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Tricase

Nozze di Diamante a Tricase

Domenica Minerva e Giuseppe Cosi festeggeranno martedì 25 ottobre le Nozze di Diamante.

“Sessant’anni di matrimonio sembrano un’eternità eppure, giorno dopo giorno

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Domenica Minerva e Giuseppe Cosi festeggeranno martedì 25 ottobre le Nozze di Diamante.


“Sessant’anni di matrimonio sembrano un’eternità eppure, giorno dopo giorno, sono diventati realtà. Avete applicato la formula di unire insieme amore e pazienza affrontando uniti gioie, dolori e sacrifici e godendo del mtrimonio i benefici. E’ stato tutto molto bello ma la vera soddisfazione è stata ed è tutt’ora per Voi la famiglia, che con affetto Vi fa i migliori auguri”.

Attualità

In Puglia oltre 100mila esercizi ricettivi. 302mila posti letto

n particolare, si contano 49 alberghi 5 stelle e 5 stelle lusso; 418 hotel 4 stelle; 415 hotel 3 stelle; 77 hotel 2 stelle; 30 hotel con 1 stella; 81 residenze turistico-alberghiere per un totale di 1.070 alberghi…

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Cresce l’offerta ricettiva nelle province e nei comuni pugliesi

In Puglia oltre 10mila strutture alberghiere ed extra-alberghiere. Posti letto a quota 302mila

La Puglia ha un’offerta turistica rappresentata da oltre 10mila esercizi ricettivi. Per la precisione, si contano 10.133 unità tra strutture alberghiere ed extralberghiere. È quanto emerge dal nuovo studio condotto dall’Osservatorio Economico Aforisma, diretto da Davide Stasi, che ha elaborato i dati più aggiornati sugli hotel, bed & breakfast, case vacanze ed alloggi in affitto, agriturismi, campeggi e villaggi turistici, case per ferie, ostelli per la gioventù.

In particolare, si contano 49 alberghi 5 stelle e 5 stelle lusso; 418 hotel 4 stelle; 415 hotel 3 stelle; 77 hotel 2 stelle; 30 hotel con 1 stella; 81 residenze turistico-alberghiere per un totale di 1.070 alberghi. Di questi ben 338 sono ubicati in provincia di Lecce; 292 in quella di Foggia; 185 in quella di Bari; 110 in quella di Brindisi; 101 in quella di Taranto e 44 in quella di Barletta-Andria-Trani.

I posti letto sono 110.540, le camere 46.136 e 45.888 bagni.

Sempre in Puglia, l’offerta turistica si amplia con le strutture extra-alberghiere: 5.001 alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale; 3.033 bed & breakfast; 774 agriturismi; 223 campeggi e villaggi turistici; 25 case per ferie e 7 ostelli per la gioventù, per un totale di 9.063 unità.

Di questi ben 2.932 sono ubicati in provincia di Lecce; 2.560 in quella di Bari; 1.211 in quella di Foggia; 915 in quella di Brindisi; 914 in quella di Taranto e 531 in quella di Barletta-Andria-Trani. I posti letto sono ben 191.242.

Sommando i posti letto delle strutture alberghiere si raggiunge quota 301.782.

«La Puglia – spiega il data analyst Davide Stasi – ha accelerato, negli ultimi anni, una specializzazione produttiva basata sul turismo. Si rileva, infatti, una significativa crescita del numero delle imprese nei settori della ricettività, della ristorazione, del terziario e dei servizi. Anche per valorizzare il nostro patrimonio di inestimabile valore: uno «scrigno» di beni materiali ed immateriali. È una terra ricca di storia, di arte, di cultura e di tradizioni, ma non solo. Di generazione in generazione sono state tramandate conoscenze e competenze.

Lo studio analizza le caratteristiche e le tendenze del settore turistico nelle province e nei comuni pugliesi. Il comparto registra un trend di crescita costante soprattutto nell’ultimo decennio. Oggi si parla molto di turismo sostenibile – aggiunge Stasi – I prodotti turistici sostenibili sono quelli che agiscono in armonia con l’ambiente, la comunità e le culture locali, in modo tale che essi siano i beneficiari e non le vittime dello sviluppo turistico.

Il turismo ecosostenibile guarda quindi al futuro: si tratta di un insieme di pratiche e scelte che non danneggiano l’ambiente e favoriscono uno sviluppo economico durevole, non danneggiando i processi sociali locali, ma contribuendo al miglioramento della qualità della vita dei residenti. Economia, Etica e Ambiente sono i principi fondamentali su cui si basa il turismo sostenibile.

Di contro, i pugliesi investono ancora troppo poco nella qualità dei servizi resa ai propri ospiti e, pertanto, la redditività non può che restare bassa: è questo il tema cruciale da affrontare per lo sviluppo della Puglia. Intraprendendo un percorso sostenibile, sia dal punto di vista finanziario che da quello ambientale, occorre perseguire un modello di sviluppo che possa far incrementare i ricavi e gli utili delle aziende.

