Attualità
Coppola: “Così chiudo i miei 16 anni”
Il sindaco di Tricase ai saluti: “È stata una fatica immane”; e parla di PD e 5 Stelle, porto-museo, compostaggio, zona lama, acait e avversari politici
Nonostante proprio da queste colonne Antonio Coppola avesse annunciato la sua volontà di non ripresentarsi alle prossime elezioni continuano a rincorrersi voci riguardo una sua nuova candidatura: “Sono 15 anni che sto in prima fila”, taglia corto il sindaco, “e non nascondo che è stata una fatica immane. sia fisica che mentale. Ho paura di essere invecchiato ben più dei quindici anni trascorsi. Confermo la mia intenzione di non ricandidarmi”.
Ha provato ad immaginare cosa potrà avvenire dopo?
“Mi lascia perplesso che non ci siano dei gruppi ben identificati con un progetto preciso. Sento parlare di alcune ipotesi di candidatura ma si tratta più che altro di iniziative di carattere personale, mentre i partiti paiono in profonda crisi”.
SU PD E 5 STELLE
A proposito, dopo tutto quanto avvenuto, si può immaginare quantomeno una convivenza Coppola-PD?
“È impossibile!”, replica lapidario il sindaco.
Poi, tornando a parlare più in generale dei movimenti politici, Coppola dice che “si comportano come se fossero in fase di smobilitazione. C’è una incapacità di coinvolgimento dei cittadini o, forse, è addirittura una scelta strategica: mi viene da pensare che più l’elettore sia estraneo alla politica più sia condizionabile. Che poi vada a votare il 50% degli aventi diritto pare non importi a nessuno. Anzi…”.
I 5 Stelle possono davvero invertire la tendenza?
“Non mi fido molto della cosiddetta base virtuale: molte delle candidature si basano su un consenso di 2-3cento persone. Il rigetto della maggior parte dei non addetti al lavori nei confronti della politica resta. Comunque le elezioni locali, soprattutto nei piccoli centri, sono molto diverse da politiche, regionali, ecc. Si basano molto sul rapporto diretto elettore-candidato e se non si va a chiedere al parente, all’amico, al conoscente, il voto non arriva. La sfiducia nei partiti può anche incidere ma solo in minima parte: l’indice di penetrazione del Movimento 5 Stelle tra l’elettorato non mi sembra diverso da quello dei simulacri dei partiti rimasti”.
Che fine farà il gruppo che l’ha sostenuta in questi anni? Qualcuno potrebbe essere candidato sindaco tra un anno?
“Credo che i sintomi di stanchezza credo non riguardino solo il sottoscritto. Ciclo finito? Non so, valuteremo. Piuttosto la cosa che mi intristisce è constatare che non esiste un passaggio generazionale. Chi ha 10-15 anni meno di noi è completamente disinteressato alla politica. Forse anche perché il 40enne di oggi, in molti casi, ancora si chiede cosa dovrà fare da grande. E poi, forse, anche perché l’eventuale elezione comporterebbe un dispendio di energie e di tempo da distogliere dalla propria attività professionale. Così non si riescono ad individuare persone che vogliano fare della politica un fine di vita a medio termine, considerandolo anche un impegno sociale. Coloro che restano attori protagonisti della vita politica cittadina (chiaro il riferimento al golpe nel Pd ed alla scelta di Ernesto Abaterusso e Salvatore Piconese di accettare il tesseramento dell’ex avversario Nunzio Dell’Abate) oggi mi sembrano degli alchimisti che pensano di alterare gli equilibri solo entrando in un partito e soverchiandone le gerarchie Se in questo modo pensano di aver condizionato l’elettorato si sbagliano, il loro non è altro che uno stucchevole balletto null’altro che un balletto di un teatrino che interessa davvero a pochi”.
IL PORTO – MUSEO
Cosa troverà nel 2017 chi arriverà dopo di lei?
