News & Salento
Mamma Cuncetta vendeva le noci
Non gestiva una bottega da fruttivendolo, le ricavava direttamente da una vetusta grande pianta che vegetava rigogliosa nel piccolo fondo agricolo di proprietà denominato “Aria ‘u cumentu”, con annesso monolocale in pietra grezza che, nell’arco temporale fra la primavera e l’autunno, fungeva da cucina, soggiorno e camera da letto per l’anziana donna, giustappunto mamma Cuncetta, e il marito.
Nella circostanza, anche se ciò potrebbe sembrare paradossale, un semplice albero, in rapporto alle magrissime entrate della coppia in questione, si poneva alla stregua di una vera e propria miniera d’oro.
Da parte sua, il noce, invero, rispondeva con costante generosità, nel senso che ciascun’annata era caratterizzata da un buon carico di frutti.
Regnava, inoltre, una vicinanza e confidenza a livello quasi carnale fra la donna e la pianta, in certo qual modo lo sviluppo delle noci era seguito giorno dopo giorno, si può più o meno dire che mamma Cuncetta arrivava finanche a farsi un’idea, se non una quantificazione aritmetica, del numero di frutti pendenti.
Non appena le scorze o bucce verdi prendevano a rigarsi e dischiudersi, la donna ne abbacchiava sino al contenuto di un grosso secchio per volta, disponendo le noci sulle “chianche” calde, in talune ore addirittura infuocate, del cortiletto antistante la “caseddra”.
A essiccazione completata, passava, quindi, a separare le bucce dalle noci, serbando queste ultime, gelosamente, in piccoli sacchetti di juta o altra povera tela, conservati sotto la lettiera o giaciglio.
A nessuno era dato d’avvicinarsi al “tesoro“, né di giorno, né di notte, il presidio ai frutti era rigoroso e ferreo, quasi da vigilanza armata ventiquattro ore su ventiquattro.
Intanto, parallelamente agli ultimi sgoccioli di agosto e alla prima metà di settembre, per noi ragazzi del paese, giungeva il tempo del gioco delle noci.
Si teneva contemporaneamente in più posti dell’abitato e consisteva nell’allestimento di un filare orizzontale di 6 o 8 o 10 o 12 frutti, assiepati in piedi, in precedenza consegnati uno a testa dai partecipanti. Una volta allestito il filare, da una distanza predefinita, di 10 o 15 o 20 metri, ogni giocatore mirava verso quell’insieme di frutti, lanciando nella sua direzione una noce scelta fra le più grandi, piene e pesanti, soprannominata non a caso palla, in dialetto “paddra”.
Non era per niente facile fare centro, specialmente quando era buio: l’impatto o meno con il filare della posta in palio dipendeva dalla precisione e della forza del lancio, nonché dalla qualità della “paddra”. Condizioni, valide, pure, ai fini della quantità di frutti che uscivano abbattuti e costituivano la vincita del giocatore.
I più bravi e fortunati accumulavano apprezzabili scorte di noci che, spesso, rivendevano agli altri gareggianti, riuscendo in tal modo a recuperare le lire spese inizialmente per la provvista e realizzando anche dei guadagni.
Nel paese, mamma Cuncetta era uno dei pochi “negozi” o punti di produzione utili per il rifornimento della materia prima o strumento di tale gioco, sicché, in direzione del piccolo fondo “Aria ‘u cumentu” si muovevano processioni di giovanissimi partecipanti, sia già esperti che apprendisti.
L’anziana venditrice rispondeva alla chiamata alla voce con un’occhiata circospetta, giacché conosceva indistintamente gli avventori e, quindi, caso per caso, voleva rendersi conto con chi avesse a che fare; intimava loro di fermarsi categoricamente nel cortiletto chiedendo quanti frutti intendessero acquistare, dopo di che si recava, sempre guardinga, all’interno della struttura di pietra, riuscendone con il prodotto ordinatole, per il passaggio di mano contestuale di frutti e moneta: rammento come se fosse ieri, il prezzo ammontava ad una lira per ogni pezzo.
In quanto proprietaria di una comune, ma in fondo benedetta, pianta di noci, nonna Cuncetta si distingueva dalle comuni compaesane, il suo uscio in campagna era una sorta di meta obbligata, i dialoghi mercantili con lei un’abitudine radicata, tanto che, ancora oggi, a distanza di mezzo secolo e passa, la sua figura minuta e completamente ricurva si staglia, nitida, nelle pupille dei ricordi.
Rocco Boccadamo
News & Salento
Disturbi dello spettro autistico: a Specchia un centro diurno per adulti
Specchia accoglie l’apertura del nuovo Centro Diurno per adulti con disturbi dello spettro autistico, sito nel cuore del paese, in Piazza della Libertà, 5.
Questa importante iniziativa è resa possibile grazie all’impegno di Sollevante, realtà da sempre attenta alle esigenze del territorio e delle famiglie che necessitano di supporti specialistici.
Si tratta di un servizio unico per l’intera Provincia di Lecce, e per questo risulta essere di straordinaria rilevanza per tutte le famiglie del Salento che ogni giorno affrontano le sfide legate all’autismo in età adulta.
Il centro offrirà attività mirate, supporto terapeutico, e un ambiente sicuro in cui le persone con disturbo dello spettro autistico possano sviluppare abilità sociali e cognitive, migliorando il proprio benessere e la qualità della vita.
News & Salento
Social Basket a Nardò
Parte il progetto “Social Basket 2024: in campo”! Un’iniziativa inclusiva e gratuita per ragazzi e ragazze tra i 10 e i 18 anni, promossa da ASC Comitato Provinciale Lecce in collaborazione con Social Aut – Associazione di Promozione Sociale e Centro Devils Basket Nardò per favorire l’inclusione sociale tra ragazzi/e con Disturbo dello Spettro Autistico e coetanei a sviluppo tipico.
Ogni venerdì dalle ore 16:00 alle ore 17:00 presso la palestra dell’Istituto Comprensivo Polo 1, Nardò (LE).
Per informazioni e iscrizioni:
Email: social.aut.aps@gmail.com
WhatsApp: +39 389 650 7868
Attualità
Intesa Sanpaolo, sito di nuovo down e clienti imbufaliti
Problemi d’accesso per app e home banking. Intesa Sanpaolo è down: clienti bloccati fuori dall’home banking e impossibilitati a gestire conti e pagamenti online…
Un bug che sta affliggendo il sistema informatico di Intesa Sanpaolo, non permettendo ai clienti di eseguire on line nessuna operazione: questa potrebbe essere la causa, ma nessuna dichiarazione è arrivata da parte della banca finora.
I social network si stanno riempiendo di post e commenti di clienti frustrati per il disservizio, impossibilitati di eseguire regolari pagamenti o altri tipi di operazioni on line.
Questo evento è simile a quanto già accaduto il 31 ottobre, allora un altro malfunzionamento aveva compromesso l’accesso all’home banking per ore, generando altrettanto malcontento tra i clienti.
Per via di un problema tecnico non funziona l’accesso all’applicazione e al servizio Web di Intesa Sanpaolo: questo impedisce la gestione dei conti e delle carte, impedisce anche l’autorizzazione dei pagamenti online tramite le notifiche push in-app (che servono a confermare le transazioni).
Questo è il messaggio che legge chi si appresta ad andare, virtualmente, on line: «Ci scusiamo ma, per un problema tecnico, non puoi proseguire».
Le difficoltà degli utenti sono iniziate intorno alle 9 di questa mattina, con un’ondata di report che evidenziano problemi nell’accesso, nell’autenticazione e nell’utilizzo generale delle funzionalità dell’app.
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