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Cronaca

Gabellone a Vendola: “Non solo Petruzzelli”

A fronte di € 2.000.000,oo per il Petruzzelli, la Regione Puglia finanzia della Fondazione leccese con soli € 120.000,oo

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L’impegno delle istituzioni (e in particolare della Regione Puglia), nella gestione della Fondazione Petruzzelli, ha comportato investimenti di denaro pubblico particolarmente rilevanti, a fronte, però, di risultati sconfortanti. Il fatto che il deficit di bilancio, valutato in 8,3 milioni di euro, sia stato raggiunto nel breve volgere di poco più di due anni dalla riapertura del teatro dopo il devastante incendio del 1991, dimostra che all’origine del problema vi sono delle situazioni di carattere strutturale che vanno approfondite e risolte ab imis; problema di non facile soluzione, temo, ma che il Commissario straordinario Dott. Fuortes, nominato giorni fa dal Ministro Ornaghi, saprà affrontare con competenza ed autorevolezza. Sembra che una delle ipotesi di risanamento preveda un finanziamento straordinario da parte dei tre soci fondatori (Comune di Bari, Provincia di Bari, Regione Puglia) per complessivi 6 milioni di euro: da quanto risulta, il Comune intenderebbe chiedere l’intervento del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, la Provincia avrebbe opposto un rifiuto motivato, la Regione, infine, avrebbe in animo di sottoporre la questione al Consiglio Regionale. Dalla congerie di notizie filtrate in questi giorni si è appreso che la quota a carico della Regione per la gestione del Petruzzelli negli ultimi due esercizi finanziari ha raggiunto l’importo complessivo di 4 milioni di euro; non conosco invece gli importi versati dagli altri due soci della Fondazione (il Comune e la Provincia di Bari) per lo stesso periodo.


Qualcuno ha adombrato anche la possibilità di utilizzare fondi europei, accessibili da parte della Regione, per ripianare il deficit. Non si sa, però, se questa ipotesi sia praticabile perché sembra che tali risorse abbiano carattere straordinario e,  come tali, non possano essere impiegate per la gestione ordinaria del  Teatro; sarebbero infatti destinate esclusivamente  ad incentivare la c.d. “attrattività” dell’istituzione, attraverso forme particolari di pubblicità, promozione, potenziamento del cast con ospiti di prestigio. Non v’è dubbio che il Teatro Petruzzelli, vanto dell’intera Nazione, merita la massima attenzione da parte delle istituzioni pubbliche a tutti i livelli ma è legittimo chiedersi come si giustifica l’enorme divario fra il trattamento riservato dalla Regione alla Fondazione Lirico-sinfonica barese e l’impegno finanziario sostenuto per la Fondazione I.C.O. (Istituzione Concertistico-orchestrale) “Tito Schipa” di Lecce. A fronte di un contributo annuo di circa € 2.000.000,00 (4 miliardi circa delle vecchie lire) erogato per il Petruzzelli, la Regione Puglia finanzia le attività della Fondazione leccese con soli € 120.000,00, elargiti per giunta con ritardi pregiudizievoli per una corretta gestione amministrativa e contabile dell’Ente.  Non si tratta, beninteso, di una manifestazione di gretta gelosia della parente povera di Lecce (l’I.C.O. “Tito Schipa”) nei confronti della “consorella” Petruzzelli, di Bari. Il mio intento è invece quello di rappresentare al Presidente della Regione, al Commissario Straordinario ed alle rappresentanze politiche presenti in Consiglio Regionale l’esigenza che, una volta risanata – come tutti ci auguriamo – la situazione finanziaria della Fondazione Petruzzelli, si proceda senza indugi a ridefinire i criteri di riparto delle risorse regionali fra le Fondazioni pugliesi che sostengono la cultura musicale. Non è  infatti ammissibile che la Provincia di Lecce sia sistematicamente costretta, per le restrizioni operate dalla Regione, a profondere risorse proprie per il funzionamento della Fondazione “Tito Schipa”. Questa, infatti, risulta assegnataria di una misera quota del 6% dello stanziamento regionale, mentre la Fondazione Petruzzelli ha finora beneficiato di una quota pari al 94%; dato contabile, questo, di non poco conto se si pensa che l’istituzione leccese – oltre a vantare un fitto calendario di eventi, una tradizione di notevole prestigio e un consolidato consenso di pubblico e di critica – garantisce lavoro a circa 60 professionisti. Se d’ora in poi la Regione si mostrerà più attenta anche alle esigenze delle altre istituzioni culturali pugliesi, soprattutto di quelle gestite con oculatezza e senso di responsabilità, anche le differenze nelle erogazioni di risorse saranno certamente contenute entro misure ragionevoli e, come tali, accettabili da tutte le parti interessate. Distinti ossequi.


Antonio Gabellone – Presidente della Provincia di Lecce

e della Fondazione I.C.O. “Tito Schipa”


Cronaca

Incendio a Parabita: sito archeologico in cenere

In fumo 45 ettari. I consiglieri di Persone & Progresso denunciano: «Con qualche migliaio di euro si sarebbe evitato questo scempio. Assumeremo ogni iniziatica utile perché siano accertate le responsabilità di chi per supponenza, ignoranza e arroganza ha ucciso un immenso patrimonio culturale della città».

