Cronaca
Cassa Edile di Lecce, pieno riconoscimento al CCNL dell’edilizia artigiana
Le imprese artigiane salentine potranno così applicare, ai propri dipendenti, le paghe orarie previste per l’artigianato edile
Il contratto collettivo nazionale di lavoro dell’edilizia artigiana è pienamente ammesso dalla Cassa edile di Lecce. Grazie alla pressante azione di Confartigianato Imprese Lecce, è giunto finalmente a conclusione l’iter che riconosce il «ccnl artigiani» nel comparto edile della provincia di Lecce. Nei giorni scorsi, è stata diramata un’apposita circolare per informare tutte le aziende e gli iscritti agli Ordini professionali. Le imprese artigiane salentine potranno così applicare, ai propri dipendenti, le paghe orarie previste per l’artigianato edile. Inoltre, quelle da zero a tre addetti potranno assumere un dipendente con contratto part-time, definendo convenzionalmente in 912 ore annue il tetto massimo usufruibile. Le tabelle contrattuali ed i nuovi livelli d’inquadramento professionale sono attive a partire dal modello unico telematico (mut) di giugno 2012 che si può presentare entro la fine di questo mese. Ci sono novità anche per i lavoratori, ai quali l’erogazione dell’anzianità professionale edile (Ape) avverrà secondo le tabelle del settore artigiano. In ultimo, riguardo ai cantieri privati di importo sino a 70mila euro, non sarà più necessario indicare tutti gli interventi in dettaglio, ma si potranno dichiarare in maniera cumulativa come «cantiere generico».
«E’ un importante risultato» – commenta con soddisfazione il segretario generale di Confartigianato Imprese Lecce, Mario Vadrucci. Ecco alcuni «numeri» sulle imprese artigiane nel comparto edile. Nel Registro Imprese della Camera di commercio di Lecce, ne risultano iscritte 5.500 circa. Rappresentano il 70 per cento. Gli occupati nel settore delle costruzioni sono ben 24.472, di cui 16.503 sono dipendenti e 7.969 autonomi. Il comparto dell’edilizia, in provincia di Lecce, «vale» un miliardo e 244 milioni di euro.
Cronaca
Arrestato corriere della droga
Sulla Brindisi Lecce fermato 50enne albanese a bordo di un’Alfa Romeo Giulietta. Trasportava 17 chili di cocaina che, una volta immessi sul mercato avrebbero consentito alle organizzazioni criminali destinatarie della droga profitti illeciti per 2 milioni di euro
I finanzieri del Comando Provinciale di Lecce durante un servizio di controllo economico del territorio, nella tarda serata di ieri, hanno individuato e fermato un’autovettura che procedeva sulla statale 613 tra Brindisi e Lecce.
L’autovettura con a bordo solo il conducente, un 50enne di nazionalità albanese, è stata sottoposta ad un normale controllo di polizia, in quanto i militari insospettiti dalla velocità sostenuta alla quale viaggiava il mezzo, un’Alfa Romeo Giulietta, nonché da evidenti segni di irrequietezza del’uomo, inducevano gli stessi ad approfondire tale situazione sospetta.
Il controllo preliminare e l’atteggiamento elusivo del conducente facevano ritenere necessaria un’ispezione più accurata del mezzo presso gli uffici di piazzetta dei Peruzzi, anche attraverso l’ausilio delle unità cinofile del Gruppo di Lecce.
L’approfondita ispezione ha dato esito positivo e consentito di individuare quindici panetti di circa 1.100 grammi ciascuno, per un peso complessivo di circa 17 chilogrammi di cocaina.
Il corriere, con precedenti penali specifici in materia di stupefacenti, è stato tratto in arresto e condotto presso la casa di reclusione di Borgo Sannicola a Lecce, mentre il veicolo utilizzato per il trasporto illecito, unitamente al quantitativo dello stupefacente, sono stati sottoposti a sequestro.
La cocaina immessa sul mercato avrebbe consentito alle organizzazioni criminali destinatarie dello stupefacente di ottenere illeciti profitti per circa 2 milioni di euro.
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Cronaca
Bruciava letame in campagna, denunciato titolare azienda agricola
Odori nauseabondi e inquinamento, rinvenuti dai carabinieri 140 metri cubi di letame combusto
A far scattare le indagini sono state le numerose segnalazioni da parte dei cittadini di Veglie.
Il titolare di un’azienda agricola è stato denunciato per illecita gestione di rifiuti speciali non pericolosi, depositati al suolo e smaltiti mediante combustione.
Gli odori nauseabondi che, negli ultimi giorni, hanno investito la cittadina vegliese hanno portato all’avvio delle indagini da parte dei militari della locale Stazione unitamente a quelli del Nucleo Carabinieri Forestali di Lecce che hanno ricondotto l’origine del fenomeno all’illecito trattamento di rifiuti da parte di un’azienda del territorio.
A seguito delle segnalazioni i carabinieri hanno effettuato diversi sopralluoghi e circoscritto l’area di origine fino ad individuare un’azienda agricola ricadente nel territorio di Salice Salentino.
L’ispezione ha consentito di accertare all’interno dell’area aziendale la presenza di numerosi cumuli di letame derivante da attività di allevamento zootecnico, sparsi su un’area di circa 450 metri quadri, per un volume di circa 140 metri cubi, per la maggior parte combusto.
Il titolare dell’azienda è stato quindi denunciato all’Autorità Giudiziaria per illecita gestione di rifiuti speciali non depositati al suolo e smaltiti mediante combustione.
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Cronaca
Lucugnano: «Sistemate quei semafori»
«Aspettiamo che qualcuno si faccia male per ripararli?». La segnalazione: all’ingresso della frazione, per chi proviene da Tricase, tre semafori che da fine settembre non funzionano
Se ad un incrocio vi è un semaforo vuol dire che qualcuno, a monte, lo ha ritenuto importante per la sicurezza di tutti i passanti, in auto, moto, bici o a piedi che sia.
A Lucugnano, all’ingresso per chi proviene da Tricase, da oltre due mesi, tre semafori sono lampeggianti, non funzionano!
«La funzionalità dei semafori per la viabilità che regola il traffico sulla provinciale è inefficace», ci ha segnalato Elisa C., una nostra lettrice della frazione tricasina.
Che risale anche alla causa e alle origini del guasto: «Il loro funzionamento si è interrotto durante un temporale a fine settembre, sono lampeggianti da allora e, nonostante le sollecitazioni, nessuno è mai intervenuto».
«Aspettiamo che qualcuno si faccia male per ripararli?» si chiede Elisa, che evidenzia come questo non sia «un piccolo inconveniente ma un potenziale pericolo che richiede attenzione immediata per la sicurezza di tutti».
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