Alessano
Giullari Senza Frontiere nel Salento
Per portare un sorriso tra i ragazzi rifugiati a Tricase, Alessano, Gagliano del Capo e Salve
Far ridere i bambini è l’impresa più bella che un adulto possa compiere. Se poi si tratta di ragazzi che hanno attraversato momenti di dolore, viaggi difficili e sofferenze, l’impresa diventa doppiamente importante.
Per questo Arci Lecce ha deciso di ospitare dal 30 marzo al 1 aprile i Giullari Senza frontiere, per dare un sorriso ad oltre 210 ragazzi ospiti delle sedi dei centri di accoglienza straordinaria che cura nel Salento.
Ideato e sostenuto dall’associazione Annulliamo la Distanza di Firenze, il progetto dei Giullari Senza Frontiere è già stato implementato con successo nel 2016 in Albania, presso gli orfanotrofi della città di Scutari.
Utilizzando la risata come mezzo terapeutico, il progetto mira ad alleviare la pressione psicologica sui bambini attraverso il linguaggio universale del clown, regalando istanti di felicità e immaginazione positiva ai ragazzi che provengono da un’esperienza difficile come quella della migrazione.
Quest’oggi i giullari sono nei centri di Tricase (fino a mezzogiorno) e Andrano (dalle 12); domani, venerdì 31 marzo ad Alessano (alle 10) e Gagliano del Capo (alle 12); sabato 1° aprile alle 11 al Cas di Salve.
I Giullari Senza Frontiere utilizzano la tecnica del clown e altre tecniche circensi in chiave ironica e sorprendente: giocoleria, con palline, clave, diablo, danza delle sfere (contact juggling), equilibrismo (monocicli e corda molle) e musica, sia dal vivo che registrata.
Il loro intervento ha una durata variabile tra i 30 e i 70 minuti. Parte fondamentale del progetto è il tempo di permanenza dopo lo spettacolo, nel quale si interrompono le “barriere” tra artista e pubblico e si amplifica un momento di contatto e scambio diretto.
I Giullari Senza Frontiere usano una ricerca che va dal teatro di figura a quello di strada, dando luogo alla magia dello spettacolo, dello stare con la gente tra la gente. È in questa magia che pubblico ed artista si fondono e si confondono immedesimandosi in un’esperienza unica grazie al tramite dell’unico linguaggio veramente universale, quello del clown, del bambino, delle emozioni.
Durante lo spettacolo, un fotografo professionista di Annulliamo la Distanza scatterà fotografie con lo scopo di realizzare un reportage fotografico che documenti anche le reazioni dei ragazzi. A seguire, le fotografie saranno pubblicate in una mostra fotografica a Firenze, che si inaugurerà ufficialmente il prossimo 20 novembre in occasione della Giornata Mondiale dei diritti del Fanciullo.
Si potrà assistere ad un’anteprima della mostra il 7 ottobre a Firenze, in occasione della festa per i vent’anni di attività di Annulliamo la Distanza a favore dei bambini e adolescenti di tutto il mondo.
Alessano
La speranza nel dono
Ad Alessano una serata di testimonianze e letture sulla forza dei pazienti. Domani 18,30, presso la Casa della Convivialità in via Corte Vittorio Emanuele. Fulcro della serata la presentazione del libro “Mi racconto a voi”, realizzato da sei ex pazienti e un team di professionisti del settore medico
Si rinnova l’annuale appuntamento intitolato “La speranza nel dono”.
L’evento rappresenta un’importante occasione per condividere le esperienze e i racconti di pazienti che hanno affrontato il difficile percorso di cura e guarigione dai tumori del sangue.
L’evento è in programma per domani, martedì 19 novembre, dalle 18,30, presso la Casa della Convivialità in via Corte Vittorio Emanuele, ad Alessano.
I saluti istituzionali apriranno l’evento.
Seguiranno gli interventi del dottor Nicola Di Renzo (Direttore UOC Ematologia e Trapianti Cellule Staminali all’Ospedale Vito Fazzi di Lecce), della dottoressa Anna Mele (Direttore UOC Ematologia e Trapianti Cellule Staminali all’Ospedale Cardinale Panico di Tricase) e del dottor Mario Tarricone (Presidente di AIL Lecce ODV e Referente nazionale del Gruppo Pazienti Linfomi AIL-FIL).
Il fulcro della serata sarà la presentazione del libro “Mi racconto a voi”, realizzato grazie alla collaborazione di sei ex pazienti e un team di professionisti del settore medico, tra cui i dottori Di Renzo, Mele, Dargenio, De Giorgi, De Risi, G. Greco, C. Greco e la dottoressa S. Sibilla.
