Lecce
Ginnastica: Le “farfalle azzurre” a Lecce
Mercoledì 30 novembre il Palazzetto dello Sport “S. Giuseppe da Copertino” di Lecce ospiterà un evento eccezionale. A partire dalle ore 20 sul parquet dell’impianto
Mercoledì 30 novembre il Palazzetto dello Sport “S. Giuseppe da Copertino” di Lecce ospiterà un evento eccezionale. A partire dalle ore 20 sul parquet dell’impianto di via Merine si svolgerà il Gran Galà di Ginnastica, una serata interamente dedicata alla spettacolare disciplina sportiva, arricchita dalla prestigiosa presenza della Nazionale Italiana di ritmica. Reduci dalla vittoria del Campionato Mondiale di Montpellier, dove hanno staccato un biglietto per Londra 2012, già campionesse mondiali anche a Mosca 2010 ed a Mie (Giappone) nel 2009, Elisa Bianchi, Elisa Santoni, Anželika Savrajuk, Romina Laurito, Marta Pagnini e Andreea Stefanescu, accompagnate dall’allenatrice Emanuela Maccarani, saranno nel capoluogo salentino dove effettueranno un’esibizione tecnico-coreografica di grandissimo impatto. Oltre alle ginnaste titolari, saranno presenti anche Chiara Ianni, Giulia Galtarossa, Camilla Bini e Camilla Patriarca, oltre alle collaboratrici della Nazionale Francesca Pasinetti e Valentina Rovetta.
L’evento è organizzato e patrocinato dal Comune di Lecce e dall’Assessorato allo Sport, in collaborazione con l’Associazione sportiva dilettantistica “Delfino” di Lecce presieduta da Patrizia Tamburrano: “L’obiettivo di questa manifestazione è favorire la crescita della cultura sportiva dei leccesi, offrendo un’irripetibile occasione di incontro con lo sport di massimo livello. Inoltre, sono convinta che assistere ad un’esibizione di così alto valore tecnico serva anche a veicolare i valori fondanti dello sport, quali l’abnegazione, il coraggio, la sana competizione, il rispetto dell’avversario, l’impegno, la coesione, la solidarietà. Senza dimenticare che è sempre un’emozione incontrare così da vicino campionesse che rappresentato nel mondo i valori che ci rendono fieri di essere italiani”.
“Lecce si prepara ad ospitare un evento sportivo di grande rilevanza – ha commentato con grande soddisfazione l’assessore allo Sport, Nunzia Brandi – La possibilità di ammirare dal vivo le ginnaste azzurre di ritmica rappresenta un’occasione da non perdere per gli appassionati di questa disciplina e non solo. Il Gran Galà della Ginnastica si aggiunge ad altre iniziative che l’assessorato alo Sport del Comune ha organizzato nel corso degli anni e continuerà a fare in futuro. Il capoluogo salentino si conferma sempre più città degli eventi”. Alla serata saranno presenti anche le rappresentative delle migliori società ginnastiche pugliesi nel campo della ginnastica artistica maschile, femminile, della ritmica e dell’aerobica. In particolare, a fare da corollario alle Farfalle azzurre saranno le esibizioni di Serena Licchetta, originaria di Scorrano e tesserata per l’ASD “La Rosa” di Brindisi, ginnasta di serie A, nel settore dell’artistica femminile; Stefano Crastolla (ASD Ginnastica Brindisi), campione italiano ed europeo, nel trampolino elastico; Riccardo Pentassuglia (Società Ginnastica Francavilla) per l’aerobica. Tutti e tre i ginnasti fanno parte della Nazionale nelle rispettive specialità e si stanno preparando per i Mondiali (in programma tra dicembre e gennaio) che mettono in palio la qualificazione alle Olimpiadi di Londra 2012. A chiudere la serata sarà la dimostrazione della società organizzatrice, che presenterà due esercizi coreografici con le agoniste di ritmica e gli agonisti di artistica maschile.