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Nella giornata di ieri è andato in fumo l’intero sito del parco archeologico di Parabita.

Per lunghe ore, le fiamme hanno colpito e distrutto tutte le strutture del parco archeologico: ormai ridotto a sola cenere.

Oltre 45 ettari sono andati in fumo.

Solo grazie all’intervento dei vigili del fuoco e della Protezione Civile sono state messe in salvo le abitazioni della zona.

Dopo 24 ore, questa mattinata vi erano ancora alberi di ulivo che bruciavano.

Sulla vicenda sono intervenuti I consiglieri comunali Alfredo Cacciapaglia, Francesca Giannelli, Giuseppe Provenzano e Biagino Coi: «Un mese fa avevamo denunciato lo stato di abbandono del parco archeologico, sommerso dalle erbacce e dall’incuria totale».

I consiglieri del gruppo Persone & Progresso attaccano: «Ieri, mentre era in corso il Consiglio comunale, il sindaco Stefano Prete non solo ometteva d’informare il consiglio e quindi la città di quanto stava accadendo ai danni di uno dei siti archeologici più importanti al mondo, ma ha addirittura mentito, affermando che grazie alla sua opera di “prevenzione e di sfalcio diffuso non si ripetevano le situazioni avute nel 2023».

Per questo i consiglieri di opposizione chiedono che «si faccia luce e si verifichi se dietro quanto è accaduto possa esservi la condotta criminale di qualche mano sconsiderata. Non meno delinquenziale la condotta irresponsabile di chi, avvisato per tempo, proprio da noi, per lo stato di degrado e abbandono ha fatto sì che tale misfatto potesse compiersi. Il tutto mentre la vice sindaco dichiarava sempre nel corso del Consiglio Comunale di “essere caduta dal pero” dichiarando di non sapere nulla di quanto accadeva mentre le case degli abitanti nella zona del parco archeologico rischiavano di andare a fuoco».

Grazie all’intervento dei volontari dei Vigili del Fuoco non si è consumata la tragedia.

«Con qualche migliaio di euro», continuano dai banchi della minoranza, «si sarebbe evitato questo scempio. Assumeremo ogni iniziatica utile perché siano accertate le responsabilità di chi per supponenza, ignoranza e arroganza ha ucciso un immenso patrimonio culturale della città».

«A breve», annunciano infine, «presenteremo un’interpellanza affinché nel prossimo consiglio si discuta di quanto accaduto e valutare le responsabilità politiche e penali del fatto».

 

 

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Cronaca

Tricase Porto, Villa Sauli: c’è la Scia ma nulla è cambiato

Il sindaco Antonio De Donno: «In risposta alla segnalazione di inizio attività, che erano obbligati a presentare, altrimenti noi avremmo dovuto confiscare, abbiamo fatto notare come per l’ufficio tecnico tutta l’opera sia abusiva in quanto c’è stata una traslazione della sagoma. Siamo sempre in attesa del pronunciamento finale dei giudici»

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Altre novità per Villa Sauli a Tricase Porto?

La comparsa di un cartello nei pressi di quello che tutti conoscono come l’ecomostro, con la denuncia della presentazione di una Scia (Segnalazione certificata di inizio attività), ha fatto rizzare le antenne.

Di fatto, però, non ci sono novità di rilievo rispetto agli ultimi aggiornamenti.

Il sindaco Antonio De Donno

Il sindaco di Tricase Antonio De Donno tranquillizza tutti: «Gli eredi hanno presentato una scia di demolizione. In base alla sentenza del Consiglio di Stato. Lla Scia deve rifarsi all’ordinanza del 2019 del sindaco Carlo Chiuri che prevedeva l’abbattimento di una scaletta e pochi altri interventi».

«In risposta a questa Scia, che erano obbligati a presentare, altrimenti noi avremmo dovuto confiscare», spiega De Donno, « abbiamo fatto notare come per l’ufficio tecnico tutta l’opera sia abusiva in quanto c’è stata una traslazione della sagoma. Com’è noto, a fronte di questa risposta e alla notifica di abbattimento c’è stato un ulteriore ricorso».

Come già il primo cittadino aveva spiegato a suo tempo, quindi, «bisognerà attendere gli eventi per capire quali saranno i tempi effettivi per una decisione definitiva dei giudici dopo che una delle eredi si è costituita al Consiglio di Stato».

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Attualità

Collepasso, vincita col botto al 10eLotto

Si festeggia in Puglia in occasione del concorso del 10eLotto di martedì 16 luglio. La fortuna fa tappa a Collepasso, in provincia di Lecce, dove sono stati centrati…

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10eLotto, colpo da 50mila euro a Collepasso

Si festeggia in Puglia in occasione del concorso del 10eLotto di ieri martedì 16 luglio.

La fortuna fa tappa a Collepasso, in provincia di Lecce, dove sono stati centrati 50mila euro grazie ad un “9 Oro”.

L’ultimo concorso del 10eLotto ha distribuito premi per oltre 25,9 milioni di euro, per un totale di oltre 2,14 miliardi da inizio anno.

 

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