Andrano
La Notte si fa Verde
Castiglione d’Otranto, 31 agosto 2018: laboratori, dialoghi, degustazioni, banchetti, musiche e anche un palco a pedali
Non è un festival, non è una rassegna, non è una fiera. È una festa, lo sforzo collettivo per tessere relazioni orizzontali, per imparare a non riservare nostalgia al passato ma ad aprirsi agli altri, contaminandosi.
Domani sera, venerdì 31 agosto, a Castiglione d’Otranto torna la Notte Verde: è il capodanno agricolo che in questo paese di mille anime appena fa giungere il calore di migliaia di persone, interessate a recuperare la dimensione del piccolo, del giusto, dell’etico, del sostenibile.
La Notte Verde è tante cose, che in fondo sono una sola cosa: una insostituibile riflessione collettiva sul valore della terra e la sua cura. Adotta la formula popolare, la festa appunto, per essere in grado di giungere al grande pubblico, ai distratti, a coloro che per formazione mai frequenteranno un convegno o che mai si sono chiesti quale peso dare al cibo sano.
Per garantire la più ampia partecipazione possibile, sono stati predisposti due grandi parcheggi: il primo è in un’area prospiciente la provinciale per Depressa e il secondo, per chi proviene dalla statale 275, nella zona artigianale, dalla quale si può giungere in paese a piedi o utilizzando la navetta.
È una festa altamente sostenibile e a impatti ridotti, grazie anche al servizio di Ecofesta.
Ospite d’onore di questa edizione è Alberto Magnaghi, architetto urbanista, professore emerito dell’Università di Firenze, fondatore della “Scuola territorialista italiana” e anche responsabile scientifico del Piano paesaggistico della Regione Puglia. Alle 20.30, in piazza della Libertà, sarà impegnato nel dialogo di apertura “Le nuove vie della restanza. Territorio, economie rurali, alleanze di comunità”, con Angelo Salento, docente di Sociologia economica presso l’ateneo leccese e presidente onorario della Notte Verde 2018.
“Il patrimonio territoriale dimenticato dallo sviluppo economico“, dichiara Magnaghi, “è qualcosa non di museale, ma che serve a ricostruire un neoradicamento delle popolazioni e delle comunità. Chi resta attivamente, ricostruendo questi rapporti nell’amore e cura del territorio anche attraverso un’autorganizzazione sociale, va affiancato da chi torna dal disagio urbano non tanto per scappare dalle periferie ma per fondare nuove relazioni. Si resta mettendo insieme queste due componenti sociali, per costruire la resistenza e proposizione di una nuova civilizzazione agricola, urbana, comunitaria, sociale, di democrazia”.
“Agriculture, utopie, comunità” sono le parole chiave attraverso le quali viene declinata anche la settima edizione della Notte Verde, che è a cura di Casa delle Agriculture Tullia e Gino, con il patrocinio del Comune di Andrano e in collaborazione con Salento Km0, Free Home University, Gus, Parco Regionale Costa Otranto – S. Maria di Leuca, Sac Porta d’Oriente e decine di realtà territoriali.
“L’eccellenza degli ospiti coinvolti, l’attualità ed importanza dei temi proposti, i momenti pratici di concreta riqualificazione dei luoghi interessati ne garantiscono il successo. Auspico”, rimarca Mario Accoto, sindaco di Andrano, “che il tema della “Restanza” possa coinvolgere in particolare le giovani generazioni e motivarle a spendersi ancor di più nel territorio». «Esperienze come quella di Casa delle Agriculture sono enzimi sociali fondamentali per il nostro territorio e per il nostro Paese. La nostra partecipazione”, aggiunge Andrea Pignataro, referente Gus Lecce, “è strategica dal punto di vista della possibilità di integrazione che queste attività mettono in campo, soprattutto perché vengono messi in primo piano l’essere umano e il rapporto con la natura”.
Un’intera notte di “fermenti vivi”
L’avvio della Notte Verde è fissato alle 19,15 nel Parco Renata Fonte: le famiglie dei quattro bimbi nati quest’anno a Castiglione inaugurano “Contadini di tutto il mondo, unitevi!”, la collezione comune di murali rurali, realizzata da Nikolay Oleynikov con i rifugiati del Gus, Frank Lucignolo, Luigi Coppola, Swim-Liberi di nuotare, Davide-Poesia d’Assalto, Chekos Art. Qui si tengono i saluti istituzionali e per tutta la serata è allestito lo spazio La Terra che gioca, ludoteca creativa per bambini. Accompagnati dalla banda, poi, si giunge in piazza, dove alle 20.30 si tiene il dialogo di apertura “Le nuove vie della restanza. Territorio, economie rurali, alleanze di comunità”, con Alberto Magnaghi e Angelo Salento.
