Attualità
Il Papa incontra prof Manni
Papa Francesco incontra i tre prof da “Nobel”: uno è italiano, il salentino Daniele Manni. Così il Santo Padre: “La società, la famiglia e le varie istituzioni delegano l’educazione ai docenti, di solito malpagati, che portano sulle spalle questa responsabilità. Se non hanno successo si recrimina contro di loro”.
Un evento straordinario che resterà in eterno nel cuore e nella memoria di Daniele Manni, docente di informatica dell’Istituto “Galilei – Costa” di Lecce e dei suoi due colleghi: lo statunitense Stephen Ritz e l’inglese Richard Spencer. I tre docenti sono stati convocati in Vaticano in rappresentanza di tutti e 50 i finalisti al “Global Teacher Prize – Premio Nobel per l’Insegnamento” per incontrare il Santo Padre, Papa Francesco.
Il tutto è avvenuto in occasione del 4° Congresso Mondiale di Scholas Occurrentes, la rete internazionale di scuole nata anni fa con pochi giovani a Buenos Aires per volere dell’allora Arcivescovo Bergoglio. Oggi conta 400mila scuole statali o religiose, sparse nei 5 continenti, connesse tra loro attraverso sport, arte e tecnologia.
A chiusura del congresso, Papa Francesco ha voluto incontrare la delegazione dei finalisti al “Nobel” per l’insegnamento per conoscerli e congratularsi personalmente per l’importantissimo traguardo raggiunto e, soprattutto, per le motivazioni che hanno permesso ai 50 docenti di essere sul quel podio. Insieme ai docenti, il Papa ha incontrato anche Sunny Varkey, fondatore della Varkey Gems Foundation, che cura il “Global Teacher Prize”, e Vikas Pota, esponente della stessa fondazione.
Nell’incontro personale con il docente salentino, il Papa lo ha incoraggiato a continuare a dare tutto se stesso ai propri studenti e alla comunità, sottolineando ancora una volta quanta importanza abbia il ruolo dell’insegnamento.
“Una cosa che mi preoccupa molto è quella dell’armonia”, – ha detto Papa Francesco agli operatori dell’istruzione presenti, “che non è semplicemente raggiungere dei compromessi o intese parziali. L’armonia è, in un certo senso, creare una comprensione delle differenze, accettarle e fare in modo che si armonizzino. Se è vero che “non cambieremo il mondo se non cambieremo l’educazione”, c’è oggi una difficoltà: il patto educativo tra famiglia, scuola, patria, cultura si è spezzato. La conseguenza è che la società, la famiglia e le varie istituzioni delegano l’educazione ai docenti, di solito malpagati, che portano sulle spalle questa responsabilità. Se non hanno successo si recrimina contro di loro, ma nessuno rimprovera le varie istituzioni che hanno delegato il patto educativo. Solo se tutti i responsabili dell’educazione dei nostri giovani si armonizzano, allora l’istruzione potrà cambiare. Per questo, Scholas cerca la cultura, lo sport, la scienza, cerca di costruire ponti”.
Il “Global Teacher Prize”, alla prima edizione, è una sorta di Premio Nobel per insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado di ogni Paese nel mondo e verrà assegnato a un insegnante eccezionale che abbia dato uno straordinario contributo alla professione. E’ promosso dalla Varkey GEMS Foundation, un’organizzazione internazionale impegnata nel settore Education. Si è appena conclusa la prima fase del premio e su 5.000 segnalazioni e 1.300 candidature idonee sono stati selezionati 50 finalisti al mondo. A metà febbraio si conosceranno i dieci finalisti che continueranno a “correre” e il 16 marzo sarà comunicato il vincitore assoluto della competizione, il quale riceverà come premio 1 milione di dollari.
Tra questi finalisti, 9 sono europei, 2 gli italiani: Daniela Boscolo e Daniele Manni. La Boscolo insegna presso l’Istituto “C. Colombo” di Porto Viro (Ro) mentre Manni insegna informatica dal 1990 presso l’Istituto “Galilei – Costa” di Lecce. I suoi studenti fanno tutti il tifo per lui e hanno persino creato una specifica fan page su Facebook: “A Daniele Manni il Nobel per l’Insegnamento” –https://www.facebook.com/manni4nobel. I candidati sono giudicati del Global Teacher Prize in base a quattro criteri principali: capacità di innovazione, capacità di aprire la mente dei propri alunni, contributo offerto alla comunità e incoraggiamento dato per abbracciare l’insegnamento.
Attualità
Donne all’Opera: il 1 Polo contro la violenza sulle donne e i bambini
Seguiranno le testimonianze di otto donne del nostro territorio, professioniste e appartenenti a diverse categorie, che si sono distinte nella lotta contro le discriminazioni e gli stereotipi di genere…
In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne e i minori, il Polo 1 di Galatina, in collaborazione la Commissione Pari Opportunità, d’intesa con l’Assessorato alle Pari Opportunità di Galatina, organizzano l’evento “Donne all’Opera” che si svolgerà lunedì 25 novembre, a partire dalle 9:30, presso il teatro Cavallino Bianco di Galatina.
