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Cronaca

Gallipoli, sorpreso con 100 g di marijuana: arrestato

Nella serata di ieri, i Carabinieri dell’ Aliquota Radiomobile di Gallipoli, hanno messo fine alle attività illecite di un gallipolino, M.C. classe 1974, sulle cui tracce erano ormai da tempo.

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Nella serata di ieri, i Carabinieri dell’ Aliquota Radiomobile di Gallipoli, hanno messo fine alle attività illecite di un gallipolino, M.C. classe 1974, sulle cui tracce erano ormai da tempo. Tutto è andato come previsto dai militari. Il soggetto, come di consueto, si è recato dove tutte le sere apriva il suo droga-shop in riva al mare sul lungomare Galilei. Ma ieri sera, invece dei soliti acquirenti ha trovato i Carabinieri ad attenderlo. I militari, ben appostati, non gli hanno dato il tempo di disfarsi di quanto aveva addosso, nonostante lo stesso ci avesse provato lasciando cadere a terra un involucro nero. Sebbene il posto non fosse illuminato, i Carabinieri hanno visto i suoi movimenti e hanno effettuato un controllo approfondito. Dalla perquisizione personale e da ciò che il ragazzo ha lasciato cadere a terra, un astuccio di colore nero, sono stati rinvenuti complessivamente circa 100 grammi di “Marijuana”, suddivisa in 24 bustine di cellophane trasparente, tutte della stessa dimensione ma di peso differente, nonché euro 90, rivenienti dalle vendite effettuate in altri punti della città ionica. Lo stesso, che prima d’ora non aveva avuto precedenti per spaccio, ma solo diverse segnalazioni per uso non terapeutico di sostanze stupefacenti, era comunque noto ai militari della Compagnia di Gallipoli, poiché per la sua scaltrezza era riuscito a farla franca diverse volte. Condotto negli uffici del Nucleo Radiomobile, espletate tutte le formalità di rito e dopo aver avvisato il Magistrato di turno è stato messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria presso il proprio domicilio, in regime di arresti domiciliari.

Cronaca

Arrestato corriere della droga

Sulla Brindisi Lecce fermato 50enne albanese a bordo di un’Alfa Romeo Giulietta. Trasportava 17 chili di cocaina che, una volta immessi sul mercato avrebbero consentito alle organizzazioni criminali destinatarie della droga profitti illeciti per 2 milioni di euro

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I finanzieri del Comando Provinciale di Lecce durante un servizio di controllo economico del territorio, nella tarda serata di ieri, hanno individuato e fermato un’autovettura che procedeva sulla statale 613 tra Brindisi e Lecce.

L’autovettura con a bordo solo il conducente, un 50enne di nazionalità albanese, è stata sottoposta ad un normale controllo di polizia, in quanto i militari insospettiti dalla velocità sostenuta alla quale viaggiava il mezzo, un’Alfa Romeo Giulietta, nonché da evidenti segni di irrequietezza del’uomo, inducevano gli stessi ad approfondire tale situazione sospetta.

Il controllo preliminare e l’atteggiamento elusivo del conducente facevano ritenere necessaria un’ispezione più accurata del mezzo presso gli uffici di piazzetta dei Peruzzi, anche attraverso l’ausilio delle unità cinofile del Gruppo di Lecce.

L’approfondita ispezione ha dato esito positivo e consentito di individuare quindici panetti di circa 1.100 grammi ciascuno, per un peso complessivo di circa 17 chilogrammi di cocaina.

Il corriere, con precedenti penali specifici in materia di stupefacenti, è stato tratto in arresto e condotto presso la casa di reclusione di Borgo Sannicola a Lecce, mentre il veicolo utilizzato per il trasporto illecito, unitamente al quantitativo dello stupefacente, sono stati sottoposti a sequestro.

La cocaina immessa sul mercato avrebbe consentito alle organizzazioni criminali destinatarie dello stupefacente di ottenere illeciti profitti per circa 2 milioni di euro.

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Cronaca

Bruciava letame in campagna, denunciato titolare azienda agricola

Odori nauseabondi e inquinamento, rinvenuti dai carabinieri 140 metri cubi di letame combusto

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A far scattare le indagini sono state le numerose segnalazioni da parte dei cittadini di Veglie.

Il titolare di un’azienda agricola è stato denunciato per illecita gestione di rifiuti speciali non pericolosi, depositati al suolo e smaltiti mediante combustione.

Gli odori nauseabondi che, negli ultimi giorni, hanno investito la cittadina vegliese hanno portato all’avvio delle indagini da parte dei militari della locale Stazione unitamente a quelli del Nucleo Carabinieri Forestali di Lecce che hanno ricondotto l’origine del fenomeno all’illecito trattamento di rifiuti da parte di un’azienda del territorio.

A seguito delle segnalazioni i carabinieri hanno effettuato diversi sopralluoghi e circoscritto l’area di origine fino ad individuare un’azienda agricola ricadente nel territorio di Salice Salentino.

L’ispezione ha consentito di accertare all’interno dell’area aziendale la presenza di numerosi cumuli di letame derivante da attività di allevamento zootecnico, sparsi su un’area di circa 450 metri quadri, per un volume di circa 140 metri cubi, per la maggior parte combusto.

Il titolare dell’azienda è stato quindi denunciato all’Autorità Giudiziaria per illecita gestione di rifiuti speciali non depositati al suolo e smaltiti mediante combustione.

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Cronaca

Lucugnano: «Sistemate quei semafori»

«Aspettiamo che qualcuno si faccia male per ripararli?». La segnalazione: all’ingresso della frazione, per chi proviene da Tricase, tre semafori che da fine settembre non funzionano

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Se ad un incrocio vi è un semaforo vuol dire che qualcuno, a monte, lo ha ritenuto importante per la sicurezza di tutti i passanti, in auto, moto, bici o a piedi che sia.

A Lucugnano, all’ingresso per chi proviene da Tricase, da oltre due mesi, tre semafori sono lampeggianti, non funzionano!

«La funzionalità dei semafori per la viabilità che regola il traffico sulla provinciale è inefficace», ci ha segnalato Elisa C., una nostra lettrice della frazione tricasina.

Che risale anche alla causa e alle origini del guasto: «Il loro funzionamento si è interrotto durante un temporale a fine settembre, sono lampeggianti da allora e, nonostante le sollecitazioni, nessuno è mai intervenuto».

«Aspettiamo che qualcuno si faccia male per ripararli?» si chiede Elisa, che evidenzia come questo non sia «un piccolo inconveniente ma un potenziale pericolo che richiede attenzione immediata per la sicurezza di tutti».

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