Connect with us

News & Salento

Fantasmi sulla Surano-Ruffano?

Aumentano le testimonianze di incontri particolari nel quadrilatero Spongano, Nociglia, Surano, Ruffano. Pare che in questa zona abbiano visto immagini e assistito a strani fenomeni… Cosa succede? Per chi ci crede, sarebbero fantasmi che da secoli farebbero parte della nostra realtà: discreti, spaventosi o invadenti, sarebbero ovunque. Ciascuno con la sua storia, i suoi amori, le sue sofferenze.

Pubblicato

il

Aumentano le testimonianze di incontri particolari nel quadrilatero Spongano, Nociglia, Surano, Ruffano. Si dice che in questa zona abbiano visto immagini e assistito a strani fenomeni già da molto tempo… Cosa succede? Per chi ci crede, sarebbero fantasmi che da secoli fanno parte della nostra realtà: discreti, spaventosi o invadenti, essi sarebbero ovunque. Ciascuno con la sua storia, i suoi amori, le sue sofferenze. Ma cosa sono i fantasmi? Non è facile dare una risposta: una definizione scientifica non esiste e nessuno è ancora riuscito a fornire una definizione convincente. Esistono, tuttavia, diverse teorie: nessuna di esse, se presa singolarmente, è in grado di spiegare tutti i fenomeni che sono legati al mondo degli spettri.


Ognuna delle teorie può avere un proprio fondamento logico, ma la natura di queste (presunte) presenze affascinanti e suggestive è destinata a rimanere per tutti noi un mistero. I fantasmi, nella tradizione, sono spiriti di morti che non hanno trovato la pace per qualche motivo e che di conseguenza continuano a vagare su questa terra, in genere nel luogo dove avvenne il fatto (spesso una morte violenta) che generò la loro inquietudine. Il fenomeno “infestazione” è antico come la storia dell’umanità (si narra che lo spettro di Giulio Cesare sia apparso a Bruto prima della battaglia di Filippi) e la prima testimonianza scritta è arrivata già nel primo secolo in una lettera di Plinio il Giovane (61-113 d.C.) in cui si racconta come il filosofo Atenodoro avesse risolto un caso di infestazione ad Atene, dando la giusta sepoltura alle ossa del fantasma che appariva nella casa. Da allora moltissime sono le testimonianze e leggende che hanno accompagnato la storia dell’uomo. Ma quanto c’è di vero in queste storie? Ovviamente nessuno può dirlo, ma secondo recenti statistiche almeno il 10% della popolazione mondiale ha visto o sentito qualcosa. E tra questo 10% rientrano anche quei nostri lettori che ci hanno raccontato la loro esperienza. Anche se, pur convinti di quello che hanno visto o sentito, preferiscono rimanere nell’anonimato per paura di essere derisi o additati come visionari.


È il caso di un vigilantes, che nel corso del suo servizio si è imbattuto in uno strano figuro che all’interno di un capannone gironzolava dando colpi di falce un po’ ovunque. Ma l’allarme non è mai suonato. Poi lo ha visto chiudersi in uno stanzino di quel capannone. E quando, arrivati i rinforzi, è stato aperto il portone, tutti sono stati investiti da una miriade di oggetti grandi e piccoli scaraventati fuori da quello stanzino. E l’uomo con la falce? Scomparso! C’è poi chi giura che in quella zona spesso ci siano bagliori di luce ingiustificati ed in particolare un anello rossastro di cui non si riesce a spiegarsi l’esistenza e che colora le campagne.