Solo così si potranno prevedere nuovi investimenti e, conseguentemente, creare occupazione stabile e non solo stagionale.

Se gli arrivi e le presenze, anno dopo anno, stanno aumentando, con percentuali di crescita sempre più elevate, il dibattito deve ruotare non più sul maggiore afflusso di altri visitatori, quanto sugli strumenti da utilizzare per rafforzare il nostro tessuto imprenditoriale – sottolinea Stasi – Già da tempo, principalmente nel periodo estivo, la Puglia è frequentata da turisti provenienti da tutto il mondo. Forse, nei periodi più caldi, è anche troppo affollata. Tuttavia, i ricavi degli operatori del settore turistico non crescono di pari passo.

Se a fronte di migliaia e migliaia di arrivi non si riscontrano ritorni economici altrettanto eclatanti, allora vuol dire che il modello di fare impresa non è redditizio come dovrebbe. O meglio, vuol dire che la nostra offerta turistica non è così matura da garantire buoni profitti. Questa debolezza è confermata anche dai numerosi commenti – fa notare Stasi – da una parte, gli imprenditori lamentano una scarsa programmazione, avviata dagli enti preposti, che in alcuni ambiti viene considerata lacunosa, se non del tutto assente.

Gli stessi evidenziano anche di essere lasciati da soli e di doversi spesso affidare al caso. Dall’altra parte, invece, i Comuni e i Gruppi di azione locale (Gal) chiedono una maggiore professionalità da parte degli operatori del settore. In questo rimpallo di responsabilità, non si può che invitare i titolari di ditte individuali e i soci di società di capitali o persone, cooperative o consorzi, a «fare rete» nel loro stesso interesse, al fine di rafforzare l’attività di lobbying che solo in Italia ha da sempre avuto un’accezione negativa, ma in realtà bisogna intenderla come un gruppo di persone legate da interessi comuni che si riuniscono per ottenere provvedimenti a sostegno della propria categoria.

Per competere sul mercato – chiosa Stasi – le imprese turistiche hanno bisogno di investimenti, delle opportune competenze manageriali e gestionali, nonché di un’adeguata formazione del personale. Ormai, non bastano più o la passione o la simpatia o la buona volontà, se si vuole realmente che il turismo possa risultare trainante per l’economia locale.

Il turismo deve essere opportunamente gestito, con l’obiettivo di generare valore nel tempo sia a vantaggio delle imprese quanto per il territorio nel suo insieme in un processo più ampio di pianificazione e sviluppo territoriale».

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Attualità

Piano ospedaliero, aumentano il numero dei posti letto, restano le criticità

Accogliamo favorevolmente tale decisione che inverte il precedente trend di contrazione di Ospedali e PL, sebbene rimaniamo fortemente perplessi su alcune problematiche…

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Apprendiamo che la Giunta regionale pugliese ha deliberato nell’ambito del “piano ospedaliero” un aumento dei posti letto (PL) pari a 1500, dedicati – per quanto riguarda la nostra Provincia – al Pronto Soccorso del DEA di 2° livello e al P.S. di Tricase, alle lungodegenze e alle riabilitazioni (l’81,3% dei PL a strutture private).

Accogliamo favorevolmente tale decisione che inverte il precedente trend di contrazione di Ospedali e PL, sebbene rimaniamo fortemente perplessi su alcune problematiche:

  • Vi sono numerose strutture che avrebbero bisogno di maggiore attenzione e di incremento di PL, in particolare, ma non solo, quelle in cui è prevista l’implementazione di un’attività universitaria, che non può assolutamente ridimensionare, ma anzi deve valorizzare le strutture ospedaliere esistenti, che rappresentano già reali riferimenti assistenziali di grande valore culturale.
  • Vengono, come d’abitudine, trascurate le strutture ospedaliere “periferiche”, che garantiscono la funzionalità del sistema e della rete.
  • Vi sono molti posti letto presenti solo “sulla carta”, mai realmente realizzati (Chirurgia vascolare, Gastroenterologia al P.O. “Fazzi”, ecc.), con gravi disagi, contraddizioni e difficoltà.
  • La problematica centrale è però la considerazione che i “PL” sono realtà differenti da un “letto”, sia pure con la presenza di strutture annesse. Essi comportano in primo luogo che vi sia, finalmente, la disponibilità di Medici, Infermieri, OSS, personale sanitario e amministrativo adeguati alla struttura cui dedicarli. Da questo punto di vista rimane sempre un grande vuoto! Naturalmente non si tratta solo di indire concorsi, ma di rendere “attraente” il posto bandito (dal punto di vista economico, della sicurezza, del ruolo sociale, ecc.).