“Parto da Tricase Porto per dire che il modo con cui si è intervenuti dovrebbe essere preso ad esempio. Basta fare una passeggiata alle grotte di sabato sera e ricordarsi com’era appena tre anni fa per rendersi conto della trasformazione. Stesso discorso vale per l’Avamposto Mare che è diventato un centro internazionale di riferimento per gli sviluppi sostenibili nel Mediterraneo. Il modello di sviluppo locale che sta cercando di mantenere sul territorio i giovani, valorizzando le tradizioni e facendo in modo che possano continuare ad essere vitali è la strada giusta. Faccio l’esempio delle Mamme del Borgo: è meraviglioso che le mogli dei pescatori siano riuscite a riunirsi, metter su un eccellente progetto si street-food e poi siano chiamate a girare l’Italia e spiegare agli altri come si fa. La scelta giusta è stata fare del porto, invece di una megastruttura dove far ancorare per 20 giorni megaimbarcazioni che in termini pratici non portano nulla, un porto-museo fonte di sviluppo come dimostrato dai risultati ottenuti. Potrei citare anche il Salento International Film Festival che abbiamo sentitamente sostenuto e fatto tornare a Tricase, il Festival Letterario Armonia e tante altre iniziative ci hanno consentito di allacciare relazioni, anche internazionali, e per piccoli numeri hanno portato incremento della presenza turistica qualificata e non chiassosa. Tutte i nostri alberghi, i nostri B&B hanno fatto il pienone”.
AVANTI COL COMPOSTAGGIO
Non si può certo dire, però, che questo abbia risolto l’enorme vuoto di occupazione che c’è sul territorio.
“Purtroppo non dipende da Tricase, dalla Provincia o dalla Regione ma da strategie più generali. Quello che noi possiamo fare è intervenire sui piccoli numeri, cercando di non far danni. In quest’ottica rientra anche il progetto dell’impianto di compostaggio per il quale ci è stato aumentato il finanziamento da un milione e 600mila a due milioni di euro”.
Progetto che ha provocato tante polemiche e continua a far discutere…
“Mi lascia perplesso il fatto che a Tricase ci sia sempre una reazione di pancia, qualunque cosa si faccia. È accaduto lo stesso a Tricase Porto quando abbiamo presentato il progetto per rifare il muretto e subito è arrivata una raccolta firme per fermarci. Pensate se avessimo ancora quella bruttura di qualche anno fa…
Oggi presentiamo l’idea di un impianto di compostaggio già accolta dalla Regione (il settore oggi dipende dal Commissario straordinario dopo lo scioglimento delle Ato) e dopo un primo generale consenso c’è qualcuno che si mette a raccogliere firme facendo disinformazione e paventando inesistenti spettri di catastrofi ambientali.
Il progetto comunque va avanti: non si farà più nei capannoni dell’ex opificio Adelchi (“Già venduto all’asta ed i cui costi per l’adeguamento sarebbero stati troppo alti”), ma in un terreno della stessa zona industriale. Il Commissario sta predisponendo delle soluzioni di fattibilità per il nuovo bando”.
Tempi di realizzazione?
“Se non si vorrà perdere il finanziamento, i lavori dovranno essere ultimati entro dicembre 2018”.
Quella del ciclo dei rifiuti sembra un’opportunità nella quale lei crede ciecamente.
“Stiamo lavorando per riuscire a far convergere su Tricase tutto il trattamento del riciclabile non escludendo anche quello proveniente dall’elettronica come avviene da altre parti. Se riuscissimo a far convergere su Tricase il ciclo di tutta l’Aro avremmo fato un bene enorme alla comunità ed in più avremmo trovato possibilità di occupazione redditizia sul territorio con materia prima che costa zero. Se riciclo cartone, i cavi elettrici, le bottiglie di vetro, il ferro, non inquino e creo reddito ed occupazione. Perché non pensare anche a questo nella zona industriale?”.