L’altro racconto è quello di una ragazza di Ruffano: “Era il 13 agosto, le 22,30 circa, tornavo da Lecce ed ero in macchina con un’amica venuta da fuori. Stavamo parlando tra di noi e sulla strada tra Surano e Ruffano, dopo i pini e con le prime curve, orgogliosa facevo vedere gli splendidi alberi d’ulivo che costeggiano la strada. Per farlo meglio, aspettavo che la macchina che avevamo davanti sparisse dietro la curva per poi alzare gli abbaglianti. Ad un certo punto, ho visto in mezzo agli alberi, sul ciglio della strada, un uomo in piedi vestito con jeans chiari, camicia chiara, sui 45 anni, le mani incrociate dietro la schiena e sorridente. Non so il perché, ma un brivido mi ha attraversato la schiena e intimamente ho avuto subito la sensazione si trattasse di un fantasma. Non c’era alcuna auto parcheggiata, non poteva quindi essere sceso per fare pipì o per chiedere aiuto, né c’erano stradine accanto. Io ho iniziato a tremare e piangere dalla paura e, nonostante la calura estiva, ho avuto freddo per tutta la notte. La mia amica non ha visto nulla, era girata verso di me… A me invece è rimasta la paura. Il giorno dopo sono ripassata per vedere se per caso ci fosse un albero, un palo, insomma qualcosa di diverso dagli alberi che avesse potuto ingannarmi, ma nulla… Ovviamente ho raccontato la storia in famiglia e agli amici più intimi e con una certa sorpresa un po’ tutti mi hanno creduto, anche perché sanno che non dico fesserie. Ora lavoro in Inghilterra ed ho parlato ai miei colleghi di questa esperienza: non lo immaginavo, ma tanti di loro mi hanno raccontato storie di cui sono stati testimoni diretti”.


Altra storia qualche chilometro più in là, nei pressi di Spongano. Una coppia di fidanzati (ora marito e moglie) ha avuto la sventura di forare appena fuori dal paese. Era buio e lui si è messo a cambiare la gomma. Mentre era indaffarato tra chiavi e bulloni, una voce calda gli ha chiesto se avesse bisogno di aiuto e lui ha risposto: “Si, magari per stringere i bulloni, grazie”. Niente di straordinario, salvo il fatto che quando il ragazzo lo ha ringrazia, l’uomo si è congedato allontanandosi a piedi tra gli alberi e svanendo nel nulla. Qualche giorno dopo il proprietario dell’auto si è imbattuto in una lapide e nella foto ingiallita dal tempo, chi ci ha visto?… proprio l’uomo che l’aveva aiutato!


Spostandoci a nord ovest, come dimenticare la storia di quel ragazzo di Nardò che all’uscita dalla discoteca, sotto la pioggia, si è offerto di accompagnare a casa una ragazza? Lei si è fatta lasciare nei pressi del cimitero, anche se non c’erano abitazioni vicine e continuava a piovere. Il giorno dopo il ragazzo ha trovato in auto un’agendina che la ragazza aveva dimenticato, attraverso questa è risalito alla casa dei genitori e ci è andato per restituirla, ma la risposta della signora sull’uscio è stata agghiacciante: “Mia figlia è morta da dieci anni e la sua agendina è sepolta con lei!”.


E così pure in agro di Specchia sono tanti i fenomeni strani di cui negli anni si è parlato, ad esempio nella zona di Cardigliano. Anche se è davvero difficile strappare un racconto. Le reazioni di solito sono due: quella di chi non vuole proprio condividere la propria esperienza e quella di chi, come il contadino di Spongano alla domanda “notato nulla di strano?, presenze, fantasmi?”, impallidisce e risponde “sta facendo buio, me ne torno a casa!”. Nel corso dei secoli, diversi autorevoli studiosi hanno esaminato con molta attenzione il problema ed hanno stilato una casistica, dato che i fantasmi e le manifestazioni non sono tutte uguali.


L’esperto: “Tutto si può spiegare”

Mauro Panzera

Mauro Panzera


Ma si può dare una spiegazione a tutti questi fenomeni concentrati nella stessa zona? Lo abbiamo chiesto al dott. Mauro Panzera, che oltre ad essere coordinatore nazionale della Commissione giuridica e Coordinatore regionale per la Puglia del Centro Ufologico Nazionale, è anche consigliere nazionale del Movimento Culturale Umanistico. E proprio in quest’ultima veste che ci dice: “Ho seguito la vicenda dei presunti fantasmi sulla strada Surano-Ruffano, ma eviterei di entrare nei particolari perché non ho avuto il consenso a divulgare la notizia dalla persona interessata. Più in generale posso dire che sono poco propenso a scomodare spiegazioni non convenzionali quando vi sono gli elementi per giustificare un dato fenomeno. Soprattutto in passato vi è stato un filone dell’Ufologia, la cosiddetta Parafisica, facente riferimento ad esempio all’astronomo franco-americano Jacques Vallet o all’ufologo americano John Keall, che ipotizzava una riconducibilità degli UFO a possibili contatti con altre dimensioni, da un mondo che lui chiamava Magonia e che definiva come ipotetiche intelligenze ultraterrestri o comunque estranee al genere umano.


