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Tricase, Errico: “Caro Commissario, ti dico che…”

Dall’ex assessore ai Servizi sociali, Vincenzo Errico, una replica pacata ma ferma alle dichiarazioni del Commissario Prefettizio Guido Aprea (“il Gallo” numero 23 del 29 ottobre

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Dall’ex assessore ai Servizi sociali, Vincenzo Errico, una replica pacata ma ferma alle dichiarazioni del Commissario Prefettizio Guido Aprea (“il Gallo” numero 23 del 29 ottobre 2011): “O meglio, una precisazione per dare a Cesare quel che è di Cesare. Non vorrei passasse il messaggio che può realizzare di più un Commissario in pochi mesi che un’Amministrazione in tre anni”. Oggetto del contendere, tutti i progetti che il Commissario ha detto di voler condurre in porto. Anche se, a dire il vero, lo stesso funzionario aveva premesso che la sua priorità è proprio quella di portare a compimento quei progetti già avviati dall’Amministrazione poi sfiduciata. Secondo Errico, però, è bene sottolinearlo e per questo l’ex amministratore scende nei particolari: “A proposito del Porto, risale al 4 febbraio l’appuntamento dell’Amministrazione col prof. Antonio Felice Petrillo del Politecnico di Bari per prenotare lo studio in vasca propedeutico all’approvazione definitiva del progetto. I contatti con la vice presidente della Regione, Loredana Capone, per ottenere anche il finanziamento di 200mila euro per tale studio, erano già stati avviati e mancava solo la conclusione formale dell’iter. Fa un po’ specie leggere la dichiarazione del Commissario che dice di essere riuscito ad ottenere il finanziamento per coprire le spese. Sarebbe stato opportuno dire che dietro c’è tutto un lavoro con tanto di viaggi di andata e ritorno da Bari. Ed anche sulla gestione stessa del porto mi pare che, al di là del dissenso di qualche Consigliere comunale, le cose stiano andando proprio come avevamo previsto. C’è solo una differenza e cioè che, sempre nel rispetto della legalità, l’Amministrazione magari non si limita alla sterile applicazione della norma ma cerca di tutelare sempre gli interessi di tutti”. Anche sull’illuminazione delle strade e sul progetto con Enel Sole Errico sottolinea che questo “parte con l’Amministrazione Musarò, tant’è vero che sono già in opera, e da tempo, su via Cadorna i nuovi punti di illuminazione a led e a basso consumo. E il progetto era stato avviato addirittura quando assessore era Giuseppe Cazzato, parliamo dunque della prima Giunta Musarò”. Sugli abusivismi edilizi operati alle Case Popolari, che impediscono l’impegno delle somme stanziate per nuovi lavori, Errico dice: “Ciò che dice il Commissario rispecchia la verità. Ma c’è un altro aspetto: quello delle occupazioni abusive. Pur volendo il rispetto della legalità, un’Amministrazione tende sempre a cercare una soluzione prima di mettere per strada una famiglia, magari con minori a carico, che comunque è bisognosa di un alloggio”. Sul Parco Eolico Off Shore: “Si era andati a Roma il 10 marzo scorso per un incontro presso il Ministero dei Trasporti per cercare di concordare l’eventuale “ritorno” per il territorio. E si era anche già scesi nei particolari con una proposta sul tavolo che fissava un’erogazione a favore del Comune di circa 126mila euro all’anno (“circa lo 0,75% della produzione stimata”) oltre alla clausola che tutto il personale necessario doveva essere individuato tra residenti in loco. Per il 5 di luglio ci doveva essere un incontro a Tricase con i responsabili del Ministero per la definizione degli ultimi dettagli. Incontro poi saltato per le note vicissitudini politiche”. Ma quello che proprio non va giù all’ex Assessore ai Servizi sociali è la ferma opposizione del Commissario alla proposta di un forno crematorio presso il nuovo cimitero: “Esiste un progetto complessivo per tutti e quattro i cimiteri comunali che deve passare per forza attraverso la chiusura del vecchio cimitero di Piazza Cappuccini, sul quale bisogna intervenire con urgenza perché sta letteralmente crollando. Con la realizzazione del nuovo cimitero di fatto si decise che dopo qualche anno anche i resti presenti nel “vecchio” sarebbero stati trasferiti. Insieme al responsabile dell’Ufficio Tecnico si stava valutando l’ipotesi, anche con possibilità di accesso al finanziamento dell’8 per mille, per realizzare sul posto una sorta di parco della memoria. Cioè trasferire i resti, togliere tutte quelle opere posticce e creare un parco con tanto di passeggio. Sul forno crematorio, poi, esiste un atto di Giunta risalente a marzo e con i pareri favorevoli dell’Ufficio Tecnico e dell’Ufficio Ragioneria. Avevamo fatto uno studio nel quale emergeva che nel Capo di Leuca c’erano state 70 cremazioni, numero destinato ad aumentare perché da un paio di anni anche la Chiesa cattolica accetta questa pratica. La realizzazione del crematorio sarebbe stata a costo zero per il Comune. Il nostro intento era quello di rendere tutti i servizi di polizia mortuaria a prezzi chiari per tutti e da quei costi, unificando i servizi di gestione dei servizi cimiteriali e lampade votive, si creava un guadagno per l’impresa che si sarebbe aggiudicata il lavoro, con la possibilità di reinvestire sui cimiteri stessi. Oggi noi spendiamo circa 70mila euro all’anno per la Cooperativa che fornisce il personale di custodia. Con il progetto da noi studiato, invece, si sarebbe creato un sistema virtuoso che avrebbe fatto risparmiare circa 70mila euro al Comune: i soldi sarebbe usciti dalle operazioni di polizia mortuaria, in più quota parte sarebbe andata nell’investimento. Avrebbero cioè, nell’arco di 15 anni, costruito il crematorio, rifatti i viali, ecc. E di questo progetto complessivo era parte fondamentale proprio la realizzazione del crematorio. Quindi, a meno che il Commissario non stia adottando nuovi atti amministrativi che cambino quelli adottati dalla Giunta Musarò, non capisco questa rinuncia. Anche perché c’era un atto di indirizzo ben preciso e solo per il carico di lavoro eccessivo del nostro Ufficio Tecnico abbiamo tardato nell’espletare il bando”. E proprio riguardo l’Ufficio Tecnico arriva la bordata di Errico all’attuale Commissario ed anche a quello che è stato e potrebbe ancora essere un suo rivale politico: “Rimango un po’ sorpreso a proposito della delibera adottata dal Commissario a proposito dell’aspettativa concessa all’ing. Antonio Coppola. Dal punto di vista della legittimità credo sia inappuntabile ma riguardo all’opportunità… I dubbi vengono amplificati dalle motivazioni della delibera stessa. Si sostiene in pratica che Coppola, da diversi anni e a vario titolo, sia in aspettativa, e che l’Ufficio è organizzato per fare a meno di lui. Ma quale professionista accetterebbe l’incarico a Tricase solo per un periodo limitato? Se invece si facesse luce su questa vicenda, magari si potrebbe dare l’opportunità ad un valido giovane di impegnarsi e lavorare adeguatamente per la città. Invece restiamo in emergenza continua”.


