News & Salento
Caro -rifiuti: il Sindaco di Otranto contro Regione ed ATO
Il sindaco Luciano Cariddi denuncia l’inefficienza nell’attuale gestione regionale dei rifiuti e nell’ATO Lecce e l’aggravio dei costi che ciò comporta, anche alla luce dell’introduzione della TARES
Il primo cittadino di Otranto, nella sua rubrica “Il Sindaco informa” pubblicata sui canali istituzionali, denuncia l’inefficienza nell’attuale gestione regionale dei rifiuti e nell’ATO Lecce e l’aggravio dei costi che ciò comporta, anche alla luce dell’introduzione nel 2013 della TARES.
“Ci troviamo a dover rendere ormai esecutivo il regolamento sulla nuova tassa relativa ai rifiuti solidi urbani. La TARES, prevista già dall’ultimo governo Berlusconi e mantenuta dai successivi, si applicherà per il 2013 e resta un’incognita su cosa potrà accadere per i prossimi anni, dato che si è sentito parlare sino ad oggi di service tax, mentre poi leggiamo che la nuova legge di stabilità ha introdotto la TRISE. Il prossimo Consiglio Comunale ci vedrà impegnati nella discussione sulle previsioni regolamentari di cui dovrà dotarsi il nostro Comune per calibrare al meglio questa tassa sulle diverse categorie di immobili.
E’ da precisare che gli acconti sono stati già versati dai cittadini con due rate, in totale pari al 90 % di quanto era stato pagato nel 2012 a titolo di TARSU. Resterà ora da effettuare il versamento del conguaglio che sarà dovuto in base ai diversi nuovi criteri introdotti da questa imposta. Purtroppo, e costatiamo che il problema è generalizzato un po’ in tutti i Comuni d’Italia, si avrà certamente un aumento della tassazione in capo ai contribuenti.
Tale aumento è dovuto in primis alla necessità, stabilita dal legislatore, di coprire interamente i costi legati al servizio di smaltimento dei rifiuti con il gettito proveniente dalla tassazione dei contribuenti. Un obbligo, questo, che oltre a limitare ulteriormente, per i Comuni, la libera autodeterminazione nelle proprie gestioni di bilancio e dei servizi forniti, comporta l’impossibilità di ridurre la TARES in capo ai cittadini, anche se si avessero altre risorse di bilancio disponibili per far fronte ai costi di smaltimento.
Altro elemento che porta a far lievitare l’imposizione, è l’importo di 30 centesimi a mq che graverà su ogni immobile, somma che sarà incassata direttamente dallo Stato al momento del versamento da effettuarsi con il modello di delega F24. Su questo aspetto occorre rilevare come in questi ultimi anni si sia spesso parlato di federalismo, dando per intendere una maggiore autonomia ai livelli istituzionali periferici, mentre nella realtà si è proceduto con un irrobustimento del dirigismo centrale. Infatti sia con l’IMU che con la TARES sono stati chiamati i Comuni ad agire da esattori per conto del Governo, ribaltando così agli enti locali la responsabilità dell’accresciuta imposizione. Ma occorre essere sinceri sul fattore che, più di tutti, incide sulle tasche dei cittadini: l’incremento esponenziale registratosi in questi ultimi anni nei costi del ciclo dei rifiuti previsto per il nostro territorio. Probabilmente sarò ripetitivo con questa mia denuncia, ma continuo a vedere grandi lacune, da un lato, nel ciclo impostoci dalla Regione Puglia, e dall’altro, nei progetti e contratti messi in essere dalle diverse ATO / ARO. E’ inammissibile imporre obblighi organizzativi ai Comuni e ai cittadini per raggiungere determinati livelli di differenziata quando l’impiantistica prevista per un compiuto ciclo dei rifiuti ancora non è adeguatamente disponibile. Infatti, con l’attuale sistema di impiantistica disponibile e con la pessima organizzazione dei metodi di raccolta, la Puglia si assesta intorno al 22% di rifiuti differenziati, a fronte di un obiettivo datosi pari al 65%. E al danno si aggiunge anche la beffa. Ai Comuni verrebbe applicata una sanzione (ecotassa) per il mancato raggiungimento dei livelli stabiliti di differenziata, quando questi sono, di fatto, spogliati da qualsivoglia ruolo nella gestione dei servizi di raccolta e smaltimento, che vengono realizzati, invece, dalle ATO / ARO. Ma ciò che è assolutamente inaccettabile è il fatto che nonostante si differenzi il rifiuto (ormai anche con raccolta monomateriale), comunque i costi di smaltimento non si riducano. Il vero motivo della mancata riduzione dei costi, nonostante si differenzi, sta nel fatto che, come afferma lo stesso piano regionale dei rifiuti appena approvato, tutta l’impiantistica sia stata delegata alle aziende private che hanno fatto cartello, creando un oligopolio che ha permesso loro di praticare tariffe di smaltimento e di riciclo al di sopra di quanto si giustificherebbe in base al piano dei costi e di quanto scaturirebbe se si potesse operare in un ambito di vero libero mercato. E’ inaccettabile che si faccia pagare ai Comuni, per il ritiro di