E il nome di John Keal”, prosegue il dott. Panzera, “è strettamente legato all’avvistamento, nel 1966, negli USA, in West Virginia, del cosiddetto uomo-falena. E la stessa vicenda può essere ricondotta anche ad un evento a noi più vicino, sul quale ho condotto in prima persona uno studio approfondito, che è stato citato nel libro “Alieni in Italia” di Moreno Tambellini, scaturito da un’intervista sul “Giornale dei misteri” negli anni ‘70. Durante l’estate del 1944, un marinaio si trovava a bordo della corazzata “Caio Duilio” nel Mar Piccolo a Taranto, quando, scrutando il cielo, avrebbe visto una formazione di una quindicina di umanoidi volanti, creature simili alle mitologiche Arpie: alate, dalla corporatura tozza e possente, alte circa 3 metri, capelli color blu turchino o rosso ruggine, prive degli arti superiori e caratterizzate dalla presenza di poderosi artigli alle estremità degli arti inferiori. Queste strane creature, quasi dei rettili preistorici volanti, sarebbero state addirittura in grado di restare in volo da ferme, nonostante l’apertura alare non fosse proporzionata alla loro grandezza. Ovvio il collegamento all’uomo-falena del 1966.


Indipendentemente da qualsiasi valutazione si possa fare sull’evento, ci tengo a dire”, precisa Mauro Panzera, “che a riguardo mi sono ampiamente documentato in sedi autorevolissime, in particolare presso l’Archivio storico della Marina Militare presso il Ministero della Difesa. E dal fascicolo della “Caio Duilio” si evince come prima di approdare nel porto di Taranto, al ritorno dall’isola di Malta, dalla nave fu avvistato, tra la Sicilia e la Puglia, un oggetto volante, forse un aereo non identificato. Mi chiedo fino a che punto questo potesse anche psicologicamente aver influenzato chi ritiene di aver visto le creature volanti. Quello che posso affermare è che la persona in questione fosse ritenuta assolutamente seria e non interessata a mettersi in mostra. E sull’argomento ho scritto due articoli sulla nostra rivista (“Ufo Notiziario”) dopo essere stato autorizzato dalla stessa autorità militare”.


Ma queste vicende in quale modo potrebbero collegarsi ai recenti “fenomeni salentini”? “Solo perché si parla di eventuali creature che esulano dal vissuto quotidiano. I sensi, come diceva il pittore inglese William Blake, in un certo qual modo ci impediscono di cogliere la smisurata grandezza dell’infinito, in poche parole ci limitano. Oggi, però, con le ultime scoperte dell’Astronomia e della Fisica, che ci dicono come la materia visibile occupi una posizione assolutamente irrilevante nel contesto universale, non possiamo non avere quantomeno il dubbio che esistano realtà che sfuggono alla nostra concezione. Detto questo, va anche aggiunto che riguardo al presunto fantasma di Ruffano non abbiamo alcun elemento particolarmente significativo che faccia escludere a priori che possa essere stata vista una persona in carne ed ossa”.


Chi invece ritiene di aver incontrato un alieno o comunque un oggetto non identificato, come si deve comportare? “Può consultare direttamente gli indirizzi dalla sezione “contatti” del sito internet www.cun-italia.net”. Perché dovremmo pensare di non essere soli in questo Mondo? “Per dimostrare che siamo soli, bisognerebbe dimostrare che tutti i pianeti dell’Universo non ospitino la vita. Ma d’altro canto, ci fossero degli essere così evoluti in grado di sviluppare un telescopio così potente da consentirgli di osservarci nella vita di tutti i giorni, lo farebbero dalla distanza del pianeta dove abitano. E se il pianeta è a 2mila anni luce, cosa vedrebbero? Gli antichi romani? Un “incontro”, quindi, dipende dalla possibilità concreta che queste ipotetiche intelligenze aliene riescano a superare le distanze interstellari in relazione alla prospettiva limitata cui dobbiamo ricondurre la storia dell’uomo in rapporto alla storia universale. Le distanze dell’Universo sono talmente grandi che non si può negare a priori l’esistenza di civiltà aliene così distanti da noi da escludere l’ipotesi del contatto”. Sul piano umanistico, invece, pur prendendo tutti gli episodi con le dovute pinze, queste apparizioni a ripetizione nel Salento come le spieghiamo? “Se diamo per scontato che oggi non esiste solo la materia visibile, e pensiamo all’incidenza della materia oscura o dell’energia oscura, questa potrebbe essere la chiave di lettura di molti fenomeni oggi esclusi dalla scienza ufficiale”.


