Attualità
Una Macchina della Carità contro la povertà
Gli aiuti della Caritas diocesana, a Lecce e dintorni, in numeri
Le stime diffuse dall’ultimo Rapporto Istat “La povertà in Italia” riferite all’anno 2015 parlano di 1 milione e 582 mila famiglie (il numero più alto dal 2005 ad oggi) e di 4 milioni e 598 individui che vivono in condizione di povertà assoluta. È il Mezzogiorno d’Italia a tenere testa in questi valori. Secondo i dati Eurostat relativi al 2015, l’Italia è il Paese che in Europa conta il numero maggiore di poveri, di persone cioè che vivono in “gravi privazioni materiali”. In Puglia, il 2013 è stato l’anno dell’assalto alle sedi in cui si distribuiscono pasti e aiuti alimentari. A comunicarlo è stato l’ultimo Rapporto Cisl-Puglia Basilicata. Nelle 40 mense pugliesi gestite dalla Caritas sono state circa 640mila i pasti destinati a fronteggiare l’imponente numero di richieste, con una media di oltre 1.700 pasti al giorno. Sempre in Puglia, le famiglie povere sono circa 437mila (a fronte del numero totale che è di un milione e 550mila). Aumenta quindi il numero delle persone costrette a chiedere aiuto per mangiare: si è passati da 206.858 nel 2010 a 294.765 persone nel 2013.
Gli aiuti nel leccese
Il disagio e l’emarginazione sociale diventano sempre più evidenti nella città capoluogo. Lo confermano i dati delle strutture di Lecce si occupano di soddisfare i bisogni primari dei cittadini più vulnerabili. Le famiglie assistite dai due empori della solidarietà cittadini sono, nel 2015, 1.532. Rispettivamente 882 quelle che hanno ricevuto beni e servizi dalla Comunità Emmanuel e 650 quelle che hanno goduto dei beni e servizi offerti dal Polo 2 della Caritas diocesana. Sono state circa 5mila le persone sostenute in un bacino di utenze che comprende 17 comuni limitrofi facenti parte degli Ambiti territoriali di Lecce e Campi Salentina. Le 10 mense cittadine della Caritas hanno servito nel corso dell’anno 2015 circa 182.500 pasti, in media 500 pasti al giorno.
“La situazione è veramente precipitata negli ultimi anni”, ammette Don Attilio Mesagne, direttore della Caritas di Lecce. “Troppa gente la notte resta fuori perché i posti nei dormitori non sono sufficienti, le strutture preposte ospitano ogni notte 110 persone, un numero ancora lontano dal reale fabbisogno e che le nostre stime quantifica in almeno altri 100 uomini e donne che trascorrono le notti in giro per la città, in casolari, in stazione o in macchina”.
Dal 2009 a settembre 2016 la Caritas Diocesana ha accolto nelle sue strutture della Casa della Carità (5 strutture complessive per un totale di 80 posti letto) 2.517 ospiti per un totale di 33.751 pernottamenti. Nelle 10 mense sono stati erogati giornalmente 450 pasti (colazione, pranzo e cena) per un totale di 1.230.750. Da giugno 2014 la Caritas Diocesana si è dotata di un Emporio della Solidarietà, il secondo in città dopo quello della Comunità Emmanuel, per venire incontro alle esigenze morali e materiali di coloro che vivono in situazione di povertà. Dall’anno della sua costituzione ad oggi l’Emporio ha assistito 1.859 famiglie, italiane nel 42% dei casi. Sono stati distribuiti 195.789 unità di prodotti, per un totale di 129.228 kg di prodotti distribuiti e per una spesa pari a 187.841 euro.
Meno cibo, meno vestiti, meno medicine. La salute è uno dei campi in cui la contrazione delle spese delle famiglie risulta essere più decisa. Per questa ragione, la Caritas Diocesana si è dotata di due ambulatori medici per offrire assistenza socio-sanitaria e per tutelare il diritto alla salute. L’ambulatorio medico “Idria” dal 2014 a oggi ha prestato 3.584 visite mediche, con una percentuale più alta per gli uomini (71%) e per gli stranieri (84%) e l’ambulatorio “Salva” presso il Centro Migrantes che ha prestato 3.170 visite mediche prevalentemente a uomini (72% dei casi) e a stranieri (84%). Il Centro Migrantes ha inoltre fornito servizi, sostegno e attività di inclusione a 8.644 persone, prevalentemente stranieri (85%).
