di un’aliquota Irpef! Allora cento di questi “chicchirichì” a tutta la tua redazione! Diceva il buon poeta-filosofo Ceronetti: “Dove i galli non cantano, la tenebra resta per ventiquattrore attaccata al giorno”. Perciò schiarisciti la voce, buon Gallo, che la notte del malcostume e dell’imperizia è ancora alle porte.
Mingo De Pasquale – Striscia la Notizia
La pigna virtuale dell’inviato campano Luca Abete
Chi sa stare vicino alla gente ne capisce meglio le esigenze, impara a conoscerne i linguaggi e, con intelligenza, può diventare interprete di un servizio prezioso e apprezzato. Sarà per questo che da 15 anni siete un punto di riferimento affidabile per chi desidera un’informazione leale, precisa, puntuale e, soprattutto, attenta ai bisogni di chi sembra non aver più voce per farsi sentire. Festeggio con voi, quindi, questi 15 anni di “servizio” e vi invio, oltre ai miei auguri, una “pigna virtuale” che recita così: “Viva il Gallo, voce libera del Salento. Vera come il sole. Incontenibile come il mare. Veloce come il vento”.
Luca Abete – Striscia la Notizia
Winspeare: “L’unica vera consacrazione è quando… lo hai letto su il Gallo”
Abbiamo incontrato il regista salentino Edoardo Winspeare, che sin dal primo momento ha guardato con simpatia alla nostra iniziativa editoriale. E il regista ricorda ancora “i primi tempi quando di free press neanche si parlava e venne fuori “il Gallo”. E per la prima volta l’informazione arrivò a casa delle persone senza dover andare in edicola a comprare il giornale. Io ho scoperto il free press grazie a voi”. Era il giugno 1996 e “solo qualche tempo dopo arrivarono i vari “City” e “Leggo”, che ora sono diffusissimi anche nelle grandi città. Adesso siamo in pieno boom di giornali gratuiti, ma i precursori siete stati sicuramente voi de “il Gallo”. Ricordo anche che qualcuno considerava con una certa sufficienza il vostro prodotto perché era gratuito, non comprendendone invece le enormi potenzialità”. Al regista di Depressa va dato atto che sin dai primi momenti ci è stato vicino, non avendo difficoltà ad alternare interviste al “Times”, a “Le Monde” e a… “il Gallo”. E Winspeare lo dice a chiare lettere: “A me più del “commerciale” interessa il “popolare” e ne ho avuto riscontro direttamente sulla mia pelle”. E qui il regista di “Pizzicata” racconta un aneddoto molto gustoso: “Ricordo che il mio film aveva riscosso un certo successo, soprattutto all’estero, in particolare negli Stati Uniti ed in Francia. Ne parlavano tutti, ma mi hanno cominciato a fermare per strada solo dopo un vostro articolo. Ricordo ancora una signora che mi chiamo e mi disse: “Complimenti, complimenti… l’ho letto su “il Gallo”. Ecco, la notizia uscita sul vostro giornale era la certificazione doc, la consacrazione: se lo aveva detto “il Gallo”…”. Altro punto di contatto tra il popolare Winspeare e “il Gallo” è sempre stata la voglia di far riscoprire la nostra storia, la nostra tradizione: “Quindici anni fa la pizzica non era certo il fenomeno che è oggi. È venuta fuori grazie all’impegno di alcune persone, me compreso, ed “il Gallo” è stato un buon veicolo per la sua riscoperta. Oggi il Salento, in alcuni momenti, sembra Cuba o Bogotà, dove tutti ballano…”. E aggiunge: “Mi piace il garbo con cui trattate le vicende politiche dando anche sfogo a quelli che sono i nostri sentimenti campanilistici. Ci tengo molto al senso di comunità e secondo me è importante per ognuno di noi sentire di farne parte. Ed è un po’ una caratteristica degli italiani”. E poi ricorda un aneddoto simpatico che riguarda la rubrica fissa “Sù la cresta: il Personaggio”: “Bella idea perchè si mette in risalto la bellezza della gente cosiddetta comune. Ma ce ne fu una molto divertente in cui un “personaggio” aveva come hobby la “corsa dei cavalli”; come animale preferito “il cavallo” e come piatto preferito… “i pezzetti di cavallo!”. E giù una risata. Tornando serio, per il futuro Winspeare ci invita ad “insistere con le inchieste, a sollevare piccole e grandi situazioni della nostra quotidianità e, soprattutto, a continuare a dare voce a chi diversamente non avrebbe un megafono per rivendicare quelli che sono i propri diritti. Restando sempre liberi così come siete stati fino ad oggi”. (Giuseppe Cerfeda)
Attualità
Riqualificazione a Depressa, il Comune: “Invitiamo agli allacci prima dei lavori”
La nota indirizzata ai proprietari di immobili che insistono sulle strade interessate: “Richieste postume subiranno aggravio dei costi”

Sono in arrivo i lavori di riqualificazione nel centro storico di Depressa, nello specifico su via Brenta e via Fiume.
