Cronaca
Rapina, ricettazione, furto, spaccio, usura, abuso d’ufficio, favoreggiamento, questi alcuni dei delitti imputati al clan “Coluccia”
Coinvolti anche un Carabiniere, un agente di Polizia Penitenziaria, un vigile Urbano del Comune di Sogliano Cavour, un ex amministratore del Comune di Sogliano reo di avere collaborato in qualità di assessore alle politiche sociali del Comune di Sogliano

Il 05 settembre, al termine di una complessa attività di indagine condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Maglie, i militari del Comando Provinciale di Lecce, con la collaborazione di quelli del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Milano e della Compagnia di Tolmezzo (UD), hanno dato esecuzione a complessivi 47 provvedimenti cautelari, emessi dal GIP presso il Tribunale di Lecce su richiesta della locale Procura della Repubblica – D.D.A., di cui: 20 in carcere, 17 arresti domiciliari, 7 misure coercitive dell’obbligo di presentazione alla PG e 3 interdizioni temporanee dai pubblici uffici (quest’ultime nei confronti di un militare dell’Arma, un Agente della Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale di Lecce ed un agente della Polizia Municipale di Sogliano Cavour) indagati, a vario titolo, per i reati di “associazione di tipo mafioso”, “estorsione”, “associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti”, “detenzione abusiva di armi”, “ricettazione”, “rapina”, “furto aggravato”, “porto abusivo di armi”, “detenzione e spaccio di stupefacenti”, ”abuso d’ufficio”, “usura”, “favoreggiamento personale”, “falsità ideologica commessa da P.U.”, “corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio”, “rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio”, “truffa”, “minaccia aggravata” e “lesioni personali” con l’aggravante delle modalità mafiose di cui all’art. 7 L. 203/91.
Le operazioni hanno avuto inizio alle ore 01.00, con il supporto del Nucleo Elicotteri Carabinieri di Bari Palese, di due unità cinofile del Nucleo Cinofili Carabinieri di Modugno, del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Milano e della Compagnia di Tolmezzo (UD) per un totale di 185 unità e 47 autovetture nei confronti di:
OCC IN CARCERE
ANTONACI Giuseppe inteso Castieddru o Castello, 1964 di Sogliano Cavour
BALLARINO Alexsander, 1992 di Sogliano Cavour
BLAGO Salvatore, 1978 di Sogliano Cavour
CANDIDO Massimo, 1973 di Cutrofiano
CIANCI Vincenzo Antonio, 1985 di Sogliano Cavour
COSTA Leonardo inteso Musichedda, 1962 di Corigliano d’Otranto
DE MATTEIS Daniele inteso Panna e Fragola, 1984 di Lecce
DE PAOLIS Gabriele Antonio, 1976 di Galatina Fraz. Noha
DE PAOLIS Pantaleo, 1969 di Cursi
DE SIMONE Paolo inteso Paulu de lu moru, 1970, di Sogliano Cavour
EPIFANI Giordano, 1975, di Cutrofiano
FRASSANITO Rosario inteso Pilone, 1969 di Sogliano Cavour
GUGLIERSI Marco, 1977 di Galatina
GUGLIERSI Pasquale inteso Zoppo, 1980 di Galatina
LONGO Rocco, 1967 di Sogliano Cavour
MENGOLI Paolo inteso zio Pati, 1963 di Cutrofiano
PEPE Marco, 1985 di Surbo
PISCOPO Danilo, 1980 di Cutrofiano
SOLOMBRINO Salvatore inteso Schiattoddra, 1956 di Castrignano de’ Greci
STAMPETE Giuseppe, 1967, di Cursi
ARRESTI DOMICLIARI
BOTRUGNO Simone, 1991 di Galatina
CARECHINO Pierluigi, 1977 di Sogliano Cavour
CARLUCCIO Cristian, 1987 di Lecce
CASCIONE Ivano inteso Sciallone, 1980 di Sogliano Cavour
DELL’AVVOCATA Domenico, 1993 di Cutrofiano
DE MATTEIS Giuseppe, inteso trattorista grande, 1987 di Corigliano d’Otranto
DE MATTEIS Luigi, inteso trattorista piccolo, 1983 di Galatina
EPIFANI Francesco, inteso Checco, 1973 di Galatina
ICARO Andrea, inteso Attila, 1980 di Cutrofiano
LUBELLI Rudy, 1990 di Lecce
MAGNOLO Luciano Biagio, 1979 di Sogliano Cavour
