Connect with us

Attualità

Analisi di un omicidio

Crisi, criminalità in aumento e percezione di insicurezza nei cittadini. Il parere di Andrea Feltri, esperto internazionale tra i massimi studiosi di criminologia

Pubblicato

il

di Antonella Marchisella


Il criminologo Andrea feltri


Dall’indagine condotta dal sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, con la collaborazione delle Camere di Commercio, il Salento risulta essere attualmente in piena emergenza occupazionale e Lecce si classifica tra le dieci peggiori province italiane in tema di occupazione.  Una condizione che senza dubbio ha il suo risvolto nel già delicato scenario cui insicurezza e criminalità fanno da protagoniste. Aumentano i furti, gli atti vandalici e di microcriminalità nei comuni salentini, così anche realtà solitamente tranquille si risvegliano in preda alla violenza e alla paura.

Riguardo la percezione della sicurezza, Demos & Pi, Osservatorio di Pavia e Fondazione Unipolis hanno redatto un Rapporto sulla sicurezza in Italia e in Europa: dai risultati la paura della criminalità sale al 43%, il cui indice è avanzato di dieci punti rispetto al 2010, e va in parte ricondotta all’insicurezza economica. Inoltre l’85% degli intervistati ritiene che la criminalità in Italia sia cresciuta rispetto a cinque anni fa. Una persona su quattro pensa che, nella propria zona di residenza, i reati legati alla criminalità  organizzata siano cresciuti nell’ultimo anno. Si può affermare che il cittadino si trovi nella spiacevole condizione di sentirsi insicuro proprio nel luogo che più gli appartiene, nel quale maggiormente si riconosce, nella propria città, nel proprio quartiere, che diventano oltre a luoghi di condivisione, scambio, partecipazione, anche il grande nemico dal quale doversi difendere e teatro dei crimini più efferati.

In considerazione dei dati riportati a dir poco “allarmanti” sembrerebbe che tra i numerosi crimini quello che spaventa di più il cittadino sia l’omicidio. Abbiamo chiesto il parere del Dottor Andrea Feltri, esperto in criminologia clinica e in Scienze Criminalistiche, autore di ricerche, progetti e numerose pubblicazioni, in collaborazione con Biopharmacie e Istituto Pasteur di Parigi. Così il noto criminologo: “L’omicidio, ovvero l’atto di privare del bene più prezioso (la vita) un essere umano, è storicamente un campo di studio affascinante e al tempo stesso inquietante. L’omicidio, tra i vari comportamenti criminali, è quello che genera, sicuramente, maggior allarme sociale.  Psicologi, psichiatri, criminologi, giuristi e sociologi si adoperano nello studio fenomenologico e causale della condotta omicida. Purtroppo la  grossa difficoltà riscontrata negli studi sugli omicidi  e nella loro classificazione, sta  proprio  nella grande varietà  di situazioni in cui questo tipo di crimine può essere perpetrato. Pertanto, essendo comportamenti omicidiari assai diversi tra loro, una serie di problematiche si presentano all’esperto del fenomeno in questione: la motivazione o meno dell’atto criminoso , la diagnosi di una sua eventuale infermità di mente, la valutazione di una sua responsabilità ed imputabilità penale,  e il suo trattamento”.

Esistono tipologie diverse di omicidi? “Di massima la classificazione degli omicidi è rappresentata dal conteggio del numero delle vittime per singolo atto omicidiario.  Si parla, infatti, di omicidio singolo e omicidio multiplo. Nel primo caso, l’autore del delitto effettua l’omicidio, in modo casuale o premeditato, di una singola vittima. Mentre nel caso in cui lo stesso esegue un altro omicidio a distanza di tempo, per poterlo considerare ancora come omicidio singolo, non devono essere presenti stesse caratteristiche e nessi di tipo psicologici, di movente, con la prima uccisione”.

