Attualità
“Rovinato dai… vecchietti!”
Uno “spuntista” a Casarano: “Coltivano e vendono prodotti senza autorizzazione drogando il mercato”
“Cerchiamo di lavorare sodo. Smettiamola, una volta per tutte, l’unica crisi minacciosa è la tragedia di non voler lottare per superarla”. A scrivere queste parole di pietra, forse anche un pò ingiuste nei confronti di chi di crisi ci è morto, fu addirittura Albert Einstein, in un suo vecchio ma attualissimo libro del 1934. E quanto e come ogni giorno si lotti per combattere questo dannato demonio della crisi, non ha certo bisogno di altre parole per poter essere descritto. “Cerchiamo di darci da fare” è ormai diventato lo slogan più comune di chi, senza un lavoro sicuro, cerca di vivere e far vivere onestamente la propria famiglia.
Ed è proprio pensando a questo motto che un giovane casaranese, E.S., ha deciso di dare una svolta alla sua vita di ex lavoratore e lo ha fatto tornando all’antico, seguendo una tendenza che sta ormai diventando di moda, tornando alla terra, alla sua coltivazione, a quel settore primario in cui ci si rifugia appunto nei momenti di crisi. Il terreno su cui E.S. può fare affidamento è un piccolo appezzamento ereditato dal nonno insieme alla passione per l’agricoltura; ma passione e terreno non bastano certo per diventare un moderno imprenditore agricolo ed allora, nella migliore tradizione nostrana, la famiglia viene in aiuto, mette mano al portafogli e finanzia l’avvio dell’attività. Non immaginatevi aziende ultramoderne o ettari di terreno coltivati a frutti esotici; un semplice appezzamento, un orto ben curato, una licenza ed un automezzo per fare quel che si dice lo “spuntista” cioè un commerciante itinerante che però non possiede un’area stabilita e che partecipa al mercato settimanale. Ma le sue più rosee aspettative non avevano fatto i conti con una variabile che non era stata considerata. Starete sicuramente pensando alle tasse o alla burocrazia matrigna o forse anche al racket della malavita o all’inquinamento delle acque: niente di tutto ciò. Se E.S. non riesce ad arrivare a fine mese e se le sue aspettative di successo non si sono realizzate, lo colpa è dei… vecchietti! Noi siamo affezionati ai nostri vecchietti, sono le nostre guide di saggezza e noi stessi li incoraggiamo a mantenersi vivi ed attivi il più a lungo possibile, e loro lo fanno. I nostri vecchietti, infatti, sono coloro che sino a qualche tempo fa erano gli unici custodi della tradizione contadina e quindi “nu stozzu de terra” ce l’hanno in molti e questi molti hanno il loro orticello ed hanno anche però l’abitudine di vendere i prodotti di quest’orticello (ovviamente esenti da tasse). Detta così sembra un qualcosa di naturale ma in realtà, moltiplicato per il numero di vecchietti che hanno quest’abitudine, diviene “concorrenza sleale” ed in pratica condanna E.S. all’insuccesso della propria iniziativa imprenditoriale. Queste problematiche sono state raccolte in una lettera aperta che lo stesso giovane ha indirizzato al sindaco Gianni Stefàno, denunciando questo tipo di situazione che danneggia sicuramente il mercato e soprattutto chi, come il nostro amico, ci lavora e ci paga regolarmente le tasse. “L’attività di queste persone è scevra da qualsiasi tipo di controllo e di verifica”, scrive in un passo della lettera, “e tra le altre cose, il guadagno che ne ricavano è così esiguo da non essere neanche risolutivo per il loro bilancio familiare”. Come dire… vendendo la verdura sotto costo riescono a racimolare qualche spicciolo che non cambia la vita, ma quegli spiccioli, moltiplicati per il numero dei vecchietti che attuano questa pratica, formano somme più che serie che vengono sottratte agli ambulanti. “Lascino a noi giovani quel sacrosanto diritto di lavorare il proprio pane guadagnando onestamente”, conclude il nostro amico, “per pagare le tasse e vivere così com’è stato per loro tanti anni fa”. La chiamano “guerra tra poveri”, è uno degli effetti di questa crisi, una crisi che forse sta finendo ma che ci auguriamo termini prima di condurci alla distruzione della coesione sociale.
Attualità
Donne all’Opera: il 1 Polo contro la violenza sulle donne e i bambini
Seguiranno le testimonianze di otto donne del nostro territorio, professioniste e appartenenti a diverse categorie, che si sono distinte nella lotta contro le discriminazioni e gli stereotipi di genere…
In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne e i minori, il Polo 1 di Galatina, in collaborazione la Commissione Pari Opportunità, d’intesa con l’Assessorato alle Pari Opportunità di Galatina, organizzano l’evento “Donne all’Opera” che si svolgerà lunedì 25 novembre, a partire dalle 9:30, presso il teatro Cavallino Bianco di Galatina.