ZONA LAMA ED ACAIT
A meno di un anno dalla fine dell’ultimo mandato cos’altro ci dovremo attendere?
“Innanzitutto il parco cittadino della Zona Lama: è concluso l’accordo con la Regione per la riqualificazione dell’area e quello con i proprietari dei terreni con cui siamo alle firme. Vorrei approvare il progetto definitivo, pubblicare il bando ed iniziare i lavori al massimo entro l’autunno di quest’anno”.
E poi c’è il chiodo fisso ACAIT.
“È il mio cruccio. Ok attingere a finanziamenti ma dovremo fare anche in modo che all’interno ci siano delle attività autosostenibili per farne un luogo vivo e produttivo, non solo di memoria”.
Strade disastrate su tutto il territorio comunale: si farà qualcosa?
“Abbiamo richiesto un mutuo per 850 mila euro di cui una quota parte servirà per il rifacimento di piazza Castello a Tutino e la sistemazione di piazzetta San Nicola a Sant’Eufemia. Contiamo di utilizzare per la sistemazione delle strade almeno 400mila euro entro l’anno”.
Se dovesse indicare, anche dal suo gruppo, il prossimo sindaco di Tricase, ce l’avrebbe un nome?
“Ai miei lo dico sempre: la politica è un vizio, come quello del fumo; sai che fa male ma non riesci a smettere. Ma se proprio decidi di lasciare non devi più toccare una sigaretta, altrimenti ci ricaschi… questo per dire che se decido di uscire lo faccio definitivamente. Se dovesse essere qualcuno del mio gruppo non potrei che esserne felice, ma non sarò io a dare indicazioni in questo senso. Quello che mi piace ribadire è la validità del nostro progetto e la passione con cui lo abbiamo portato avanti. Altri invece trascorrono il loro tempo a gettare fango sulla città”.
“Dell’Abate? Getta fango sulla città: è come il marito che si castra per fare dispetto alla moglie”
Colti di sorpresa dalla scudisciata, non possiamo esimerci: cosa intende?
“Qualcuno pensa che parlare male del proprio paese gli garantisca un ritorno politico: sbaglia! Apparire sui social dicendo che Tricase è all’82° posto per la raccolta dei rifiuti (il riferimento è ancora una vota al consigliere di opposizione Nunzio Dell’Abate, Ndr) è non solo falso ma anche fuorviante. Quel dato era riferito alla crescita della differenziata nell’ultimo anno: Tricase aveva già ottimi, e sottolineo ottimi, numeri l’anno scorso e, rispetto a 12 mesi fa, aveva poco da migliorare. Altri, invece, avevano percentuali bassissime e sono stati costretti ad un miglioramento sensibile. Tra i Comuni più grossi solo Maglie ha fatto meglio: dire che siamo 82imi in provincia nella differenziata vuol dire o essere in cattiva fede o non averci capito nulla. E poi a parlar male del proprio paese si somiglia sempre di più al marito che si castra per far dispetto alla moglie!”.
Coppola affonda il colpo sull’eterno rivale: “Ha proceduto per 4 anni con denunce a tutti i livelli: dal giudice di pace fino al ministro Alfano, all’agenzia nazionale anticorruzione, alla Procura della Repubblica, al Prefetto, la Ministero della Funzione Pubblica… La giustizia in Italia non è molto veloce, ma pian piano le sue denunce stanno andando in archivio senza neanche arrivare in giudizio. Tutte queste azioni a demolire, però, ci hanno portato ogni volta sulla stampa facendoci apparire come una città di malaffare in preda a qualche famiglia mafiosa quasi fosse Gomorra. Perché, invece, non si sottolinea che a Tricase viviamo una situazione di legalità difficile da trovare in altre parti? Il danno in questo modo lo si fa alla città, non a Coppola. Chi lo sa, forse a conclusione degli iter processuali, tutti i cittadini dovrebbero chiedergli i danni di immagine… Sono stato denunciato nel 2012 per aver autorizzato una pedana di 4 metri quadri al Bar Dell’Abate”, conclude Coppola, “l’istruttoria è ancora pendente forse perché ritenuta di scarsa rilevanza: ciò autorizza qualcuno a dire che a Tricase il sindaco, la giunta e i funzionari sono inquisiti presso la Procura della Repubblica… Ma che senso ha?!”.
