Cronaca
Truffe on-line: due foggiani affittavano appartamenti inesistenti
Il turista, sottoscritto un falso contratto di locazione speditogli via e-mail dal locatore, ha provveduto a versare un anticipo sull’affitto pari a 500 euro. Una volta sul posto l’abitazione non c’era
Nell’agosto scorso, due turisti, residenti nel bresciano e nel casertano, si sono presentati presso la Finanza di Gallipoli per denunciare l’ennesima truffa sugli affitti on-line delle abitazioni fantasma. In particolare, il turista bresciano ha affermato di aver risposto nel mese di giugno 2011 ad un annuncio pubblicato su un noto sito di inserzioni pubblicitarie, di una casa-vacanza al mare presso Baia Verde (Gallipoli), in affitto per 1.300 euro per il periodo dal 10 al 20 agosto. Dopo aver sottoscritto un falso contratto di locazione predisposto e speditogli via e-mail dal fantomatico locatore, ha provveduto a versare un anticipo sull’affitto pari a 500 euro. Giunto con la sua famiglia nella città ionica, il malcapitato turista si è immediatamente reso conto di essere stato raggirato e truffato dall’ormai irreperibile locatore, non riuscendo a rintracciare l’appartamento che avrebbe dovuto occupare, in quanto risultato inesistente. Per quanto riguarda invece il turista casertano, il malcapitato ha affermato di aver risposto nel mese di luglio ad un annuncio su un’ altro sito di inserzioni pubblicitarie, riguardante la locazione di un appartamento sito nel centro storico di Gallipoli, per il periodo dal 13 al 20 agosto, ad un canone di 650 euro. Il truffato, a titolo di caparra, aveva provveduto ad effettuare una ricarica di 325 euro sulla carta Postepay di proprietà del truffatore, così come preventivamente pattuito. Una volta arrivato nella città jonica per trascorrere le vacanze estive con alcuni amici, notava che la casa in affitto non era altro che un prefabbricato non abitabile ed ancora in fase di costruzione. Tempestive ed accurate investigazioni svolte dalla Guardia di Finanza di Gallipoli hanno consentito di individuare gli autori delle truffe, un 49enne di Foggia e un 25enne di Cerignola, già noti alle forze di polizia, i quali sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Lecce.
Cronaca
Arrestato corriere della droga
Sulla Brindisi Lecce fermato 50enne albanese a bordo di un’Alfa Romeo Giulietta. Trasportava 17 chili di cocaina che, una volta immessi sul mercato avrebbero consentito alle organizzazioni criminali destinatarie della droga profitti illeciti per 2 milioni di euro
I finanzieri del Comando Provinciale di Lecce durante un servizio di controllo economico del territorio, nella tarda serata di ieri, hanno individuato e fermato un’autovettura che procedeva sulla statale 613 tra Brindisi e Lecce.
L’autovettura con a bordo solo il conducente, un 50enne di nazionalità albanese, è stata sottoposta ad un normale controllo di polizia, in quanto i militari insospettiti dalla velocità sostenuta alla quale viaggiava il mezzo, un’Alfa Romeo Giulietta, nonché da evidenti segni di irrequietezza del’uomo, inducevano gli stessi ad approfondire tale situazione sospetta.
Il controllo preliminare e l’atteggiamento elusivo del conducente facevano ritenere necessaria un’ispezione più accurata del mezzo presso gli uffici di piazzetta dei Peruzzi, anche attraverso l’ausilio delle unità cinofile del Gruppo di Lecce.
L’approfondita ispezione ha dato esito positivo e consentito di individuare quindici panetti di circa 1.100 grammi ciascuno, per un peso complessivo di circa 17 chilogrammi di cocaina.
Il corriere, con precedenti penali specifici in materia di stupefacenti, è stato tratto in arresto e condotto presso la casa di reclusione di Borgo Sannicola a Lecce, mentre il veicolo utilizzato per il trasporto illecito, unitamente al quantitativo dello stupefacente, sono stati sottoposti a sequestro.
La cocaina immessa sul mercato avrebbe consentito alle organizzazioni criminali destinatarie dello stupefacente di ottenere illeciti profitti per circa 2 milioni di euro.
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Cronaca
Bruciava letame in campagna, denunciato titolare azienda agricola
Odori nauseabondi e inquinamento, rinvenuti dai carabinieri 140 metri cubi di letame combusto
A far scattare le indagini sono state le numerose segnalazioni da parte dei cittadini di Veglie.
Il titolare di un’azienda agricola è stato denunciato per illecita gestione di rifiuti speciali non pericolosi, depositati al suolo e smaltiti mediante combustione.
Gli odori nauseabondi che, negli ultimi giorni, hanno investito la cittadina vegliese hanno portato all’avvio delle indagini da parte dei militari della locale Stazione unitamente a quelli del Nucleo Carabinieri Forestali di Lecce che hanno ricondotto l’origine del fenomeno all’illecito trattamento di rifiuti da parte di un’azienda del territorio.
A seguito delle segnalazioni i carabinieri hanno effettuato diversi sopralluoghi e circoscritto l’area di origine fino ad individuare un’azienda agricola ricadente nel territorio di Salice Salentino.
L’ispezione ha consentito di accertare all’interno dell’area aziendale la presenza di numerosi cumuli di letame derivante da attività di allevamento zootecnico, sparsi su un’area di circa 450 metri quadri, per un volume di circa 140 metri cubi, per la maggior parte combusto.
Il titolare dell’azienda è stato quindi denunciato all’Autorità Giudiziaria per illecita gestione di rifiuti speciali non depositati al suolo e smaltiti mediante combustione.
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Cronaca
Lucugnano: «Sistemate quei semafori»
«Aspettiamo che qualcuno si faccia male per ripararli?». La segnalazione: all’ingresso della frazione, per chi proviene da Tricase, tre semafori che da fine settembre non funzionano
Se ad un incrocio vi è un semaforo vuol dire che qualcuno, a monte, lo ha ritenuto importante per la sicurezza di tutti i passanti, in auto, moto, bici o a piedi che sia.
A Lucugnano, all’ingresso per chi proviene da Tricase, da oltre due mesi, tre semafori sono lampeggianti, non funzionano!
«La funzionalità dei semafori per la viabilità che regola il traffico sulla provinciale è inefficace», ci ha segnalato Elisa C., una nostra lettrice della frazione tricasina.
Che risale anche alla causa e alle origini del guasto: «Il loro funzionamento si è interrotto durante un temporale a fine settembre, sono lampeggianti da allora e, nonostante le sollecitazioni, nessuno è mai intervenuto».
«Aspettiamo che qualcuno si faccia male per ripararli?» si chiede Elisa, che evidenzia come questo non sia «un piccolo inconveniente ma un potenziale pericolo che richiede attenzione immediata per la sicurezza di tutti».
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