L’ingresso alla festa è in zona Trice, appena si entra in paese provenendo da Montesano o Depressa. Lì si può visitare il cantiere del mulino di comunità, allestito da Metamor Architetti Associati e Parco dei Paduli. Segue la via del turismo sostenibile e responsabile, dove alle 22.15 si terrà “Turismo sostenibile, avanti tutti”, dialogo con Giorgio Menchini, presidente Cospe Onlus; Roberto Guido, autore de La ciclovia dell’Acquedotto; Marta Vignola, rete I.TA.CÀ Salento.
La via degli asini ospita Ettore, Achille ed Enea, tre esemplari di asini di Martina Franca. Non solo, la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Teramo allestisce la mostra “Elogio all’asino”; alle 21.30, è previsto “Altro che ciuchini: l’importanza degli asini, la relazione con gli uomini”, conversazione tra Augusto Carluccio, preside Facoltà Medicina Veterinaria UniTeramo, e Alessandra Pomarico, Free Home University; alle 22.30, il latte d’asina diventa sapone con il laboratorio di trasformazione tenuto da Maurizio Caputo, medico veterinario.
Dopo aver attraversato la Strada dell’artigianato, che vanta una selezione delle realtà artigianali di qualità del territorio, etiche ed ecologiche, si giunge presso la ex scuola elementare, spazio dedicato a La terra che cura, con le esperienze di agricoltura sociale e integrazione di L’Adelfia, Harka, Swim, Coltiva Te Stesso (Centro Diurno – C.S.M. Campi S.na ASL Lecce), L-otto Onlus, Ucca d’ape-Laboratorio hobbistico di apicoltura sociale della coop. Mettere Le Ali Onlus. Per l’intera serata lì si susseguono il laboratorio dolciario con farine di grani antichi, quello di mosaico, di cucito con stoffe di riciclo, il percorso sensoriale-olfattivo e alle 21.45 l’approfondimento su “Ambiente e autismo: cause, diagnosi precoce, approcci terapeutici”, dialogo con M.Grazia Serra, presidente Isde Taranto; Flavia Lecciso, ricercatrice in Psicologia dello Sviluppo-Dipartimento Storia Società e Studi sull’Uomo, UniSalento; Chiara Pellegrino, psicologa e psicoterapeuta-coop. L’Adelfia.
Si va verso la piazza principale attraversando la Strada dei coltivatori di cambiamento, con i banchetti e i laboratori dei contadini della Rete SalentoKm0, e La corte dei Pani, esperienza multisensoriale, in cui i beneficiari degli Sprar del Gus e le signore dell’Auser metteranno “le mani in pasta” attorno a un forno collettivo. In piazza è collocata la Corte delle erbe, dove alle 22 è previsto “In campo con le officinali: un settore dalle innumerevoli virtù”, dialogo con Andrea Primavera, presidente Fippo (Federazione Italiana Produttori di Piante Officinali), e Simona Panico, erborista e ricercatrice.
La strada della vita è dedicata all’apicoltura, con il laboratorio di smielatura per piccini e grandi a cura di Arap, quello di autocostruzione di arnie tenuto da Beehouse e la presentazione del libro “La rivoluzione delle api- Come salvare l’alimentazione e l’agricoltura del mondo”, con le autrici Monica Pelliccia e Adelina Zarlenga. La Strada della Canapa è animata dai laboratori di agroedilizia, gioielli in corda di canapa, Nonna Canapa che si racconta ai bambini e alle 22.30 “La sativa che ti aiuta”, dialogo con Andrea Trisciuoglio, ass. La Piantiamo; Alberico Nobile, deepGreen; Alfredo Tundo, I Terpeni della Canapa; Cinzia Citti, chimica farmaceutica della Canapa; Felice Spaccavento, medico anestesista Asl Bari; Rachele Invernizzi, South Hemp e Federcanapa.
La Strada dell’agricoltura naturale è il percorso tra le produzioni dei coltivatori organici e biologici del Salento, legata a quella del ponte generazionale, con degustazioni e racconti dei nonni dell’Auser Ponte Andrano-Castiglione. La Strada della biodiversità ospita la Grande mostra pomologica dei frutti minori, quella sui Cereali del Mediterraneo, lo scambio dei semi a cura dell’associazione Ausapieti. Da lì si giunge alla via della Restanza nella cucina collettiva, via del cibo, per assaggi o cena completa, della cooperativa Casa delle Agriculture. Gli esercizi commerciali Trattoria Vardaceli, Pizzeria Pirumafru, McFlo’, Chiosco Bar SoleLuna, Alimentari Ingletto, Punto Market Gam si trasformano per l’occasione nei luoghi delle interazioni culinarie, con menù a tema.