Dopo i saluti istituzionali ci sarà un concerto a cura della Salent’Opera, orchestra Sinfonica Giovanile diretta dal M° Tommaso REHO.
Seguiranno le testimonianze di otto donne del nostro territorio, professioniste e appartenenti a diverse categorie, che si sono distinte nella lotta contro le discriminazioni e gli stereotipi di genere.
Di grande pregio la presenza del Cav. Malala Yousafzai dell’Ambito Territoriale Sociale di Galatina, nella persona della dr.ssa Paola GABRIELI, che da dieci anni coordina l’unico centro antiviolenza pubblico a gestione pubblica della Regione Puglia, lavorando sul territorio dell’Ambito di Galatina accanto alle donne e ai figli minori con la presa in carico, nella difesa dei loro diritti, oltre alle attività di sensibilizzazione e formazione, al fine di favorire l’emersione del fenomeno e il contrasto alla violenza di genere.
Attualità
“Cari giovani, costruiamo libertà: non cediamo alla mafia”
Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un nostro giovane lettore, Michele Cojocaru.
“L’impegno contro la mafia, non può concedersi pausa alcuna, il rischio è quello di ritrovarsi subito al punto di partenza”. Queste le parole di Paolo Borsellino, che tengo sempre a mente.
Se dovessi scrivere una lettera ai giovani al tempo di oggi, scriverei così:
Cari giovani del mio tempo, sono Michele, ho 20 anni, vengo dalla provincia di Lecce. Nel mio paese, tanti giovani come noi sono caduti nelle mani della malavita. Tanti fumano, molti spacciano, alcuni hanno addirittura pistole con loro.
Vedendo questo scrivo a voi, giovani della mia generazione, non abbiate paura di denunciare questi fatti: la società di oggi conta su di noi.
Vorrei tanto, insieme a tutti voi, richiamare lo Stato italiano, per ricordargli ancora una volta di stare dalla nostra parte.
Cari giovani e care giovani, costruiamo insieme la società la nostra società. Il futuro non deve essere la droga, non devono essere le armi. Ma un futuro di pace, in cui possiamo dire ai
nostri figli: tutto questo lo abbiamo fatto per voi.
La mafia distrugge, la mafia uccide, la mafia vieta di sognare.
Anche nel Salento c’è la mafia.
Anche nella provincia di Lecce c’è la mafia, ma è una mafia silenziosa, che agisce senza fare rumore.
Non diamogliela vinta, costruiamo libertà: coraggio, insieme ce la faremo.
Attualità
Porto Cesareo resta Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo
Confermata la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche
L’Area Marina Protetta Porto Cesareo si conferma un’Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo (ASPIM), aggiudicandosi ancora una volta la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche.
La conferma della certificazione ASPIM è giunta al termine di una tre giorni di lavori sul campo da parte della commissione internazionale composta da Leonardo Tunesi, rappresentante del Focal Point, Robert Turk e Rais Chedly esperti internazionali, Antonio Terlizzi, esperto nazionale e dal direttore dell’AMP Porto Cesareo Paolo D’Ambrosio.
L’iter per ottenere il riconoscimento come da regolamento è passato dall’attivazione di attività di studio scientifico sistematico e di monitoraggio degli habitat, che consentono di stilare gli elenchi delle specie di flora e fauna necessari per definire il grado di biodiversità del sito.
«Lo status viene mantenuto attraverso il costante monitoraggio e salvaguardia delle specie individuate negli elenchi, ed essere ASPIM aumenta la nostra responsabilità di controllo dell’ambiente, allo scopo di salvaguardare le specie e gli habitat in cui esse vivono e si riproducono», hanno affermato soddisfatti i massimi responsabili di AMP Porto Cesareo.
Il riconoscimento dello status di ASPIM viene rilasciato dal Regional Activity Centre for Specially Protected Area (RAC-SPA), con sede a Tunisi, organismo creato nel 1995 fra i Paesi che hannostipulato nel 1976 la Convenzione di Barcellona per la protezione del Mediterraneo dall’inquinamento.
È questo centro che definisce e mantiene la lista delle ASPIM, vagliando nuove domande e promuovendo le aree protette meritevoli del riconoscimento.
Le aree marine protette italiane che detengono lo status di ASPIM sono attualmente 10.
Quattro in Sardegna tra cui Capo Carbonara, Capo Caccia-Isola Piana, Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre e Tavolara-Punta Coda Cavallo.
A livello nazionale figurano poi Portofino (prima AMP italiana ad aver ottenuto il riconoscimento, nel 2005), Miramare, Plemmirio, Punta Campanella.
Per il Salento, Porto Cesareo e Torre Guaceto.
Direttore e Presidente dell’AMP esprimono la loro soddisfazione per questo «ulteriore traguardo raggiunto, a conclusione di quest’anno, che conferma le altissime performance dell’AMP Porto Cesareo, la quale si posiziona non solo tra le prime a livello Nazionale, ma anche nell’élite delle Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea»
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