MARZO Luca, 1975 di Corigliano d’Otranto
MENGOLI Arcangelo, inteso Cutarino, 1988 di Scorrano, ma domiciliato a Milano
MONREALE Andrea Ignazio, 1986 di Sogliano Cavour
PAGLIALONGA Cosimo, inteso Pallunaru, 1954 di Collepasso
PEDONE Emiliano, 1976 di Sogliano Cavour
VECCHIO Antonio, inteso Capoccione, 1981 di Sogliano Cavour
MISURA COERCITIVA DELL’OBBLIGO DI PRESENTAZIONE ALLA PG
MAGGIO Maurizio, 1993 di Sogliano Cavour
MAGNOLO Carmela, 1964 di Sogliano Cavour
FRASSANITO Lorenzo, 1969 di Sogliano Cavour
NUCIDA Antonio Rosario, inteso Trottola, 1990 di Corigliano d’Otranto
PERRONE Giancarlo, 1980 di Cutrofiano
PICA Marco, inteso Picaciù o Dragon Ball, 1979 di Sogliano Cavour
DONNO Sandro, 1973 di Sogliano Cavour
MISURA INTERDITTIVA DELLA SOSPENSIONE TEMPORANEA DEL PUBBLICO UFFICIO
Un militare dell’Arma
Un agente della P0lizia Penitenziaria
Un vigile Urbano del Comune di Sogliano Cavour
poiché ritenuti responsabili a vario titolo dei seguenti capi d’imputazione principali:
- del delitto di cui all’art. 416 bis primo, secondo, terzo, quarto, quinto e ultimo comma c.p., per aver fatto parte, in numero superiore a dieci, di un’associazione di tipo mafioso, comunemente denominata “Sacra Corona Unita”, avente la disponibilità di armi per il conseguimento delle proprie finalità; per acquisire il controllo del territorio nelle attività illecite tra le quali innanzi tutto quella del traffico di sostanze stupefacenti, nonché quelle delle estorsioni, dell’usura, dei furti, della detenzione di armi;
- del delitto di cui all’art. 74 D.P.R. 309/90 primo secondo terzo e quarto comma e art. 7 DL 152/91 – L. 203/91 per avere partecipato ad una organizzazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, marijuana e hashish, avente disponibilità di armi, costituita da un numero di persone superiore a dieci, alcune delle quali dedite all’uso di sostanze stupefacenti;
- del delitto di cui all’art. 73 D.P.R. 309/90 e art. 7 DL 152/91 – L. 203/91 per avere anche in concorso tra loro, in esecuzione del medesimo disegno criminoso, acquistato, detenuto, trasportato, venduto e comunque ceduto sostanza stupefacente del tipo cocaina, marijuana e hashish ai sodali per la successiva vendita al minuto, in alcune occasioni cedendo sostanze stupefacenti anche a minorenni;
L’indagine, nell’ambito della quale risultano indagati complessivamente 59 soggetti, condotta nel periodo febbraio 2013 – giugno 2016, denominata “Contatto” per le molteplici infiltrazioni a vari livelli, ha consentito di disarticolare un’associazione mafiosa facente capo al clan “COLUCCIA” di Noha-Galatina, operante nel territorio della Provincia di Lecce e, in particolare, nei comuni di Sogliano Cavour, Galatina, Cutrofiano, Corigliano d’Otranto, Castrignano de’ Greci, Melpignano, Soleto, Sternatia, Cursi, Castrì di Lecce, Martano, Otranto, Calimera, Muro Leccese e Cavallino.
La cellula dell’associazione per delinquere di tipo mafioso documentata e ricostruita attraverso le indagini è risultata essere strutturata secondo uno schema verticistico e composta da 31 soggetti riconducibili alla citata consorteria delinquenziale, con a capo COLUCCIA Michele, facente parte della “Sacra Corona Unita”. L’attività prevalente del sodalizio è quella del traffico di sostanze stupefacenti, nonché delle estorsioni, dei furti e della detenzione di armi. I proventi di tali attività venivano, in parte, utilizzati anche per il sostentamento dei sodali detenuti; per influenzare e talvolta corrompere pubblici amministratori che assicuravano, anche in cambio della “protezione” e del sostegno dell’organizzazione, agevolazioni economiche per gli affiliati in danno degli effettivi aventi diritto.
