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Marina Serra: l’isola che non c’è

I residenti “fissi”: “Abbandonati ad un isolamento completo”

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Se capita di avere problemi coi servizi a chi risiede in pieno centro, figuriamoci cosa possa significare vivere in una marina per tutto l’anno. Ce lo hanno raccontato Carmela Scardia, Claudia Pepino e Antonio Sommaco che convivono 365 giorni all’anno con l’isolamento di Marina Serra, a Tricase.


Carmela ci introduce alla loro condizione: “Anche se pochi e sparsi, noi residenti della Marina condividiamo piccoli grandi problemi che toccano troppi aspetti della vita quotidiana, dalla telefonia, alla corrispondenza, dai rifiuti alle fognature. Servizi basilari che mancano del tutto o ci vengono forniti male e a singhiozzo, facendoci sentire cittadini di serie B, lontano da tutto e da tutti. Come vivessimo su un’isola”.


“TELEFONIA E CORRISPONDENZA? UNA CHIMERA”


Telefoni fissi non ne abbiamo più”, spiega Carmela. “Abbiamo scelto di farne a meno quando ne abbiamo avuto abbastanza di pagare per un servizio che non ricevevamo. Avevamo mantenuto la linea in attesa dell’ADSL. Dopo tante proteste, è arrivata una connessione a internet lentissima che poi, all’improvviso, ha smesso di funzionare. La Telecom non ha saputo risolvere il problema ed abbiamo deciso di accontentarci della telefonia mobile, nonostante a mare non ci sia quasi mai campo…Con le poste invece è un mistero: non si capisce di chi sia la responsabilità dei continui ritardi con cui riceviamo la corrispondenza (“o non la riceviamo affatto”). Ci siamo spesso lamentati presso l’ufficio postale di Tricase e ci è stato detto che non tutti i postini sono dipendenti di Poste Italiane. Fatto sta che a noi portano tutto in una volta, quando gli pare. Arrivano le bollette da pagare quando sono già scadute, spesso assieme ai solleciti di pagamento. Io ho rischiato di vedermi tagliare l’allaccio all’acquedotto perché ero in ritardo coi pagamenti senza essermene accorta. In quell’occasione, ho risolto parlando con Aqp e pagando l’insoluto tutto in una volta. Da allora le bollette dell’acqua mi arrivano sempre, ma per tutto il resto non posso prevedere chi mi scrive, da dove e per mezzo di chi, se a casa non ricevo nul.


Interviene allora Antonio che con un sorriso amaro riporta un aneddoto recente: “A me addirittura han consegnato una lettera indirizzata ad una persona che vive a Tricase, nonostante non abbiamo né indirizzo né nome simili… Io e mia moglie, poi, abbiamo addirittura dovuto reclamare la bolletta dei rifiuti quando ci siamo accorti che non ci arrivava da tempo. Il colmo è che non si chiedono come mai tanta gente che risiede nello stesso posto non paghi! E a proposito di rifiuti, è proprio di questo che mi preme di più parlare”.


“È UN IMMONDEZZAIO”


Mentre Carmela, nel sottolineare che Antonio e la moglie sono originari di Torino e si sono trasferiti da qualche anno a Marina Serra, mormora “mi piange il cuore non dare una bella immagine del Salento”, lui ci spiega: “È una situazione che va avanti da sempre e non dipende, come molti pensano, da quale amministrazione guidi il paese. La musica è sempre la stessa da quando venivo qui in ferie 30 anni fa. Innanzitutto non passano a raccogliere la spazzatura dalle abitazioni nei giorni previsti: noi mettiamo i nostri rifiuti nel bidoncino, poi la mattina dopo, a una certa ora, dobbiamo controllare se sono ancora lì prima che passino i gatti a banchettare. Per plastica, carta e vetro è davvero un disastro: capita che li raccolgano una sola volta al mese, salvo i periodi in cui protesti e si fanno vedere più spesso. Poi c’è il problema della sporcizia in strada e sugli scogli: è osceno vedere in riva al mare plastica, cartacce, immondizia e nessuno che passi a pulire”.


Carmela aggiunge desolata: “A Marina Serra gli spazzini non passano. E gli operatori della raccolta rifiuti sono tenuti a raccogliere solo i sacchi della spazzatura dai bidoni privati. Se vogliamo un po’ di pulizia ce la dobbiamo fare da soli, tutto l’anno: mio marito passa ore ogni settimana con guanti e pinze a pulire la zona, che altrimenti sarebbe un vero e proprio un immondezzaio. Raccogliamo in giro decine di bottiglie di vetro. A giudicare dai sacchi che riempiamo, la gente ci prenderà per degli ubriaconi…


Claudia interviene per dirci: “Abbiamo segnalato un materasso abbandonato sugli scogli da settembre, ma ovviamente è ancora lì. I piccoli cestini della spazzatura che hanno messo sui marciapiedi invece, vengono usati come veri e propri cassonetti: la gente ci butta di tutto, dalle bottiglie ai cartoni delle pizze. Si riempiono in poche ore e passano dei giorni prima che venga qualcuno a svuotarli”.

