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Sport

Calcio: c’è il derby del Salento

L’undicesima giornata di serie B riserva un appuntamento storico, ossia il primissimo scontro ufficiale fra Gallipoli e Lecce in programma al “Via del Mare”. Gli ionici sognano lo sgambetto, mentre i giallorossi leccesi cercheranno di continuare a risalire la china. Si gioca sabato 24 ottobre alle ore 15.30.

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Dall’idea della fusione per dar vita al “Salento Calcio”, al primo sensazionale derby. Scende in campo il Salento, Gallipoli-Lecce: un appuntamento storico. Mai nella storia delle due compagini c’è stato un match ufficiale, nessuno avrebbe pronosticato la sfida cinque anni fa, quando il Lecce di Chevanton otteneva la salvezza in A e il Gallipoli di Barba raccoglieva i primi frutti passando dall’Eccellenza alla serie D. Sabato pomeriggio sarà il palcoscenico del campionato cadetto ad accogliere la gara del “Via del Mare”, già di per sè tutta particolare visto che al Lecce toccherà giocare da ospite in casa propria, lasciando fare al Gallipoli gli onori di casa. Arbitrerà il signor Brighi della sezione di Cesena. 


Sugli spalti c’è curiosità per toccare con mano la risposta di tutto il Salento, mentre in campo sarà sfida vera, con i giallorossi leccesi determinati a continuare a risalire la china e gli ionici di Giannini pronti a mettere i bastoni fra le ruote per rendere ancor più storico un appuntamento destinato a restare negli annali comunque vada. Entrambe le formazioni arrivano da un 1 a 0, ma completamente diverso nelle rispettive situazioni: gli uomini di De Canio hanno innestato nuovamente la marcia battendo la Salernitana, invece, Ginestra e compagni sono usciti battuti dal campo della Triestina (interrompendo la striscia positiva di sei risultati utili), prima che venisse restituito in classifica quel punto della discordia, inizialmente sottratto per “noie” amministrative.


Gli ionici sono così tornati a cinque punti di distacco dai “cugini” leccesi, puntando ora al classico “sgambetto” di circostanza, ritrovando magari la vittoria e pure quel gol che addirittura manca da 304 minuti (da quando il gol di Abbate stese l’Ancona). Per l’occasione, il tecnico romano Giannini perde per squalifica il regista D’Aversa e il giovane Maritato, ma, in compenso, ritrova Pederzoli e soprattutto Di Gennaro, che ha smaltito i problemi fisici e partirà titolare al fianco di Ginestra con Mounard piazzato sulla trequarti. Molto ruota attorno alla posizione del transalpino ex Foggia, che, così shierato, permetterebbe di scendere in campo con il rombo a centrocampo (altrimenti si passerrebbe al trio in mediana con Mounard avanzato in attacco) e con una compatta difesa a quattro. Ecco la formazione probabile: Garavano, Sosa, Abbate, Grandoni, Scaglia, Mancini, Pederzoli, Viana, Mounard, Ginestra, Di Gennaro.


In casa Lecce, De Canio ha chiesto ai suoi uno sprint lunghissimo, in vista delle prossime altre due sfide casalinghe (martedì c’è la Reggina, poi arriva l’Empoli), che segneranno inevitabilmente il prosieguo della stagione. L’allenatore lucano dovrà rinunciare allo squalificato Defendi e al giovane Mazzotta (starà fuori almeno un mese per la distrazione del legamento collaterale mediale del ginocchio destro), il quale verrà nuovamente rimpiazzato da Giuliatto, favorito su Mesbah e destinato a ritrovare la forma migliore dopo il debutto della settimana scorsa. Al centro della difesa Terranova contende una maglia a Schiavi, mentre, per il resto, potrebbe esser confermato l’undici che ha battuto i campani, con Lepore piazzato alle spalle del tandem Corvia-Marilungo. Ecco il probabile 4-3-1-2 di partenza: Rosati, Angelo, Terranova (Schiavi), Fabiano, Giuliatto, Giacomazzi, Edinho, Vives, Lepore, Marilungo, Corvia.


