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Cronaca

Vadrucci: i falsi allarmismi di Maniglio per Porto Miggiano

Anziché su questioni fantasiose il consigliere farebbe bene ad interrogare Vendola e l’Assessore Pelillo sulle disastrose gestioni della società TERME DI SANTA CESAREA

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In un articolo apparso sul Quotidiano di Puglia di sabato 18 febbraio, il vicepresidente del Consiglio Regionale, Antonio Maniglio, pubblicizza una sua interrogazione regionale indirizzata al Presidente Vendola e all’Assessore Barbanente in cui si chiede “chiarezza” su un fantomatico cantiere relativo ad un progetto di un complesso turistico residenziale che prevede la realizzazione di 536 unità abitative, ristoranti, negozi e piscine in località “Porto Miggiano”, a Santa Cesarea Terme. Il consigliere Maniglio dovrebbe sapere che a Porto Miggiano è in corso un intervento pubblico di sola messa in sicurezza e consolidamento del costone roccioso, finanziato tra l’altro con fondi regionali, che non prevede alcun insediamento residenziale o produttivo né costruzioni di alcun genere. La finalità dell’ intervento in corso è solo quella di rendere fruibile una zona di balneazione dichiarata dal PAI a rischio molto elevato per la pubblica e privata incolumità. La realizzazione di volumetrie o costruzioni edilizie in Porto Miggiano o nel comparto 13 è solo frutto di pseudo fantasie tendenti a creare inutili allarmismi in quanto il comune di Santa Cesarea Terme non ha rilasciato alcun permesso a costruire in tali zone.


Vorrei ricordare che Santa Cesarea Terme è stato uno dei primi comuni della Provincia di Lecce a dotarsi di un vero e proprio Piano Regolatore Generale ed il suo territorio non è stato mai interessato da fenomeni di abusivismo edilizio e da mega insediamenti così come è accaduto in altre importanti località turistiche del nostro Salento. E’ noto che a Santa Cesarea Terme lo sviluppo urbanistico ed edilizio è sempre avvenuto nel pieno rispetto delle strumentazioni urbanistiche vigenti. Invece di interrogare la Giunta Regionale su questioni fantasiose, dunque, il consigliere Maniglio farebbe bene ad interrogare il Presidente Vendola, la vicepresidente Capone e l’Assessore Pelillo sulle disastrose gestioni che si stanno perpetrando nella società “TERME DI SANTA CESAREA s.p.a.” nell’indifferenza degli organi preposti al controllo; detta società dovrebbe essere il fiore all’ occhiello per l’intero territorio salentino, ed invece si è rivelata un ulteriore “carrozzone” che da diversi anni sta gravando in modo rilevante sulle tasche di tutti i cittadini pugliesi ed, in modo particolare, su quelli di Santa Cesarea. Come mai il consigliere Maniglio non si occupa di quest’ ultimo “abusivismo” che preoccupa molto di più i cittadini di Santa Cesarea e dell’ intero Salento, in considerazione che anche quest’ anno la società chiuderà con una perdita di esercizio di oltre mezzo milione di euro? Vorrei chiedere al consigliere Maniglio, che dimostra di avere tanto a cuore il territorio di Santa Cesarea, anche nella considerazione che  questo sarà il quinto anno consecutivo di perdita d’ esercizio, quali misure intende adottare la Regione Puglia, quale socio di maggioranza, affinché si metta fine a questo grave problema: dobbiamo forse aspettare che la disastrosa gestione di detta società si tramuti in gestione fallimentare, ammesso che non lo sia già?

Mario Vadrucci – Consigliere Regionale Pdl


Cronaca

Incendio a Parabita: sito archeologico in cenere

In fumo 45 ettari. I consiglieri di Persone & Progresso denunciano: «Con qualche migliaio di euro si sarebbe evitato questo scempio. Assumeremo ogni iniziatica utile perché siano accertate le responsabilità di chi per supponenza, ignoranza e arroganza ha ucciso un immenso patrimonio culturale della città».

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Nella giornata di ieri è andato in fumo l’intero sito del parco archeologico di Parabita.

Per lunghe ore, le fiamme hanno colpito e distrutto tutte le strutture del parco archeologico: ormai ridotto a sola cenere.

Oltre 45 ettari sono andati in fumo.

Solo grazie all’intervento dei vigili del fuoco e della Protezione Civile sono state messe in salvo le abitazioni della zona.

Dopo 24 ore, questa mattinata vi erano ancora alberi di ulivo che bruciavano.