ORIGINI DELL’INDAGINE
L’attività investigativa, nata da una sistematica repressione di alcuni delitti verificatisi nel territorio della Compagnia di Maglie, in particolare rapine ed estorsioni con il metodo del “cavallo di ritorno”, parte il 27.02.2013 quando BALLARINO Alexander + altri 4 soggetti, originari di Cutrofiano, Sogliano Cavour e Corigliano d’Otranto, venivano tratti in arresto nella flagranza di reato per tentata rapina in danno di un supermercato di Corigliano d’Otranto. Le successive indagini hanno poi permesso di individuare un gruppo di 6 soggetti, capeggiati da CIANCI Vincenzo Antonio, individuato quale responsabile della consumazione di almeno sei rapine in danno di esercizi commerciali, avvenute tutte nell’hinterland Magliese dal 05.02.2013. Successivamente il 09.07.2013, MAGNOLO Carmela, madre di CIANCI Vincenzo Antonio, veniva tratta in arresto nella flagranza di reato poiché trovata in possesso di gr. 50 gr. di cocaina ed oltre 1.200 gr. di Marijuana. Anche in questo caso sono state attivate indagini che hanno consentito preliminarmente di accertare la correità nella detenzione e nello spaccio della sostanza stupefacente rinvenuta, anche da parte di CIANCI Vincenzo Antonio e BALLARINO Alexander, facendo così emergere che i principali indagati MAGNOLO Carmela, CIANCI Vincenzo Antonio e BALLARINO Alexsander, gestivano una organizzazione finalizzata allo spaccio di sostanza stupefacente, il cui ruolo di leader era ricoperto da CIANCI sotto la protezione della madre MAGNOLO Carmela.
Già in quel contesto è emersa da subito l’esistenza di un collegamento tra la malavita di Galatina – Noha ed il gruppo di Sogliano Cavour per l’approvvigionamento di sostanze stupefacenti, attraverso il canale “Coluccia”.
FURTI DI AUTO CON ESTORSIONE – “CAVALLO DI RITORNO”
Verso la fine del 2013 ed inizio 2014 l’attività si è incentrata su alcune estorsioni eseguite in danno di soggetti a cui sono state asportate autovetture con il c.d. metodo del “cavallo di ritorno” e pertanto a già a febbraio 2014 sono emerse importanti responsabilità su CIANCI Vincenzo Antonio ed il suo gruppo. Tale attività ha permesso di acquisire elementi di colpevolezza a carico di numerosi indagati per illeciti riconducibili, non solo alla specifica attività di indagine delle estorsioni, ma anche in materia di rapine, traffico di sostanza stupefacente e truffe. L’attività estorsiva in parola operata dal “gruppo di sogliano” ha avuto evidentemente il fine di acquisire liquidità da reinvestire nel traffico di sostanze stupefacenti e contestualmente rafforzare il controllo sul territorio da parte dell’associazione oltre a disvelare l’esistenza di una vera e propria struttura associativa finalizzata alla consumazione di più reati, con base operativa nel territorio del comune di Sogliano Cavour, dove la locale popolazione ne riconosce la capacità delinquenziale e la forza intimidatrice. Tale struttura vede a capo Cianci Vincenzo Antonio direttamente coadiuvato da Candido Massimo, avvalendosi della fidata collaborazione di Ballarino Alexander, Antonaci Giuseppe, Frassanito Rosario, Pedone Emiliano, nonché di altri 15 soggetti su cui, di volta in volta e a seconda dell’interesse trattato, potevano fare affidamento nella certezza di ricevere fattiva partecipazione attesa la piena condivisione degli illeciti intenti.
Giova evidenziare come nessuna delle vittime delle estorsioni consumate ha sporto denuncia all’autorità giudiziaria e coloro i quali sono stati nel tempo convocati dalle forze dell’ordine hanno fornito false indicazioni in ordine a circostanze e modalità del rinvenimento del veicolo, a conferma della condizione di assoggettamento ed omertà conseguente alla forza di intimidazione dell’associazione di cui il gruppo di Sogliano rappresenta, come è stato possibile dimostrare, articolazione territoriale facente capo ai Coluccia di Noha.
