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Attualità

Leuca: se anche la talpa (meccanica) è cieca…

Raccolta firme contro il nuovo canale per le acque pluviali che si porta dietro 1,3 milioni di dubbi

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Vuoi per la sua ubicazione, vuoi per bellezza ed importanza, negli ultimi anni, Leuca è stata lo snodo di numerose battaglie di portata provinciale e regionale. Il suo lungomare ha raccolto, da più sponde, eserciti pacifici a tutela del territorio, come è accaduto con le manifestazioni no-Triv in molti weekend del 2015. Nel gelo della prima vera (meteorologicamente parlando) domenica invernale del 2016, Leuca si è invece ritrovata per una piccola grande battaglia che, stavolta, tocca il cuore della città, interessando non solo il mare ma anche ciò che avviene nel sottosuolo.


Le associazioni Castrignano a Capo e Uniti per Leuca, con i cittadini riunitisi in comitato spontaneo, hanno messo in piedi una raccolta firme per chiedere all’amministrazione di Castrignano del Capo di sospendere e rivedere il  progetto di messa in sicurezza dei canaloni naturali, con particolare riferimento alla sistemazione idraulica del canale San Vincenzo. Si tratta di un intervento da 1,3 milioni di euro, già appaltato ed avviato, per costruire una conduttura sotterranea che convogli le acque piovane sotto al ponte di via Alberto da Giussano e le porti in mare (foto a fine articolo). Un impianto che attraverserà la pancia di via Gorizia, passerà accanto ad abitazioni, hotel e villa comunale per sfociare tra i lidi. Le nuove tubature saranno parallele al vecchio canale che scorre lungo un percorso simile ma scoperto e privo di qualsivoglia impianto di convogliamento e spinta artificiale e tuttora sfocia a pochi metri dal punto in cui è previsto il nuovo sbocco per il canale in costruzione.


Seppur piccola, la comunità leucana (circa un migliaio i residenti in inverno nella frazione di Castrignano del Capo) fa valere le proprie ragioni. Ci siamo fatti spiegare le principali perplessità sorte attorno al progetto da Anna Laura, portavoce del comitato spontaneo che affianca le associazioni sopracitate. Perplessità che si dipartono dall’opinabile rapporto costi-benefici e scendono nel concreto in una serie di temuti disagi e rischi per la vita della marina. “Partiamo da un dato di fatto”, esordisce Anna Laura, “i lavori sono appena iniziati e già hanno arrecato danni. Durante i primi scavi, nel weekend post Epifania, sono state danneggiate  le tubature fognarie, regalandoci il primo sgorgo di liquami del nuovo anno”.


Un avvio che non lascia ben sperare, né per modalità né per tempistica: “Stando al tabellone di cantiere, il progetto, avviato lo scorso ottobre, verrà ultimato in aprile. Cosa accadrebbe al minimo intoppo? Ci porteremmo i lavori fino alla stagione estiva?”.


Poi c’è la questione sicurezza: il passaggio della talpa meccanica che realizzerà la conduttura, non fa dormire sonni tranquilli ai residenti:Il tubo che attraverserà via Gorizia (larga circa 4 metri) avrà un diametro di 2 metri. La talpa che bucherà il sottosuolo, sfiorerà abitazioni costruite più di 70 anni fa, nonché la villetta comunale. Con la portata dell’opera che verrà realizzata, chi abita in zona teme che la sua casa possa subire danni derivanti dai lavori di scavo”.


La paura in paese, più tacita che manifesta, è di rivivere una tragedia come quella del mese di agosto dell’estate passata, quando il crollo della ex scuola di via Da Vinci è costato la vita ad un operaio durante i lavori di ristrutturazione. A questi timori si affianca il peso di un altro dispendioso intervento: per far largo alla nuova opera idrica sarà necessario rimuovere e ripristinare tutto ciò che essa incontra sul suo tragitto, dalla fogna nera alle reti Enel e Telecom. “Lavori che costeranno oltre 80mila euro ed arrecheranno senz’altro una serie di disagi per le abitazioni circostanti. Come verranno garantiti i servizi ai residenti in quel periodo?”.


Le domande sorgono numerose e l’attenzione che in paese abbiamo raccolto attorno al progetto è figlia senz’altro di un amore incondizionato dei leucani per quella piccola Leuca che loro vivono tutto l’anno e non nei soli mesi della calca estiva. È dettata ed alimentata anche da anni di vessazioni vissute a causa di una delicatissima situazione fognaria che scandisce tutte le stagioni con debordazioni che riempiono le strade di liquami.


Dopo una vita passata a combattere col problema, il paese si appresta con incredulità ad accogliere un altro progetto, quello con cui l’amministrazione ha promesso di risolvere le insufficienze delle condutture delle fogne con un mirato adeguamento. Alla luce di quanto patito fino ad oggi, i cittadini si augurano che si possano risolvere i loro problemi, non crearne degli altri. Va da sé, in quest’ottica, che abbiano deciso di unire un’argomentata sensibilizzazione ad una tenace lotta per rivedere il progetto, che agli occhi di molti, appare superfluo, e per bloccare la spesa per il passaggio della talpa, cieca dinanzi alle concrete necessità del paese.


