Cronaca
Torre dell’Orso, svaligiavano case estive: due brindisini arrestati
Antonio Dimonte, 60enne e Oronzo Pagliara, 66enne, entrambi di Cellino San Marco sono stati arrestati per furto in appartamento ed associati agli arresti domiciliari.
I Carabinieri di Melendugno, durante i controlli serrati del periodo estivi attivati soprattutto per tutelare i turisti in vacanza nel Salento, hanno tratto in arresto due brindisini che, in trasferta, stavano svaligiando due villette prese in affitto a Torre dell’Orso da famiglie originarie di Roma. Intorno alle ore 11 di giovedì 5 luglio, la pattuglia dei Carabinieri,hanno notato la presenza di due uomini di una certa età che stavano uscendo dal cancelletto, che dà accesso a due case indipendenti, in questo periodo meta di villeggianti. I Carabinieri hanno immediatamente fermato i due soggetti e, una volta appreso che trattavasi di brindisini, per altro già noti alle forze dell’ordine, hanno deciso di condurli in caserma per approfondire la loro posizione. Nel frattempo altri Carabinieri, coordinati dal Comandante Lgt. Martina, non paghi delle risposte vaghe dei due individui, hanno iniziato un attento esame dei luoghi ove erano stati fermati i brindisini. In poco tempo hanno dapprima scoperto la forzatura di due porte d’ingresso e, a poca distanza (nel giardino vicino all’ingresso esterno), hanno trovato dei grossi cacciaviti e delle macchine fotografiche digitali, inspiegabilmente lasciate incustodite. Tutto ciò ha spinto i militari a rintracciare gli affittuari dei due appartamenti – in quel momento al mare a godersi le bellezze delle coste salentine – e, con loro, hanno proceduto al sopralluogo all’interno delle stanze.
Lì hanno trovato i segni del “passaggio” dei malfattori e parte della refurtiva, già preparata per essere poi caricata in macchina: due computer portatili, un televisore LCD ed un navigatore satellitare che presto sarebbero finiti sul mercato della ricettazione. La perquisizione personale fatta sui due ha consentito anche il recupero di 200 euro in contanti, rubati sempre agli ignari villeggianti. Antonio Dimonte, 60enne e Oronzo Pagliara, 66enne, entrambi di Cellino San Marco sono stati dichiarati in stato di arresto per furto in appartamento ed associati agli arresti domiciliari.
Cronaca
Arrestato corriere della droga
Sulla Brindisi Lecce fermato 50enne albanese a bordo di un’Alfa Romeo Giulietta. Trasportava 17 chili di cocaina che, una volta immessi sul mercato avrebbero consentito alle organizzazioni criminali destinatarie della droga profitti illeciti per 2 milioni di euro
I finanzieri del Comando Provinciale di Lecce durante un servizio di controllo economico del territorio, nella tarda serata di ieri, hanno individuato e fermato un’autovettura che procedeva sulla statale 613 tra Brindisi e Lecce.
L’autovettura con a bordo solo il conducente, un 50enne di nazionalità albanese, è stata sottoposta ad un normale controllo di polizia, in quanto i militari insospettiti dalla velocità sostenuta alla quale viaggiava il mezzo, un’Alfa Romeo Giulietta, nonché da evidenti segni di irrequietezza del’uomo, inducevano gli stessi ad approfondire tale situazione sospetta.
Il controllo preliminare e l’atteggiamento elusivo del conducente facevano ritenere necessaria un’ispezione più accurata del mezzo presso gli uffici di piazzetta dei Peruzzi, anche attraverso l’ausilio delle unità cinofile del Gruppo di Lecce.
L’approfondita ispezione ha dato esito positivo e consentito di individuare quindici panetti di circa 1.100 grammi ciascuno, per un peso complessivo di circa 17 chilogrammi di cocaina.
Il corriere, con precedenti penali specifici in materia di stupefacenti, è stato tratto in arresto e condotto presso la casa di reclusione di Borgo Sannicola a Lecce, mentre il veicolo utilizzato per il trasporto illecito, unitamente al quantitativo dello stupefacente, sono stati sottoposti a sequestro.
La cocaina immessa sul mercato avrebbe consentito alle organizzazioni criminali destinatarie dello stupefacente di ottenere illeciti profitti per circa 2 milioni di euro.
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Cronaca
Bruciava letame in campagna, denunciato titolare azienda agricola
Odori nauseabondi e inquinamento, rinvenuti dai carabinieri 140 metri cubi di letame combusto
A far scattare le indagini sono state le numerose segnalazioni da parte dei cittadini di Veglie.
Il titolare di un’azienda agricola è stato denunciato per illecita gestione di rifiuti speciali non pericolosi, depositati al suolo e smaltiti mediante combustione.
Gli odori nauseabondi che, negli ultimi giorni, hanno investito la cittadina vegliese hanno portato all’avvio delle indagini da parte dei militari della locale Stazione unitamente a quelli del Nucleo Carabinieri Forestali di Lecce che hanno ricondotto l’origine del fenomeno all’illecito trattamento di rifiuti da parte di un’azienda del territorio.
A seguito delle segnalazioni i carabinieri hanno effettuato diversi sopralluoghi e circoscritto l’area di origine fino ad individuare un’azienda agricola ricadente nel territorio di Salice Salentino.
L’ispezione ha consentito di accertare all’interno dell’area aziendale la presenza di numerosi cumuli di letame derivante da attività di allevamento zootecnico, sparsi su un’area di circa 450 metri quadri, per un volume di circa 140 metri cubi, per la maggior parte combusto.
Il titolare dell’azienda è stato quindi denunciato all’Autorità Giudiziaria per illecita gestione di rifiuti speciali non depositati al suolo e smaltiti mediante combustione.
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Cronaca
Lucugnano: «Sistemate quei semafori»
«Aspettiamo che qualcuno si faccia male per ripararli?». La segnalazione: all’ingresso della frazione, per chi proviene da Tricase, tre semafori che da fine settembre non funzionano
Se ad un incrocio vi è un semaforo vuol dire che qualcuno, a monte, lo ha ritenuto importante per la sicurezza di tutti i passanti, in auto, moto, bici o a piedi che sia.
A Lucugnano, all’ingresso per chi proviene da Tricase, da oltre due mesi, tre semafori sono lampeggianti, non funzionano!
«La funzionalità dei semafori per la viabilità che regola il traffico sulla provinciale è inefficace», ci ha segnalato Elisa C., una nostra lettrice della frazione tricasina.
Che risale anche alla causa e alle origini del guasto: «Il loro funzionamento si è interrotto durante un temporale a fine settembre, sono lampeggianti da allora e, nonostante le sollecitazioni, nessuno è mai intervenuto».
«Aspettiamo che qualcuno si faccia male per ripararli?» si chiede Elisa, che evidenzia come questo non sia «un piccolo inconveniente ma un potenziale pericolo che richiede attenzione immediata per la sicurezza di tutti».
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