Si sente spesso parlare di Modus Operandi nelle commissioni dei crimini e di serialità negli omicidi. Che caratteristiche possiedono? “In primis è bene dare una definizione del modus operandi.  Quest’ultima indica un modo di agire, un insieme di azioni che servono per compiere un determinato crimine. Analizzare il modus operandi è indispensabile per vari motivi: permette di collegare i crimini; consente di identificare un sospetto confrontando un modus operandi di un criminale noto con il modus operandi connesso ad un caso irrisolto;e può far cancellare una persona dalla lista dei sospettati. Il modus operandi non è stabile nel tempo,come lo è invece “la signature” ovvero  la firma che possiamo trovare  presente nei crimini seriali.  Nel modus operandi il criminale può acquisire esperienza traendo massimo beneficio dal reato, minimizzando i rischi di essere identificato e quindi catturato. Il modus operandi fornisce, sicuramente, delle informazioni considerevoli circa il criminale, come le sue abilità, le sue conoscenze criminali o meno, l’eventuale relazione con la vittima e il grado di familiarità con la scena del crimine. Per quanto  concerne, invece, gli omicidi cosiddetti seriali  ovvero l’uccisione consecutiva di più vittime, è stato considerato fino agli anni ’50 un omicidio di massa. Solo dopo quel periodo gli studiosi di criminologia lo hanno differenziato e studiato più attentamente. Nel 1988 il “National Institute of Justice” statunitense propose una prima definizione di omicidio seriale, vale a dire una serie di due o più omicidi, commessi come eventi separati, ad opera di un singolo autore, con le motivazioni ricercate nelle dinamiche psicologiche dell’autore del crimine. Nel 1992 il Crime Classification Manual di Douglas, Burgess e Ressler fornisce una seconda definizione del serial murder:  Tre o più eventi omicidiari, commessi in luoghi differenti, separati da un intervallo di “raffreddamento” emozionale dell’omicida (emotional cooling time )”.


Qual è il processo psicologico che si avvia nella mente del carnefice prima e durante la fase di attacco, e nello specifico dei raptus nella loro “pazza lucidità”. “Numerosi crimini violenti, specie se maturati in ambiente intrafamiliare o domestico, vengono solitamente considerati opera di un soggetto che ha agito in preda ad un raptus (definiti anche come reati privi di movente). In realtà molti degli omicidi che non comportano evidenti vantaggi utilitaristici per l’assassino (privi di movente), portano quasi sempre dei vantaggi per l’autore, i quali vanno analizzati all’interno di dinamiche psicologiche, molto profonde e talvolta segnate dalla psicopatologia. In questi casi è quindi più corretto parlare di motivazione omicidiaria anziché di movente poiché la spinta endogena, il guadagno ottenibile, non è di natura materiale, ma di tipo psicologico e quindi espressivo. Anche il concetto di raptus risulta in quest’ottica a mio avviso poco adatto alla spiegazione degli omicidi, sia sotto l’aspetto criminologico che sotto quello medico-psichiatrico. La malattia mentale, come ogni malattia, ha infatti un suo corso, ha suoi sintomi, i suoi segnali, le sue crisi acute. Ipotizzare l’esistenza di un soggetto assolutamente sano, che impazzisce improvvisamente commettendo un orribile delitto in preda ad un non meglio precisato discontrollo episodico della coscienza e che subito dopo ritorna allo stato antecedente di assoluta normalità e razionalità, significa ipotizzare qualcosa che, pur se di indubbia praticità processuale (specie difensiva), appare assolutamente stridente con le conoscenze medico-psichiatriche correnti”.

Quali sono le informazioni utili all’analisi criminologica dell’omicidio? “Sono relative sostanzialmente a quattro tipi di fonti: innanzitutto la scena del crimine. Tra gli elementi contratti sulla scena del delitto dagli investigatori, con le tecniche di investigazione scientifica e le investigazioni tradizionali, sarebbe opportuno per il Criminologo estrapolare gli elementi che assumono rilevanza nell’interpretazione psicologica del delitto. In particolare lo stato dell’ambiente dove è avvenuto l’omicidio, la tecnica di uccisione utilizzata, i riscontri medico-legali sulle lesioni e gli altri segni dell’interazione tra autore e vittima; l’ambiente sociale di provenienza dell’autore, attraverso l’osservazione del contesto e la raccolta di informazioni tra parenti e conoscenti dell’autore del delitto; e naturalmente ogni tipo di informazioni inerenti la vittima che dovrebbero essere ricercate attraverso colloqui con familiari e conoscenti atti a evidenziare abitudini ed elementi caratteriali nonché aspetti relativi all’eventuale rapporto pregresso con l’autore”.


Molti omicidi vengono attribuiti al “raptus di follia’’.  Ma il raptus di follia è un termine abusato, una trovata giornalistica o il risultato di un pensiero intrusivo? “Credo che in parte si debba considerare un termine abusato, in parte, invece, credo si debba trovare una definizione più completa. Ovvero, dietro la parola raptus e dietro ciò che in realtà lo determina si nascondono vari processi psicologici. In pratica, dietro l’autore di un’azione violenta che noi definiamo raptus, esiste sempre un percorso che fa l’autore stesso.Il raptus è la risposta immediata ed incoercibile ad un pensiero intrusivo, ovvero quel pensiero che irrompe tra altri pensieri ed immagini in atto in quel momento, e getta scompiglio nell’organizzazione mentale del soggetto, altera la percezione della realtà e non può essere controllato”

Perché ci viene più facile pensare che l’autore di un omicidio sia un pazzo? “Considerare chi compie un crimine orrendo come un pazzo, diverso da tutti noi, consente alla collettività di prendere le distanze da comportamenti inaccettabili sul piano sociale, controllando ‘’fantasmi’’ e ansie latenti. Cosa ancor più importante è che la ricerca criminologica, ha dimostrato che il malato psichico non compie più crimini del soggetto cosìddetto ‘’normale’’ e che la maggior parte dei reati commessi da pazienti psichiatrici sono di scarsa gravità, come atti osceni, danneggiamenti di oggetti”.


