Miggiano
Miggiano, un intero paese in Fiera
La Campionaria più importante del Salento
Ci siamo. Miggiano è pronta, dunque, perché la fiera campionaria più importante del Salento, la Fiera Regionale “Expo 2000: Industria, Artigianato, Agricoltura del Salento”, che si svolgerà da giovedì 18 a domenica 21 ottobre, consolidi la fama di evento immancabile. I numeri ci sono tutti: più di 45.000 mq di esposizione, circa 270 espositori, oltre 100.000 visitatori. Expo 2000, nei quattro giorni di “eclettico mercato espositivo” accoglierà l’entusiasmo delle migliaia di fan che con il loro acceso e vivace brulichio ne diverranno il cuore pulsante.
La vecchia e sempre nuova Fiera di Miggiano, diventata una tra le più importanti vetrine del tacco d’Italia, è una manifestazione multisettoriale che richiama numerosi espositori e visitatori provenienti dall’intera Puglia e da numerose altre regioni italiane, quali Umbria, Sardegna, Toscana, Veneto, Calabria, Sicilia che con i loro caratteristici prodotti impreziosiranno l’evento con originalità e versatilità.
Presente il campionario più vario dell’artigianato e dell’agricoltura locale, e non solo, con aziende appartenenti principalmente al settore tessile e della pelletteria; rilevante il numero di quelle d’arredamento, di complementi di arredo e di cucine componibili, dell’oggettistica, dei casalinghi, termosanitaria, ma anche produttori di macchine agricole, concessionari di autovetture e di materiale edilizio, insieme agli espositori di infissi, di tappeti d’oriente, di antiquariato e di prodotti agro-alimentari.
L’evento potrà essere l’occasione per soddisfare non solo le aspettative di chi vuole promuovere e vendere i propri prodotti ma anche di quanti vorranno intrattenere proficui rapporti con gli operatori del settore.
Il programma degli appuntamenti legati alla fiera si presenta particolarmente ricco ed articolato: numerose le iniziative gastronomiche e di intrattenimento, il tutto accompagnato da buona musica.
L’inaugurazione
L’esordio è fissato per giovedì 18 ottobre, alle ore 19, con la cerimonia inaugurale in cui il sindaco Giovanni Damiano e l’intera Amministrazione comunale di Miggiano daranno il benvenuto al Prefetto di Lecce, Giuliana Perrotta, chiamata a tagliere il nastro, e dunque a decretare l’apertura degli stands, alla presenza di autorità civili, militari e religiose.
Nel corso della serata sarà inoltre conferito il Premio Miggiano, giunto alla XIII° edizione, un attestato di riconoscenza che viene assegnato a persone meritevoli che si sono distinte per l’esemplarità delle loro opere.
Scuolinfiera
La mattina di venerdì 19 e sabato 20 la Fiera si aprirà alle Scuole con il consueto appuntamento “Scuolainfiera”: studenti e docenti potranno visitare l’area fieristica di Expo 2000.
La Sagra del Maiale
La caratteristica “Sagra del maiale” di Sabato 20 che richiama ogni anno moltissimi affezionati alla tradizione mangereccia segnerà lo stretto legame con la storia popolare e come un antico rituale permetterà di assaporare vecchi sapori e di ricordare tempi passati che il trascorrere del tempo non può mutare. La musica della band “Aranee” farà da cornice all’evento. Nella stessa serata saranno presenti gli operatori di ASL Lecce con lo scopo di informare e sensibilizzare sul rischio connesso all’uso di sostanze e all’abuso di alcol.
La Fera de Miscianu e Palioinfiera
Sempre nel segno della più classica delle tradizioni si svolgerà domenica 21 la “Fera de Miscianu” il vero e autentico mercato in cui centinaia di prodotti verranno messi a disposizione degli acquirenti a partire dalle prime luci del mattino fino a mezzogiorno.
Nella stessa mattinata si potrà assistere al “Palioinfiera” ed al concerto dei “Rock’n’soul”. Nel pomeriggio, alle 15, l’esposizione cinofila che riscuoterà un sicuro successo tra gli appassionati. La serata conclusiva sarà poi vivacizzata dall’esibizione dei “Kiss & The Gang”.
Tra le novità assolute di Expo 2000, la presenza della Polizia Penitenziaria per la prima volta in Fiera e la pregevole iniziativa dell’Amministrazione di ospitare lo stand del “Made in Carcere”.