Giuseppe Cerfeda


News & Salento

Disturbi dello spettro autistico: a Specchia un centro diurno per adulti

Pubblicato

il

Specchia accoglie l’apertura del nuovo Centro Diurno per adulti con disturbi dello spettro autistico, sito nel cuore del paese, in Piazza della Libertà, 5.

Questa importante iniziativa è resa possibile grazie all’impegno di Sollevante, realtà da sempre attenta alle esigenze del territorio e delle famiglie che necessitano di supporti specialistici.

Si tratta di un servizio unico per l’intera Provincia di Lecce, e per questo risulta essere di straordinaria rilevanza per tutte le famiglie del Salento che ogni giorno affrontano le sfide legate all’autismo in età adulta.

Il centro offrirà attività mirate, supporto terapeutico, e un ambiente sicuro in cui le persone con disturbo dello spettro autistico possano sviluppare abilità sociali e cognitive, migliorando il proprio benessere e la qualità della vita.

Continua a Leggere

News & Salento

Social Basket a Nardò

Pubblicato

il

Parte il progetto “Social Basket 2024: in campo”! Un’iniziativa inclusiva e gratuita per ragazzi e ragazze tra i 10 e i 18 anni, promossa da ASC Comitato Provinciale Lecce in collaborazione con Social Aut – Associazione di Promozione Sociale e Centro Devils Basket Nardò per favorire l’inclusione sociale tra ragazzi/e con Disturbo dello Spettro Autistico e coetanei a sviluppo tipico.


Ogni venerdì dalle ore 16:00 alle ore 17:00 presso la palestra dell’Istituto Comprensivo Polo 1, Nardò (LE).

Per informazioni e iscrizioni:
Email: social.aut.aps@gmail.com
WhatsApp: +39 389 650 7868

Continua a Leggere

Attualità

Intesa Sanpaolo, sito di nuovo down e clienti imbufaliti

Problemi d’accesso per app e home banking. Intesa Sanpaolo è down: clienti bloccati fuori dall’home banking e impossibilitati a gestire conti e pagamenti online…

Pubblicato

il

Un bug che sta affliggendo il sistema informatico di Intesa Sanpaolo, non permettendo ai clienti di eseguire on line nessuna operazione: questa potrebbe essere la causa, ma nessuna dichiarazione è arrivata da parte della banca finora.

I social network si stanno riempiendo di post e commenti di clienti frustrati per il disservizio, impossibilitati di eseguire regolari pagamenti o altri tipi di operazioni on line.

Questo evento è simile a quanto già accaduto il 31 ottobre, allora un altro malfunzionamento aveva compromesso l’accesso all’home banking per ore, generando altrettanto malcontento tra i clienti.

Per via di un problema tecnico non funziona l’accesso all’applicazione e al servizio Web di Intesa Sanpaolo: questo impedisce la gestione dei conti e delle carte, impedisce anche l’autorizzazione dei pagamenti online tramite le notifiche push in-app (che servono a confermare le transazioni).

Questo è il messaggio che legge chi si appresta ad andare, virtualmente, on line: «Ci scusiamo ma, per un problema tecnico, non puoi proseguire».

Le difficoltà degli utenti sono iniziate intorno alle 9 di questa mattina, con un’ondata di report che evidenziano problemi nell’accesso, nell’autenticazione e nell’utilizzo generale delle funzionalità dell’app.

 

Continua a Leggere
Pubblicità

Più Letti