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275 Maglie-Leuca, botta e risposta alla Regione

Il presidente Emiliano e l’assessore Giannini hanno risposto a un’interrogazione presentata dal consigliere regionale dei Conservatori e Riformisti, Erio Congedo

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Botta e risposta durante il Consiglio regionale fra il consigliere dei Conservatori e Riformisti, Erio Congedo,  e il governo Emiliano sull’ammodernamento, o meglio del mancato ammodernamento, della Statale 275 che collega Maglie con Leuca.


Il presidente Emiliano e l’assessore ai Trasporti Giannini hanno risposto a un’interrogazione presentata dal gruppo regionale CoR, quattro mesi fa, con la quale si sollecitava la Regione a essere protagonista di una vicenda che si protrae da oltre 20 anni.


L’ammodernamento della statale 275”, ha detto il consigliere Congedo a nome del gruppo, “è ormai una storia che supera in peggio nei tempi e nei modi il completamento della Salerno- Reggio Calabria. Una storia infinita, finanziata due volte e inserita nella delibera CIPE 121/2001  e mai iniziata, pur trattandosi di un’opera pubblica di grandissima importanza non solo per mettere in sicurezza la viabilità, ma anche per favorire il flusso turistico e commerciale della zona. Senza contare che un appalto di 288 milioni di euro avrebbe avuto ricadute sul territorio di notevole impatto”.


Secondo Congedo la Regione, “che pure ha stanziato 155 milioni, e quindi dovrebbe avere tutto l’interesse alla realizzazione dell’opera, non si è mai appropriata del ruolo che le competeva”, per cui non avrebbe fatto sentire la sua voce con l’Anas che ha tenuto e tiene in scacco l’intera vicenda.


Allo stato attuale la gara è stata annullata e non è stata ancora bandita la nuova. Non così per Emiliano e Giannini che hanno assicurato non solo di aver seguito la vicenda costantemente, ma che nei prossimi giorni torneranno a sollecitare l’Anas perché venga subito bandita una nuova gara e i lavori abbiano inizio.


Vigileremo perché non siano solo le ennesime promesse”, ha aggiunto Congedo secondo cui quanto sta accadendo, “l’emblema di come le cose in questo Paese funzionino malissimo – ha rimarcato con opere pubbliche che iniziano e poi si interrompono strada facendo per mancanza di risorse”.


Erio Congedo

Erio Congedo


È un’opera pubblica di importanza enorme per il territorio”, ha evidenziato il consigliere, “trattandosi di un’arteria che unisce Maglie al Capo di Leuca, quindi ad una realtà importante anche sotto il profilo turistico, oltre che imprenditoriale, sulla quale ci dibattiamo da oltre vent’anni senza vedere la luce. È un’opera strategica sotto il profilo della viabilità, della sicurezza, ma anche sotto il profilo prettamente economico”.

In merito a tutta questa vicenda”, ha aggiunto il rappresentante del Cor, “la Regione sembrerebbe avere un atteggiamento che definirei quantomeno dimesso, pur essendo uno dei protagonisti di questa vicenda, considerato che 155 dei 288 milioni di questa opera pubblica, sono stati messi negli anni precedenti dalla Regione, ma anche perché nelle varie modifiche del progetto che si sono succedute, la Regione ha avuto un ruolo importante”. 

Il senso di questa interrogazione, secondo Congedo, è quello di conoscere in realtà qual è la posizione del Governo regionale in merito all’atteggiamento ANAS e alle decisioni assunte da ANAS di azzeramento e annullamento della gara e quali iniziative il Governo regionale ritiene di intraprendere per quest’opera, che ormai si trascina da oltre vent’anni”.


In merito a quanto dichiarato da Congedo, l’assessore Giannini si è riservato di comunicare per iscritto i particolari dell’intera vicenda. Si è soffermato quindi solo su alcune questioni sottolineando come “la Regione non è stata assente e non ha avuto un atteggiamento dimesso”.

L’assessore Giannini ha ricordato che il rilievo mosso da ANAC sulla mancata sorveglianza da parte della Regione è stato smentito dal fatto la “Regione ha impugnato un provvedimento, per poter ottenere la realizzazione di un’opera pubblica più rispettosa dell’ambiente. Significa che ha esercitato il suo potere di sorveglianza sulla qualità dell’opera e sulla realizzazione dell’opera. C’è stata poi”, ha proseguito Giannini, “tutta la vicenda giudiziaria che è sfociata nella sentenza del Consiglio di Stato che, superando la natura di opera strategica dell’intervento, ha ritenuto, di dover suggerire all’ANAS di procedere alla revoca, all’annullamento della gara svolta e all’avvio di una nuova procedura, rilevando una serie di irregolarità nel procedimento amministrativo, accompagnando questo provvedimento con una condanna al risarcimento dei danni”.


