Attualità
Echi paesani: quando la vita stillava copiosa
Nascite raggiunte, se non sopravanzate, dalla serie dei “fine vita”
Nel novero dei tanti cambiamenti inanellatisi fra ieri e oggi, ve n’è uno, sicuramente basilare e fondamentale dal punto di vista del consesso civile e non solo, su cui, invero, ci si sofferma poco, sicuramente non per quanto metterebbe conto di fare: quello attinente al processo demografico e, in particolare, alla natalità.
Intorno alla fase mediana del XX secolo, nel mio Comune d’origine (Diso), circa cinquemila anime, ogni anno si registravano, minimo e massimo, da centotrenta a centottanta nascite; in contemporanea, i decessi oscillavano fra i quaranta e i sessanta casi. Evidente e notevole il divario a beneficio del primo ordine d’eventi.
In che modo si è messi attualmente, è presto detto. I lieti eventi risultano letteralmente rarefatti, realtà consolidatasi su scala nazionale e anche a livello europeo e, in genere, di tutte le aree cosiddette evolute del pianeta; per di più, sono stati numericamente raggiunti, se non sopravanzati, dalla serie dei “fine vita”.
In collegamento, durante l’anzidetto periodo, prevalevano i nuclei famigliari consistenti, con quattro, cinque, sei, sette e oltre ancora figli, mentre si presentavano in netta minoranza le mura domestiche con prole in quantità minore.
Per passare a qualche riferimento concreto, si vorrebbe citare l’esempio di maestro Vitale B., padre di nove figli, sei maschi e tre femmine, oppure di maestro Vitale T., analogamente con nove eredi, quattro maschi e cinque femmine, oppure, infine, dei coniugi Toto e Costanza, i quali avevano messo al mondo un’infilata di sei figli maschi.
Un particolare ricordo si riferisce al primogenito dell’ultima famiglia, Alessandro; questi faceva, al pari dei genitori, il contadino e, inoltre, la sera, apriva il suo salone di barbiere. Bottega per clienti di barba e capelli, ma anche, e soprattutto, luogo di raduno di una bella cricca di bravi giovani pressappoco coetanei del “titolare”, uno dei quali sapeva suonare alla buona l’organetto a bocca e dava il là a spensierati cori e canti in allegria.
Degna di memoria, in aggiunta, la circostanza che il terzultimo e l’ultimo dei sei fratelli, da adolescenti, hanno scelto la vita religiosa e, tuttora, con il loro bell’abito da frati, si vedono ritornare d’estate, per una breve vacanza, al paesello natio.
Chiaramente, il modo in cui sono composti e si pongono i nuclei famigliari d’oggi, è proprio un’altra e diversissima storia.
Rocco Boccadamo
Attualità
Donne all’Opera: il 1 Polo contro la violenza sulle donne e i bambini
Seguiranno le testimonianze di otto donne del nostro territorio, professioniste e appartenenti a diverse categorie, che si sono distinte nella lotta contro le discriminazioni e gli stereotipi di genere…
In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne e i minori, il Polo 1 di Galatina, in collaborazione la Commissione Pari Opportunità, d’intesa con l’Assessorato alle Pari Opportunità di Galatina, organizzano l’evento “Donne all’Opera” che si svolgerà lunedì 25 novembre, a partire dalle 9:30, presso il teatro Cavallino Bianco di Galatina.
Dopo i saluti istituzionali ci sarà un concerto a cura della Salent’Opera, orchestra Sinfonica Giovanile diretta dal M° Tommaso REHO.
Seguiranno le testimonianze di otto donne del nostro territorio, professioniste e appartenenti a diverse categorie, che si sono distinte nella lotta contro le discriminazioni e gli stereotipi di genere.
Di grande pregio la presenza del Cav. Malala Yousafzai dell’Ambito Territoriale Sociale di Galatina, nella persona della dr.ssa Paola GABRIELI, che da dieci anni coordina l’unico centro antiviolenza pubblico a gestione pubblica della Regione Puglia, lavorando sul territorio dell’Ambito di Galatina accanto alle donne e ai figli minori con la presa in carico, nella difesa dei loro diritti, oltre alle attività di sensibilizzazione e formazione, al fine di favorire l’emersione del fenomeno e il contrasto alla violenza di genere.