Giuseppe Cerfeda

Pur comprendendo la volontà di “dare a Cesare quel che è di Cesare” da parte dell’assessore Vincenzo Errico e riconoscendo la legittimità delle sue precisazioni, non possiamo esimerci dal ricordare che, purtroppo, l’Amministrazione di cui faceva parte ha fallito. Lo dicono i fatti. Dalla continua empasse politica che ha rallentato se non ingessato tanti progetti (anche dalle dichiarazioni di Errico, pur condividendone l’onestà intellettuale, l’impressione è di un mandato di tanti “vorrei ma non posso”), alla sfiducia che già di per sé è una fine ingloriosa di un mandato politico. E mal comune non è mezzo gaudio, perché val la pena ricordare che lo stesso film era andato già in onda con l’Amministrazione Coppola. Forse sarebbe il caso di voltare definitivamente pagina e smetterla di far crescere, pascere e morire quei “mostri” di coalizioni poco omogenee, che alla fine diventano accozzaglie elettorali buone solo per vincere le elezioni ma non certo per governare. Avviso ai naviganti: la gente comincia ad essere stufa di assistere impotente a questi balletti così poco onorevoli. A primavera saremo chiamati nuovamente alle urne, per favore basta giochini. (G. C.)


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Riqualificazione a Depressa, il Comune: “Invitiamo agli allacci prima dei lavori”

La nota indirizzata ai proprietari di immobili che insistono sulle strade interessate: “Richieste postume subiranno aggravio dei costi”

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Sono in arrivo i lavori di riqualificazione nel centro storico di Depressa, nello specifico su via Brenta e via Fiume.