Il comune invita i proprietari di immobili che insistono sulle strade interessate a procedere all’allaccio alle pubbliche utenze prima del rifacimento della pavimentazione pubblica.
La nota redatta dal sindaco Antonio De Donno: “L’Amministrazione Comunale informa la cittadinanza che, con delibera n. 284 del 05/12/2024, è stato approvato il progetto per i lavori di manutenzione straordinaria finalizzati al rifacimento dei marciapiedi e alla realizzazione del basolato su Via Brenta, nella frazione di Depressa. L’intervento, attualmente in fase di affidamento, interesserà le aree indicate nella planimetria allegata. Per garantire la corretta esecuzione dell’opera e evitare future manomissioni della nuova pavimentazione, si invitano i proprietari degli immobili affacciati su Via Brenta e Via Fiume a presentare, entro 30 giorni dalla data del presente avviso, eventuali domande di allaccio alle reti cittadine (acqua, fogna, gas, luce, telefonia, ecc.).
Le richieste dovranno essere comunicate all’Ufficio Tecnico Comunale: mediante nota protocollata oppure via e-mail a: protocollo.comune.tricase@pec.rupar.puglia.it.
Attenzione: eventuali manomissioni successive al completamento dei lavori comporteranno un significativo aumento dei costi di allaccio a carico dei richiedenti”.
Attualità
L’altra Galatina: “Il sindaco crea alibi per nascondere fallimenti”
Al giro di boa, l’intervista alla consigliera di minoranza Loredana Tundo: “Molte feste, poco bene comune”

Mentre due Comuni della nostra provincia si preparano ad un maggio alle urne (Corsano e Taviano), altre esperienze amministrative sono invece a metà percorso. È il caso di Galatina. Alla guida della Città c’è il sindaco Fabio Vergine, che abbiamo avuto il piacere di ospitare sulle nostre colonne per approfondire l’operato della maggiornaza. Per il giro di boa, abbiamo invece incontrato la consigliera di minoranza Loredana Tundo, per fare il punto su questi 30 mesi dalla sua prospettiva.
Come vede la Città due anni e mezzo dopo le urne?
“Osservando l’attuale amministrazione dall’opposizione, devo dire che di tutta la programmazione annunciata ho visto ben poco: progetti bloccati, risorse restituite, varianti ai progetti già finanziati che hanno probabilmente rallentato la loro realizzazione, molte feste, ma poco per il bene comune. Ho fatto parte dell’amministrazione Amante dal 2017 al 2022, con deleghe ai lavori pubblici, urbanistica e pari opportunità. Conosco bene ciò che abbiamo lasciato in eredità e sono convinta che, se fosse stato portato avanti con continuità, avrebbe già dato molto alla Città. Parlo in particolare di rigenerazione urbana (i lavori relativi ai finanziamenti ottenuti sono o bloccati o procedono a rilento); mitigazione del rischio idrogeologico (finanziamenti fermi); restauro della Torre dell’Orologio (progetto bloccato da due anni con impalcatura deteriorata); Quartiere fieristico (in stato di abbandono); finanziamenti rifiutati (3 milioni di euro per l’eliminazione di tre passaggi a livello); edilizia scolastica (solo l’Istituto di via Corigliano completato). La mancanza di continuità amministrativa ha penalizzato fortemente Galatina. Nel complesso, non posso assolutamente dirmi soddisfatta da un’amministrazione che accusava la nostra di aver svolto il compitino (ricordo a tutti che quando iniziamo ad amministrare eravamo sull’orlo del fallimento e abbiamo lasciato una città con i conti in ordine), mentre non riesce neanche a svolgere i più semplici compiti che ha ricevuto in eredità”.
Intanto con nomi importanti (da Nek per la festa patronale a McDonald’s che sbarca in provincia) e 20 milioni di euro di finanziamenti (di cui 2,2 per la nuova Fiera) la maggioranza vede una Galatina al top della sua attrattività.