Solo agendo in questi termini si possono dare risposte più adeguate e meno pubblicitarie per la salute dei cittadini, per ridurre le attese, per garantire universalità, sicurezza e accesso alle cure.

Donato DE GIORGI – (Presidente Ord. dei Medici, Lecce)

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Attualità

E fu così che l’Isola di Tricase, ultimo baluardo della Puglia di Enea, divenne cool

Così veniamo descritti dalla “malcapitata?” turista per caso(?): irsuti, ispidi, abbarbicati come scimmie su scogli impraticabili, solo per poterci affacciare e godere del mare, incapaci di trasformare quest’ultimo fazzoletto di terra, che ricorda Enea, con pochi alberghi e nessuno “che si industria a costruirli”….

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Questa mattina, con lo stupore dei salentini di Puglia, e dei tricasini della “più selvatica parte del Salento” (così li descrive la giornalista), l’Isola si è riscoperta protagonista sul Sole 24Ore.

L’ingresso” racconta con dovizia di particolari la collega, “è una piccola scalinata di pietra su Terra Rossa, dove i locali hanno ricavato con l’usura del passaggio un tratto sugli scogli piatti e piccole nicchie per stendersi. Ognuno ha qui il suo anfratto abituale, una specie di usucapione familiare rispettato dalla collettività. L’isola è un presidio della gente del posto: salentini di scoglio padroni assoluti della loro terra, la bellezza vogliono condividerla ma non dividerla. I turisti qui si avvicinano a fatica, troppo ardua la discesa al mare, pochi gli alberghi e nessuno che si industria a costruirli. Questo popolo indomito è accogliente nel segno del Mediterraneo, ma ha un tratto ispido taciturno, netto come i pescatori. Anche l’isola risulta irsuta e nera nei suoi ricami di vento e di mare, è così”.

Così veniamo descritti dalla “malcapitata?” turista per caso(?): irsuti, ispidi, abbarbicati come scimmie su scogli impraticabili, solo per poterci affacciare e godere del mare, incapaci di trasformare quest’ultimo fazzoletto di terra, che ricorda Enea, con pochi alberghi e nessuno “che si industria a costruirli”.

E’ mai possibile che dopo aver (spero) girato il Salento l’ospite si soffermi su dozzinali critiche irrispettose nei confronti dei locali frequentatori di questo e altri posti, perle scintillanti salentine, che conservano immacolata la loro storia (“divieto di balneazione, di cui l’anarchia salentina si fa beffe”)? E’ mai possibile che solo il selvaggio e indiscriminato affarismo turistico faccia breccia nelle menti di questi “giornalisti” per caso?

Che alberghi nel cuore di questi (passanti) turisti che visitano la nostra terra, la speranza (forse) di trovare una Rimini, una Lignano, una unica e masticata forma di accoglienza? Questa “terra irsuta e nera” che non corrisponde ai canoni dei fugaci passanti è, per i tricasini prima e per i salentini poi, motivo di orgoglio, di speranza, una forma ancestrale di legame con la propria terra, un motivo d’essere, una ponderata e sicura scelta, frutto di secolari abitudini dei locali che apprezzano, amano e parlano alla loro terra in questo modo.

D’altronde negli ultimi 25 anni si è visto cosa ha prodotto il turismo di massa, tanto decantato e agognato da questi parvenu: una volta questi luoghi erano ricolmi di fascino e discrezione, (penso ad esempio alla costa ionica), oggi sono divenuti “casse armoniche” del turismo di massa: crescita indiscriminata di stabilimenti, bagni, lidi, case vacanza, B&B, ristoranti, locali e (sta diventando la norma) caos in ogni dove.

Risultato: un’economia locale trasformatasi, dall’alba al sole, dall’agricoltura ponderata e sedimentata all’imprenditoria sfrenata, che ha prodotto, facilmente, lotte intestinali fra famiglie, fra imprenditori (spesso amici) divenuti acerrimi concorrenti, fra parenti serpenti; governata da politici incauti, incapaci di fissare e delineare un futuro per loro e la loro terra, superati quasi sempre da improbabili mode dettate da social e abitudini che non ci appartengono.

E vogliamo parlare dello sfruttamento, di quanta povera gente (quasi sempre straniera) che lavora dall’alba al tramonto per un tozzo di pane? No, mi fermo qui. Ora che il polverone sta calando, che la stagione turistica comincia a fornire i primi numeri (si parla già di un meno 20% di turisti presenti sui nostri lidi salentini), credo sia arrivato il momento di lasciare al caso questi giornalisti naif e prendere coscienza e forma del nostro presente per declinare al meglio il nostro futuro, senza che questi Gabriel Garcia Marquez “de Noantri” prestati al giornalismo, vengano puntualmente, vittime della canicola agostana, a farci la morale.

Luigi Zito

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