Il sostegno economico
Tra i servizi offerti dalla Caritas diocesana anche il sostegno economico alle persone e alle famiglie con grave disagio economico attraverso il Fondo C.E.I. – iniziative anticrisi che ha permesso alla Caritas leccese, grazie all’erogazione di 150.000 euro da parte della Caritas Italiana, di sostenere circa 3.000 persone dal 2014 ad oggi sia attraverso il Fondo Famiglia che ha erogato 15.000 euro e permesso il sostegno a circa 80 famiglie particolarmente disagiate.
Dal sostegno economico al contrasto delle forme illegali di finanziamento, la Diocesi leccese ha messo in campo energie a trecentosessanta gradi per fronteggiare tutte le ramificazioni delle povertà. In questo scenario si inseriscono il Centro Ascolto Diocesano Antiusura, divenuto 29esima Fondazione nazionale Antiusura Autonoma “San Giuseppe Lavoratore” attraverso il quale la Caritas ha assistito, dal 2012 al 2016, 60 famiglie, e il Prestito della Speranza, progetto pensato e realizzato dalla Conferenza Episcopale Italiana, in collaborazione con Caritas Italiana, Banca Intesa San Paolo, Banca Prossima, Vo.BI.S. col contributo organizzativo delle Caritas diocesane. La Caritas Diocesana dal 2009 al 2016 ha accolto 133 domande di famiglie in difficoltà e ha erogato 849.400 euro.
“Generosità che riempie i vuoti”
“Un grazie convinto e dovuto”, quello dell’Arcivescovo di Lecce Domenico Umberto D’Ambrosio, “alla Caritas diocesana e alle centinaia di volontari che riempiono con la loro generosa e gratuita disponibilità, i vuoti, le assenze e le povertà delle migliaia di ospiti di 56 diverse nazionalità che affollano le nostre strutture di carità. Grazie anche alle istituzioni per la simpatia, la stima e la collaborazione con cui guardano all’immenso sforzo della carità di questa nostra Chiesa. A loro chiediamo sostegno e aiuto anche materiale per affrontare l’ingente peso economico necessario a sostenere i più vulnerabili e riconoscere pienamente i loro diritti”.
Attualità
“Cari giovani, costruiamo libertà: non cediamo alla mafia”
Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un nostro giovane lettore, Michele Cojocaru.
“L’impegno contro la mafia, non può concedersi pausa alcuna, il rischio è quello di ritrovarsi subito al punto di partenza”. Queste le parole di Paolo Borsellino, che tengo sempre a mente.
Se dovessi scrivere una lettera ai giovani al tempo di oggi, scriverei così:
Cari giovani del mio tempo, sono Michele, ho 20 anni, vengo dalla provincia di Lecce. Nel mio paese, tanti giovani come noi sono caduti nelle mani della malavita. Tanti fumano, molti spacciano, alcuni hanno addirittura pistole con loro.
Vedendo questo scrivo a voi, giovani della mia generazione, non abbiate paura di denunciare questi fatti: la società di oggi conta su di noi.
Vorrei tanto, insieme a tutti voi, richiamare lo Stato italiano, per ricordargli ancora una volta di stare dalla nostra parte.
Cari giovani e care giovani, costruiamo insieme la società la nostra società. Il futuro non deve essere la droga, non devono essere le armi. Ma un futuro di pace, in cui possiamo dire ai
nostri figli: tutto questo lo abbiamo fatto per voi.
La mafia distrugge, la mafia uccide, la mafia vieta di sognare.
Anche nel Salento c’è la mafia.
Anche nella provincia di Lecce c’è la mafia, ma è una mafia silenziosa, che agisce senza fare rumore.
Non diamogliela vinta, costruiamo libertà: coraggio, insieme ce la faremo.
Attualità
Porto Cesareo resta Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo
Confermata la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche
L’Area Marina Protetta Porto Cesareo si conferma un’Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo (ASPIM), aggiudicandosi ancora una volta la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche.
La conferma della certificazione ASPIM è giunta al termine di una tre giorni di lavori sul campo da parte della commissione internazionale composta da Leonardo Tunesi, rappresentante del Focal Point, Robert Turk e Rais Chedly esperti internazionali, Antonio Terlizzi, esperto nazionale e dal direttore dell’AMP Porto Cesareo Paolo D’Ambrosio.
L’iter per ottenere il riconoscimento come da regolamento è passato dall’attivazione di attività di studio scientifico sistematico e di monitoraggio degli habitat, che consentono di stilare gli elenchi delle specie di flora e fauna necessari per definire il grado di biodiversità del sito.
«Lo status viene mantenuto attraverso il costante monitoraggio e salvaguardia delle specie individuate negli elenchi, ed essere ASPIM aumenta la nostra responsabilità di controllo dell’ambiente, allo scopo di salvaguardare le specie e gli habitat in cui esse vivono e si riproducono», hanno affermato soddisfatti i massimi responsabili di AMP Porto Cesareo.
