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Cronaca

Rifiuti: Poggiardo chiude, Gallipoli in crisi

Da stamattina la discarica di Poggiardo ha respinto i conferimenti e i compattatori del Comune ionico presenti sono stati bloccati sul posto

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La ditta Navita, la società che gestisce il servizio di igiene urbana in città, ha comunicato al Comune che “da stamattina la discarica di Poggiardo ha respinto i conferimenti” e che pertanto i compattatori del Comune ionico presenti sono stati bloccati sul posto, con la conseguenza che “il servizio di raccolta subirà il blocco alla saturazione della volumetria disponibile e che già dal pomeriggio saranno evidenti i riflessi operativi”.


La nota ha quindi visto il pronto interessamento dell’Ufficio Ambiente che, prima di relazionare dell’accaduto il Sindaco, ha provveduto a contattare il responsabile tecnico dell’impianto in questione, il quale ha riferito che la chiusura dipende dal mancato rinnovo dell’autorizzazione regionale per la gestione dell’impianto. Di qui l’intervento del primo cittadino, Francesco Errico che, una volta ricevuta la segnalazione dall’Ufficio Ambiente, ha prontamente informato dell’accaduto, con una nota, il Prefetto di Lecce, Giuliana Perrotta, esprimendo la sua “forte preoccupazione” per quanto comunicatogli dagli uffici, chiedendole contestualmente “un intervento autorevole per l’urgente definizione della problematica segnalata”, anche in considerazione del notevole carico antropico presente in città, per il notevole flusso turistico, implementato anche dalla concomitante festività di Santa Cristina.


  (d.t.)


Poggiardo si difende… dai rifiuti


Camion da Conversano? Il Comune non ci sta e passa alle vie di fatto

 Dopo il doppio secco diniego nei mesi scorsi all’allocazione di un impianto di compostaggio (il primo a seguito della richiesta di riconversione del vecchio impianto della ditta Sud Gas, il secondo, più recente, alla richiesta di Regione e ATO per la parziale trasformazione di quello attuale), Poggiardo si trova ad affrontare un’altra estate calda sul fronte rifiuti. Ed anche in questa circostanza la presa di posizione è ferma e decisa.

L'impianto di Poggiardo

L’impianto di Poggiardo


Quest’anno a complicare le cose e ad aumentare la mole di rifiuti trattati nel biostabilizzatore che già solitamente nei mesi estivi raggiunge livelli di guardia (con conseguenti sgradevoli odori nauseabondi) ci si è messo anche un problema all’impianto di Conversano al quale quello poggiardese ha dovuto prestare soccorso per qualche giorno: una ventina secondo l’ordinanza emessa dal Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ridotti ad una quindicina dopo l’incontro svoltosi a Bari  presso la sede del servizio Ciclo dei Rifiuti e Bonifica della Regione Puglia lo scorso 18 luglio, a seguito delle proteste dei cittadini con in testa il sindaco Giuseppe Colafati ed alcuni consiglieri regionali del territorio tra i quali il consigliere di maggioranza Aurelio Gianfreda.


Negli ultimi giorni poi sono seguite delle polemiche sfociate nella ferma presa di posizione dell’Amministrazione comunale che ha deciso di tutelare “se stessa ed i propri cittadini in sede civile e penale sia nei confronti di chi attacca Sindaco e maggioranza in maniera denigratoria e diffamatoria attraverso affermazioni destituite di ogni fondamento sia di chi, da anni, si rende responsabile di emissioni odorigene moleste derivanti dalla lavorazione dei rifiuti”. Ma da dove nasce tutto ciò? La vicenda ha origine il 28 aprile scorso quando in Comune giungeva una nota da parte della ditta Progetto Ambiente che gestisce il biostabilizzatore di Poggiardo la quale manifestava la propria disponibilità alla lavorazione dei rifiuti provenienti da Conversano vincolandola però al mese di maggio. Dopodiché l’Amministrazione, l’8 maggio, in via cautelativa si rivolgeva all’ATO – OGA (Organi di Governo d’Ambito) e, pur nel principio di cooperazione, chiedeva all’organismo di gestione di verificare che le quantità aggiuntive di rifiuti in entrata al biostabilizzatore di Poggiardo provenienti dal bacino Bari/5 non eccedessero le quantità giornaliere sopportabili dallo stesso impianto e che il conferimento non si protraesse oltre il mese di maggio. Il 14 maggio veniva infine notificata l’ordinanza n.4 da parte del Presidente della Regione con la quale, dando seguito all’iter burocratico, si stabiliva che per consentire le attività di manutenzione ordinaria dell’impianto posto a servizio dei Comuni dell’ex ATO Bari/5 si trasferissero per venti giorni a Poggiardo 150 tonnellate di rifiuti al giorno i cui residui derivanti dal trattamento fossero inviati per quanto riguarda la frazione secca all’impianto cdr di Cavallino mentre per quanto riguarda quella umida nella discarica di Brindisi.