4 i furti di autovetture contestati con conseguente richiesta con il metodo del cavallo di ritorno e numerosi altri furti di autovetture, nei quali in alcuni casi l’estorsione non è andata a buon fine per svariati motivi; in questi ultimi casi le auto venivano poi rivendute come pezzi di ricambio.
L’ASSOCIAZIONE MAFIOSA
E’ emersa una vera e propria struttura associativa di tipo mafioso con al vertice la famiglia Coluccia di Noha – Galatina. L’ascolto delle conversazioni telefoniche ed ambientali ha permesso di ricostruire, nell’ambito dell’associazione, il ruolo ricoperto da Cianci Vincenzo Antonio e Massimo Candido nonché quello di Gugliersi Pasquale inteso “Zoppo”, Gugliersi Marco, De Paolis Antonio Gabriele, PERRONE Giancarlo, Longo Rocco, Epifani Giordano, Epifani Francesco, Piscopo Danilo.
La segretezza del vincolo, un costante stato di omertà e solidarietà, la forza d’intimidazione del vincolo associativo, il rispetto per il vincolo gerarchico, il metodo mafioso nelle ritorsioni, il mantenimento dei detenuti affiliati e delle loro famiglie sono tutti aspetti emersi e abbondantemente documentati durante questa attività d’indagine.
In particolare è da evidenziare:
– il sostentamento dei sodali nei confronti degli associati detenuti con precedenti per 416 bis, attualmente reclusi;
– la struttura verticistica dell’organizzazione. Infatti, a seguito dello scontro tra il gruppo di Sogliano Cavour capeggiato da Cianci e quello di Cutrofiano capeggiato da Epifani Giordano, entrambi si sono rivolti ai cugini Gugliersi Pasquale e Marco. I cugini Gugliersi ricoprono il ruolo di referenti diretti della famiglia Coluccia, e da loro ricevono ordini e direttive per i vari responsabili delle locali piazze, come il caso di Cianci per Sogliano Cavour. La loro posizione all’interno dell’associazione la si percepisce sia dal timore che Cianci ha dimostrato prima dell’incontro con Pasquale, sia perché in più circostanze è evidente che i Gugliersi di Noha decidono cosa fare e dirimono le varie controversie che si vengono a creare tra i vari gruppi. All’incontro per dirimere la questione tra Cianci e gli Epifani partecipa, tra gli altri, anche Gabriele Antonio De Paolis (genero di uno degli esponenti del clan Coluccia), e anche lui con precedenti per 73 DPR 309/90 ed estorsione e ricopre un ruolo di vertice rispetto ai Gugliersi;
– la protezione di ogni singolo gruppo da parte del clan di riferimento. Nei territori dei comuni di Cutrofiano, Sogliano Cavour ma anche Scorrano e Corigliano d’Otranto in cui avvengono le illecite attività di spaccio di sostanza stupefacente e di estorsione sotto forma di pizzo, e la protezione consisterebbe nel pagamento di una somma di denaro per avere in cambio protezione da parte dei sodali in caso di controversie/problemi;
– violenza e modalità mafiose nelle ritorsioni; è stato accertato che il gruppo per chiedere la restituzione di soldi da parte di debitori di denaro per droga usava spesso metodi e modalità analoghe anche nei confronti di chi non si “calava” nei confronti degli associati. Non solo, vi è anche l’avvertimento ad un centro scommesse di Galatina, quando furono posizionati cinque proiettili calibro 9 parabellum dinanzi all’entrata del locale, azione posta in essere materialmente da Cianci e Candido su mandato di De Paolis e Perrone, o anche la richiesta a CIANCI di punire ANTONACI, suo uomo;
– il controllo del territorio nel senso di controllo della comunità mediante il suo insediamento nel territorio. Quindi controllo del territorio nelle varie aree territoriali che i gruppi SCU si sono “spartiti”. Nei diversi ambiti territoriali, infatti, operano nel settore del crimine ed in particolare nelle tipologie delittuose che formano i diversi “rami” delle “aziende malavitose” (droga, estorsioni, rapine, ecc .) solo gli affiliati o i soggetti “autorizzati” dal gruppo egemone, pena la inevitabile ritorsione o l’azione dimostrativa anche di particolare gravità (a carico di persone o cose). Spartizione del territorio nel traffico di sostanza stupefacente. Ogni singola zona è gestita da un gruppo in modo autonomo e che per ogni gruppo vige l’obbligo di corrispondere una “tassa” per il diritto di spaccio di sostanza stupefacente in una determinata piazza. Si fa infatti riferimento ad una cifra pari a circa 5.000 euro per ogni piazza (comune di Maglie). Emerge come a Sogliano Cavour il responsabile è CIANCI Vincenzo Antonio, a Cutrofiano è Giordano Epifani, mentre a Corigliano d’Otranto il responsabile è Leonardo COSTA (CIANCI chiede a GUGLIERSI di poter entrare nel mercato a Corigliano ma Pasquale gli dice chiaramente che lui non può fare niente, che COSTA è uomo dei COLUCCIA e quando uscirà deciderà lui cosa fare);