“Gli ospiti di rilievo per le feste patronali non sono una novità. L’organizzazione di eventi è certamente positiva, ma non può essere considerata un indicatore esclusivo dell’attrattività della città. Per quanto riguarda il McDonald’s si tratta di un insediamento commerciale come tanti altri. Ben venga se l’azienda decide di investire nel nostro territorio, ma non lo avrei presentato come un grande successo amministrativo. L’entusiasmo mostrato dal Sindaco e dall’Assessore sembra più orientato a lanciare messaggi che vanno oltre il semplice insediamento commerciale.
Il Sindaco ha parlato di 20 milioni di euro di finanziamenti durante un consiglio comunale, ma è necessario fare chiarezza su cosa realmente sia stato ottenuto: 6 milioni di euro per la condotta idrica (opera direttamente realizzata da Acquedotto Pugliese); 7 milioni per l’abbattimento dei passaggi a livello (nella prima ipotesi erano disponibili 12 milioni ai quali l’Amministrazione ha rinunciato con proprio atto: il saldo è negativo); 2,2 milioni per la nuova Fiera (fondi prelevati direttamente dalle casse comunali)”.
Recentemente, alla presenza di Paolo Mieli, è stata riaperta la biblioteca “Pietro Siciliani”, ed in questi giorni è arrivato l’annuncio della candidatura di “Galatina Capitale della Cultura”. È la strada giusta in ambito culturale?
“Quale impatto concreto ha avuto questo evento rispetto ai 500 volumi acquistati? È questa la domanda. La riqualificazione della biblioteca è stata resa possibile grazie al primo finanziamento ottenuto dalla nostra amministrazione. Galatina possiede un patrimonio culturale straordinario che meriterebbe di essere valorizzato pienamente. La candidatura a “Capitale Italiana della Cultura” potrebbe rappresentare una strada giusta per rafforzare l’identità culturale e attrarre nuove opportunità. Tuttavia, mi sembra che manchi una visione chiara e un percorso ben definito per raggiungere questo obiettivo”.
Riverbera spesso il tema del rapporto con le frazioni, i cui cittadini qualcuno sostiene siano considerati di Serie B. Se ne è riparlato in seguito alla temporanea chiusura degli uffici comunali di Noha e Collemeto. Qual è il suo punto di vista a riguardo?
“È evidente che i presidi nelle frazioni sono fondamentali e che i servizi comunali devono essere erogati direttamente ai cittadini per garantire una vera prossimità. Tuttavia, la chiusura di questi uffici contraddice questo principio.
Inoltre, Collemeto ha subito anche la perdita del medico di base, ma su questo tema non abbiamo sentito alcuna dichiarazione da parte del Sindaco, se non dopo le nostre sollecitazioni. Le recenti riaperture degli uffici comunali a partire dal 14 aprile 2025 sono un passo positivo, ma è fondamentale che ci sia un piano strutturato”.
Di recente ha pubblicamente incalzato il sindaco sulla visita, condita da critiche, di Paolo Pagliaro all’ospedale “Santa Caterina Novella”. Lo giudica uno scivolone del consigliere regionale o un corto circuito politico?
“La vedo come una strumentalizzazione della sanità per fini elettorali. Pagliaro si presenta con le sue telecamere non per affrontare realmente i problemi, ma per mettersi in evidenza. Questo comportamento riflette un corto circuito politico, poiché il Sindaco ha scelto di ignorare la situazione, sperando che passasse inosservata. E non è la prima volta, perché lo ha fatto già all’inizio della sua amministrazione: dare la presidenza della Commissione Sanità ad un altro consigliere significa non assumersi la responsabilità del risultato che la sua amministrazione sarà in grado di ottenere. Questo modo di fare mi sembra simbolico di un primo cittadino che è in prima fila quando si tratta di eventi, ma è defilato quando si tratta di prendere posizioni politiche. A proposito di Pagliaro, dove sarà il sindaco Vergine alle elezioni regionali? Qual è la sua posizione?”
Si parla molto in paese dell’aumento delle tariffe cimiteriali. A 12 anni dall’ultimo intervento, l’adeguamento è fisiologico?
“L’aumento delle tariffe cimiteriali, che raggiunge l’80%, non può essere considerato fisiologico, soprattutto senza una chiara spiegazione dei motivi nella delibera. È importante sottolineare che nella documentazione ufficiale sembra mancare il paragrafo dedicato alle motivazioni. La situazione è aggravata dal problema dell’ampliamento dell’area cimiteriale. Attualmente, molte salme sono in attesa di tumulazione poiché i loculi disponibili sono esauriti”.
Vergine afferma che alle sue spalle si tifi per una Galatina perdente. È la verità?