A tale provvedimento non si dava però seguito (nel frattempo l’impianto cdr di Cavallino veniva sequestrato) fino a quando nel mese di luglio al biostabilizzatore di Poggiardo non arrivano i camion carichi di rifiuti provenienti dall’ex ATO Bari/5, anche eccedendo con i quantitativi previsti (in qualche caso persino raddoppiandoli) sulla base di una nuova ordinanza di Vendola (la n.8 del 27 giugno 2014) stavolta nemmeno pervenuta per conoscenza al Comune di Poggiardo. Da qui la levata di scudi generale che ha portato alla protesta nei confronti del Governatore che ha firmato l’ordinanza in un periodo di per sé delicato come quello estivo ed alla decisione maturata a termine dell’incontro svoltosi a Bari lo scorso 18 luglio che prevedeva che i rifiuti sarebbero continuati ad arrivare presso l’impianto di Poggiardo fino al 22 luglio demandando ai gestori di trovare soluzioni alternative se per quella data i lavori di manutenzione di Conversano non fossero nel frattempo terminati.


A seguito di tutto questo ora l’Amministrazione comunale ha deciso di tutelarsi interessando gli organi competenti dopo che negli ultimi due mesi, prima ancora delle ordinanze regionali, aveva inviato ripetute segnalazioni di cattivi odori a tutti gli organi interessati, dal Presidente della Regione all’ARPA Puglia, dall’ATO alla Provincia di Lecce, dall’ASL alle ditte interessate, al Comando dei NOE. Adesso però si è passati alle vie di fatto anche per tutelare i cittadini da eventuali danni al benessere ed alla salute o i gestori di attività commerciali che per via di questi inconvenienti hanno riportato dei danni economici.


Carlo Quaranta


Cronaca

Scontro auto-Apecar: taglio profondo alla gola per 34enne

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Grande spavento stamattina sulla provinciale che collega Ugento e Racale.

In corrispondenza di un’area di servizio, attorno alle 10, un violento scontro ha visto il coinvolgimento di un Apecar e di una Renault Clio vecchio modello (a fine articolo le foto).

Il primo mezzo sembra stesse immettendosi sulla provinciale mentre sopraggiungeva l’auto. La dinamica è in fase di ricostruzione.

A bordo del mezzo a tre ruote un 34enne, mentre nella macchina viaggiava un 19enne. Entrambi di Ugento.

Ha avuto la peggio il primo che nell’impatto ha riportato un profondo taglio alla gola. È stato condotto d’urgenza in ospedale. È arrivato a Casarano in ambulanza, in codice rosso. Le ferite riportate sono gravi ma fortunatamente non si teme per la sua vita.

Illeso il più giovane ma sotto choc per l’accaduto.

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Attualità

Tricase: lavori e polemiche in piazza a Caprarica

L’ing. Andrea Morciano protocolla una lettera indirizzata agli amministratori con la quale chiede la sospensione immediata dei lavori e la convocazione urgente di un incontro pubblico

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I lavori di riqualificazione in corso a Tricase, in piazza Sant’Andrea a Caprarica, sono da qualche giorno oggetto di discussione.

La polemica, fino ad ora latente, è deflagrata con la lettera indirizzata al sindaco Antonio De Donno, alla presidente del consiglio Rosanna Zocco, agli assessori e a tutti i consiglieri, dall’ingegner Andrea Morciano, noto professionista, residente proprio nel quartiere tricasino che ospita i lavori.