Mercoledì 30 novembre, alle ore 11.30, le Farfalle azzurre saranno ricevute dal sindaco di Lecce, Paolo Perrone e dall’assessore allo sport Nunzia Brandi, nella sala giunta di Palazzo Carafa. In quell’occasione i giornalisti potranno effettuare alcune riprese televisive, scattare foto e intervistare le atlete.
Appuntamenti
Fili di Arte e Amore: viaggio tra storie fatte a mano
Domenica 1° dicembre, dalle 10 alle 13, visita al Fiermonte Museum di Lecce, incontro con le designer nella Boutique e degustazione di olio
Ci sono storie che si raccontano attraverso colorati kimono all’uncinetto, altre attraverso raffinati kaftani marocchini.
Tutta la bellezza del fatto a mano sostenibile e la potenza dell’amore che vince la morte sono racchiuse in un appuntamento speciale, che si terrà domenica 1 dicembre dalle 10 alle 13, nel Fiermonte Museum, che fa parte de La Fiermontina Family Collection e ha aperto lo scorso maggio in vico dei Raynò 4 a Lecce.
L’arte incontra la moda e il gusto in una suggestiva dimora nel centro storico ed è subito magia. Un’occasione da non perdere, per scoprire il mondo di designer, creative, artiste-artigiane che espongono nella piccola Boutique del Fiermonte Museum, dove convivono mura antiche, opere d’arte, arredi contemporanei e manufatti originali.
L’imponente scultura Harmonie II dello scultore René Letourneur fa da contraltare al desk custom edition in acciaio nero, alla Libreria Fit arancione e alle Sedute Rock4 lounge chair, realizzate dall’azienda da a Italia, eccellenza del design pugliese, rappresentata dalla sua fondatrice Bruna Taurino.
Ad accogliere gli amanti dei manufatti d’autore e di pezzi unici come bracciali, cappelli, borse, collane, ci saranno anche Francesca Russo di Viv’arte, l’orafa Tiziana Musardo di Mumati Gioielli ed Elena Georgopoulos, giovane imprenditrice agricola de Le Saittole che farà degustare l’olio nuovo.
Tutti hanno una storia da raccontare e dietro alcuni si cela una storia di riscatto e conquista della libertà, come nel caso dei bellissimi caftani ricamati a mano Migrants du Monde, realizzati nel laboratorio di abbigliamento della Fondation Orient-Occident a Rabat, creata trent’anni fa da Antonia Yasmina Filali (proprietaria con il fratello anche de La Fiermontina Family Collection) per favorire l’integrazione e il dialogo interculturale di migranti e rifugiate, che lavorano insieme a donne marocchine.
In esposizione i bracciali Sedicisi, le collane Collection Zouzi, le borse Telamore, i profumi d’ambiente Héritage Berbère, i prodotti beauty N&B. E ancora le bags e cartoline Fier, i cataloghi d’arte di Letourneur e Zwobada, le serigrafie di René Letourneur.
Non mancheranno le eccellenze gastronomiche, come l’olio extravergine d’oliva in eleganti confezioni regalo e i panettoni artigianali Classico,
Ai tre cioccolati e Incanto, con lamponi, cannella e cioccolato bianco, preparati da Zéphyr Restaurant, il ristorante all’interno de La Fiermontina Luxury Home a pochi metri dal Museo, che uniscono a sapori straordinari un gesto di solidarietà.
Acquistandoli si contribuisce a sostenere i progetti di Tria Corda OdV, nata a Lecce nel 2012 per realizzare il sogno di creare un Polo Pediatrico del Salento.
Domenica, inoltre, si avrà l’occasione di visitare il Fiermonte Museum, un luogo immersivo, dove ogni opera racconta la storia di passione e arte che lega Antonia Fiermonte, nonna degli attuali proprietari e donna straordinaria, pittrice e violinista che morì nel 1956 a soli 42 anni, agli scultori francesi René Letourneur e Jacques Zwobada, due degli esponenti più significativi della Scultura del ‘900 in Europa.