IL POSSESSO DI ARMI
Il gruppo di Sogliano Cavour era in possesso di un cospicuo numero di armi con le quali poneva in essere azioni dimostrative nonché intimidazioni e regolamenti di conti. A riscontro di tale circostanza, il 22 luglio 2014 è stato tratto in arresto Blago Salvatore per detenzione di 3 fucili una pistola, tutti con matricola abrasa, nonché munizionamento vario, che quest’ultimo deteneva per conto di Cianci.
L’APPARTENENZA ESTERNA ALL’ASSOCIAZIONE DI FUNZIONARI PUBBLICI
Le diverse attività che hanno caratterizzato l’indagine – acquisizione di documentazione, sequestri, escussioni di testimoni – supportate dall’attività tecnica di intercettazione ambientale e telefonica, hanno permesso di accertare come il contesto associativo oggetto dell’indagine si sia nel tempo ramificato sino ad inserirsi nel tessuto sociale e politico del territorio del comune di Sogliano Cavour.
Le illecite attività poste in essere dall’associazione sono state in alcuni casi possibili grazie al favoreggiamento se non alla vera e propria collaborazione da parte di commercianti e imprenditori del posto che, riconoscendo al gruppo di CIANCI non comuni capacità delinquenziali, hanno acconsentito di soddisfare anche richieste che determinavano il compimento di azioni penalmente rilevanti, come nel caso di BLAGO Salvatore titolare di una tabaccheria, prestatosi a nascondere le armi di Cianci, o del proprietario di un albergo in cui i “soglianesi” avevano tenuto nascosto il latitante DE MATTEIS Daniele.
L’attività di indagine ha permesso di riscontrare che il gruppo Soglianese aveva instaurato buoni rapporti con alcuni degli appartenenti alle istituzioni pubbliche, tra cui un Vigile Urbano di Sogliano Cavour, che intratteneva confidenziali rapporti con CIANCI Vincenzo Antonio, grazie ai quali lo stesso CIANCI ha avuto la possibilità di venire a conoscenza, durante le fasi delle indagini, di alcuni accertamenti che lo avevano riguardato. Non solo anche la vicinanza ad un militare dell’Arma dei Carabinieri che aveva, tra l’altro, la predisposizione a favorirli in caso di controlli e contestazioni di violazioni al codice della strada.
La popolazione di Sogliano Cavour riconoscendo a CIANCI Vincenzo Antonio il ruolo di referente di spicco della locale criminalità organizzata spesso, per risolvere dissidi anche di carattere familiare, richiedeva il suo intervento pur nella consapevolezza del suo ricorso a metodi violenti. Tale particolare situazione è certamente manifestazione di sfiducia da parte della popolazione nelle locali istituzioni che avrebbero dovuto garantire l’ordine a la sicurezza pubblica.
E’ da sottolineare anche la stretta vicinanza di CIANCI ad un agente della Polizia Penitenziaria oggi a Lecce, ma che all’epoca dei fatti prestava servizio a Genova. Legata a Cianci da relazione sentimentale, quest’ultima oltre ad attestare falsamente giorni di malattia allegando e depositando presso la Casa Circondariale certificati medici ideologicamente falsi per giustificare le reiterate assenze dal lavoro, lo coadiuvava in altre attività illecite (quali furti di gasolio) per le quali svolgeva la funzione di “palo”, nonché, pur essendo consapevole dell’inserimento in un contesto organizzato dell’attività di spaccio di sostanze stupefacenti di Cianci, nel suo ruolo di referente, ometteva, pur avendo l’obbligo giuridico di farlo nella sua qualità di pubblico ufficiale, sia di denunciare sia di intervenire per interrompere le attività illecite dell’associazione.