“Assolutamente no! E’ un alibi creato dal Sindaco per giustificare i suoi fallimenti. Io amo profondamente la mia Città e le sue frazioni; il mio attaccamento è viscerale. La vittoria di Galatina deve essere l’obiettivo comune di tutti noi”.
Quali sono gli aspetti trascurati da questa amministrazione su cui lei lavorerebbe se oggi fosse prima cittadina?
“Mi concentrerei su diversi aspetti trascurati dall’attuale amministrazione, in particolare sul tema del lavoro. Un progetto che porterei avanti è quello di sviluppare un hub ITS Academy. Inoltre, migliorerei le infrastrutture a supporto delle aziende locali. Investire in strade, trasporti e servizi è cruciale per stimolare l’economia e attrarre nuovi investimenti. Ma in ogni caso, se parliamo di tematiche trascurate dall’attuale amministrazione, temo che non mi basterebbe tutto il suo giornale per risponderle”.
Attualità
Tricase torna al centro del Mediterraneo
A dieci anni dall’inaugurazione dell’avamposto del “Centro internazionale di alti studi agronomici mediterranei”, Tricase Porto recupera il suo storico ruolo di ponte tra culture e di luogo d’incontro tra popoli lavorando allo sviluppo sostenibile

di Lorenzo Zito
Tre bandiere che sventolano alte tra le correnti del Canale d’Otranto, un avamposto affacciato sul mare ed un acronimo importante. Siamo a Tricase Porto, il luogo scelto dal CIHEAM Bari quale posto ideale per declinare in modo concreto la sua missione: promuovere la cooperazione e lo sviluppo sostenibile (con un orizzonte che in principio era sui territori costieri e rurali del Mediterraneo e che oggi va ben oltre).
Parliamo del Centro internazionale di alti studi agronomici Mediterranei, organizzazione intergovernativa composta da 13 stati membri (oltre all’Italia, ne fanno parte Albania, Algeria, Egitto, Spagna, Francia, Grecia, Libano, Malta, Marocco, Portogallo, Tunisia e Turchia), con sede centrale a Parigi (l’acronimo va interpretato proprio in lingua francese).
L’esperienza di Tricase Porto viene avviata già nel 2006, quando tra CIHEAM Bari e la locale Associazione Magna Grecia Mare iniziano dialogo e collaborazione sugli obiettivi da ciascuna perseguiti, con l’orizzonte di portare anche oltre confine la visione e l’esperienza di Magna Grecia Mare, già condivisa con e dalla Città di Tricase.
È il 2015, invece, quando viene inaugurato il primo nucleo della sede di Tricase del CIHEAM Bari, grazie alla ristrutturazione e rifunzionalizzazione di alcuni immobili concessi dal Comune di Tricase in comodato.
I dieci anni trascorsi dal giorno in cui è stata (simbolicamente) piantata questa bandierina che, attraverso il mare, guarda al mondo, ci offrono una prospettiva che racconta come, nel lavorare ai macro-obiettivi dell’organizzazione, questo presidio stia recuperando uno dei più grandi valori storici di questo lembo di terra: la sua centralità nel Mediterraneo.
LA PERIFERIA CHE DIVENTA CENTRO
La scelta di Tricase (in qualità di sede operativa del CIHEAM Bari) non è casuale, né frutto di una semplice opportunità logistica. Al contrario, è una scelta strategica e profondamente radicata nella storia, nella cultura e nella visione del Mediterraneo come spazio di incontro e cooperazione tra popoli e territori.
Tricase, con il suo porto e la sua comunità, incarna perfettamente il concetto di “periferia che diventa centro”. Una cittadina che, pur trovandosi al confine sud-orientale d’Italia, si proietta al centro del Mediterraneo, diventando un ponte naturale tra Nord e Sud, tra Europa, Balcani, Nord Africa e Medio Oriente.
Da sempre, in verità, Tricase Porto rappresenta un punto di snodo tra mare e terra, tra Oriente e Occidente, tra tradizione e innovazione. La sua storia millenaria di approdo di genti, saperi e commerci ne ha fatto uno dei cuori pulsanti della cultura marinara del Salento. Qui il mare non è mai stato solo confine o barriera, ma strada di comunicazione e di scambio, fonte di vita, lavoro e cultura.