Il comune invita i proprietari di immobili che insistono sulle strade interessate a procedere all’allaccio alle pubbliche utenze prima del rifacimento della pavimentazione pubblica.

La nota redatta dal sindaco Antonio De Donno: “L’Amministrazione Comunale informa la cittadinanza che, con delibera n. 284 del 05/12/2024, è stato approvato il progetto per i lavori di manutenzione straordinaria finalizzati al rifacimento dei marciapiedi e alla realizzazione del basolato su Via Brenta, nella frazione di Depressa. L’intervento, attualmente in fase di affidamento, interesserà le aree indicate nella planimetria allegata. Per garantire la corretta esecuzione dell’opera e evitare future manomissioni della nuova pavimentazione, si invitano i proprietari degli immobili affacciati su Via Brenta e Via Fiume a presentare, entro 30 giorni dalla data del presente avviso, eventuali domande di allaccio alle reti cittadine (acqua, fogna, gas, luce, telefonia, ecc.).

Le richieste dovranno essere comunicate all’Ufficio Tecnico Comunale: mediante nota protocollata oppure via e-mail a: protocollo.comune.tricase@pec.rupar.puglia.it.

Attenzione: eventuali manomissioni successive al completamento dei lavori comporteranno un significativo aumento dei costi di allaccio a carico dei richiedenti”.

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L’altra Galatina: “Il sindaco crea alibi per nascondere fallimenti”

Al giro di boa, l’intervista alla consigliera di minoranza Loredana Tundo: “Molte feste, poco bene comune”

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Mentre due Comuni della nostra provincia si preparano ad un maggio alle urne (Corsano e Taviano), altre esperienze amministrative sono invece a metà percorso. È il caso di Galatina. Alla guida della Città c’è il sindaco Fabio Vergine, che abbiamo avuto il piacere di ospitare sulle nostre colonne per approfondire l’operato della maggiornaza. Per il giro di boa, abbiamo invece incontrato la consigliera di minoranza Loredana Tundo, per fare il punto su questi 30 mesi dalla sua prospettiva.

Loredana Tundo

Come vede la Città due anni e mezzo dopo le urne?

Osservando l’attuale amministrazione dall’opposizione, devo dire che di tutta la programmazione annunciata ho visto ben poco: progetti bloccati, risorse restituite, varianti ai progetti già finanziati che hanno probabilmente rallentato la loro realizzazione, molte feste, ma poco per il bene comune. Ho fatto parte dell’amministrazione Amante dal 2017 al 2022, con deleghe ai lavori pubblici, urbanistica e pari opportunità. Conosco bene ciò che abbiamo lasciato in eredità e sono convinta che, se fosse stato portato avanti con continuità, avrebbe già dato molto alla Città. Parlo in particolare di rigenerazione urbana (i lavori relativi ai finanziamenti ottenuti sono o bloccati o procedono a rilento); mitigazione del rischio idrogeologico (finanziamenti fermi); restauro della Torre dell’Orologio (progetto bloccato da due anni con impalcatura deteriorata); Quartiere fieristico (in stato di abbandono); finanziamenti rifiutati (3 milioni di euro per l’eliminazione di tre passaggi a livello); edilizia scolastica (solo l’Istituto di via Corigliano completato). La mancanza di continuità amministrativa ha penalizzato fortemente Galatina. Nel complesso, non posso assolutamente dirmi soddisfatta da un’amministrazione che accusava la nostra di aver svolto il compitino (ricordo a tutti che quando iniziamo ad amministrare eravamo sull’orlo del fallimento e abbiamo lasciato una città con i conti in ordine), mentre non riesce neanche a svolgere i più semplici compiti che ha ricevuto in eredità”.

Intanto con nomi importanti (da Nek per la festa patronale a McDonald’s che sbarca in provincia) e 20 milioni di euro di finanziamenti (di cui 2,2 per la nuova Fiera) la maggioranza vede una Galatina al top della sua attrattività.

Gli ospiti di rilievo per le feste patronali non sono una novità. L’organizzazione di eventi è certamente positiva, ma non può essere considerata un indicatore esclusivo dell’attrattività della città. Per quanto riguarda il McDonald’s si tratta di un insediamento commerciale come tanti altri. Ben venga se l’azienda decide di investire nel nostro territorio, ma non lo avrei presentato come un grande successo amministrativo. L’entusiasmo mostrato dal Sindaco e dall’Assessore sembra più orientato a lanciare messaggi che vanno oltre il semplice insediamento commerciale.