Un viaggio emozionale che unisce l’arte dei primi decenni del XX secolo alle nuove tecnologie: olografie, realtà virtuale e panorami stereoscopici si fondono con le sculture in bronzo, gli acquerelli e i blocchi di marmo che diventano poesia.
Arte, amore, amicizia s’intrecciano in un percorso emozionale che invita il pubblico a comprendere l’anima degli artisti. Ma non solo, è anche una “Casa” con quattro suites tematiche, dove soggiornare e fare un’esperienza creativa diversa in ogni stanza.
Il 1° dicembre è una data da segnare per chi vuole lasciarsi ispirare dall’arte e dai tesori fatti a mano.
Ingresso gratuito, con prenotazione obbligatoria, inviando un’email a info@fiermontemuseum.com
Attualità
L’Università del Salento si prepara per i 70 anni
Nata il 22 novembre 1955. Fino al Secolo Ventesimo, se la Sicilia aveva più sedi universitarie, l’unica città dell’Italia meridionale continentale che vantava una Università era Napoli…
di Hervé Cavallera
In ogni anno, si sa, si festeggia qualche anniversario – e ciò vale particolarmente in Italia con la sua storia plurimillenaria – e accanto alle ricorrenze per così dire nazionali vi sono quelle proprie di un territorio.
Per quanto riguarda il Salento è opportuno ricordare che nel 2025 ricorre il 70° della fondazione dell’Ateneo leccese.
E non è una ricorrenza di poco conto in quanto un’Università non solo è un bene per gli abitanti del territorio che possono evitare costosi spostamenti in altre parti della Penisola, ma, essendo in primo luogo l’Università un centro di ricerca, essa stessa non può che dare, attraverso i corsi di laurea presenti, degli impulsi innovativi al luogo ove si trova e alla stessa nazione.
DAL CAPO DI LEUCA A NAPOLI
Ora, fino al Secolo Ventesimo, se la Sicilia aveva più sedi universitarie, l’unica città dell’Italia meridionale continentale che vantava una Università era Napoli, il cui ateneo era stato fondato dall’imperatore Federico II di Svevia nel 1224. Grande il prestigio dell’Università napoletana, ma si trattava di una sede non da tutti facilmente raggiungibile.
Si deve inoltre ricordare che andare a scuola non era affatto facile e agevole; spesso nei paesi non vi erano neanche le scuole elementari e l’istruzione elementare divenne obbligatoria solo con l’unità della Penisola (1861). Sempre nel 1861, in Calabria e Sicilia l’analfabetismo raggiungeva il 90% della popolazione e il numero degli analfabeti era elevato in tutto il Mezzogiorno.
Né la legge dell’obbligo scolastico fu sempre rispettata anche nei paesi in cui esisteva la scuola. Ora, se si andava poco a scuola elementare, figuriamoci quanti studenti andavano alla secondaria e all’università. L’Università di Napoli, comprendendo praticamente tutto il Meridione continentale, era l’Università più popolosa del Sud.
Secondo alcuni dati del 1861/62 Medicina e Chirurgia e Veterinaria contava a Napoli 3.483 studenti, seguiva Giurisprudenza con 2.278 studenti, Fisica, Chimica e Scienze naturali con 1.441 studenti, Filosofia e Filologia con 1.149 studenti e Matematica, Architettura e Agrimensura con 1.108 studenti. Il che significava che l’accesso alla frequenza universitaria era di fatto riservata per i pugliesi e per i salentini ai ceti benestanti. Spostarsi dal Capo di Leuca nella capitale del Regno non era affatto agevole ed è quindi ben comprensibile il limitato numero di laureati.
Naturalmente è chiaro che gli intellettuali hanno avvertito da sempre l’importanza della presenza della scuola ed è pur vero che nel Settecento e nel primo Ottocento non erano mancate nel Salento delle Scuole Regie, per lo più gestite da religiosi.
