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Castrignano del Capo

Don Gerardo Monsignore

Il Santo Padre, Benedetto XVI ha nominato Vescovo della diocesi di Sora, Aquino e Pontecorvo, Mons. Gerardo Antonazzo

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In occasione della Messa Pontificale della Diocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca in Cattedrale, nel giorno della memoria del protettore della Diocesi San Vincenzo Diacono e Martire, il vescovo Mons. Vito Angiuli ha annunciato la nomina del suo Vicario Generale, Mons. Gerardo Antonazzo a Vescovo di Sora, Aquino e Pontecorvo: le sue parole hanno suscitato un lunghissimo e sentito applauso tra gli oltre 600 presenti alla Messa Pontificale, quando ha usato la bellissima espressione “Gioisci diletta Chiesa di Ugento – Santa Maria di Leuca”, perché veramente è stata una gioia collettiva e condivisa.


Nel suo Annuncio il Vescovo ha affidato mons. Gerardo Antonazzo alla protezione della Vergine Maria, venerata come Madonna di Leuca, dove egli è anche Parroco e Rettore; e gli ha indicato come esempio l’altro vescovo di questa diocesi, il Servo di Dio Don Tonino Bello, di cui quest’anno ricorre il 20° anniversario della morte.


Commosso ha preso la parola anche mons. Antonazzo che ha ricordato come la sua storia spirituale e umana è strettamente legata alla comunità ecclesiale della Diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca, con tutti i suoi pastori, parroci e vescovi, e fedeli. Ha poi confidato a tutti che in questo momento di passaggio si sente “meno solo” e si sente “custodito” perché sa che nella decisione del Santo Padre certamente c’è “la mano del Servo di Dio Don Tonino Bello, dal momento che questa mia nomina si colloca tra il 30° della sua ordinazione episcopale e il 20° della sua morte”; e lo stesso don Tonino fu suo maestro appena entrato nel seminario minore.

Mons. Antonazzo a giorni presenterà il suo stemma, ma ha già scelto il motto episcopale: “In finis terrae”, con un chiaro riferimento alla evangelizzazione, fino ai confini della terra, senza fine, puntando sulla roccia e fortezza della Parola di Dio.


Mons. Gerardo Antonazzo è nato a Supersano il 20 maggio 1956, ed è stato ordinato sacerdote a Supersano il 12 settembre 1981. Dopo l’ordinazione è stato dapprima educatore presso il Pontificio Seminario Romano Maggiore in Roma dal 1981 al 1987, poi si è laureato in Sacra Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana in Roma, con specializzazione in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico in Roma. Rientrato nella diocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca è stato Rettore del Seminario Vescovile di Ugento dal 1987 al 1995; incaricato diocesano per la Pastorale Familiare dal 1993 al 1996; incaricato diocesano per la Pastorale Giovanile dal 1994 al 2009; vicario Episcopale per il Clero e i Religiosi dal 1990 al 1995; Vicario Episcopale per la Pastorale diocesana dal 1996 al 2013. Nel 1995 è stato nominato Direttore e Docente della Scuola diocesana di formazione teologico-pastorale, incarico conservato fino al 2013. E ancora: assistente Ecclesiastico dell’Equipe-Notre-Dame, Assistente Ecclesiastico dell’Agesci. E’ stato Parroco della Parrocchia “Santa Sofia” in Corsano dal 1995 al 2004, della Parrocchia “Sant’Andrea Apostolo” in Presicce dal 2004 al 2011; parroco e rettore della Basilica di Santa Maria di Leuca fino ad oggi. Membro del Consiglio Presbiterale e del Collegio dei Consultori. Vicario Generale dal 6 gennaio 2010 al 1 aprile 2010. Amministratore Diocesano di Ugento-Santa Maria di Leuca dal 1 aprile 2010 al 19 dicembre 2010. Vicario Generale da dicembre 2010.


Appuntamenti

Sulle Orme del Senso del Sacro a Santa Maria di Leuca

Collettiva d’arte da domani e fino al 30 novembre a Villa La Meridiana. Gli artisti, provenienti da tutte le parti d’Italia, dipingeranno “en plein air”, dalle ore 10 alle ore 13

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Presso le Scuderie dell’ottocentesca Villa La Meridiana a Santa Maria di Leuca, la mostra “Sulle orme del senso del Sacro” alla presenza di Maria Rosaria Rosato.

L’inaugurazione è in programma domani, sabato 9 novembre, alle ore 16.

Ideata e progettata da Luciana Mascia, con il patrocinio della curia di Napoli nella persona di Monsignor Adolfo Russo e con il supporto di Caroli Hotels, la mostra resterà aperta fino a domenica 30 novembre.

Gli artisti, provenienti da tutte le parti d’Italia, saranno lieti di dipingere en plein air, dalle ore 10 alle ore 13.

La mostra, allestita da Onia Schirinzi, è una collettiva d’arte che vuole riflettere sul senso del sacro nella vita di tutti i giorni e sui valori fondanti dell’animo umano.

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Attualità

Cento candeline per nonna Cosima

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Festa grande a Castrignano del Capo per nonna Cosima.

Cosima Donnicola ha raggiunto il traguardo delle cento candeline. Un secolo di vita, da festeggiare con i 5 figli Franco, Aldo, Michele, Giovanni e Antonio Schirinzi e con i 10 nipoti e 5 pronipoti.

Nata nel 1924, Cosima, prima che madre, nonna e bisnonna, è stata contadina.