Dopo i saluti istituzionali ci sarà un concerto a cura della Salent’Opera, orchestra Sinfonica Giovanile diretta dal M° Tommaso REHO.
Seguiranno le testimonianze di otto donne del nostro territorio, professioniste e appartenenti a diverse categorie, che si sono distinte nella lotta contro le discriminazioni e gli stereotipi di genere.
Di grande pregio la presenza del Cav. Malala Yousafzai dell’Ambito Territoriale Sociale di Galatina, nella persona della dr.ssa Paola GABRIELI, che da dieci anni coordina l’unico centro antiviolenza pubblico a gestione pubblica della Regione Puglia, lavorando sul territorio dell’Ambito di Galatina accanto alle donne e ai figli minori con la presa in carico, nella difesa dei loro diritti, oltre alle attività di sensibilizzazione e formazione, al fine di favorire l’emersione del fenomeno e il contrasto alla violenza di genere.
Attualità
“Cari giovani, costruiamo libertà: non cediamo alla mafia”
Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un nostro giovane lettore, Michele Cojocaru.
“L’impegno contro la mafia, non può concedersi pausa alcuna, il rischio è quello di ritrovarsi subito al punto di partenza”. Queste le parole di Paolo Borsellino, che tengo sempre a mente.
Se dovessi scrivere una lettera ai giovani al tempo di oggi, scriverei così:
Cari giovani del mio tempo, sono Michele, ho 20 anni, vengo dalla provincia di Lecce. Nel mio paese, tanti giovani come noi sono caduti nelle mani della malavita. Tanti fumano, molti spacciano, alcuni hanno addirittura pistole con loro.
Vedendo questo scrivo a voi, giovani della mia generazione, non abbiate paura di denunciare questi fatti: la società di oggi conta su di noi.
Vorrei tanto, insieme a tutti voi, richiamare lo Stato italiano, per ricordargli ancora una volta di stare dalla nostra parte.
Cari giovani e care giovani, costruiamo insieme la società la nostra società. Il futuro non deve essere la droga, non devono essere le armi. Ma un futuro di pace, in cui possiamo dire ai
nostri figli: tutto questo lo abbiamo fatto per voi.
La mafia distrugge, la mafia uccide, la mafia vieta di sognare.
Anche nel Salento c’è la mafia.
Anche nella provincia di Lecce c’è la mafia, ma è una mafia silenziosa, che agisce senza fare rumore.
Non diamogliela vinta, costruiamo libertà: coraggio, insieme ce la faremo.
Attualità
Porto Cesareo resta Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo
Confermata la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche
L’Area Marina Protetta Porto Cesareo si conferma un’Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo (ASPIM), aggiudicandosi ancora una volta la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche.
La conferma della certificazione ASPIM è giunta al termine di una tre giorni di lavori sul campo da parte della commissione internazionale composta da Leonardo Tunesi, rappresentante del Focal Point, Robert Turk e Rais Chedly esperti internazionali, Antonio Terlizzi, esperto nazionale e dal direttore dell’AMP Porto Cesareo Paolo D’Ambrosio.
L’iter per ottenere il riconoscimento come da regolamento è passato dall’attivazione di attività di studio scientifico sistematico e di monitoraggio degli habitat, che consentono di stilare gli elenchi delle specie di flora e fauna necessari per definire il grado di biodiversità del sito.
«Lo status viene mantenuto attraverso il costante monitoraggio e salvaguardia delle specie individuate negli elenchi, ed essere ASPIM aumenta la nostra responsabilità di controllo dell’ambiente, allo scopo di salvaguardare le specie e gli habitat in cui esse vivono e si riproducono», hanno affermato soddisfatti i massimi responsabili di AMP Porto Cesareo.
Il riconoscimento dello status di ASPIM viene rilasciato dal Regional Activity Centre for Specially Protected Area (RAC-SPA), con sede a Tunisi, organismo creato nel 1995 fra i Paesi che hannostipulato nel 1976 la Convenzione di Barcellona per la protezione del Mediterraneo dall’inquinamento.
È questo centro che definisce e mantiene la lista delle ASPIM, vagliando nuove domande e promuovendo le aree protette meritevoli del riconoscimento.
Le aree marine protette italiane che detengono lo status di ASPIM sono attualmente 10.
Quattro in Sardegna tra cui Capo Carbonara, Capo Caccia-Isola Piana, Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre e Tavolara-Punta Coda Cavallo.
A livello nazionale figurano poi Portofino (prima AMP italiana ad aver ottenuto il riconoscimento, nel 2005), Miramare, Plemmirio, Punta Campanella.
Per il Salento, Porto Cesareo e Torre Guaceto.
Direttore e Presidente dell’AMP esprimono la loro soddisfazione per questo «ulteriore traguardo raggiunto, a conclusione di quest’anno, che conferma le altissime performance dell’AMP Porto Cesareo, la quale si posiziona non solo tra le prime a livello Nazionale, ma anche nell’élite delle Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea»
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