Attualità
I pini di Nociglia a… Montecitorio
Alla Camera dei Deputati una seconda Interrogazione Parlamentare al Governo, dopo quella già giunta dal Senato, per salvare i preziosi Pini e i lampioni artistici del Vignale di Nociglia

Seconda interrogazione parlamentare presentata al Governo nelle scorse settimane, questa volta dalla Camera dei Deputati, dopo quella già presentata al Governo nei mesi scorsi dal Senato della Repubblica con i medesimi obiettivi. L’interrogazione è stata presentata dall’Onorevole salentino Diego De Lorenzis e sottoscritta da altri due deputati sempre del M5S (Movimento 5 Stelle), il lombardo Massimo Felice De Rosa, e il pugliese Giuseppe L’Abbate. A difesa del complesso architettonico-urbanistico del Vignale di Nociglia, (via Onorevole Manfredi), a salvezza dei suoi Pini Italici, patrimonio arboreo dei pini della Città, come anche delle sue molteplici peculiarità, quali non ultimi, i lampioni artistici in ferro che decoravano il Corso, e misteriosamente rimossi di recente, e dei quali si chiede anche il ripristino. Un’interrogazione parlamentare di grande rilevanza in questi mesi in cui, nonostante l’entrata in vigore di una legga nazionale a tutela delle alberature di pregio, quale quella in questione, si moltiplicano, tra le crescenti proteste pubbliche, le emergenze per disattenti progetti in cui si prevede proprio il taglio degli alberi più meritevoli di tutela.
Così si legge nell’interrogazione:
premesso che:
a Nociglia da diversi mesi è in corso una pacifica mobilitazione popolare sempre più crescente e formata da cittadini, comitati ed associazioni, locali e non, in difesa degli alberi di «pino italico»; ben 22 grandi alberi di pino italico in perfetta salute oggi rischiano di essere abbattuti per una contestatissima recente delibera comunale adottata al fine di dare seguito al progetto di una pista ciclabile, «realizzazione di pista ciclabile nell’Unione dei Comuni Terre di Mezzo» di cui fa parte Nociglia, finanziata dalla regione Puglia con 2.707.500 euro di fondi destinati alla «linea 5.2 del Programma operativo Fondo europeo di Sviluppo Regionale», di competenza dell’assessorato ai trasporti, servizio reti ed infrastrutture per la mobilità, Organismo responsabile per la ricezione dei pagamenti (5.2.2. FESR 2007-2013) della regione Puglia; l’opera proposta consisterebbe in un intervento che ha nella sua ratio il godimento lento in bici di borghi e natura, e che a Nociglia si vorrebbe realizzare distruggendo invece la natura e gli alberi fornitori di importante ombra vitale per i ciclisti e pedoni nei caldi mesi estivi; gli alberi in questione appartengono alla specie «Pinus pinea» (anche detti pini domestici, o da pinoli, per i commestibili pinoli che producono, o ad ombrello, o italici, o d’Italia), che impreziosiscono uno scorcio incantevole e pittoresco della città, il corso di via Onorevole Manfredi, che borda il borgo sul lato occidentale della sua periferia, e che dai locali viene chiamato il «Vignale», da cui ci si affaccia con vista panoramica sul «parco naturale dei Paduli e della antica Foresta Belvedere», nel cuore del basso Salento, del quale Nociglia e diversi comuni dell’entroterra apulo-salentino tra Otranto e Gallipoli fanno parte;
dal punto di vista paesaggistico, per chi osserva Nociglia dal cuore del parco dei Paduli, è necessario sottolineare che con la loro presenza questi pini schermano alla vista le più recenti abitazioni di periferia, di minor pregio artistico e architettonico, facendo apparire la città, con gli altri suoi pini che bordano le strade di accesso al paese, un borgo incantevole caratteristicamente abbracciato da una cintura verde pittoresca di pini italici; questi alberi son particolarmente distanti dalle abitazioni più prossime, poste sul versante opposto della strada, e le loro radici svolgono anche una palese funzione di prevenzione contro il dissesto idrogeologico, dato che l’intero corso del «Vignale» poggia su un terrapieno addossato al declivio della collina, detta localmente la «serra», su cui sorge la città di Nociglia; detti pini fanno parte di un prezioso contesto periurbano progettato con valori