Giorgio Coluccia


Il programma dell’11^ giornata, sabato 24 ottobre, ore 15,30:


Ancona-Frosinone

Brescia-Albinoleffe

Cesena-Grosseto

Empoli-Ascoli

Gallipoli-Lecce

Padova-Triestina

Piacenza-Modena

Salernitana-Crotone

Sassuolo-Cittadella

Torino-Reggina (venerdì 23, ore 20,45)

Vicenza-Mantova (lunedì 26, ore 20,45)


Classifica: Frosinone 21; Cesena 19; Padova, Torino 17; Ancona 16; Cittadella, Vicenza 15; Ascoli, Lecce, Empoli, Sassuolo 14; Modena, Brescia, Grosseto 13; Triestina 11; AlbinoLeffe 10; Reggina, Piacenza, Gallipoli 9; Crotone 7; Mantova 6; Salernitana 2.


* Crotone penalizzato di 2 punti

** Ancona, Piacenza, Brescia, Gallipoli, Empoli, Triestina, Lecce e Reggina una gara in meno (recuperi il 27/10, ore 20.45).


Casarano

Passerella d’onore per il Casarano

Sconfitta indolore a Gravina per i rossoazzurri già promossi. All’ingresso in campo “pasillo de honor” dei baresi che hanno reso omaggio ai vincitori del campionato. Domenica prossima festa al “Capozza” e poi la poule scudetto

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GRAVINA- CASARANO 4-2

Reti: pt 5′ Stauciuc (G), 11′ e 32′ Santoro (G); st 28′ Perez (C), 32′ Santoro (G), 41′ rig. Malcore (C)

Accoglienza d’eccezione per il Casarano, fresco vincitore del girone H e promosso nei professionisti: i calciatori rossoazzurri fanno il loro ingresso in campo fra gli applausi dei gravinesi schierati in due file all’uscita dallo spogliatoio.

Ma, iniziato l’incontro le cose cambiano decisamente: nessun timore reverenziale e pronto e servito un sonoro tre a zero già poco dopo la mezz’ora.

Si spreca l’ironia: Casarano già in vacanza, in ciabatte, reduce dallo champagne.

In realtà, accade che Di Bari, per coerenza con quanto sostenuto circa la vittoria di tutto il gruppo-squadra e per alcune assenze rilevanti, schiera una formazione del tutto inedita e per questo di scarsa intesa.

Poi vengono anche l’ardore e la decisa volontà del Gravina di assicurarsi la salvezza anticipata, traguardo meritato e conseguito.

Mister Di Bari ammette in sala-stampa che “le motivazioni del Gravina erano superiori, avevano più fame”.

Ordunque, non resta altro che prepararsi per bene alla domenica finale del prestigioso percorso, con una prestazione consona alla festa attesa al Capozza, gremito come non mai.

Da non dimenticare, inoltre, le successive fasi della poule scudetto tra le vincitrici dei nove gironi di serie D, cui la Società tiene molto.

Giuseppe Lagna

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Cronaca

Lecce da applausi. Lezione all’Italia pallonara

Sulle linee guida dettate dal presidente Saverio Sticchi Damiani giallorossi campioni di comportamento e stile. Anche nella difficoltà estrema, tra il devastante dolore per l’improvvisa e tragica scomparsa del fisioterapista Graziano Fiorita e l’imbarazzo di dover andare a giocare una partita con la morte nel cuore…

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Il lunedì è costume molto italiano discutere delle partite del fine settimana, celebrare la vittoria della propria squadra, sfottere chi tifa per una squadra diversa dalla tua o prendersela con l’arbitro di turno.

Oggi ci accodiamo anche noi, ma l’argomento seppur sempre calcistico, è molto diverso.

Vogliamo rendere onore al Lecce del presidente Saverio Sticchi Damiani.

Il presidente, un Signore, che sicuramente ha poco a che vedere con certi personaggi che gravitano (e comandano) nel mondo del calcio, ha sempre detto che il suo Lecce deve essere portabandiera dell’intero Salento anche nel comportamento e nello stile.

Ed è stato di parola!

Anche nella difficoltà estrema, tra il lutto che devasta per l’improvvisa e tragica scomparsa del fisioterapista Graziano Fiorita e l’imbarazzo di dover andare a giocare una partita con la morte nel cuore.

Morte non certo sportiva, perché anche salvezza e retrocessione sono termini che, davanti alla vita umana, perdono di significato.

Pur nelle difficoltà di cui sopra, il presidente, la società e la squadra hanno messo in piedi un capolavoro.

E non ci riferiamo certo al pareggio di Bergamo, che pure rimane un risultato straordinario.

Ci riferiamo alla protesta civile messa in atto senza violare le regole, senza sceneggiate ed isterie.

Il Lecce ieri sera ha indossato una maglia bianca senza loghi e con la scritta “Nessun valore. Nessun colore“.