Attualità

Luminarie Parisi nello spot di Natale di Poste Italiane

Torquato Parisi: “Questa luce nasce dalla nostra terra e dal lavoro delle mani. Quando riesce ad arrivare così lontano, smette di essere solo nostra e diventa patrimonio condiviso”…

Pubblicato

il

Le Luminarie Parisi 1876, storica realtà artigiana salentina con sede a Taurisano, sono partner di Poste Italiane per lo spot natalizio 2025 La sera dei Miracoli”, girato in Puglia, tra Lecce e Monopoli e attualmente in onda sulle reti nazionali.  Non un punto di arrivo, ma uno dei tanti traguardi di un percorso che vede l’artigianato  salentino delle Luminarie Parisi 1876 misurarsi da tempo con scenari sempre prestigiosi.

«Siamo artigiani del Sud da generazioni e mai avremmo immaginato di arrivare fin qui», commenta Rocco Parisi. «Vedere il nostro lavoro all’interno di uno spot televisivo che parla a tutto il Paese è un’emozione che va oltre le parole».

Sulla stessa linea Torquato Parisi: «Questa luce nasce dalla nostra terra e dal lavoro delle mani. Quando riesce ad arrivare così lontano, smette di essere solo nostra e diventa patrimonio condiviso. La partnership con Poste Italiane, realtà storicamente vicina agli italiani e simbolo del Paese, rafforza ulteriormente il valore di questo nuovo traguardo».

Lo spot La sera dei Miracoli racconta la storia di Filippo, un bambino che spedisce un pacco speciale, carico di ricordi, al nonno scomparso. Un gesto semplice che diventa metafora di un legame che resiste al tempo e alla distanza, valorizzando il ruolo dei servizi postali come strumento di prossimità e relazione. Le immagini restituiscono scorci autentici del territorio pugliese, tra atmosfere notturne e luci natalizie.

Con questa collaborazione, Poste Italiane sceglie la Puglia, valorizzandone i territori e le competenze artigiane all’interno di uno scenario nazionale che riconosce ancora una volta nella nostra tradizione un patrimonio di valore condiviso.

Continua a Leggere

Attualità

Stomeo, non sarò io il prossimo candidato sindaco

Voglio contribuire a un progetto che dia nuova linfa civica alla nostra comunità. Un percorso che metta al centro la partecipazione, il dialogo…

Pubblicato

il

Riceviamo e Pubblichiamo

PER UNA NUOVA STAGIONE POLITICA A MELPIGNANO

Amo profondamente la mia comunità. Ad essa e al benessere dei suoi cittadini, ho dedicato gli anni più intensi e fecondi del mio impegno politico: cinque anni da assessore comunale, dieci da sindaco e cinque (fino ad oggi) da capogruppo della minoranza consiliare.

Che grande privilegio essere al servizio dei miei concittadini!

In questo avvincente percorso di rappresentanza pubblica, ho compreso quanto sia essenziale creare le condizioni per una concordia stabile tra le diverse anime della comunità, favorendo uno sviluppo equo e solidale. Ho così imparato quanto sia impegnativo, ma allo stesso tempo gratificante, aiutare la comunità a riconoscere i propri reali bisogni, a bilanciare gli interessi contrastanti e a costruire ponti per superare le distanze tra le diverse posizioni.

Non nascondo di aver commesso errori: per ingenuità, per eccesso di entusiasmo o, a volte, per non aver ascoltato abbastanza. Tuttavia, rivendico di aver agito con onestà intellettuale e passione. Lo affermo con la serenità di chi si rimette al giudizio dei fatti, visibili a chiunque abbia un cuore onesto per guardare.

Anche dall’opposizione, il mio impegno è rimasto incrollabile. Insieme ai colleghi Luigi Montinaro, Antonio Sicuro e al gruppo di Melpignano Civica, abbiamo garantito un presidio democratico rigoroso: difendendo gli interessi di tutti e stimolando la maggioranza, perché l’obiettivo finale deve sempre essere il bene comune, non la battaglia di parte.

Oggi, però, sento il bisogno di guardare oltre. Voglio contribuire a un progetto che dia nuova linfa civica alla nostra comunità. Un percorso che metta al centro la partecipazione, il dialogo e la voce libera di tutti i cittadini. Melpignano ha bisogno di costruire opportunità concrete per l’azione collettiva, in cui ognuno senta di poter contare e di poter contribuire con fiducia e libertà alla vita pubblica.