Il progetto, nato per dare voce ai vissuti personali dei pazienti e delle loro famiglie, intende sensibilizzare il pubblico e promuovere una maggiore empatia e comprensione verso chi affronta queste sfide.
Attraverso la narrazione, l’obiettivo è migliorare la comunicazione medico-paziente, rendendo più evidente l’importanza di comprendere e rispondere alle esigenze individuali.
Durante l’evento, Elisea Ciardo e Valerio Melcarne interpreteranno le storie ed emozioni dei sei protagonisti, ripercorrendo il loro cammino dalla diagnosi alla guarigione con letture profonde e toccanti.
A concludere la serata, il dottor Vincenzo Pavone dell’Ospedale Cardinale Panico di Tricase offrirà un intervento riassuntivo e riflessivo.
La serata sarà moderata dalla giornalista Silvia Cazzato.
Il volume e l’iniziativa si inseriscono nel contesto della Medicina Narrativa, una disciplina che ha iniziato a diffondersi negli anni ’90 e che dal 2015 ha trovato il supporto dell’Istituto Superiore di Sanità, che ne ha pubblicato le linee di indirizzo per l’uso nelle malattie croniche e rare.
La Medicina Narrativa si distingue per l’adozione di una metodologia comunicativa che riconosce il valore della narrazione come strumento fondamentale per integrare i punti di vista di tutti gli attori del processo di cura.
“La speranza nel dono” è un evento che invita alla riflessione e all’ascolto, sottolineando che dietro ogni numero e statistica c’è una persona con un vissuto unico e prezioso.
Partecipare significa contribuire a costruire una comunità più consapevole e solidale.
Alessano
Tragedia ad Alessano: 26enne muore nel giorno del suo compleanno
Il giovane potrebbe essere deceduto a causa dell’utilizzo dei cosiddetti balloons, dei palloni contenenti un gas aspirato per godere degli effetti esilaranti
Una festa finita in tragedia nel Capo di Leuca dove un ragazzo è deceduto nel giorno del suo compleanno.
È quanto accaduto nelle scorse ore ad Alessano dove ha perso la vita un 26enne del posto.
Il giovane era in compagnia di alcuni suoi amici per il suo giorno di festa. All’improvviso le celebrazioni si sono trasformate in dramma: per il ragazzo si è reso necessario l’intervento d’urgenza del 118, tra lo sgomento dei suoi amici.
Il giovane è irrimediabilmente deceduto nel giro di pochi minuti. A provocarne la morte, con tutta probabilità, secondo le prime ricostruzioni, l’utilizzo dei cosiddetti balloons, dei palloncini contenenti protossido d’azoto.
Una pratica in voga secoli fa tra i giovani britannici e tornata, purtroppo, di moda ai nostri giorni: inspirare il cosiddetto gas esilarante per godere degli effetti che provoca, una sorta di sballo esilarante.
Pratica che, purtroppo, può avere anche conseguenze letali. I carabinieri, intervenuti sul luogo della tragedia, sono al lavoro in queste ore per ricostruire nel dettaglio l’accaduto.
Alessano
A casa non risponde e si teme il peggio. Ma era in ospedale da tre giorni
Sul posto carabinieri e vigili del fuoco allertati dai vicini e dalla donna che lo accudiva. L’uomo, invece, non si era sentito bene e aveva allertato da solo il 118
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Paura questa mattina per le sorti di un uomo di Alessano, residente sulla via per Specchia.
Molti hanno pensato al peggio quando hanno visto arrivare, sotto la sua abitazione, carabinieri e vigili del fuoco del Distaccamento di Tricase.
Anche perché, sono noti in paese i problemi di salute dell’uomo, che deve ricorrere alle bombole di ossigeno per sopravvivere.
Nessuno sapeva dove potesse essere e persino la donna che lo aiutava in casa, non aveva più sue notizie da tre giorni.
Alla fine, si è scoperto che lo scomparso, proprio da tre giorni, si trova ricoverato presso il reparto di pneumologia dell’Ospedale “Cardinale Panico” di Tricase.
Si era sentito poco bene e, in qualche modo, era riuscito ad allertare il 118, che ha provveduto a trasportarlo in ospedale.
Evidentemente di notte, perché i residenti della zona erano ignari di tutto e non si erano accorti dell’avvenuto ricovero.
Sono stati i carabinieri a ricostruire l’intera vicenda e smontare la preoccupazione per il silenzio dell’uomo.
*In alto foto di repertorio
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