GLI ALBORI DI UNISALENTO
Nel giugno del 1869 era fondato a Lecce, con rettore V. Pizzolante, l’Ateneo di Scienze legali, che però chiuse dopo due anni.
Tutto questo mostra chiaramente come fosse viva l’esigenza di scuole superiori.
Prevaleva l’istanza umanistica che trovava la sua espressione, nella città di Lecce, nel collegio gesuitico maschile “Argento”, fondato nel 1874 da padre Nicodemo Argento, e nell’educandato delle Suore Marcelline giunte a Lecce nel 1882.
Esisteva inoltre una vivace vita letteraria.
Divenuto ministro della Pubblica Istruzione nel 1922 Giovanni Gentile, questi decise, nel 1923, la nascita di un’Università a Bari attraverso l’istituzione della Facoltà di Medicina e Chirurgia.
Il riconoscimento dell’Università barese (1925) accentuò la volontà di una autonomia amministrativa e culturale dell’antica Terra d’Otranto.
Così, nel 1951, come ben ricostruito dalla prof.ssa Ornella Confessore in Le origini e l’istituzione dell’Università degli Studi di Lecce (Congedo ed. 1990), furono istituite le “Celebrazioni salentine”, con interventi dei professori Giuseppe Codacci-Pisanelli, Giovanni Calò, Pier Fausto Palumbo e tanti altri, le quali, dal 1952 al 1957, oltre a ricordare illustri personalità del passato sostennero la opportunità di far sorgere a Lecce un’Università.
Come è noto, principale promotore dell’iniziativa fu Giuseppe Codacci- Pisanelli (1913-1988), professore ordinario nell’ Università di Bari, deputato al Parlamento, varie volte ministro, il quale, vincendo le naturali resistenze baresi, realizzò il Consorzio Universitario Salentino e promosse la nascita della Libera Università di Lecce attraverso la Facoltà di Magistero (con i corsi di laurea in Pedagogia, Materie letterarie e Lingue e letterature straniere e con la scuola in Vigilanza scolastica).
NEL 1955 L’INAUGURAZIONE
L’inaugurazione della Facoltà si ebbe il 22 novembre 1955 con la prolusione del pedagogista prof. Giovanni Calò (1882 –1970), nato a Francavilla Fontana e ordinario nell’Università di Firenze.
Iniziava così una storia che continua nel tempo e su cui ritorneremo quando si avvieranno le celebrazioni.
Al momento è giusto ricordare il debito che i salentini devono in particolare a Codacci-Pisanelli che si spese in prima persona per tale realizzazione.
In due interviste che realizzai nel 2015 per una rivista da me diretta (“Leucadia”, 2015, n.1), due protagonisti dell’epoca ne celebrano la figura.
Così l’on. Giacinto Urso ricorda che «la tenera creatura [l’Università] ebbe continuo bisogno di cure e sostegno prima e dopo la concessa statizzazione. Compito che fu espletato, in prima fila, dal rettore, dal docente, dal politico Giuseppe Codacci-Pisanelli, che patì anche ingenerose critiche, le quali, però, non offuscarono la limpidezza del suo impegno, totale, fecondo, ostinato. Seppe amarla devotamente» (p. 19).
E il senatore Giorgio De Giuseppe: «Per sé nulla chiese. Ricordo ancora il suo modesto ufficio, nella prima sede dell’Università ubicata in un palazzetto di Corso Vittorio Emanuele, condiviso con il segretario amministrativo. Le due scrivanie occupavano la stanzetta tanto da rendere problematico al visitatore di poter utilizzare l’unica sedia disponibile» (p.29).
Era l’inizio di una avventura di idee attraverso la quale il Salento avrebbe dato in maniera esplicita il proprio contributo culturale alla vita della nazione.
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Attualità
Autovelox, telelaser e postazioni fisse di dicembre
Sono disponibili i calendari dei controlli sulle strade provinciali che saranno effettuati dalla Polizia provinciale, tramite autovelox, telelaser e postazioni fisse, nel mese di dicembre.
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