rifiuti riciclati quali vetro, carta, plastica e metallo, 50,00 euro a tonnellata (per la verità fino a poco tempo fa anche 200,00 euro a tonnellata), quando ai gestori del servizio di raccolta, dai consorzi che acquistano tali rifiuti per riciclarli, la stessa tonnellata viene pagata circa 200,00 euro. Praticamente le aziende guadagnano due volte: prima dai cittadini e poi dai consorzi. Tornando alla TARES, che andremo ad applicare in Città, il regolamento che porteremo all’attenzione del Consiglio Comunale prevede un incremento medio per le utenze domestiche pari al 20% circa rispetto a quanto si è pagato come TARSU nel 2012, oltre la somma che sarà, come sopra detto, dovuta allo Stato. Per le utenze non domestiche si avrà una differente incidenza a seconda della tipologia di attività svolta, con aumenti pari a circa il 45% per bar e ristoranti, il 15% per le strutture ricettive; il 10% per gli uffici; il 25% per i supermercati; il 10% per gli stabilimenti balneari. Mentre per le altre categorie non dovrebbero esserci grandi differenze. Nel regolamento sono state anche inserite alcune agevolazioni che la legge consente, come per le abitazioni con un unico occupante, per le abitazioni di proprietari che vivono all’estero e iscritti all’AIRE del Comune e per coloro che effettueranno il compostaggio dei rifiuti umido-organici, si applicherà, in questi casi, uno sconto pari al 10% della tassa dovuta. Auspico, da sindaco e da cittadino, che ci si voglia realmente approcciare a questo tema con serietà e competenza, da qui in avanti, affinché si riesca ad individuare percorsi virtuosi che consentano di limitare la produzione di rifiuti, da un lato, e a calmierare i costi di smaltimento, dall’altro, per poter, di conseguenza, ridurre la tassazione sui cittadini”.
News & Salento
Disturbi dello spettro autistico: a Specchia un centro diurno per adulti
Specchia accoglie l’apertura del nuovo Centro Diurno per adulti con disturbi dello spettro autistico, sito nel cuore del paese, in Piazza della Libertà, 5.
Questa importante iniziativa è resa possibile grazie all’impegno di Sollevante, realtà da sempre attenta alle esigenze del territorio e delle famiglie che necessitano di supporti specialistici.
Si tratta di un servizio unico per l’intera Provincia di Lecce, e per questo risulta essere di straordinaria rilevanza per tutte le famiglie del Salento che ogni giorno affrontano le sfide legate all’autismo in età adulta.
Il centro offrirà attività mirate, supporto terapeutico, e un ambiente sicuro in cui le persone con disturbo dello spettro autistico possano sviluppare abilità sociali e cognitive, migliorando il proprio benessere e la qualità della vita.
News & Salento
Social Basket a Nardò
Parte il progetto “Social Basket 2024: in campo”! Un’iniziativa inclusiva e gratuita per ragazzi e ragazze tra i 10 e i 18 anni, promossa da ASC Comitato Provinciale Lecce in collaborazione con Social Aut – Associazione di Promozione Sociale e Centro Devils Basket Nardò per favorire l’inclusione sociale tra ragazzi/e con Disturbo dello Spettro Autistico e coetanei a sviluppo tipico.
Ogni venerdì dalle ore 16:00 alle ore 17:00 presso la palestra dell’Istituto Comprensivo Polo 1, Nardò (LE).
Per informazioni e iscrizioni:
Email: social.aut.aps@gmail.com
WhatsApp: +39 389 650 7868
Attualità
Intesa Sanpaolo, sito di nuovo down e clienti imbufaliti
Problemi d’accesso per app e home banking. Intesa Sanpaolo è down: clienti bloccati fuori dall’home banking e impossibilitati a gestire conti e pagamenti online…
Un bug che sta affliggendo il sistema informatico di Intesa Sanpaolo, non permettendo ai clienti di eseguire on line nessuna operazione: questa potrebbe essere la causa, ma nessuna dichiarazione è arrivata da parte della banca finora.
I social network si stanno riempiendo di post e commenti di clienti frustrati per il disservizio, impossibilitati di eseguire regolari pagamenti o altri tipi di operazioni on line.
Questo evento è simile a quanto già accaduto il 31 ottobre, allora un altro malfunzionamento aveva compromesso l’accesso all’home banking per ore, generando altrettanto malcontento tra i clienti.
Per via di un problema tecnico non funziona l’accesso all’applicazione e al servizio Web di Intesa Sanpaolo: questo impedisce la gestione dei conti e delle carte, impedisce anche l’autorizzazione dei pagamenti online tramite le notifiche push in-app (che servono a confermare le transazioni).
Questo è il messaggio che legge chi si appresta ad andare, virtualmente, on line: «Ci scusiamo ma, per un problema tecnico, non puoi proseguire».
Le difficoltà degli utenti sono iniziate intorno alle 9 di questa mattina, con un’ondata di report che evidenziano problemi nell’accesso, nell’autenticazione e nell’utilizzo generale delle funzionalità dell’app.
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