“CI FAN RIMPIANGERE I CASSONETTI”


E Carmela aggiunge: “Fino a qualche anno fa c’erano i cassonetti, anche quando in paese erano già stati tolti. Poi la gente veniva da tutti i Comuni limitrofi a gettare la spazzatura a Marina Serra e, dopo che ne avevano anche incendiato uno, li hanno rimossi. È un bene che si passi “casa casa” a raccogliere i rifiuti in maniera differenziata, a patto che lo si faccia ogni giorno e che l’assenza di cassonetti non trasformi la marina in una discarica. D’estate ad esempio, chi viene a passare la giornata al mare, che sia in macchina, in moto o, peggio, in camper, non trovando dove buttare la spazzatura non si fa problemi a lasciarla a terra ed andarsene. A questo punto, vien da ridere se si pensa che con le nuove leggi si dovrebbe multare chi getta a terra le cicche di sigaretta!”


“IL DANNO E LA BEFFA”


E oltre al danno, la beffa”, aggiunge Antonio. “La zona di casa nostra è considerata bosco, ma si ricordano di tutelarla solo quando devono chiedere tasse. Io, visto che ci hanno promesso un sistema fognario che non arriva mai, per poter migliorare il mio punto di raccolta ed isolarlo, mi son visto chiedere 2mila euro dalla Forestale. Quando si parla dei rifiuti, non frega a nessuno se sia bosco o mare. Quando invece sposti una pietra, anche se pericolante, ti chiedono centinaia di euro”.


Ci piange il cuore”, chiosa Carmela, “ma Marina Serra è abbandonata a se stessa. E noi con lei”.


Lorenzo Zito


Carmela, Claudia e Antonio, residenti a Marina Serra

Carmela, Claudia e Antonio, residenti a Marina Serra


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L’eterna Danza delle Onde

Il Salento, con il suo mare cristallino, la sua ricca storia e cultura, si eleva come fonte d’ispirazione per un emozionante progetto musicale delle FeminaeMaris che abbraccia anche l’Albania

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Nasce FeminaeMaris, il trio formato dalle musiciste salentine Silvia Boccadamo e Antonella Napoli, unite alla talentuosa cantante albanese Hersi Matmuja.

Il mare, forza dominante e collante culturale delle nazioni del Mediterraneo, è il filo conduttore del loro progetto.

Silvia e Antonella, animate dalla passione per la loro terra, hanno trovato in Hersi una compagna di viaggio altrettanto legata alla sua amata Albania. Le tre musiciste, tutte di formazione classica, daranno così vita a “L’eterna Danza delle Onde”.

VIAGGIO MUSICALE TRA STORIA E CULTURA

L’eterna Danza delle Onde” è un progetto musicale che invita l’ascoltatore a un viaggio sonoro attraverso il Salento, territorio ricco di storia e cultura.

Questo lavoro raccoglie brani inediti che descrivono luoghi specifici e le loro peculiarità, intrecciando storie e tradizioni con quelle degli antichi popoli che si insediarono nel Salento.

Il repertorio del progetto varia da pezzi a voce e tamburo, a melodie affascinanti, danze dai ritmi misti e brani strumentali evocativi.

Ogni composizione è pensata per trasportare il pubblico in una dimensione sognante, dove passato e presente si fondono in un’armonia unica.

Attraverso melodie emozionali e arrangiamenti classici, il Salento viene raccontato in modo originale, in modo diverso, rispetto ai capisaldi della Pizzica e della Taranta, con un omaggio musicale alla poesia di questo eccezionale territorio, che risuona in ogni nota e ritmo.
L’eterna Danza delle Onde” promette di regalare un’esperienza sensoriale completa, evocando l’anima del Salento e le sue mille sfaccettature attraverso una narrazione musicale senza tempo.

IL PROGETTO DISCOGRAFICO

Il trio sta collaborando con Corrado Production per la realizzazione del primo CD del progetto. La produzione prevede registrazione, editing, missaggi e mastering, pubblicazione su piattaforme digitali e la realizzazione di videoclip.

I BRANI DEL PROGETTO

PALASCIA (Otranto) – Immersa nella magia di un luogo simbolo del Salento, Palascia è la punta più orientale d’Italia, evocando intense sensazioni legate all’anima salentina.

1481 LA RECONQUISTA (Otranto) – Il brano rievoca la battaglia di Otranto del 1480-1481, una tragica pagina di storia in cui l’esercito ottomano attaccò la città, allora parte del Regno di Napoli.