Michele Emiliano

Michele Emiliano


L’assessore Giannini ha concluso puntualizzando il fatto che se “si deve procedere verso la realizzazione di un obiettivo comune, che è quello di dotare la Puglia di un’ulteriore infrastruttura necessaria, è opportuno, al di là delle strumentalizzazioni di carattere politico, evitare di assumere posizioni assolutamente demagogiche, che non hanno nessuna utilità per la Puglia”.

Non si è fatta attendere la risposta del presidente Emiliano, che ha detto che a “questa vicenda è stata data un’importanza tale che nel giro di pochi giorni è stata data un’indicazione da parte della Regione sulla questione progettuale, in particolare sull’opportunità che la strada arrivasse, come originariamente previsto, il più a sud possibile, o se viceversa, dovesse fermarsi un po’ prima per mitigare le reazioni delle popolazioni locali. Successivamente invece”, ha rilevato il presidente, “è stata affrontata l’indisponibilità dell’ANAS a dar seguito alle indicazioni della magistratura che hanno indotto la stessa ANAS, a prendere la decisione di ribandire la gara, al fine di rilanciare il progetto e di realizzarlo”.

Secondo il presidente Emiliano, si tratta di “un progetto molto importante per l’amministrazione regionale, seguito con grande dedizione, senza interferire nelle vicende e andando molto prudenti nell’effettuarlo, nonostante il ricatto occupazionale che ne derivava”.


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Tricase: lavori e polemiche in piazza a Caprarica

L’ing. Andrea Morciano protocolla una lettera indirizzata agli amministratori con la quale chiede la sospensione immediata dei lavori e la convocazione urgente di un incontro pubblico

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I lavori di riqualificazione in corso a Tricase, in piazza Sant’Andrea a Caprarica, sono da qualche giorno oggetto di discussione.

La polemica, fino ad ora latente, è deflagrata con la lettera indirizzata al sindaco Antonio De Donno, alla presidente del consiglio Rosanna Zocco, agli assessori e a tutti i consiglieri, dall’ingegner Andrea Morciano, noto professionista, residente proprio nel quartiere tricasino che ospita i lavori.

L’ingegnere, con la sua lettera, protocollata l’11 luglio scorso (numero 14030), chiede la sospensione immediata dei lavori e la convocazione urgente di un incontro pubblico.

In premessa l’ing. Morciano rileva innanzitutto che i lavori riguardanti la riqualificazione di Piazza Sant’Andrea sono iniziati «senza alcun preavviso per la cittadinanza, tanto che lo stesso Comitato Festaquesto fa ancora più specie, visto che un componente è anche consigliere comunale») ha dovuto improvvisamente posticipare la festa patronale ad altra data».

Poi evidenzia che «il progetto non è mai stato sottoposto ad un giudizio dei cittadini di Caprarica, eccezion fatta per una fugace esposizione di alcune tavole grafiche ben nascoste alla maggior parte della gente, lo scorso anno; che non sì è avuta neppure cura di aggiornare i render delle testate del progetto alle varianti e modifiche che il progetto ha subito».

«Quando la coperta è corta», polemizza, «e si vuol fare tutto, poi si incorre in questi errori banali. In campagna elettorale il sindaco aveva promesso che avrebbe fondato la sua amministrazione sulla partecipazione (questa sconosciuta).

Le intenzioni ed i propositi non vanno enunciati ma vanno praticati, anche se capisco che per il sindaco sia difficile, visto quanto già accaduto in altri incontri nei quali si è cercato il confronto con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti si veda gestione ufficio tecnico»).

Altro punto contestato: «Dalla testata del progetto si evince un’ampia partecipazione di professionisti i quali, non per colpa loro (di questo ne sono certo), dalla montagna hanno partorito un topolino».

E ancora: «Non si capisce come ai cittadini non sia consentito l’uso del cemento in aree agricole o nei

centri storici e poi la piazza di Caprarica, improvvisamente diventa idonea per accogliere una bellissima pavimentazione architettonica, che altro non è che cemento. Ho sollevato il problema anche agli organi competenti, che per tutta risposta hanno giustificato la scelta per “mancanza di soldi”. I privati, invece, hanno soldi da spendere e spandere…».