Agli arresti domiciliari anche Magnolo Luciano Biagio, ex amministratore del Comune di Sogliano Cavour reo di avere collaborato, all’epoca dei fatti nella sua qualità di assessore alle politiche sociali del Comune di Sogliano Cavour, alla realizzazione dei fini dell’associazione mafiosa, fornendo un contributo significativo consistito nel versare somme di denaro per il sostentamento dei capi detenuti, , nel procurare posti di lavoro ad affiliati del gruppo di Sogliano Cavour, per la corresponsione di contributi economici, procurando a Magnolo Carmela l’assunzione presso una società cooperativa.
DIREZIONE, COORDINAMENTO E SVILUPPO DELL’INDAGINE
Ogni fase della complessa attività investigativa è stata sapientemente diretta dalla Procura della Repubblica di Lecce, consentendo di sviluppare e portare a termine l’odierna ed articolata indagine, supportata da numerosissime intercettazioni telefoniche ed ambientali. Durante le varie fasi, a riscontro dell’attività in essere, sono stati effettuati oltre i 5 arresti per rapina a Corigliano d’Otranto, 5 arresti per droga a Sogliano Cavour e Cutrofiano ed 1 arresto per armi sempre a Sogliano Cavour. Sono stati altresì sequestrati complessivamente 1,5 kg di marijuana, 200 gr di cocaina, 200 grammi di hashish, 150 grammi di eroina, 3 fucili calibro 12 con matricola abrasa, una pistola calibro 22 con matricola abrasa e numeroso munizionamento.
Gli arrestati sono stati tradotti in presso il Carcere di Lecce e presso le rispettive abitazioni per quanto attiene gli arrestati domiciliari, mentre in tre casi le misure cautelari sono state notificate presso le Case Circondariali di Lecce e Tolmezzo poiché i soggetti erano ivi detenuti per altra causa.
L’odierna operazione di P.G. ha permesso di scompaginare un’altra cellula criminale particolarmente attiva sul territorio della Provincia di Lecce, da tempo affermatasi con particolare aggressività e ramificazioni che, come un virus, avevano intaccato svariate articolazioni del substrato sociale ed istituzionale, garantendosi l’impunità ed il controllo del territorio sotto la peggiore delle forme: quel metus imposto dalla forza intimidatrice dell’appartenenza ad una associazione mafiosa.
ARRESTI IN FLAGRANZA NEL CORSO DELL’ESECUZIONE
Nel corso delle operazioni di cattura e perquisizione, sono stati arrestati in flagranza di reato, per ciascuno appresso specificati, i seguenti soggetti:
- Giordano EPIFANI, porto di armi clandestine e alterate (pistola semiautomatica di fabbricazione Rep. Ceca CZ 07 cal. 9×21 e relativo munizionamento – pistola semiautomatica cal. 22 fabbricazione Ungherese e relativo munizionamento;
- Paolo MENGOLI, detenzione di un revolver cal. 22, 6 colpi di fabbricazione tedesca, marca e matricola abrase, e relativo munizionamento;
- Luigi VECCHIO, fratello convivente di Antonio VECCHIO colpito da OCC, pistola a salve modificata mediante sostituzione canna mod. 85 cal. 9×17 marca AUTOKIMER dotata di silenziatore e relativo mun izionamento, nonché 65 gr. di marijuana e 32 semi;
- Rocco LONGO, trovato in possesso di 21 dosi di cocaina;
- Andrea ICARO, in possesso di 6 dosi di cocaina.
Cronaca
Baby gang accerchia e malmena 17enne invalido
Choc a Galatina: si filmano mentre aggrediscono coetaneo in stazione. Sabato scorso avrebbero pestato e denudato un altro minorenne

Inaudita violenza di tanti contro uno, solo e indifeso. Una baby gang, ripresa dalla videocamera di uno smartphone, con un blitz serale dello scorso mercoledì, accerchia e malmena un ragazzo di origini straniere, invalido al 100%.