FLORILANDA – (Torre Sabea Gallipoli) – La leggenda di Flavio e la sua amata che scompaiono verso l’orizzonte, rappresenta un eterno destino d’amore, simboleggiato dai gabbiani che danzano nel cielo di Gallipoli.

LACRIME D’ARGENTO – Una terra ferita, dove prima c’era l’oro del Salento adesso c’è solo un paesaggio lunare. Il dramma della xylella che ha provocato dolore e danni, raccontato con la sensibilità di chi non si arrende mai alle avversità. Questo è un brano dedicato all’ulivo, simbolo eterno del Salento; il brano celebra la resilienza e la bellezza di questo albero secolare e la forza di un territorio mai domo, pronto a rialzarsi sempre, dopo ogni caduta.

LA DANNATA (Torre dell’Alto, Nardò) – La tragica storia di una giovane fanciulla che, per sfuggire all’ingiustizia dello jus primae noctis, si getta dalla rupe, diventando leggenda nelle notti di luna piena.

ANI MORI HANAOh Mia Luna (Albania-Salento) – Una danza popolare del nord Albania si intreccia con i dialetti albanese e salentino, creando una preghiera alla luna per guidare verso l’amore.

KALÀ (Albania) – Ispirato alla leggenda della Fortezza di Rozafat in Albania e alla principessa di Acaia, il brano narra di sacrifici e magie, di una madre murata viva e di una principessa trasformata in pietra.

LA DANZA DEI DUE MARI – Una terra magica, il Salento, descritta dal detto “lu sule, lu mare, lu ientu”, viene celebrata per le sue limpide acque, giornate soleggiate e il vento che mitiga il caldo. Questo brano è un inno alla bellezza con punte liriche piene di vita e di speranza.

IL POZZO DEI MIRACOLI (Galatina) – Un brano ispirato alla leggenda del miracolo dell’acqua di Galatina, capace di guarire dalla puntura delle tarante.

LE SECCHE DI PIRO (Ugento) – Dedicato alla leggenda di Pirro e alle temutissime secche ugentine che ostacolarono il suo soccorso a Taranto.

PRESENTAZIONE DEL PROGETTO – La presentazione del progetto è in programma domenica 21 luglio alle ore 21, presso il Teatro Cavallino Bianco di Galatina, con ingresso gratuito per invito.

 

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Specchia: vai piano, anche per loro

Un passo avanti nella tutela degli animali e della sicurezza stradale

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Specchia si distingue per un’iniziativa di rilevanza nazionale volta alla protezione degli animali e alla sicurezza stradale.

È stata avviata una significativa campagna per sensibilizzare i cittadini sull’importanza di una guida prudente, specialmente nelle zone frequentate da animali randagi.

SICUREZZA E RISPETTO

Alcuni cartelli sono stati installati strategicamente in vari punti del comune.

Questi segnali non solo avvisano i conducenti sull’importanza di una guida attenta per prevenire incidenti, ma rappresentano anche un chiaro impegno verso il benessere degli animali che abitano le strade cittadine.

I nuovi cartelli, posizionati lungo le strade più trafficate e potenzialmente pericolose, presentano l’immagine di quattro animali accompagnati da un breve ma potente messaggio: «Vai Piano anche noi abbiamo famiglia (proprio come te)»

«CIVILTÀ E SENSIBILITÀ»

La sindaca di Specchia Anna Laura Remigi ha espresso il suo orgoglio riguardo a questa iniziativa innovativa: «Sono orgogliosa di questa nuova iniziativa che non solo migliora la sicurezza stradale, ma dimostra anche il nostro impegno a proteggere e rispettare tutte le forme di vita che condividono il nostro ambiente urbano. Questi cartelli non sono solo segni di progresso per la nostra città, ma testimoniano la nostra civiltà e sensibilità verso gli animali».

UN PASSO SIGNIFICATIVO

Concludendo, l’introduzione di questi cartelli rappresenta un passo significativo per Specchia, che si pone come esempio di buone pratiche nella tutela degli animali e nella promozione di una convivenza urbana sicura e responsabile.

Il paese in questo modo non solo si distingue per la rinomata bellezza del borgo ma anche per l’attenzione e il rispetto verso la fauna che la abita.

Quest’iniziativa non è soltanto un segno di progresso, ma un impegno tangibile verso un futuro in cui umani e animali possano convivere armoniosamente, con rispetto reciproco e consapevolezza ambientale.

Un’iniziativa che ci ricorda l’importanza di proteggere e preservare il mondo naturale che ci circonda, anche nelle sue forme più vulnerabili e spesso dimenticate.

Un esempio da seguire per altre comunità, dimostrando che è possibile conciliare sviluppo urbano e tutela dell’ambiente.