architettonico-urbanistici di rilievo per cui il filare è diviso in due gruppi di 11 alberi ciascuno, equidistanti, e con ai due bordi ed al centro delle strutture ad esedra corrispondenti a simil-torrioni in pietra, così come in pietra è tutto il muro di contenimento del terrapieno ed è progettato a modo di simil-struttura difensiva medioevale; un muraglione a pareti inclinate, e con persino la riproduzione della tipica cornice marcapiano a toro delle antiche fortificazioni locali. Una soluzione urbanistica di alto pregio, resa ancor più esteticamente gradevole da balaustre con colonnine in pietra locale tornite, e da dieci lampioni in ferro artistico. Un «organismo» unico, il Vignale, come è stato definito anche dai funzionari della stessa regione (durante gli incontri che essi hanno avuto con i cittadini sensibili alla tutela di quei pini), con i suoi alberi e i suoi elementi architettonici e decori artistici; nella relazione agronomica che accompagna il contestato progetto di pista ciclabile, l’agronomo incaricato dal comune evidenzia l’attuale ottimo stato di salute e stabilità degli alberi in oggetto, ed evidenzia, altresì, l’instabilità per gli alberi che invece conseguirebbe dal loro mantenimento nell’esecuzione dei lavori per la pista ciclabile nell’ambito del progetto attuale, il quale, non prevedendo il mantenimento degli alberi, andrebbe a comprometterne gravemente gli apparati radicolari, perché nel progetto attuale di pista ciclabile infatti, questa la si vorrebbe lì realizzare non al livello dell’attuale marciapiede esistente, ma rimuovendo il marciapiede e portandola al livello del manto stradale, eliminando l’attuale copertura delle radici e della base degli alberi; si deduce che sarebbe pertanto questa scelta progettuale, di rimozione del marciapiede esistente intorno agli alberi, a decretare la pericolosità futura e non presente dei 22 pini; lo stesso agronomo scelto dal comune di Nociglia, nella sua relazione, indica che esiste la possibilità di evitare i problemi ai marciapiedi, migliorando al contempo le condizioni radicali dei pini. Per cui modificando il progetto attuale di costruzione della pista ciclabile, nel verso del mantenimento degli alberi nella loro integrità, con una variante progettuale e costruendo la pista ciclabile a livello del marciapiede e non al livello del manto stradale, gli alberi manterrebbero invariata la loro sicurezza statica attuale e non si potrebbe addurre la pericolosità potenziale degli alberi per giustificarne l’abbattimento, giustificazione che sarebbe, a detta dell’interrogante, non accettabile, a meno di non volere considerare pericoloso qualsiasi albero solo perché un tifone potrebbe abbatterlo; sono poi irrisori i danni all’asfalto e alla strada arrecati da alcune radici e sono facilmente aggiustabili (come indicato possibile nella relazione tecnica agronomica stessa allegata al progetto ufficiale, come anche più estesamente e dettagliatamente riportato nella relazione del dottor forestale Valentino Traversa; si tratta di uno studio tecnico dell’alberatura dei Pini italici del Vignale, con una dettagliata presentazione delle modalità tecniche per preservare gli alberi garantendo l’ottimale fruizione di strade, marciapiedi e piste ciclabili adiacenti. Tale relazione è stata fatta pervenire nei mesi scorsi dal forestale al comune di Nociglia e ai funzionari della regione Puglia, ente quest’ultimo stanziatore dei finanziamenti per la pista ciclabile, presso l’assessorato alle infrastrutture strategiche e alla mobilità; nel marciapiede del Vignale talune mattonelle in cemento sono state sollevate in prossimità dei tronchi degli alberi poiché per questi non son state previste adeguate aiuole sufficientemente larghe, ma sono stati soffocati erroneamente dal cemento e dunque, a detta dell’interrogante, le mattonelle dovrebbero essere rimosse al più presto per fare respirare maggiormente le radici degli alberi e migliorare la pedonabilità garantendo la sicurezza del luogo; sebbene si adducano infondate e indimostrate ragioni di pericolosità, come ragioni di danno ai marciapiedi, per giustificare l’eccidio dei grandi pini, questi son invece