Sulla vicenda sono intervenuti I consiglieri comunali Alfredo Cacciapaglia, Francesca Giannelli, Giuseppe Provenzano e Biagino Coi: «Un mese fa avevamo denunciato lo stato di abbandono del parco archeologico, sommerso dalle erbacce e dall’incuria totale».

I consiglieri del gruppo Persone & Progresso attaccano: «Ieri, mentre era in corso il Consiglio comunale, il sindaco Stefano Prete non solo ometteva d’informare il consiglio e quindi la città di quanto stava accadendo ai danni di uno dei siti archeologici più importanti al mondo, ma ha addirittura mentito, affermando che grazie alla sua opera di “prevenzione e di sfalcio diffuso non si ripetevano le situazioni avute nel 2023».

Per questo i consiglieri di opposizione chiedono che «si faccia luce e si verifichi se dietro quanto è accaduto possa esservi la condotta criminale di qualche mano sconsiderata. Non meno delinquenziale la condotta irresponsabile di chi, avvisato per tempo, proprio da noi, per lo stato di degrado e abbandono ha fatto sì che tale misfatto potesse compiersi. Il tutto mentre la vice sindaco dichiarava sempre nel corso del Consiglio Comunale di “essere caduta dal pero” dichiarando di non sapere nulla di quanto accadeva mentre le case degli abitanti nella zona del parco archeologico rischiavano di andare a fuoco».

Grazie all’intervento dei volontari dei Vigili del Fuoco non si è consumata la tragedia.

«Con qualche migliaio di euro», continuano dai banchi della minoranza, «si sarebbe evitato questo scempio. Assumeremo ogni iniziatica utile perché siano accertate le responsabilità di chi per supponenza, ignoranza e arroganza ha ucciso un immenso patrimonio culturale della città».

«A breve», annunciano infine, «presenteremo un’interpellanza affinché nel prossimo consiglio si discuta di quanto accaduto e valutare le responsabilità politiche e penali del fatto».

 

 

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Cronaca

Tricase Porto, Villa Sauli: c’è la Scia ma nulla è cambiato

Il sindaco Antonio De Donno: «In risposta alla segnalazione di inizio attività, che erano obbligati a presentare, altrimenti noi avremmo dovuto confiscare, abbiamo fatto notare come per l’ufficio tecnico tutta l’opera sia abusiva in quanto c’è stata una traslazione della sagoma. Siamo sempre in attesa del pronunciamento finale dei giudici»

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Altre novità per Villa Sauli a Tricase Porto?

La comparsa di un cartello nei pressi di quello che tutti conoscono come l’ecomostro, con la denuncia della presentazione di una Scia (Segnalazione certificata di inizio attività), ha fatto rizzare le antenne.

Di fatto, però, non ci sono novità di rilievo rispetto agli ultimi aggiornamenti.

Il sindaco Antonio De Donno

Il sindaco di Tricase Antonio De Donno tranquillizza tutti: «Gli eredi hanno presentato una scia di demolizione. In base alla sentenza del Consiglio di Stato. Lla Scia deve rifarsi all’ordinanza del 2019 del sindaco Carlo Chiuri che prevedeva l’abbattimento di una scaletta e pochi altri interventi».

«In risposta a questa Scia, che erano obbligati a presentare, altrimenti noi avremmo dovuto confiscare», spiega De Donno, « abbiamo fatto notare come per l’ufficio tecnico tutta l’opera sia abusiva in quanto c’è stata una traslazione della sagoma. Com’è noto, a fronte di questa risposta e alla notifica di abbattimento c’è stato un ulteriore ricorso».

Come già il primo cittadino aveva spiegato a suo tempo, quindi, «bisognerà attendere gli eventi per capire quali saranno i tempi effettivi per una decisione definitiva dei giudici dopo che una delle eredi si è costituita al Consiglio di Stato».

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Attualità

Collepasso, vincita col botto al 10eLotto

Si festeggia in Puglia in occasione del concorso del 10eLotto di martedì 16 luglio. La fortuna fa tappa a Collepasso, in provincia di Lecce, dove sono stati centrati…

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10eLotto, colpo da 50mila euro a Collepasso

Si festeggia in Puglia in occasione del concorso del 10eLotto di ieri martedì 16 luglio.

La fortuna fa tappa a Collepasso, in provincia di Lecce, dove sono stati centrati 50mila euro grazie ad un “9 Oro”.

L’ultimo concorso del 10eLotto ha distribuito premi per oltre 25,9 milioni di euro, per un totale di oltre 2,14 miliardi da inizio anno.

 

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