 

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Tricase: lavori e polemiche in piazza a Caprarica

L’ing. Andrea Morciano protocolla una lettera indirizzata agli amministratori con la quale chiede la sospensione immediata dei lavori e la convocazione urgente di un incontro pubblico

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I lavori di riqualificazione in corso a Tricase, in piazza Sant’Andrea a Caprarica, sono da qualche giorno oggetto di discussione.

La polemica, fino ad ora latente, è deflagrata con la lettera indirizzata al sindaco Antonio De Donno, alla presidente del consiglio Rosanna Zocco, agli assessori e a tutti i consiglieri, dall’ingegner Andrea Morciano, noto professionista, residente proprio nel quartiere tricasino che ospita i lavori.

L’ingegnere, con la sua lettera, protocollata l’11 luglio scorso (numero 14030), chiede la sospensione immediata dei lavori e la convocazione urgente di un incontro pubblico.

In premessa l’ing. Morciano rileva innanzitutto che i lavori riguardanti la riqualificazione di Piazza Sant’Andrea sono iniziati «senza alcun preavviso per la cittadinanza, tanto che lo stesso Comitato Festaquesto fa ancora più specie, visto che un componente è anche consigliere comunale») ha dovuto improvvisamente posticipare la festa patronale ad altra data».

Poi evidenzia che «il progetto non è mai stato sottoposto ad un giudizio dei cittadini di Caprarica, eccezion fatta per una fugace esposizione di alcune tavole grafiche ben nascoste alla maggior parte della gente, lo scorso anno; che non sì è avuta neppure cura di aggiornare i render delle testate del progetto alle varianti e modifiche che il progetto ha subito».

«Quando la coperta è corta», polemizza, «e si vuol fare tutto, poi si incorre in questi errori banali. In campagna elettorale il sindaco aveva promesso che avrebbe fondato la sua amministrazione sulla partecipazione (questa sconosciuta).

Le intenzioni ed i propositi non vanno enunciati ma vanno praticati, anche se capisco che per il sindaco sia difficile, visto quanto già accaduto in altri incontri nei quali si è cercato il confronto con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti si veda gestione ufficio tecnico»).

Altro punto contestato: «Dalla testata del progetto si evince un’ampia partecipazione di professionisti i quali, non per colpa loro (di questo ne sono certo), dalla montagna hanno partorito un topolino».

E ancora: «Non si capisce come ai cittadini non sia consentito l’uso del cemento in aree agricole o nei

centri storici e poi la piazza di Caprarica, improvvisamente diventa idonea per accogliere una bellissima pavimentazione architettonica, che altro non è che cemento. Ho sollevato il problema anche agli organi competenti, che per tutta risposta hanno giustificato la scelta per “mancanza di soldi”. I privati, invece, hanno soldi da spendere e spandere…».

Dal progetto sembrerebbe essere stata riservata una “zona ZTL” per alcuni residenti: «Si vuol conoscere in relazione a quale principio e chi pagherà i ripristini per effetto del transito dei veicoli in quella fascia», evidenzia Morciano, «inoltre sarebbe opportuno sapere se sono state effettuate delle prove di transito con mezzi pesanti, per chi percorre via Vittorio Emanuele verso via Caduti sul Lavoro. Prove traffico tanto care al sindaco… Sarebbe opportuno conoscere quali saranno le manovre da effettuare per chi, transitando con un mezzo pesante su via Caduti sul Lavoro provenendo da Corso Apulia, dove farà inversione di marcia, visto l’esistente senso unico su via Vittorio Emanuele e non potendo percorre via Leuca, o sarà vietato qualsiasi transito. Il sindaco dovrebbe spiegarlo ai cittadini residenti».

L’elenco delle obiezioni e dei “sarebbe opportuno” è ancora lungo: «Sarebbe opportuno conoscere in base a quale principio sia stato deciso di rendere non fruibile la piazza per organizzare manifestazioni o anche semplicemente per montare un palco; sarebbe opportuno conoscere il senso della piantumazione di un albero alle spalle del frantoio

Ipogeo; sarebbe opportuno conoscere come saranno gestiti i parcheggi nelle aree prossime alla piazza nei giorni di grande affluenza e se la gestione sarà semplicemente elevare multe ai cittadini; Sarebbe opportuno conoscere come, e soprattutto chi, pagherà per eventuali ripristini da eseguire sulla sede stradale (via Vittorio Emanuele – Via Leuca) che sarà rivestita con questa splendida pavimentazione architettonica»

Per tutti i punti elencati spora l’ing. Andrea Morciano chiede «l’immediata sospensione dei lavori e la convocazione di un incontro pubblico, dove vengano esposti i principi alla base della progettazione e vengano date le risposte a queste e ad altre criticità che il progetto, in fase di realizzazione, comporterà per i residenti del rione di Caprarica».

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