Decisione preannunciata da un comunicato stampa della società che dovrebbe far riflettere tanta gente: «Ad una grave ingiustizia non si risponde violando platealmente le regole, come se per onorare Graziano si debba intraprendere una gara, tra noi e la Lega, a chi fa peggio. Giocheremo la partita “dei valori calpestati”», annunciava il Lecce, «ma lo faremo indossando una anonima casacca bianca, che non ci rappresenta, senza colori, stemmi e loghi. Torneremo a vestire la nostra maglia quando Graziano ritornerà a casa e sarà omaggiato, come merita, dalla sua gente».

I ragazzi in campo hanno mostrato orgoglio e umanità, così come anche il pubblico presente, gli ultrà bergamaschi, hanno applaudito a lungo i giallorossi all’arrivo allo stadio, durante la partita e alla fine.

Non hanno esposto striscioni e, per usare un termine in voga in questo periodo, hanno tifato in modo sobrio, per rispetto della vita umana e di chi tutto avrebbe voluto fare tranne che giocare una partita di pallone.

Ieri il calcio doveva fermarsi, doveva chinare la testa, farsi piccolo davanti alla vita vera.

Non si gioca sopra le lacrime, non si corre sopra il cuore spezzato di una squadra che aveva solo voglia di piangere.

Invece, la Lega ha deciso: si è giocato.

Come se il dolore si potesse mettere da parte.

Come se un uomo fosse solo un numero da sostituire.

Ne possono bastare un minuto di silenzio o una fascia nera al braccio.

La gente comune, le tifoserie, gli appassionati di calcio di tutta Italia si sono schierati senza esitazioni al fianco dei giallorossi e contro chi non conosce più il significato di rispetto, di umanità.

La Lega ha mostrato di avere interesse solo per sponsor e televisioni.

Ha perso l’ultimo briciolo di dignità ed ha tradito chi ama il calcio con il cuore.

Attenzione, però!

Anche un amore incondizionato, come quello di noi italiani per il calcio, potrebbe improvvisamente finire.

Giuseppe Cerfeda

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Sport

Il Lecce gioca con maglia “anonima”: “Ingiustizia, ma non violiamo le regole”

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Il Lecce prende parola sul match in programma stasera a Bergamo con l’Atalanta e di cui a lungo si è parlato per via della decisione della Lega Calcio di farlo disputare nonostante il grave lutto in casa giallorossa.

La nota

“L’U.S. Lecce ritiene che la decisione della Lega di recuperare la gara con l’Atalanta a poche ore di distanza dalla scomparsa del nostro Graziano Fiorita, sia terribilmente irrispettosa del grave lutto che ha colpito la famiglia del ragazzo, la Società ed i tifosi del Lecce. In altri casi, altrettanto dolorosi, sono state prese decisioni più ragionevoli. Emerge una gerarchia della morte in base al blasone della società colpita, o peggio ancora, in considerazione del ruolo rivestito da chi viene a mancare.

Il “gruppo squadra”, per chi conosce il calcio, rappresenta una bolla fuori dai riflettori dove le figure meno appariscenti possono essere trainanti esempi virtuosi. Era così per il nostro Graziano che per 26 anni ha prestato servizio nel Lecce e che, per quanto ci riguarda, continuerà a farlo, almeno finché ci sarà questa proprietà.

Graziano Fiorita è deceduto mentre era in ritiro con la squadra, lontano da sua moglie e dai suoi 4 figli ed ancora giace a migliaia di chilometri di distanza da casa, in attesa che il magistrato ne autorizzi il ritorno. Questa gara non andava disputata oggi, ma tutti i tentativi di rinviarla sono stati cinicamente rigettati. Si ringrazia il Ministro dello Sport Andrea Abodi che fino all’ultimo, ma senza successo, ha tentato di far disputare la partita in una data più consona. La squadra si presenterà regolarmente in campo nonostante sia partita dal Salento soltanto oggi, nella speranza, fino all’ultimo, di un ripensamento mai arrivato. La memoria di Graziano non si onora non presentandosi in campo o facendo giocare la Primavera.

Ad una grave ingiustizia non si risponde violando platealmente le regole, come se per onorare Graziano si debba intraprendere una gara, tra noi e la Lega, a chi fa peggio.

Giocheremo la partita “dei valori calpestati”, ma lo faremo indossando una anonima casacca bianca, che non ci rappresenta, senza colori, stemmi e loghi. Torneremo a vestire la nostra maglia quando Graziano ritornerà a casa e sarà omaggiato, come merita, dalla sua gente”.

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