SINERGIE LOCALI
In questo contesto, fatto non solo di territorialità e storicità ma anche di preziose sinergie, il CIHEAM Bari ha trovato il quadro ideale per sviluppare una delle sue missioni più importanti: la crescita sostenibile delle comunità costiere attraverso la cooperazione internazionale. Un’area, questa, che ha saputo conservare e rinnovare la propria memoria marinaresca, grazie anche all’impegno dell’Associazione Magna Grecia Mare, una locale realtà culturale no profit impegnata nella valorizzazione dei patrimoni territoriali costieri mediterranei. Partendo dal porto di Tricase, dal 2003 l’associazione si occupa della salvaguardia e della diffusione della marineria tradizionale da lavoro e della pratica di mare e delle sue documentate e tradizionali interazioni con l’entroterra, tipiche di una penisola proiettata in “un mare tra le terre”. Il lavoro paziente e appassionato dei suoi associati ha svolto un ruolo fondamentale nel recuperare e valorizzare la cultura del mare di Tricase e del Capo di Leuca: attraverso il restauro di antiche imbarcazioni in legno, la trasmissione dei saperi dei maestri d’ascia e l’organizzazione di eventi e laboratori dedicati alla tradizione marinara, Magna Grecia Mare ha riacceso l’orgoglio e il senso di appartenenza della comunità locale verso la propria identità marinara.
C’è poi il Comune di Tricase che, già coinvolto nell’iniziativa, con attenzione costante e attraverso proficua collaborazione, ha contribuito fortemente alla realizzazione di questo percorso, riconoscendo il valore strategico della cultura del mare per il rilancio economico, sociale e culturale del territorio. L’amministrazione comunale ha sostenuto nel tempo azioni e progetti mirati a trasformare il porto in uno spazio pubblico condiviso, un vero Porto Museo (riconosciuto di interesse regionale), luogo di memoria ma anche di innovazione e progettazione del futuro senza dimenticare il passato.
LABORATORIO DI SVILUPPO COSTIERO
Se il terreno è fertile, i germogli sono tanti. La presenza del CIHEAM Bari a Tricase ha contribuito innanzitutto a rafforzare un concetto innovativo: quello di “comunità costiere”. Non più semplici località di mare o territori da valorizzare solo per il turismo, ma comunità vive e complesse, fatte di persone, mestieri, tradizioni e nuove sfide da affrontare insieme.
Le comunità costiere sono oggi in prima linea di fronte ai cambiamenti climatici, alla crisi della pesca artigianale, alla necessità di proteggere la biodiversità marina e costiera, alla gestione sostenibile delle risorse. La sede di Tricase del CIHEAM Bari ha lavorato e lavora proprio al rafforzamento di queste comunità, promuovendo la formazione dei giovani, la valorizzazione delle competenze tradizionali, l’innovazione nei settori legati tanto al mare quanto alla terra e la cooperazione tra territori che condividono gli stessi bisogni e le stesse opportunità.
Tricase è diventata così un laboratorio di sviluppo costiero sostenibile, un luogo dove si sperimentano nuove strategie per valorizzare la cultura del mare e trasformarla in opportunità di crescita e benessere per la popolazione.
DIMENSIONE LOCALE E VISIONE INTERNAZIONALE
È così che, nel cuore del Salento, si è creata una vera e propria piattaforma per il dialogo tra comunità costiere di Paesi diversi, che condividono sfide comuni e cercano insieme soluzioni per uno sviluppo sostenibile, rispettoso delle identità culturali e delle tradizioni. Non a caso, numerose e continue sono le visite di rappresentati di importanti enti ed istituzioni internazionali o, ancora, di portavoce di diversi Paesi del mondo. Ospiti che si recano alle pendici della scogliera tricasina per raggiungere questo avamposto che, attraverso monitoraggio e ricerca scientifica, corsi di alta formazione sullo “Sviluppo Sostenibile delle Comunità Costiere”, laboratori di comunità ed una lunga serie di buone pratiche ed attività orientate alla cooperazione internazionale ed allo sviluppo sostenibile, è diventato un luogo dove la dimensione locale incontra la visione internazionale. Un posto in cui la piccola scala diventa spazio di sperimentazione di modelli replicabili su scala più ampia.
Da Tricase partono progetti di cooperazione che parlano a tutte le comunità costiere del Mediterraneo e del mondo, valorizzando il capitale umano, sociale ed economico delle persone che vivono e lavorano sul mare. Tricase, con la Terra d’Otranto tutta, oggi come un tempo si fa ponte tra culture, luogo di transito e di incontro tra civiltà, snodo di crescita del Mare Nostrum.
È un viaggio verso un futuro diverso che passa attraverso il recupero di una centralità che appartiene al passato. Se sapremo comprenderne il valore, potremo esserne partecipi tutti.
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