forti, ben eretti e godono di ottima salute (come attestato nella stessa relazione tecnica associata al progetto ufficiale di pista ciclabile); nel progetto contestato, inoltre, si prevede di piantare al posto dei bei pini autoctoni mediterranei oggi presenti, e che offrono tanta gradevole ombra anche per i futuri ciclisti fruitori della pista ciclabile, ben 40 alberi di canfora, pianta alloctona della quale si conosce l’effetto arrecato a strade e marciapiedi, notoriamente ben più aggressivo dei pini; lungo il Vignale, sull’ampio marciapiede alberato del corso, la pista ciclabile è stata progettata sul lato della balaustra, mettendo a rischio i pedoni che si affacciano per godere del panorama del parco dei Paduli, e non invece sul lato, più ampio, posto sul margine strada dove la pista potrebbe essere realizzata invece senza danneggiare gli alberi; a detta dell’interrogante, sarebbe utile realizzare, alternativamente al progetto, un marciapiede da portare in sterrato per allargare le aiuole, e una pista che potrebbe così essere ubicata in parte sul marciapiede stesso e in parte sulla carreggiata; in alternativa, sempre a detta dell’interrogante, la suddetta pista potrebbe essere ubicata sul lato strada del marciapiede, e spostando una delle due corsie della pista ciclabile, o entrambe, nella parte bassa, ai piedi del terrapieno del Vignale, adiacente alla struttura simil-fortificata in pietra del muro di contenimento del terrapieno. Una soluzione ubicativa intelligente quest’ultima, anche per valorizzare il luogo olivetato in basso, e la struttura in pietra del Vignale, con in alto le balaustre e i pini; si deve segnalare la strana rimozione dal Vignale di Nociglia delle preesistenti strutture di illuminazioni di pregio urbanistico consistenti in 10 lampioni in ferro artistico di gusto liberty ben associati al complesso architettonico del Vignale, con le sue colonnine in calcarea «pietra leccese» tornita, i bastioni e muraglioni di terrazzamento, la simmetricità perfetta della struttura con i 22 grandi pini. Gli alti eleganti lampioni erano lì ancora nei primi di giugno 2011 come attestano alcune foto. Averli rimossi rappresenta una grave danno al complesso del Vignale, ed inoltre uno spreco di denaro pubblico inaccettabile se poi fossero sostituiti dai nuovi lampioni previsti nel progetto di pista ciclabile, e poi persino in altro stile. Opportuno invece, a detta degli interroganti, il ripristino in loco di quei lampioni coerenti con l’impianto urbanistico del «Vignale» che dai locali vien anche chiamato il «lungomare di Nociglia» per l’alto pregio paesaggistico di quel viale di passeggio e di belvedere, sebbene guardi non sul mare, ma sul mare argenteo degli ulivi del Parco dei Paduli; la recente legge n. 10 del 2013 «Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani», pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 1o febbraio 2013, stabilisce all’articolo 7 le «disposizioni per la tutela e la salvaguardia dei filari e delle alberate di particolare pregio paesaggistico, naturalistico, monumentale, storico e culturale, ivi compresi quelli inseriti nei centri urbani» ed entro sei mesi dall’entrata in vigore, i comuni dovevano identificare principi e criteri per il censimento degli alberi ed alberature di pregio nel proprio territorio, quali appunto proprio i pini della città di Nociglia, tra cui quelli del suo Vignale, e fornire questa informazione alla rispettiva regione, la quale, a sua volta, entro i successivi sei mesi (quindi pressappoco entro febbraio 2013), doveva redigere l’elenco regionale e trasmetterlo al Corpo forestale dello Stato, che ha il compito di gestire l’elenco nazionale, che deve essere reso pubblico e disponibile a tutti sui siti internet delle competenti istituzioni, e per le regioni afflitte da «persistente inerzia» il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali attiva i poteri sostitutivi; la legge regionale 25 agosto 2003, n. 19, è una legge antecedente al progetto di pista ciclabile pertanto doveva e deve esser tenuta in considerazione per la progettazione e realizzazione della pista ciclabile; l’articolo 12 della legge n. 19 del 