Lorenzo Zito






Attualità

Donne all’Opera: il 1 Polo contro la violenza sulle donne e i bambini

Seguiranno le testimonianze di otto donne del nostro territorio, professioniste e appartenenti a diverse categorie, che si sono distinte nella lotta contro le discriminazioni e gli stereotipi di genere…

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In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne e i minori, il Polo 1 di Galatina, in collaborazione la Commissione Pari Opportunità, d’intesa con l’Assessorato alle Pari Opportunità di Galatina, organizzano l’evento “Donne all’Opera” che si svolgerà lunedì 25 novembre, a partire dalle 9:30, presso il teatro Cavallino Bianco di Galatina.

Dopo i saluti istituzionali ci sarà un concerto a cura della Salent’Opera, orchestra Sinfonica Giovanile diretta dal M° Tommaso REHO.

Seguiranno le testimonianze di otto donne del nostro territorio, professioniste e appartenenti a diverse categorie, che si sono distinte nella lotta contro le discriminazioni e gli stereotipi di genere.

Di grande pregio la presenza del Cav. Malala Yousafzai dell’Ambito Territoriale Sociale di Galatina, nella persona della dr.ssa Paola GABRIELI, che da dieci anni coordina l’unico centro antiviolenza pubblico a gestione pubblica della Regione Puglia, lavorando sul territorio dell’Ambito di Galatina accanto alle donne e ai figli minori con la presa in carico, nella difesa dei loro diritti, oltre alle attività di sensibilizzazione e formazione, al fine di favorire l’emersione del fenomeno e il contrasto alla violenza di genere.

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“Cari giovani, costruiamo libertà: non cediamo alla mafia”

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Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un nostro giovane lettore, Michele Cojocaru.

“L’impegno contro la mafia, non può concedersi pausa alcuna, il rischio è quello di ritrovarsi subito al punto di partenza”. Queste le parole di Paolo Borsellino, che tengo sempre a mente.
Se dovessi scrivere una lettera ai giovani al tempo di oggi, scriverei così:

Cari giovani del mio tempo, sono Michele, ho 20 anni, vengo dalla provincia di Lecce. Nel mio paese, tanti giovani come noi sono caduti nelle mani della malavita. Tanti fumano, molti spacciano, alcuni hanno addirittura pistole con loro.

Vedendo questo scrivo a voi, giovani della mia generazione, non abbiate paura di denunciare questi fatti: la società di oggi conta su di noi.
Vorrei tanto, insieme a tutti voi, richiamare lo Stato italiano, per ricordargli ancora una volta di stare dalla nostra parte.

Cari giovani e care giovani, costruiamo insieme la società la nostra società. Il futuro non deve essere la droga, non devono essere le armi. Ma un futuro di pace, in cui possiamo dire ai
nostri figli: tutto questo lo abbiamo fatto per voi.

La mafia distrugge, la mafia uccide, la mafia vieta di sognare.

Anche nel Salento c’è la mafia.
Anche nella provincia di Lecce c’è la mafia, ma è una mafia silenziosa, che agisce senza fare rumore.

Non diamogliela vinta, costruiamo libertà: coraggio, insieme ce la faremo.

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Attualità

Porto Cesareo resta Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo

Confermata la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche

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L’Area Marina Protetta Porto Cesareo si conferma un’Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo (ASPIM), aggiudicandosi ancora una volta la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche.

La conferma della certificazione ASPIM è giunta al termine di una tre giorni di lavori sul campo da parte della commissione internazionale composta da Leonardo Tunesi, rappresentante del Focal Point, Robert Turk e Rais Chedly esperti internazionali, Antonio Terlizzi, esperto nazionale e dal direttore dell’AMP Porto Cesareo Paolo D’Ambrosio.

L’iter per ottenere il riconoscimento come da regolamento è passato dall’attivazione di attività di studio scientifico sistematico e di monitoraggio degli habitat, che consentono di stilare gli elenchi delle specie di flora e fauna necessari per definire il grado di biodiversità del sito.

«Lo status viene mantenuto attraverso il costante monitoraggio e salvaguardia delle specie individuate negli elenchi, ed essere ASPIM aumenta la nostra responsabilità di controllo dell’ambiente, allo scopo di salvaguardare le specie e gli habitat in cui esse vivono e si riproducono», hanno affermato soddisfatti i massimi responsabili di AMP Porto Cesareo.

Il riconoscimento dello status di ASPIM viene rilasciato dal Regional Activity Centre for  Specially Protected Area (RAC-SPA), con sede a Tunisi, organismo creato nel 1995 fra i Paesi che hannostipulato nel 1976 la Convenzione di Barcellona per la protezione del Mediterraneo dall’inquinamento.

È questo centro che definisce e mantiene la lista delle ASPIM, vagliando nuove domande e promuovendo le aree protette meritevoli del riconoscimento.

Le aree marine protette italiane che detengono lo status di ASPIM sono attualmente 10.

Quattro in Sardegna tra cui Capo Carbonara, Capo Caccia-Isola Piana, Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre e Tavolara-Punta Coda Cavallo.

A livello nazionale figurano poi Portofino (prima AMP italiana ad aver ottenuto il riconoscimento, nel 2005), Miramare, Plemmirio, Punta Campanella.

Per il Salento, Porto Cesareo e Torre Guaceto.

Direttore e Presidente dell’AMP esprimono la loro soddisfazione per questo «ulteriore traguardo raggiunto, a conclusione di quest’anno, che conferma le altissime performance dell’AMP Porto Cesareo, la quale si posiziona non solo tra le prime a livello Nazionale, ma anche nell’élite delle Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea»

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