Donatella Valente
Cronaca
Mancata precedenza al semaforo: incidente a Miggiano
Due i mezzi coinvolti, entrambi rimossi con carro attrezzi: sul posto anche carabinieri e soccorsi
Violento incidente stradale questa mattina alle porte di Miggiano.
Due vetture si sono scontrate all’incrocio semaforico all’ingresso del paese lungo la provinciale 374 che conduce a Taurisano.
Per via di una mancata precedenza, sono entrati in collisione un Fiat Doblò vecchio modello ed una Volkswagen Tiguan.
A bordo del primo viaggiavano due uomini di Miggiano. Sul suv invece un uomo di Ruffano.
Non gravi le conseguenze patite.
I danni patiti dai mezzi e gli airbag, praticamente tutti apertisi, raccontano la portata dello scontro.
Sul posto soccorsi e forze dell’ordine, con l’intervento di due carro attrezzi, per la rimozione delle vetture, entrambe non più marcianti, e di una ditta specializzata nella pulizia e rimessa in sicurezza del manto stradale.
Attualità
Nonna Rosa spegne 100 candeline
Emozione e festa alla Residenza per anziani “Don Tonino Bello 3” di Miggiano per la centenaria tricasina Rosa Coluccia
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Una festa tra sorrisi, abbracci e commozione ha segnato ieri il 100° compleanno di Rosa Coluccia (nata il 7 novembre 1924), di Tricase, ospite della Residenza per anziani “Don Tonino Bello 3” di Miggiano.
In un’atmosfera calorosa, con palloncini, torta e decorazioni a festeggiare questo traguardo straordinario, Rosa ha vissuto il suo giorno speciale circondata dall’affetto dei familiari, degli altri ospiti e del personale della struttura.
«Abbiamo la fortuna di condividere la quotidianità con persone come lei, che ci insegnano il valore di ogni momento e l’importanza degli affetti», ha sottolineato il dott. Marcello Falco, responsabile sanitario della residenza, «Rosa è la seconda centenaria che festeggiamo qui alla “Don Tonino Bello 3”, e celebrare insieme a lei questo traguardo ci riempie di gioia. È una conferma dell’impegno della struttura nell’offrire non solo assistenza, ma anche un ambiente in cui ogni ospite possa sentirsi accolto e apprezzato».
Approfondimenti
Mesciu Pippi, custode dell’arte edilizia
Al secolo Raimondo Giuseppe Marra, nato nel 1943 a Montesano Salentino, considerato un custode della lavorazione tradizionale e un vero e proprio maestro delle volte a stella, a squadro e a botte
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In nostro approfondimento sulla tradizione del costruire salentino si chiude con una figura storica dell’edilizia salentina.
I più attempati si ricorderanno certamente di Mesciu Pippi.
Al secolo Raimondo Giuseppe Marra, nato nel 1943 a Montesano Salentino, anche se all’anagrafe risulta Miggiano, di cui il suo paese, all’epoca, era ancora frazione. A 15 anni iniziò a lavorare in cantiere e, da allora, l’arte edile è diventata la sua vita.
Tanto da essere considerato un custode della lavorazione tradizionale e un vero e proprio maestro delle volte a stella, a squadro e a botte.
La sua storia è riportata nel libro “Il cantiere edile come biografia e memoria”, scritto dall’architetto Venanzio Marra, figlio di Raimondo Giuseppe.
Mesciu Pippi cita il suo maestro: «È stato Donato De Matteis, un abile costruttore di Montesano. Poi ho avuto tanti altri maestri, tra cui Ippazio Morciano, mesciu Pati, di Tiggiano. Dopo aver lavorato con lui, nel 1973, ho dato vita alla mia attività».
Nonostante sul finire degli anni 70 stesse cambiando il modo di costruire passando dalle strutture interamente in muratura, con copertura a volta, ai sistemi in cemento armato, con le strutture puntiformi e i solai, Mesciu Pippi è rimasto legato alla tradizione: «Il passaggio dalle costruzioni tradizionali a quelle moderne non è stato indolore. Il cantiere tradizionale veniva sostituito da un cantiere in cui l’esecuzione delle opere diveniva più veloce, aumentava la standardizzazione della componentistica edile. Ma spesso si perdeva parte della sapienza costruttiva e le maestranze diventavano sempre più dequalificate. Sin dal 1975, quando capitava di demolire una volta (per esempio a stella) per costruire una struttura moderna con i solai piani, pensavo che i nuovi edifici non sarebbero durati così a lungo. Insomma, si demolivano strutture fatte ad arte per sostituirle con altre che non davano la stessa garanzia».
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