Attualità
“Cari giovani, costruiamo libertà: non cediamo alla mafia”
Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un nostro giovane lettore, Michele Cojocaru.
“L’impegno contro la mafia, non può concedersi pausa alcuna, il rischio è quello di ritrovarsi subito al punto di partenza”. Queste le parole di Paolo Borsellino, che tengo sempre a mente.
Se dovessi scrivere una lettera ai giovani al tempo di oggi, scriverei così:
Cari giovani del mio tempo, sono Michele, ho 20 anni, vengo dalla provincia di Lecce. Nel mio paese, tanti giovani come noi sono caduti nelle mani della malavita. Tanti fumano, molti spacciano, alcuni hanno addirittura pistole con loro.
Vedendo questo scrivo a voi, giovani della mia generazione, non abbiate paura di denunciare questi fatti: la società di oggi conta su di noi.
Vorrei tanto, insieme a tutti voi, richiamare lo Stato italiano, per ricordargli ancora una volta di stare dalla nostra parte.
Cari giovani e care giovani, costruiamo insieme la società la nostra società. Il futuro non deve essere la droga, non devono essere le armi. Ma un futuro di pace, in cui possiamo dire ai
nostri figli: tutto questo lo abbiamo fatto per voi.
La mafia distrugge, la mafia uccide, la mafia vieta di sognare.
Anche nel Salento c’è la mafia.
Anche nella provincia di Lecce c’è la mafia, ma è una mafia silenziosa, che agisce senza fare rumore.
Non diamogliela vinta, costruiamo libertà: coraggio, insieme ce la faremo.
Attualità
Porto Cesareo resta Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo
Confermata la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche
L’Area Marina Protetta Porto Cesareo si conferma un’Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo (ASPIM), aggiudicandosi ancora una volta la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche.
La conferma della certificazione ASPIM è giunta al termine di una tre giorni di lavori sul campo da parte della commissione internazionale composta da Leonardo Tunesi, rappresentante del Focal Point, Robert Turk e Rais Chedly esperti internazionali, Antonio Terlizzi, esperto nazionale e dal direttore dell’AMP Porto Cesareo Paolo D’Ambrosio.
L’iter per ottenere il riconoscimento come da regolamento è passato dall’attivazione di attività di studio scientifico sistematico e di monitoraggio degli habitat, che consentono di stilare gli elenchi delle specie di flora e fauna necessari per definire il grado di biodiversità del sito.
«Lo status viene mantenuto attraverso il costante monitoraggio e salvaguardia delle specie individuate negli elenchi, ed essere ASPIM aumenta la nostra responsabilità di controllo dell’ambiente, allo scopo di salvaguardare le specie e gli habitat in cui esse vivono e si riproducono», hanno affermato soddisfatti i massimi responsabili di AMP Porto Cesareo.
Il riconoscimento dello status di ASPIM viene rilasciato dal Regional Activity Centre for Specially Protected Area (RAC-SPA), con sede a Tunisi, organismo creato nel 1995 fra i Paesi che hannostipulato nel 1976 la Convenzione di Barcellona per la protezione del Mediterraneo dall’inquinamento.
È questo centro che definisce e mantiene la lista delle ASPIM, vagliando nuove domande e promuovendo le aree protette meritevoli del riconoscimento.
Le aree marine protette italiane che detengono lo status di ASPIM sono attualmente 10.
Quattro in Sardegna tra cui Capo Carbonara, Capo Caccia-Isola Piana, Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre e Tavolara-Punta Coda Cavallo.
A livello nazionale figurano poi Portofino (prima AMP italiana ad aver ottenuto il riconoscimento, nel 2005), Miramare, Plemmirio, Punta Campanella.
Per il Salento, Porto Cesareo e Torre Guaceto.
Direttore e Presidente dell’AMP esprimono la loro soddisfazione per questo «ulteriore traguardo raggiunto, a conclusione di quest’anno, che conferma le altissime performance dell’AMP Porto Cesareo, la quale si posiziona non solo tra le prime a livello Nazionale, ma anche nell’élite delle Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea»
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