Dal progetto sembrerebbe essere stata riservata una “zona ZTL” per alcuni residenti: «Si vuol conoscere in relazione a quale principio e chi pagherà i ripristini per effetto del transito dei veicoli in quella fascia», evidenzia Morciano, «inoltre sarebbe opportuno sapere se sono state effettuate delle prove di transito con mezzi pesanti, per chi percorre via Vittorio Emanuele verso via Caduti sul Lavoro. Prove traffico tanto care al sindaco… Sarebbe opportuno conoscere quali saranno le manovre da effettuare per chi, transitando con un mezzo pesante su via Caduti sul Lavoro provenendo da Corso Apulia, dove farà inversione di marcia, visto l’esistente senso unico su via Vittorio Emanuele e non potendo percorre via Leuca, o sarà vietato qualsiasi transito. Il sindaco dovrebbe spiegarlo ai cittadini residenti».

L’elenco delle obiezioni e dei “sarebbe opportuno” è ancora lungo: «Sarebbe opportuno conoscere in base a quale principio sia stato deciso di rendere non fruibile la piazza per organizzare manifestazioni o anche semplicemente per montare un palco; sarebbe opportuno conoscere il senso della piantumazione di un albero alle spalle del frantoio

Ipogeo; sarebbe opportuno conoscere come saranno gestiti i parcheggi nelle aree prossime alla piazza nei giorni di grande affluenza e se la gestione sarà semplicemente elevare multe ai cittadini; Sarebbe opportuno conoscere come, e soprattutto chi, pagherà per eventuali ripristini da eseguire sulla sede stradale (via Vittorio Emanuele – Via Leuca) che sarà rivestita con questa splendida pavimentazione architettonica»

Per tutti i punti elencati spora l’ing. Andrea Morciano chiede «l’immediata sospensione dei lavori e la convocazione di un incontro pubblico, dove vengano esposti i principi alla base della progettazione e vengano date le risposte a queste e ad altre criticità che il progetto, in fase di realizzazione, comporterà per i residenti del rione di Caprarica».

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Galatina: sala operatoria chiusa perché senza aria condizionata? No, si, forse…

Mettetevi comodi, ci sarà da aspettare. Alla terza chiamata, dopo esserci garbatamente presentati, qualcuno dall’altra parte risponde: “Cerchiamo il direttore sanitario, dott. De Maria”; “Mi dispiace, ma lo trova domattina”. “Ma non c’è nessuno che…”

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Cosa può e deve fare un giornale quando riceve diverse telefonate di denuncia circa la malasanità pubblica?

A cosa serve il mestiere di giornalista se non a riportare pedissequamente, previa verifica, ogni spiffero o lode di quello accade fra le pieghe della pubblica amministrazione che sia essa sanitaria o di altra natura? A tutelare le fasce più deboli, a difendere chi non può, non sa o non vuole difendersi?

Ebbene, da giorni riceviamo in redazione delle lamentele circa il malfunzionamento di una delle sale operatorie dell’ospedale Santa Maria Novella di Galatina, nella fattispecie l’ultima lagnanza, arrivata via Whatsapp stamattina, è di una signora che oggi avrebbe dovuto subire un intervento in day hospital e, arrivata diligentemente e puntualmente in ospedale, si è sentita rispondere: “Signora, mi dispiace ma deve tornare a casa, sono slittati tutti gli interventi perché si è rotta l’aria condizionata e da 15 giorni la sala operatoria è rimasta ferma“.

Se non fosse seria e grave la situazione ci sarebbe da ridere. E allora? Cosa abbiamo pensato di fare? Quello che avrebbe fatto qualsiasi giornale: chiamare l’ospedale di Galatina e scrivere alla ASL.

Mettetevi comodi, ci sarà da aspettare. Alla terza chiamata, dopo esserci garbatamente presentati, qualcuno dall’altra parte risponde: “Cerchiamo il direttore sanitario, dott. De Maria“; “Mi dispiace, ma lo trova domattina“. “Ma non c’è nessuno che lo sostituisca, che ci possa informare sulla sala…“, insistiamo, “Aspetti le passo qualcuno della sala operatoria“.