Il Sindaco ha parlato di 20 milioni di euro di finanziamenti durante un consiglio comunale, ma è necessario fare chiarezza su cosa realmente sia stato ottenuto: 6 milioni di euro per la condotta idrica (opera direttamente realizzata da Acquedotto Pugliese); 7 milioni per l’abbattimento dei passaggi a livello (nella prima ipotesi erano disponibili 12 milioni ai quali l’Amministrazione ha rinunciato con proprio atto: il saldo è negativo); 2,2 milioni per la nuova Fiera (fondi prelevati direttamente dalle casse comunali)”.

Recentemente, alla presenza di Paolo Mieli, è stata riaperta la biblioteca “Pietro Siciliani”, ed in questi giorni è arrivato l’annuncio della candidatura di “Galatina Capitale della Cultura”. È la strada giusta in ambito culturale?

Quale impatto concreto ha avuto questo evento rispetto ai 500 volumi acquistati? È questa la domanda. La riqualificazione della biblioteca è stata resa possibile grazie al primo finanziamento ottenuto dalla nostra amministrazione. Galatina possiede un patrimonio culturale straordinario che meriterebbe di essere valorizzato pienamente. La candidatura a “Capitale Italiana della Cultura” potrebbe rappresentare una strada giusta per rafforzare l’identità culturale e attrarre nuove opportunità. Tuttavia, mi sembra che manchi una visione chiara e un percorso ben definito per raggiungere questo obiettivo”.

Riverbera spesso il tema del rapporto con le frazioni, i cui cittadini qualcuno sostiene siano considerati di Serie B. Se ne è riparlato in seguito alla temporanea chiusura degli uffici comunali di Noha e Collemeto. Qual è il suo punto di vista a riguardo?

È evidente che i presidi nelle frazioni sono fondamentali e che i servizi comunali devono essere erogati direttamente ai cittadini per garantire una vera prossimità. Tuttavia, la chiusura di questi uffici contraddice questo principio.

Inoltre, Collemeto ha subito anche la perdita del medico di base, ma su questo tema non abbiamo sentito alcuna dichiarazione da parte del Sindaco, se non dopo le nostre sollecitazioni. Le recenti riaperture degli uffici comunali a partire dal 14 aprile 2025 sono un passo positivo, ma è fondamentale che ci sia un piano strutturato”.

Di recente ha pubblicamente incalzato il sindaco sulla visita, condita da critiche, di Paolo Pagliaro all’ospedale “Santa Caterina Novella”. Lo giudica uno scivolone del consigliere regionale o un corto circuito politico?

La vedo come una strumentalizzazione della sanità per fini elettorali. Pagliaro si presenta con le sue telecamere non per affrontare realmente i problemi, ma per mettersi in evidenza. Questo comportamento riflette un corto circuito politico, poiché il Sindaco ha scelto di ignorare la situazione, sperando che passasse inosservata. E non è la prima volta, perché lo ha fatto già all’inizio della sua amministrazione: dare la presidenza della Commissione Sanità ad un altro consigliere significa non assumersi la responsabilità del risultato che la sua amministrazione sarà in grado di ottenere. Questo modo di fare mi sembra simbolico di un primo cittadino che è in prima fila quando si tratta di eventi, ma è defilato quando si tratta di prendere posizioni politiche. A proposito di Pagliaro, dove sarà il sindaco Vergine alle elezioni regionali? Qual è la sua posizione?

Si parla molto in paese dell’aumento delle tariffe cimiteriali. A 12 anni dall’ultimo intervento, l’adeguamento è fisiologico?

L’aumento delle tariffe cimiteriali, che raggiunge l’80%, non può essere considerato fisiologico, soprattutto senza una chiara spiegazione dei motivi nella delibera. È importante sottolineare che nella documentazione ufficiale sembra mancare il paragrafo dedicato alle motivazioni. La situazione è aggravata dal problema dell’ampliamento dell’area cimiteriale. Attualmente, molte salme sono in attesa di tumulazione poiché i loculi disponibili sono esauriti”.

Vergine afferma che alle sue spalle si tifi per una Galatina perdente. È la verità?

Assolutamente no! E’ un alibi creato dal Sindaco per giustificare i suoi fallimenti. Io amo profondamente la mia Città e le sue frazioni; il mio attaccamento è viscerale. La vittoria di Galatina deve essere l’obiettivo comune di tutti noi”.