Siamo a Galatina. La vittima, 17 anni, in un primo momento ha tenuto l’episodio per sé, probabilmente temendo di subire ripercussioni nel raccontarlo.
Ma quando la madre ha notato lividi e ferite sul suo corpo, il ragazzo ha ripercorso quei terribili momenti.
Nel frattempo, le immagini, girate da uno degli smartphone dei presenti, sono finite sui social (il video è a fine articolo).
I fatti
L’aggressione da parte del gruppo di bulli (coetanei della vittima) si è verificata nella sala d’attesa della stazione ferroviaria di Galatina.
La vittima si trovava qui in compagnia di alcuni amici.
A scatenare la violenza sarebbero stati motivi futili motivi: probabilmente il 17enne si sarebbe concesso la “licenza” di rispondere ad una provocazione verbale.
Ecco quindi la spedizione punitiva, con tanto di testimonianza video e di commento di sottofondo.
Nel video originale, si sente la voce di una ragazza che incita gli aggressori, definendoli “la gang del bosco”.
Identificati
La Polizia avrebbe già identificato i componenti della gang, composta da una decina di minorenni, tra cui anche ragazzine, alcuni dei quali infra quattordicenni già resisi in passato responsabili di atti vandalici e scorribande.
Secondo l’ANSA, al gruppo è attribuita anche un’altra aggressione avvenuta sabato scorso ai danni di un minorenne che sarebbe stato picchiato e denudato. Il gruppo è conosciuto perchè posta le proprie bravate sui social e i vari componenti si fanno ritrarre anche in pose aggressive, incappucciati e armati con coltelli e spranghe
Il 17enne aggredito in stazione mercoledì sera è stato trasportato in ospedale, dove ha avuto una prognosi di 25 giorni. La madre, nella serata di ieri, ha sporto denuncia.
Le immagini
Abbiamo provveduto a sfocare le immagini originali, che restano comunque forti e sconsigliate ad un pubblico suscettibile. Il video è suddiviso nei due seguenti file.
Video 1:
Video 2:
Casarano
Auto in fiamme a Casarano, danni anche ad una seconda vettura

Pochi minuti prima dell’una, nella notte appena trascorsa, un’auto è stata data alle fiamme nel centro abitato di Casarano.
I Vigili del Fuoco di Lecce, dal Distaccamento di Gallipoli, sono intervenuti in via Carlo Poerio Alberto, dove una Renault Kalos ferma in sosta era stata avvolta dalle fiamme.
Gli operatori del 115 hanno provveduto allo spegnimento delle fiamme, evitando che l’incendio si propagasse e arrecasse ulteriori danni a persone, cose o rappresentasse un pericolo per la pubblica e privata incolumità.
A causa dell’irraggiamento termico, l’incendio ha causato danni anche a una seconda autovettura, una Lancia Y, parcheggiata nelle immediate vicinanze.
Sono attualmente in corso le indagini per accertare le cause che hanno originato l’incendio.
Cronaca
Militare salentino sventa suicidio a Pescara
Gesto eroico per 25enne matinese in servizio presso la locale Capitaneria di Porto

Un gesto esemplare, dettato da grande umanità ma anche da grande prontezza all’intervento e all’azione, quella che caratterizza uomini e donne della Guardia Costiera.
Giovanni Manuel Carbone, 25 anni, originario di Matino, comune di prima classe in servizio nella motovedetta Cp 729 della capitaneria di porto di Pescara, ha scongiurato una tragedia, salvando la vita ad un giovane che stava per lanciarsi dal ponte del mare di Pescara.
Poi dopo una delicata opera di convincimento è riuscito nell’impresa di farlo scendere dal parapetto e lo ha affidato agli agenti della Questura, nel frattempo arrivati sul posto.
La stampa abruzzese ha accolto con grande enfasi la notizia. Lo stesso si può dire per il corpo della Guardia Costiera, da cui si è pronunciato così il Contrammiraglio Fabrizio Giovannone, Direttore Marittimo di Pescara: “La salvaguardia della vita umana in generale, ed in mare in particolare, è uno dei compiti più nobili affidati al Corpo delle Capitanerie di porto, che contraddistingue e caratterizza, anche fuori dal servizio, le donne e gli uomini della Guardia Costiera”.
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