Oggi tutta la nostra Redazione le augura un gioioso e lungo futuro.

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Attualità

Ovunque vai, Martinucci

Una famiglia che conta 300 collaboratori, 28 store e 74 anni di storia. Qualità e tradizione grazie alle due linee di produzione dell’azienda salentina, portavoce dell’abilità dolciaria nostrana ad ogni latitudine

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Martinucci è un’azienda riconosciuta nel mondo, portavoce della tradizione dolciaria ad ogni latitudine, con tanti punti vendita in Salento ed in diversi Paesi del globo.

Una famiglia che conta 300 collaboratori, 28 store e 74 anni di storia.

Con Fabio Martinucci facciamo il punto su come si possano raggiungere obiettivi così grandi, continuando il proprio percorso di crescita, mantenendo alti gli standardi qualità.

Eccellere su piccola e grande scala. Qual è il segreto?

«Senz’altro la nostra produzione, che oggi viaggia su due linee: una artigianale ed una industriale, mantenendo sempre altissimi standard di qualità. I prodotti della linea artigianale sono quelli che realizziamo nel nostro laboratorio di Acquarica del Capo. Da qui partono i prodotti freschi che lavoriamo giornalmente e che servono tutte le nostre pasticcerie presenti in Salento. I prodotti che vendiamo nelle pasticcerie Martinucci nel mondo, invece, sono realizzati dalla nostra linea industriale. Una linea che conserva tutte le caratteristiche del prodotto artigianale e tutte quelle preziose conoscenze artigiane tramandate nel tempo, lungo la decennale esperienza di Martinucci nel settore. La nostra azienda oggi è un po’ una fotografia del settore dolciario, in cui produzione artigianale ed industriale viaggiano sempre l’una accanto all’altra».

In che modo due metodi di lavoro, all’apparenza lontani, si avvicinano?

«Nel mondo della pasticceria, la produzione artigianale oggi si regge in gran parte sul lavoro industriale. Questo non ci deve spaventare o insospettire. Al contrario, è un percorso che ormai avanza in simbiosi e che permette di accrescere la qualità dei prodotti. Basti pensare che tutta la pasticceria oggi è improntata sull’utilizzo di semilavorati, compresa quella di pasticcieri e gelatai che si definiscono artigiani. Nel settore, tutti utilizziamo i prodotti semilavorati, talvolta anche provenienti dalle grandi multinazionali, senza che questo rappresenti un peggioramento nella qualità del prodotto. Anche grandi aziende storiche come la Pernigotti forniscono ingredienti, per fare un esempio come la nocciola di Piemonte DOC, che vengono impiegati dai mastri artigiani. Questo ci dice, nella realtà dei fatti, che produzione artigiana ed industriale non devono essere considerate antitetiche, come molte campagne di marketing vogliono farci credere, ma sono molto più prossime di quanto possiamo immaginare. Non a caso Martinucci oggi, con la sua linea industriale, è sia produttore che distributore sul mercato di semilavorati, che vengono acquistati ed impiegati giornalmente anche da molte piccole realtà del nostro territorio».

Esiste ancora l’antica figura del pasticciere che gestisce la produzione dalla A alla Z?

«Sono davvero rarissimi i pasticcieri che continuano a gestire artigianalmente l’intero processo di produzione e vendita in autonomia. È difficile pensare che al giorno d’oggi un pasticciere prepari ogni mattina tutta la produzione per la singola giornata. La prassi vuole che anche i dolci dei laboratori artigianali vengano realizzati in gran numero per coprire più giornate, poi conservati e cotti di volta in volta, giorno per giorno, secondo vendite e necessità».

Pesano ancora i falsi miti sulla produzione industriale nelle scelte dei consumatori?

«Purtroppo, si. Diverse credenze spingono il consumatore a pensare che un prodotto, se non realizzato e consumato al momento, abbia un gusto differente oppure possa nascondere delle sorprese. Ma non è così. Uno dei falsi miti più radicati è quello relativo alla conservazione. I prodotti della linea industriale, anche ma non solo per poter essere gustati in luoghi diversi da quelli di produzione, sono sottoposti a congelamento. E questo può generare scetticismo nel consumatore. In realtà, il processo di conservazione non altera le proprietà organolettiche. Ed inoltre rappresenta anche un presidio di sicurezza per il consumatore, dal punto di vista batteriologico. L’abbattimento che effettuiamo a livello industriale (oggi richiesto in molti ambiti anche dalle Asl), portando il prodotto a -18° in venti minuti, rende la proliferazione batterica innocua per il consumatore. È un po’, per fare un parallelismo, come quando in ambito domestico congeliamo la classica lasagna della nonna per mangiarla l’indomani. In questo caso, nei laboratori, con strumentazioni e procedure professionali, che permettono il cosiddetto abbattimento, abbiamo ulteriori garanzie circa la sicurezza del prodotto che viene somministrato al cliente. È proprio come nei ristoranti dove, per intenderci, non consumeremmo mai un tonno o delle cozze se prima non passate in abbattitore».

Processo industriale ed artigianale: la qualità è nel punto d’incontro?

«Mi sento di dire che senza la grande industria oggi non ci sarebbero i grandi artigiani. Se un prodotto è scadente questo non dipenderà dall’utilizzo dei semilavorati, ma dalla qualità di quei semilavorati che si sceglie di utilizzare. Un consiglio? Assaggiare per credere!».

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