2003 rubricato come «Tutela alberi di piazze, viali e dimore storiche» così recita: «1. All’albo dei monumenti vegetazionali istituito con l’articolo 30, comma 1, della legge regionale 31 maggio 2001, n. 14, sono iscritti anche gruppi di alberature quando questi rappresentano nella loro complessità e interezza elemento caratterizzante di piazze, viali o dimore pubbliche e private di elevato interesse storico, artistico o culturale per il territorio di pertinenza». Ed i 22 Pini di Via Onorevole Manfredi nel loro insieme costituiscono proprio quell’elemento «caratterizzante», come indica il su citato articolo, il bel corso del Vignale di Nociglia. L’elevata importanza storico-culturale della bellissima via alberata è incrementata poi anche dal luogo rinomato sul quale la via si affaccia: il Parco dei Paduli, motivo per cui ancor più i Pini italici di Nociglia meritano di essere salvaguardati e tutelati essendo un prezioso patrimonio arboreo della collettività pienamente rispondenti ai requisiti menzionati dalla legge regionale n. 19 del 2003; a detta dell’interrogante bisogna impiegare i fondi pubblici per rimboschire, non per demolire gli alberi che ci sono, e per sostituirli con virgulti pertanto, se nel progetto della pista ciclabile si è previsto di acquistare anche 40 piante di canfora, si ritiene che sia più utile prevedere alberi autoctoni, ad esempio gli stessi pini domestici, al fine di piantumarli intorno ad altri tratti spogli della pista ciclabile a Nociglia o in uno degli altri paesi in cui si snoda la pista stessa, ma non certo sul Vignale e al posto dei pini presenti da preservare massimamente ed integralmente, e da assumere come invariante paesaggistica di qualunque progetto urbanistico; nel Salento, si assiste da alcuni anni ad un disdicevole diffuso sterminio di centinaia, di pini mediterranei, delle specie autoctone in Puglia da millenni, e di grande pregio naturalistico, quali i pini di Aleppo (Pinus halepensis) e i pini domestici (Pinus pinea) con autorizzazioni, a detta dell’interrogante, fondate su discutibilissime perizie tecniche che adducono strumentalmente a infondatezze scientifiche che tentano di farli passare per piante alloctone paventando, in maniera mistificatoria, danneggiamenti d’ogni sorta, che ben potrebbero trovare invece più facili soluzioni atte a garantire insieme fruibilità, risoluzione dei danni e conservazione degli alberi nella loro integrità; a giudizio degli interroganti le eventuali dannosità sarebbero prevenibili con saggi interventi minimali anche in relazione agli eventuali danni da radici a manufatti, marciapiedi e strade (come ben evidenziato, per il caso di Nociglia e non solo, nella relazione sopra citata del dottor Valentino Traversa); tutto questo agire albericida contro i pini nel Salento sembra il più delle volte essere permesso al fine di favorire appalti pubblici d’ogni tipo, di cosiddetta «rigenerazione urbana», tra cui inclusi gli appalti per la paradossale ripiantumazione in loco di altri alberi, anche alti diversi metri con grande spreco di denaro pubblico; vi è da aggiungere che il legno ricavato dalla potatura degli alberi, che viene fatto passare come rifiuto e di cui si perde la tracciabilità, arricchisce invece il sottobosco del lucroso mercato delle biomasse legnose per la produzione solitamente di energia elettrica e di cippato alimentando il rischio che beni pubblici, quali sono le alberature urbane e stradali, finiscono nei circuiti fumosi del mercato poco trasparente delle biomasse e delle energie iper-incentivate e falso-verdi, anzi «verdicide» in tal caso; nel caso di Nociglia, pur essendo stato depositato presso il comune uno studio tecnico del dottore forestale e paesaggista Valentino Traversa, che prevede la costruzione della pista ciclabile mantenendo in vita i 22 Pinus pinea, le varie pubbliche amministrazioni coinvolte non stanno rispettando i princìpi amministrativi comunitari e nazionali del «Buon andamento della pubblica amministrazione», avendo approvato un progetto, che, per una scelta politica ed errata valutazione tecnica, prevede il taglio degli alberi, con conseguenti sprechi di denaro