Il riconoscimento dello status di ASPIM viene rilasciato dal Regional Activity Centre for Specially Protected Area (RAC-SPA), con sede a Tunisi, organismo creato nel 1995 fra i Paesi che hannostipulato nel 1976 la Convenzione di Barcellona per la protezione del Mediterraneo dall’inquinamento.
È questo centro che definisce e mantiene la lista delle ASPIM, vagliando nuove domande e promuovendo le aree protette meritevoli del riconoscimento.
Le aree marine protette italiane che detengono lo status di ASPIM sono attualmente 10.
Quattro in Sardegna tra cui Capo Carbonara, Capo Caccia-Isola Piana, Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre e Tavolara-Punta Coda Cavallo.
A livello nazionale figurano poi Portofino (prima AMP italiana ad aver ottenuto il riconoscimento, nel 2005), Miramare, Plemmirio, Punta Campanella.
Per il Salento, Porto Cesareo e Torre Guaceto.
Direttore e Presidente dell’AMP esprimono la loro soddisfazione per questo «ulteriore traguardo raggiunto, a conclusione di quest’anno, che conferma le altissime performance dell’AMP Porto Cesareo, la quale si posiziona non solo tra le prime a livello Nazionale, ma anche nell’élite delle Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea»
Attualità
Fitto vicepresidente Commissione Ue, arriva il via libera
La situazione si è sbloccata ieri sera con il voto favorevole di Popolari, Socialisti, Liberali, Conservatori e Sovranisti. Ma i Verdi non ci stanno e i Socialisti si spaccano. Il presidente della Camera del Commercio di Lecce, Mario Vadrucci: «Sappiamo che l’On. Fitto non dimenticherà le sue origini e aiuterà le espressioni dell’impresa e del lavoro del Salento e della Puglia ad affermarsi in un contesto continentale nel il quale i nostri operatori vogliono recitare da protagonisti»
Alla fine, Raffaele Fitto ce l’ha fatta.
Dopo lunghi giorni di attesa, polemiche a non finire e qualche ironia social, dopo il suo intervento in un inglese non proprio fluente, è arrivato il via libera alla nomina del politico salentino.
I coordinatori delle commissioni Affari regionali dell’Eurocamera, con il quorum dei due terzi, hanno dato l’ok alla nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione con delega alla Coesione.
Allo stesso tempo le commissioni Affari Economici, Industria e Ambiente hanno dato l’ok definitivo alla nomina della spagnola Teresa Ribera.
Il voto finale previsto mercoledì 27 novembre, in seno alla plenaria della Commissione europea.
L’accordo, formalizzato nella serata di ieri, ha sbloccato il voto favorevole di Popolari, Socialisti, Liberali, Conservatori e Sovranisti su Fitto, mentre Ribera ha ricevuto il sostegno anche di Verdi e Sinistra.
Non sono mancate, però, le critiche: i Verdi hanno accusato il PPE di minare la trasparenza e i principi democratici, mentre il gruppo Socialista si è spaccato, con delegazioni di paesi come Germania e Francia contrarie all’intesa.
Per molti la nomina di Fitto è inopportuna perché «rappresenta un partito contro lo Stato di diritto, l’ambiente e l’integrazione europea».
Il presidente della Camera del Commercio di Lecce Mario Vadrucci si compolimenta: «Da Italiani e soprattutto da salentini siamo particolarmente soddisfatti di come si è conclusa la vicenda connessa con il completamento della Commissione Europea, che vede Raffaele Fitto meritatamente nominato nel prestigioso incarico di vicepresidente esecutivo dell’organismo che regge politicamente e concretamente le sorti dell’Unione Europea».
«Le attestazioni di stima che, in questi giorni, da più parti politiche, sono state espresse sulla figura di Raffaele Fitto, èprosegue il presidente della Cammera del Commercio leccese, «ci fanno ben sperare in vista di un lavoro nei settori delicati cui è stato chiamato, quelli delle Riforme e della Coesione, che guardano al futuro ed alla crescita della parte meno sviluppata dei Paesi Europei».
«Sappiamo che l’On. Fitto non dimenticherà le sue origini salentine e, nel suo impegno politico per favorire la coesione europea», conclude Mario Vadrucci, «cercherà di fare gli interessi dell’Italia, aiutando anche le espressioni dell’impresa e del lavoro del Salento e della Puglia ad affermarsi in un contesto continentale nel il quale i nostri operatori vogliono recitare da protagonisti».
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