Quali sono gli aspetti trascurati da questa amministrazione su cui lei lavorerebbe se oggi fosse prima cittadina?

Mi concentrerei su diversi aspetti trascurati dall’attuale amministrazione, in particolare sul tema del lavoro. Un progetto che porterei avanti è quello di sviluppare un hub ITS Academy. Inoltre, migliorerei le infrastrutture a supporto delle aziende locali. Investire in strade, trasporti e servizi è cruciale per stimolare l’economia e attrarre nuovi investimenti. Ma in ogni caso, se parliamo di tematiche trascurate dall’attuale amministrazione, temo che non mi basterebbe tutto il suo giornale per risponderle”.

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Tricase torna al centro del Mediterraneo

A dieci anni dall’inaugurazione dell’avamposto del “Centro internazionale di alti studi agronomici mediterranei”, Tricase Porto recupera il suo storico ruolo di ponte tra culture e di luogo d’incontro tra popoli lavorando allo sviluppo sostenibile

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di Lorenzo Zito

Tre bandiere che sventolano alte tra le correnti del Canale d’Otranto, un avamposto affacciato sul mare ed un acronimo importante. Siamo a Tricase Porto, il luogo scelto dal CIHEAM Bari quale posto ideale per declinare in modo concreto la sua missione: promuovere la cooperazione e lo sviluppo sostenibile (con un orizzonte che in principio era sui territori costieri e rurali del Mediterraneo e che oggi va ben oltre).

Parliamo del Centro internazionale di alti studi agronomici Mediterranei, organizzazione intergovernativa composta da 13 stati membri (oltre all’Italia, ne fanno parte Albania, Algeria, Egitto, Spagna, Francia, Grecia, Libano, Malta, Marocco, Portogallo, Tunisia e Turchia), con sede centrale a Parigi (l’acronimo va interpretato proprio in lingua francese).

L’esperienza di Tricase Porto viene avviata già nel 2006, quando tra CIHEAM Bari e la locale Associazione Magna Grecia Mare iniziano dialogo e collaborazione sugli obiettivi da ciascuna perseguiti, con l’orizzonte di portare anche oltre confine la visione e l’esperienza di Magna Grecia Mare, già condivisa con e dalla Città di Tricase.

È il 2015, invece, quando viene inaugurato il primo nucleo della sede di Tricase del CIHEAM Bari, grazie alla ristrutturazione e rifunzionalizzazione di alcuni immobili concessi dal Comune di Tricase in comodato.

I dieci anni trascorsi dal giorno in cui è stata (simbolicamente) piantata questa bandierina che, attraverso il mare, guarda al mondo, ci offrono una prospettiva che racconta come, nel lavorare ai macro-obiettivi dell’organizzazione, questo presidio stia recuperando uno dei più grandi valori storici di questo lembo di terra: la sua centralità nel Mediterraneo.

LA PERIFERIA CHE DIVENTA CENTRO

La scelta di Tricase (in qualità di sede operativa del CIHEAM Bari) non è casuale, né frutto di una semplice opportunità logistica. Al contrario, è una scelta strategica e profondamente radicata nella storia, nella cultura e nella visione del Mediterraneo come spazio di incontro e cooperazione tra popoli e territori.

Tricase, con il suo porto e la sua comunità, incarna perfettamente il concetto di “periferia che diventa centro”. Una cittadina che, pur trovandosi al confine sud-orientale d’Italia, si proietta al centro del Mediterraneo, diventando un ponte naturale tra Nord e Sud, tra Europa, Balcani, Nord Africa e Medio Oriente.

Da sempre, in verità, Tricase Porto rappresenta un punto di snodo tra mare e terra, tra Oriente e Occidente, tra tradizione e innovazione. La sua storia millenaria di approdo di genti, saperi e commerci ne ha fatto uno dei cuori pulsanti della cultura marinara del Salento. Qui il mare non è mai stato solo confine o barriera, ma strada di comunicazione e di scambio, fonte di vita, lavoro e cultura.