Attualità
“Cari giovani, costruiamo libertà: non cediamo alla mafia”
Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un nostro giovane lettore, Michele Cojocaru.
“L’impegno contro la mafia, non può concedersi pausa alcuna, il rischio è quello di ritrovarsi subito al punto di partenza”. Queste le parole di Paolo Borsellino, che tengo sempre a mente.
Se dovessi scrivere una lettera ai giovani al tempo di oggi, scriverei così:
Cari giovani del mio tempo, sono Michele, ho 20 anni, vengo dalla provincia di Lecce. Nel mio paese, tanti giovani come noi sono caduti nelle mani della malavita. Tanti fumano, molti spacciano, alcuni hanno addirittura pistole con loro.
Vedendo questo scrivo a voi, giovani della mia generazione, non abbiate paura di denunciare questi fatti: la società di oggi conta su di noi.
Vorrei tanto, insieme a tutti voi, richiamare lo Stato italiano, per ricordargli ancora una volta di stare dalla nostra parte.
Cari giovani e care giovani, costruiamo insieme la società la nostra società. Il futuro non deve essere la droga, non devono essere le armi. Ma un futuro di pace, in cui possiamo dire ai
nostri figli: tutto questo lo abbiamo fatto per voi.
La mafia distrugge, la mafia uccide, la mafia vieta di sognare.
Anche nel Salento c’è la mafia.
Anche nella provincia di Lecce c’è la mafia, ma è una mafia silenziosa, che agisce senza fare rumore.
Non diamogliela vinta, costruiamo libertà: coraggio, insieme ce la faremo.
Attualità
Porto Cesareo resta Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo
Confermata la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche
L’Area Marina Protetta Porto Cesareo si conferma un’Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo (ASPIM), aggiudicandosi ancora una volta la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche.
La conferma della certificazione ASPIM è giunta al termine di una tre giorni di lavori sul campo da parte della commissione internazionale composta da Leonardo Tunesi, rappresentante del Focal Point, Robert Turk e Rais Chedly esperti internazionali, Antonio Terlizzi, esperto nazionale e dal direttore dell’AMP Porto Cesareo Paolo D’Ambrosio.
L’iter per ottenere il riconoscimento come da regolamento è passato dall’attivazione di attività di studio scientifico sistematico e di monitoraggio degli habitat, che consentono di stilare gli elenchi delle specie di flora e fauna necessari per definire il grado di biodiversità del sito.
«Lo status viene mantenuto attraverso il costante monitoraggio e salvaguardia delle specie individuate negli elenchi, ed essere ASPIM aumenta la nostra responsabilità di controllo dell’ambiente, allo scopo di salvaguardare le specie e gli habitat in cui esse vivono e si riproducono», hanno affermato soddisfatti i massimi responsabili di AMP Porto Cesareo.
Il riconoscimento dello status di ASPIM viene rilasciato dal Regional Activity Centre for Specially Protected Area (RAC-SPA), con sede a Tunisi, organismo creato nel 1995 fra i Paesi che hannostipulato nel 1976 la Convenzione di Barcellona per la protezione del Mediterraneo dall’inquinamento.
È questo centro che definisce e mantiene la lista delle ASPIM, vagliando nuove domande e promuovendo le aree protette meritevoli del riconoscimento.
Le aree marine protette italiane che detengono lo status di ASPIM sono attualmente 10.