L’ingegnere, con la sua lettera, protocollata l’11 luglio scorso (numero 14030), chiede la sospensione immediata dei lavori e la convocazione urgente di un incontro pubblico.

In premessa l’ing. Morciano rileva innanzitutto che i lavori riguardanti la riqualificazione di Piazza Sant’Andrea sono iniziati «senza alcun preavviso per la cittadinanza, tanto che lo stesso Comitato Festaquesto fa ancora più specie, visto che un componente è anche consigliere comunale») ha dovuto improvvisamente posticipare la festa patronale ad altra data».

Poi evidenzia che «il progetto non è mai stato sottoposto ad un giudizio dei cittadini di Caprarica, eccezion fatta per una fugace esposizione di alcune tavole grafiche ben nascoste alla maggior parte della gente, lo scorso anno; che non sì è avuta neppure cura di aggiornare i render delle testate del progetto alle varianti e modifiche che il progetto ha subito».

«Quando la coperta è corta», polemizza, «e si vuol fare tutto, poi si incorre in questi errori banali. In campagna elettorale il sindaco aveva promesso che avrebbe fondato la sua amministrazione sulla partecipazione (questa sconosciuta).

Le intenzioni ed i propositi non vanno enunciati ma vanno praticati, anche se capisco che per il sindaco sia difficile, visto quanto già accaduto in altri incontri nei quali si è cercato il confronto con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti si veda gestione ufficio tecnico»).

Altro punto contestato: «Dalla testata del progetto si evince un’ampia partecipazione di professionisti i quali, non per colpa loro (di questo ne sono certo), dalla montagna hanno partorito un topolino».

E ancora: «Non si capisce come ai cittadini non sia consentito l’uso del cemento in aree agricole o nei

centri storici e poi la piazza di Caprarica, improvvisamente diventa idonea per accogliere una bellissima pavimentazione architettonica, che altro non è che cemento. Ho sollevato il problema anche agli organi competenti, che per tutta risposta hanno giustificato la scelta per “mancanza di soldi”. I privati, invece, hanno soldi da spendere e spandere…».

Dal progetto sembrerebbe essere stata riservata una “zona ZTL” per alcuni residenti: «Si vuol conoscere in relazione a quale principio e chi pagherà i ripristini per effetto del transito dei veicoli in quella fascia», evidenzia Morciano, «inoltre sarebbe opportuno sapere se sono state effettuate delle prove di transito con mezzi pesanti, per chi percorre via Vittorio Emanuele verso via Caduti sul Lavoro. Prove traffico tanto care al sindaco… Sarebbe opportuno conoscere quali saranno le manovre da effettuare per chi, transitando con un mezzo pesante su via Caduti sul Lavoro provenendo da Corso Apulia, dove farà inversione di marcia, visto l’esistente senso unico su via Vittorio Emanuele e non potendo percorre via Leuca, o sarà vietato qualsiasi transito. Il sindaco dovrebbe spiegarlo ai cittadini residenti».

L’elenco delle obiezioni e dei “sarebbe opportuno” è ancora lungo: «Sarebbe opportuno conoscere in base a quale principio sia stato deciso di rendere non fruibile la piazza per organizzare manifestazioni o anche semplicemente per montare un palco; sarebbe opportuno conoscere il senso della piantumazione di un albero alle spalle del frantoio

Ipogeo; sarebbe opportuno conoscere come saranno gestiti i parcheggi nelle aree prossime alla piazza nei giorni di grande affluenza e se la gestione sarà semplicemente elevare multe ai cittadini; Sarebbe opportuno conoscere come, e soprattutto chi, pagherà per eventuali ripristini da eseguire sulla sede stradale (via Vittorio Emanuele – Via Leuca) che sarà rivestita con questa splendida pavimentazione architettonica»

Per tutti i punti elencati spora l’ing. Andrea Morciano chiede «l’immediata sospensione dei lavori e la convocazione di un incontro pubblico, dove vengano esposti i principi alla base della progettazione e vengano date le risposte a queste e ad altre criticità che il progetto, in fase di realizzazione, comporterà per i residenti del rione di Caprarica».