SINERGIE LOCALI

In questo contesto, fatto non solo di territorialità e storicità ma anche di preziose sinergie, il CIHEAM Bari ha trovato il quadro ideale per sviluppare una delle sue missioni più importanti: la crescita sostenibile delle comunità costiere attraverso la cooperazione internazionale. Un’area, questa, che ha saputo conservare e rinnovare la propria memoria marinaresca, grazie anche all’impegno dell’Associazione Magna Grecia Mare, una locale realtà culturale no profit impegnata nella valorizzazione dei patrimoni territoriali costieri mediterranei. Partendo dal porto di Tricase, dal 2003 l’associazione si occupa della salvaguardia e della diffusione della marineria tradizionale da lavoro e della pratica di mare e delle sue documentate e tradizionali interazioni con l’entroterra, tipiche di una penisola proiettata in “un mare tra le terre”. Il lavoro paziente e appassionato dei suoi associati ha svolto un ruolo fondamentale nel recuperare e valorizzare la cultura del mare di Tricase e del Capo di Leuca: attraverso il restauro di antiche imbarcazioni in legno, la trasmissione dei saperi dei maestri d’ascia e l’organizzazione di eventi e laboratori dedicati alla tradizione marinara, Magna Grecia Mare ha riacceso l’orgoglio e il senso di appartenenza della comunità locale verso la propria identità marinara.

C’è poi il Comune di Tricase che, già coinvolto nell’iniziativa, con attenzione costante e attraverso proficua collaborazione, ha contribuito fortemente alla realizzazione di questo percorso, riconoscendo il valore strategico della cultura del mare per il rilancio economico, sociale e culturale del territorio. L’amministrazione comunale ha sostenuto nel tempo azioni e progetti mirati a trasformare il porto in uno spazio pubblico condiviso, un vero Porto Museo (riconosciuto di interesse regionale), luogo di memoria ma anche di innovazione e progettazione del futuro senza dimenticare il passato.

LABORATORIO DI SVILUPPO COSTIERO

Se il terreno è fertile, i germogli sono tanti. La presenza del CIHEAM Bari a Tricase ha contribuito innanzitutto a rafforzare un concetto innovativo: quello di “comunità costiere”. Non più semplici località di mare o territori da valorizzare solo per il turismo, ma comunità vive e complesse, fatte di persone, mestieri, tradizioni e nuove sfide da affrontare insieme.

Le comunità costiere sono oggi in prima linea di fronte ai cambiamenti climatici, alla crisi della pesca artigianale, alla necessità di proteggere la biodiversità marina e costiera, alla gestione sostenibile delle risorse. La sede di Tricase del CIHEAM Bari ha lavorato e lavora proprio al rafforzamento di queste comunità, promuovendo la formazione dei giovani, la valorizzazione delle competenze tradizionali, l’innovazione nei settori legati tanto al mare quanto alla terra e la cooperazione tra territori che condividono gli stessi bisogni e le stesse opportunità.

Tricase è diventata così un laboratorio di sviluppo costiero sostenibile, un luogo dove si sperimentano nuove strategie per valorizzare la cultura del mare e trasformarla in opportunità di crescita e benessere per la popolazione.

DIMENSIONE LOCALE E VISIONE INTERNAZIONALE

È così che, nel cuore del Salento, si è creata una vera e propria piattaforma per il dialogo tra comunità costiere di Paesi diversi, che condividono sfide comuni e cercano insieme soluzioni per uno sviluppo sostenibile, rispettoso delle identità culturali e delle tradizioni. Non a caso, numerose e continue sono le visite di rappresentati di importanti enti ed istituzioni internazionali o, ancora, di portavoce di diversi Paesi del mondo. Ospiti che si recano alle pendici della scogliera tricasina per raggiungere questo avamposto che, attraverso monitoraggio e ricerca scientifica, corsi di alta formazione sullo “Sviluppo Sostenibile delle Comunità Costiere”, laboratori di comunità ed una lunga serie di buone pratiche ed attività orientate alla cooperazione internazionale ed allo sviluppo sostenibile, è diventato un luogo dove la dimensione locale incontra la visione internazionale. Un posto in cui la piccola scala diventa spazio di sperimentazione di modelli replicabili su scala più ampia.

Da Tricase partono progetti di cooperazione che parlano a tutte le comunità costiere del Mediterraneo e del mondo, valorizzando il capitale umano, sociale ed economico delle persone che vivono e lavorano sul mare. Tricase, con la Terra d’Otranto tutta, oggi come un tempo si fa ponte tra culture, luogo di transito e di incontro tra civiltà, snodo di crescita del Mare Nostrum.

È un viaggio verso un futuro diverso che passa attraverso il recupero di una centralità che appartiene al passato. Se sapremo comprenderne il valore, potremo esserne partecipi tutti.

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