Quindi, lo dico con estrema chiarezza: non sarò io il prossimo candidato sindaco.

Sosterrò invece chi vorrà proporre ai melpignanesi un nuovo patto civico. Metto a disposizione la mia esperienza e la mia capacità di ascolto, non per indicare la rotta, ma per sostenere il viaggio.

Sarò al fianco di chi crede in un futuro fondato sulla trasparenza, sul rispetto per tutti, per una Melpignano che sappia dare valore alle differenze di opinione.

Le prossime elezioni amministrative sono alle porte e abbiamo l’opportunità di costruire insieme una nuova stagione di progresso e benessere per la nostra Melpignano. Torniamo a essere protagonisti della nostra vita in comune: possiamo volerlo, sapremo farlo.

Ivan Stomeo

Continua a Leggere

Attualità

Come sarà il tempo a Natale?

Il passaggio di questa perturbazione innescherà una circolazione depressionaria tra l’Iberia e il Nord Africa che nel corso del fine settimana si avvicinerà alle nostre regioni meridionali…

Pubblicato

il

PRIMA INTENSA PERTURBAZIONE IN ARRIVO, RISCHIO FORTE MALTEMPO MARTEDI’ –

“L’anticiclone, responsabile di clima molto mite, stabilità atmosferica ma anche nubi basse, nebbie e qualità dell’aria scadente in molte zone dello Stivale, già nel corso di lunedì inizierà a indebolirsi da Ovest, stante l’ingresso di una nuova intensa perturbazione.” Lo conferma il meteorologo di 3bmeteo.com Manuel Mazzoleni, che spiega: “Quest’ultima già entro sera porterà un peggioramento su Sardegna, medio-alto versante tirrenico e parte del Nordovest. Ma sarà martedì che interesserà in maniera decisa lo Stivale con fenomeni anche di forte intensità tra Nordovest, versante Tirrenico, Sicilia e Ioniche meridionali, con accumuli localmente anche oltre i 60/70mm e rischio nubifragi su Liguria di Levante e Toscana occidentale.”

“Oltre alla pioggia la neve tornerà a interessare le Alpi centro-occidentali, mediamente oltre gli 800-1100m, a tratti sin verso i 300/500m sul basso Piemonte e sull’entroterra ligure di Ponente con il ritorno della dama bianca anche a Cuneo. Il tutto sarà accompagnato da forti venti di Libeccio/Scirocco che spazzeranno buona parte dei nostri mari con rischio mareggiate su Liguria, medio-alto versante Tirrenico, Sicilia meridionale e sui versanti ionici.

Tra mercoledì e giovedì la perturbazione tenderà gradualmente ad allontanarsi, favorendo un lento e graduale miglioramento che, tuttavia, non durerà molto.”

DEPRESSIONI IN ARRIVO NEL PROSSIMO WEEKEND

“Il passaggio di questa perturbazione innescherà una circolazione depressionaria tra l’Iberia e il Nord Africa che nel corso del fine settimana si avvicinerà alle nostre regioni meridionali, sospinta da una nuova intensa perturbazione in avvicinamento dall’Europa nordoccidentale. L’azione congiunta dei due sistemi porterà così venerdì un nuovo peggioramento tra Isole Maggiori ed Estremo Sud.

Nel corso del fine settimana, pur con le dovute incertezze dettate dalla distanza temporale, il peggioramento si farà strada al Sud, sulle regioni tirreniche e al Nordovest, mentre rimarranno ancora ai margini del peggioramento il Nordest e le regioni adriatiche.”

SETTIMANA SANTA ANCORA INCERTA, MA CON RISCHIO MALTEMPO E NEVE A MEDIO-BASSA QUOTA

“La tendenza vede così un nuovo probabile peggioramento del tempo a inizio della settimana che ci traghetterà al Santo Natale. Tra lunedì e martedì il maltempo dovrebbe coinvolgere tutto lo Stivale con fenomeni localmente ancora intensi e nevicate sui settori alpini a quote medio-alte, mentre la Vigilia potrebbe vedere ancora locale maltempo al Centro-Sud e all’estremo Nordest”, precisa il meteorologo di 3bmeteo: “Da Natale in poi la situazione resta ancora molto incerta. Tuttavia i modelli intravedono l’irruzione di correnti più fredde dall’Europa nordorientale, convogliate sullo Stivale da un robusto anticiclone in rinforzo sui Paesi scandinavi. La seconda parte della settimana di Natale potrebbe così presentarsi a tratti ancora instabile e via via più fredda, con temperature che torneranno sotto le medie del periodo, in particolar modo al Nord, dove la neve potrebbe spingersi sino a quote collinari o localmente anche più in basso.” conclude Mazzoleni di 3bmeteo.

Continua a Leggere
Pubblicità
Pubblicità

Più Letti