pubblico, ingiustificato arricchimento di soggetti terzi a cui si vorrebbero affidare i lavori di espianto degli alberi, e deminutio del valore economico e paesaggistico di un bene che è invece da tutelare e salvaguardare; la crescente mobilitazione civica a difesa dei pini di Nociglia, in un momento storico in cui in tutto il Mediterraneo si alza una voce civica unica e forte a difesa della natura e degli spazi verdi urbani, come testimonia il caso emblematico del Gezi Park di Istanbul, è volta anche nel verso della coerenza burocratica-amministrativa, del buon governo e gestione del territorio a sua vera tutela, e nel verso della riaffermazione della spesso mancante saggezza, contro inutili sprechi e non-sensi meramente speculativi; una mobilitazione pacifista, ma non per questo meno ferma e decisa, che sta vedendo la partecipazione on line, nelle petizioni, di centinaia di persone, che stanno scrivendo a tutti gli organi competenti per sollecitare la salvezza degli alberi, una mobilitazione seguita da tv e giornali locali, ma anche da siti on line nazionali, come quello del giornale «la Repubblica», con l’articolo pubblicato il 27 giugno 2013, dal titolo «in lotta per salvare i pini di Nociglia». Inoltre risale allo scorso 25 novembre 2013 l’azione dimostrativa di incatenamento di diversi ambientalisti a quegli alberi, le cui foto hanno fatto il giro d’Italia in poche ore. L’azione di incatenamento è stata scaturita da un’imminente ordinanza di taglio degli alberi, emessa dal comune di Nociglia, poi subito ritirata anche a seguito della deposizione di un esposto alla procura della Repubblica di Lecce, motivato dalla massima urgenza dell’ordinanza verdicida emessa dal comune e che da lì a poche ore avrebbe sancito la fine degli alberi”
Perciò ci chiede di “adoperarsi, per quanto di competenza, affinché l’area dell’intero Vignale di Nociglia sia sottoposta a vincolo ambientale, architettonico e paesaggistico, anche alla luce della suddetta legge n. 10 del 2013 «Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani», in modo da salvaguardare i pini e tutto il loro corollario di elementi architettonici di pregio, a partire dal ripristino in loco dei recentemente rimossi lampioni in ferro artistico del Vignale”.
Appuntamenti
Esplorare l’abbandono: focus sul Salento
Contest Fotografico promosso dall’Ordine degli Architetti PPC, in collaborazione con l’Associazione Tempo di scatto, aperto agli iscritti e alle iscritte di tutti gli Ordini nazionali. Obiettivo del Contest favorire una riflessione sulla rigenerazione dei luoghi a partire dal dato visivo su degrado, abbandono, consumo di suolo, nel nostro territorio. Partecipazione entro il 23 aprile e Mostra conclusiva in maggio

Favorire la riflessione sul consumo del suolo nel Salento attraverso un’analisi visiva dei tanti beni urbani in stato di abbandono e degrado presenti sull’intero territorio della città capoluogo e dell’intera provincia salentina: è l’obiettivo del Contest fotografico “Esplorare l’abbandono” promosso e organizzato dall’ Ordine degli Architetti PPC della provincia di Lecce in collaborazione con l’associazione fotografica Tempo di Scatto.
Aperto a tutti gli Ordini nazionali, e focalizzato esclusivamente sul territorio salentino, l’invito a partecipare (già sul sito dell’Ordine Architetti, clicca qui), interpreta l’abbandono come «una dinamica che, suscitando emozioni profonde e riflessioni inattese, consente di esplorare la bellezza nel degrado e la storia celata tra le rovine. Camminando in luoghi abbandonati come ville e fabbriche dismesse», osservano ancora gli organizzatori, «si crea un dialogo con il tempo, dando vita a narrazioni che raccontano di vite passate».
Il Contest fotografico, con scadenza per l’invio foto fissata al 23 aprile, costituisce il primo momento di un progetto a più vasto raggio che includerà, nei successivi step, percorsi guidati ricognitivi e l’invito a produrre specifici contributi di idee per la futura riqualificazione e rigenerazione anche alla luce dell’atlante dei luoghi individuato dalle suggestioni fotografiche e dalle immagini, che dovranno essere caratterizzate da specifici requisiti tecnici.