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Attualità

Galatina: sala operatoria chiusa perché senza aria condizionata? No, si, forse…

Mettetevi comodi, ci sarà da aspettare. Alla terza chiamata, dopo esserci garbatamente presentati, qualcuno dall’altra parte risponde: “Cerchiamo il direttore sanitario, dott. De Maria”; “Mi dispiace, ma lo trova domattina”. “Ma non c’è nessuno che…”

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Cosa può e deve fare un giornale quando riceve diverse telefonate di denuncia circa la malasanità pubblica?

A cosa serve il mestiere di giornalista se non a riportare pedissequamente, previa verifica, ogni spiffero o lode di quello accade fra le pieghe della pubblica amministrazione che sia essa sanitaria o di altra natura? A tutelare le fasce più deboli, a difendere chi non può, non sa o non vuole difendersi?

Ebbene, da giorni riceviamo in redazione delle lamentele circa il malfunzionamento di una delle sale operatorie dell’ospedale Santa Maria Novella di Galatina, nella fattispecie l’ultima lagnanza, arrivata via Whatsapp stamattina, è di una signora che oggi avrebbe dovuto subire un intervento in day hospital e, arrivata diligentemente e puntualmente in ospedale, si è sentita rispondere: “Signora, mi dispiace ma deve tornare a casa, sono slittati tutti gli interventi perché si è rotta l’aria condizionata e da 15 giorni la sala operatoria è rimasta ferma“.

Se non fosse seria e grave la situazione ci sarebbe da ridere. E allora? Cosa abbiamo pensato di fare? Quello che avrebbe fatto qualsiasi giornale: chiamare l’ospedale di Galatina e scrivere alla ASL.

Mettetevi comodi, ci sarà da aspettare. Alla terza chiamata, dopo esserci garbatamente presentati, qualcuno dall’altra parte risponde: “Cerchiamo il direttore sanitario, dott. De Maria“; “Mi dispiace, ma lo trova domattina“. “Ma non c’è nessuno che lo sostituisca, che ci possa informare sulla sala…“, insistiamo, “Aspetti le passo qualcuno della sala operatoria“.

Dopo aver spiegato il motivo della nostra telefonata, dall’altra parte ci rispondono: “Mi dispiace deve aver sbagliato numero!“. Basiti ribattiamo: “Come abbiamo sbagliato numero, non è la sala operatoria? Mi hanno passato lei dal centralino, saprà che numero fare il centralinista. E comunque: è vero che la sala operatoria non funziona da 2 settimane perché è rotta l’aria condizionata?”, assordante silenzio dall’altra parte, “mi scusi”, ribattiamo caparbi, “ma con chi stiamo parlando?”. 

“Sono l’infermiere E.S. e non sono tenuto a risponderle”. “Quindi”, incalziamo, “è una malcelata forma per dirmi che quello che le sto chiedendo è vero!?”.

Come tutte le cose la gentilezza si consuma, il garbo finisce, la pazienza si squaglia, con questo caldo poi: “Guardi che questo è un numero per le urgenze, e lei lo deve lasciare libero!”. ” Va bene”, replichiamo, “basta un si o un laconico no!… Tuuu, tuuu, tuuu.”

Ci appigliamo ancora al centralinista il quale, con rinnovata pazienza, ci prega di attendere e ci assicura che avrebbe cercato di passarci al telefono il direttore sanitario.

L’attesa è piacevole, le note sprigionate dalla musichetta d’attesa è puro jazz: lo si riconosce dalla grande varietà di attacchi. Spiacevole è invece la notizia, un perentorio telefonista, dopo una breve attesa, ci liquida: “Il direttore sanitario mi suggerisce di richiamare domani mattina, tuuu, tuuu, tuuu…“.

Nel frattempo, per non venire meno al nostro dovere abbiamo scritto, alla direzione della Asl e ci siamo armati, noi insieme a tutti i pazienti che non hanno usufruito del servizio, di Santa Pazienza, in attesa del domani. To be continued…

Luigi Zito

 

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