Quattro in Sardegna tra cui Capo Carbonara, Capo Caccia-Isola Piana, Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre e Tavolara-Punta Coda Cavallo.
A livello nazionale figurano poi Portofino (prima AMP italiana ad aver ottenuto il riconoscimento, nel 2005), Miramare, Plemmirio, Punta Campanella.
Per il Salento, Porto Cesareo e Torre Guaceto.
Direttore e Presidente dell’AMP esprimono la loro soddisfazione per questo «ulteriore traguardo raggiunto, a conclusione di quest’anno, che conferma le altissime performance dell’AMP Porto Cesareo, la quale si posiziona non solo tra le prime a livello Nazionale, ma anche nell’élite delle Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea»
Attualità
Fitto vicepresidente Commissione Ue, arriva il via libera
La situazione si è sbloccata ieri sera con il voto favorevole di Popolari, Socialisti, Liberali, Conservatori e Sovranisti. Ma i Verdi non ci stanno e i Socialisti si spaccano. Il presidente della Camera del Commercio di Lecce, Mario Vadrucci: «Sappiamo che l’On. Fitto non dimenticherà le sue origini e aiuterà le espressioni dell’impresa e del lavoro del Salento e della Puglia ad affermarsi in un contesto continentale nel il quale i nostri operatori vogliono recitare da protagonisti»
Alla fine, Raffaele Fitto ce l’ha fatta.
Dopo lunghi giorni di attesa, polemiche a non finire e qualche ironia social, dopo il suo intervento in un inglese non proprio fluente, è arrivato il via libera alla nomina del politico salentino.
I coordinatori delle commissioni Affari regionali dell’Eurocamera, con il quorum dei due terzi, hanno dato l’ok alla nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione con delega alla Coesione.
Allo stesso tempo le commissioni Affari Economici, Industria e Ambiente hanno dato l’ok definitivo alla nomina della spagnola Teresa Ribera.
Il voto finale previsto mercoledì 27 novembre, in seno alla plenaria della Commissione europea.
L’accordo, formalizzato nella serata di ieri, ha sbloccato il voto favorevole di Popolari, Socialisti, Liberali, Conservatori e Sovranisti su Fitto, mentre Ribera ha ricevuto il sostegno anche di Verdi e Sinistra.
Non sono mancate, però, le critiche: i Verdi hanno accusato il PPE di minare la trasparenza e i principi democratici, mentre il gruppo Socialista si è spaccato, con delegazioni di paesi come Germania e Francia contrarie all’intesa.
Per molti la nomina di Fitto è inopportuna perché «rappresenta un partito contro lo Stato di diritto, l’ambiente e l’integrazione europea».
Il presidente della Camera del Commercio di Lecce Mario Vadrucci si compolimenta: «Da Italiani e soprattutto da salentini siamo particolarmente soddisfatti di come si è conclusa la vicenda connessa con il completamento della Commissione Europea, che vede Raffaele Fitto meritatamente nominato nel prestigioso incarico di vicepresidente esecutivo dell’organismo che regge politicamente e concretamente le sorti dell’Unione Europea».
«Le attestazioni di stima che, in questi giorni, da più parti politiche, sono state espresse sulla figura di Raffaele Fitto, èprosegue il presidente della Cammera del Commercio leccese, «ci fanno ben sperare in vista di un lavoro nei settori delicati cui è stato chiamato, quelli delle Riforme e della Coesione, che guardano al futuro ed alla crescita della parte meno sviluppata dei Paesi Europei».
«Sappiamo che l’On. Fitto non dimenticherà le sue origini salentine e, nel suo impegno politico per favorire la coesione europea», conclude Mario Vadrucci, «cercherà di fare gli interessi dell’Italia, aiutando anche le espressioni dell’impresa e del lavoro del Salento e della Puglia ad affermarsi in un contesto continentale nel il quale i nostri operatori vogliono recitare da protagonisti».
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