Le foto, infatti, saranno valutate alla luce di quattro distinti criteri: pertinenza, impatto, qualità della foto, visioni e originalità e, una volta selezionate, andranno a comporre una Mostra conclusiva prevista nel maggio prossimo, mentre tra quelle ritenute idonee 10 immagini saranno pubblicate on line sulla piattaforma dell’Ordine.
«Il tema dell’abbandono nel nostro territorio è quanto mai cogente e merita una riflessione puntuale e approfondita», sottolinea Tommaso Marcucci, Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Lecce, «ed è la ragione per cui abbiamo accolto con grande favore la proposta dell’associazione Tempo di scatto facendo nostre le ragioni e gli obiettivi del progetto che, peraltro, prevede step successivi alla Mostra finale come percorsi guidati ricognitivi e l’invito a individuare per ognuno dei luoghi fotografati ipotesi di possibili future riqualificazioni. Ecco, dunque, che esplorare l’abbandono può significare, grazie all’esplorazione visiva e fotografico, immergersi in storie non raccontate, riconoscendo la fragilità e la resilienza come condizioni costitutive proprie del vivente in tutte le sue forme. La mostra fotografica con cui si concluderà il progetto costituirà, come già quella su i paesaggi della Xylella, promossa e organizzata dal nostro Ordine negli scorsi anni, un’opportunità ulteriore di conoscenza del territorio e per sottolineare la complessità e l’urgenza della rigenerazione urbana. Chiamare a raccolta la nostra comunità nazionale su questi temi, consapevoli anche di quanto negli anni il Salento sia divenuta terra di forte attrazione e appeal, riteniamo possa agevolare uno scambio proficuo di riflessione e di buone pratiche».
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Attualità
«Stiamo costruendo il futuro di Matino»
Videointervista con le anticipazioni dell’intervista al sindaco di Matino Giorgio Salvatore Toma in uscita, in versione integrale, sul prossimo numero dell’edizione cartacea de “il Gallo”

di Giuseppe Cerfeda
Dal Premio nazionale ELOGE per la buona governance, ai progetti per il futuro.
Il sindaco di Matino Giorgio Salvatore Toma ospite in redazione.
I finanziamenti del PNRR, i progetti già realizzati, l’attenzione per il centro storico, l’albergo diffuso, il desiderio di restituire alla comunità la Storica Cantina Matinese, il terzo mandato, la preoccupazione per la diffusione della droga nel nostro territorio, tra gli argomenti trattati.
Nel video in basso un’anticipazione dell’intervista che sarà pubblicata integralmente sul prossimo numero dell’edizione cartacea de “il Gallo”, in distribuzione nel fine settimana.
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Attualità
Scorrano, il Comune contro l’Asl di Lecce: “Ospedale abbandonato”
“Costretti a lanciare operazione verità: a precise domande non rispondono, presi dallo scellerato progetto di realizzazione del nuovo nosocomio da 400 milioni”

Finito il tempo della galanteria istituzionale, il Comune di Scorrano parte alla carica con una operazione verità sulla gestione dell’ospedale Veris Delli Ponti da parte dell’Asl di Lecce.
Con una nota apparsa sui canali istituzionali del Comune, l’amministrazione denuncia:
- Quattro anni di abbandono del pronto soccorso con le ambulanze che “scaricano” i pazienti all’aperto
- Il centro trasfusionale pronto da anni e non attivato con le auto che vanno e vengono per le sacche di sangue
- Le ambulanze che traportano i pazienti per le risonanze magnetiche
- Lavori e manutenzione ordinaria fermi
- 4 milioni di euro assegnati all’ospedale e andati perduti
Secondo il Comune il calo d’attenzione per le sorti del nosocomio di Scorrano è dovuto a quello che viene definito uno “scellerato progetto” per la realizzazione di un altro ospedale da 400 milioni di euro sul territorio.
La scelta di parlarne pubblicamente, denunciando fermamente la situazione, viene così spiegata: “Totale indifferenza: non hanno nemmeno risposto a precise domande”.
Di seguito il documento integrale pubblicato dal Comune di Scorrano sull’argomento.

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