Dopo aver spiegato il motivo della nostra telefonata, dall’altra parte ci rispondono: “Mi dispiace deve aver sbagliato numero!“. Basiti ribattiamo: “Come abbiamo sbagliato numero, non è la sala operatoria? Mi hanno passato lei dal centralino, saprà che numero fare il centralinista. E comunque: è vero che la sala operatoria non funziona da 2 settimane perché è rotta l’aria condizionata?”, assordante silenzio dall’altra parte, “mi scusi”, ribattiamo caparbi, “ma con chi stiamo parlando?”. 

“Sono l’infermiere E.S. e non sono tenuto a risponderle”. “Quindi”, incalziamo, “è una malcelata forma per dirmi che quello che le sto chiedendo è vero!?”.

Come tutte le cose la gentilezza si consuma, il garbo finisce, la pazienza si squaglia, con questo caldo poi: “Guardi che questo è un numero per le urgenze, e lei lo deve lasciare libero!”. ” Va bene”, replichiamo, “basta un si o un laconico no!… Tuuu, tuuu, tuuu.”

Ci appigliamo ancora al centralinista il quale, con rinnovata pazienza, ci prega di attendere e ci assicura che avrebbe cercato di passarci al telefono il direttore sanitario.

L’attesa è piacevole, le note sprigionate dalla musichetta d’attesa è puro jazz: lo si riconosce dalla grande varietà di attacchi. Spiacevole è invece la notizia, un perentorio telefonista, dopo una breve attesa, ci liquida: “Il direttore sanitario mi suggerisce di richiamare domani mattina, tuuu, tuuu, tuuu…“.

Nel frattempo, per non venire meno al nostro dovere abbiamo scritto, alla direzione della Asl e ci siamo armati, noi insieme a tutti i pazienti che non hanno usufruito del servizio, di Santa Pazienza, in attesa del domani. To be continued…

Luigi Zito

 

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Medici salentini contro l’autonomia differenziata

Il presidente dell’OMCeO di Lecce Donato De Giorgi: «La scarsezza di risorse, vera causa di tempi di attesa vergognosamente lunghi, sarà sempre più evidente dall’applicazione dell’autonomia differenziata che penalizzerà il Sud, creando gravissimi disagi ai medici e, soprattutto, ai cittadini»

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«Si rimane basiti da alcune dichiarazioni comparse sulla stampa locale, secondo cui per risolvere le emergenze, che alcune Strutture stanno vivendo nel nostro territorio in maniera drammatica, sia necessario non solo “una più efficace organizzazione delle risorse umane”, ma anche “la necessità che alcuni Direttori di Unità Operative abbandonino la scrivania e diano una mano concreta”. Oltre a grossolane inesattezze riguardanti l’attività del presidio ospedaliero di Gallipoli, che avrebbe “sale operatorie inattive da mesi”, le dichiarazioni puntano il dito nella direzione sbagliata».

È lo sfogo di Donato De Giorgi, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (OMCeO) di Lecce.

«In realtà», tuona il dott. De Giorgi, «solo la straordinaria attività di tutti i medici e del Personale Sanitario ha consentito di far sopravvivere il SSN nel nostro territorio (come, del resto, conferma l’84,1% degli Italiani, secondo l’ultimo sondaggio Censis)».

Poi la sottolineatura: «Quando si afferma “tutti i Medici” ci si riferisce proprio a tutti: i MMG, i pediatri, gli specialisti territoriali, i medici del pronto soccorso, 118, continuità assistenziale, ospedalieri, direttori di U.O., medici del servizio pubblico, privati, convenzionati, ecc.».

«Solo il loro lavoro continuo, il loro impegno instancabile, la loro professionalità competente, la loro azione silenziosa in situazioni difficili di gravissimo disagio», insiste il presidente provinciale dell’OMCeO, «rappresenta lo straordinario e insostituibile riferimento per affermare la centralità della salute come diritto di tutti».

In questi giorni chi gestisce e chi amministra la salute nel nostro territorio avendo l’impegno di ridefinire ruoli, accorpamenti in situazioni ospedaliere periferiche e la decisiva riorganizzazione del territorio, ha sempre poco (o nessuno) spazio per allargare le risorse umane (assunzioni) e fornire ai professionisti motivazioni forti.

Secondo Donato De Giorgi: «La scarsezza di tali risorse, vera e decisiva causa dei tempi di attesa inaccettabilmente e vergognosamente lunghi, sarà sempre più evidente dall’applicazione dell’autonomia differenziata che penalizzerà soprattutto il Sud, creando gravissimi disagi ai medici e, ciò che più conta, ai cittadini».

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