Il borgo è animato da una mostra sulla civiltà contadina e musiche in acustico di Ciccio Zabini, Luca Ferraris, Giaspis, Luigi Botrugno, Eleonora Carbone, Les Trois Lézards, P40, Accademia Folk, Caputosti. Performance finale è “Solo a pedali, solo rock and roll”, dj Zolla ricorda Jessy Maturo: il palco è alimentato dalle pedalate del pubblico su biciclette da riciclo, creazione fuori dal comune a cura di Lucio “Archimede” e Homar srl di Michele Arsieni.
Andrano
Impianto eolico off-shore: il Parco boccia il progetto
I 12 comuni (Otranto, Castro, Santa Cesarea Terme, Andrano, Tricase, Tiggiano, Corsano, Gagliano del Capo, Patù, Morciano di Leuca, Castrignano del Capo e Alessano) sono pienamente allineati. Il presidente del Parco Naturale Regionale “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase”, Michele Tenore: «Siamo di fronte al rischio concreto di un’aggressione intollerabile a un paesaggio protetto da vincoli naturalistici di straordinaria importanza e mette a rischio l’equilibrio ambientale». I sindaci sottolineano anche il grave rischio per la foca monaca
Il Parco Naturale Regionale “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase”, in forte sintonia con i 12 comuni che ne costituiscono il territorio, ribadisce, attraverso la deliberazione del proprio comitato esecutivo, la ferma opposizione al progetto di impianto eolico off-shore, proposto dalla società Odra Energia S.r.l., previsto nello specchio di mare tra Santa Cesarea Terme e Santa Maria di Leuca.
«È certo il rischio concreto», spiega Michele Tenore, presidente del Parco, «di un’aggressione intollerabile a un paesaggio protetto da vincoli naturalistici di straordinaria importanza. Il nostro territorio, tutelato da vincoli ambientali e paesaggistici, non può essere sacrificato per un progetto che non tiene in considerazione la straordinaria biodiversità e il valore ecologico delle nostre coste»
I 12 comuni del Parco (Otranto, Castro, Santa Cesarea Terme, Andrano, Tricase, Tiggiano, Corsano, Gagliano del Capo, Patù, Morciano di Leuca, Castrignano del Capo e Alessano) sono pienamente allineati con tale posizione, e attraverso il presidente Tenore si fanno portavoce di una ferma opposizione a un «progetto che minaccia l’integrità ecologica e paesaggistica della zona».
Seppur modificato nel numero di aerogeneratori (da 90 a 73), il progetto «rimane problematico, soprattutto a causa dell’aumento delle dimensioni delle turbine, che raggiungeranno i 315 metri, un impatto troppo significativo per una zona di tale valore ecologico. Inoltre, il corridoio di posa dei cavi marini continua a interferire gravemente con l’area destinata a diventare una riserva marina protetta, procedimento già consolidato dalle 11 delibere dei consigli comunali delle aree interessate e dall’istruttoria avviata formalmente da ISPRA il 15 luglio 2024».
La prima proposta di zonizzazione è attesa a breve, e questo intervento «minerebbe i delicati equilibri ecologici dell’area. Inoltre, il luogo di approdo a terra non è stato modificato, interessando un’area di elevatissimo valore naturalistico; l’intervento si pone, infatti, in forte contrasto con quanto stabilito dalla legge istitutiva del Parco, ricadendo in un’aera oggetto di numerosi vincoli a tutela del paesaggio e della biodiversità. La localizzazione della “buca giunti”, seppur spostata di pochi metri, continua a interferire direttamente con la Zona Speciale di Conservazione (ZSC) IT150002, aumentando ulteriormente i rischi per l’ambiente».
«La tecnologia TOC (Turbine Offshore Construction) proposta per il progetto», conclude Tenore, «non offre sufficienti garanzie riguardo ai suoi impatti ambientali, soprattutto in una zona carsica come la nostra, con un elevato valore storico, culturale, archeologico ed ambientale. ISPRA, nel parere del 19 aprile 2024, ha sollevato preoccupazioni che noi condividiamo integralmente».
Il Parco, sostenuto dai 12 comuni, si impegnerà a garantire, da un lato, «una rigorosa verifica degli impatti di questa opera e il rispetto stringente della normativa e dei vincoli, nei limiti delle proprie competenze», e, dall’altro, «a svolgere un ruolo attivo nella sensibilizzazione degli enti coinvolti nel processo decisionale, promuovendo una valutazione approfondita e accurata degli effetti ambientali e una protezione rigorosa delle risorse naturali che rendono questa area del Salento unica. La salvaguardia del nostro territorio, della sua biodiversità e dei suoi valori culturali e storici rappresenta e continuerà a rappresentare una priorità assoluta per questo Ente».
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Andrano
Tartufo nero del Salento: al via la nuova stagione della raccolta
L’iniziativa: mappare le aree per valorizzare la tartuficoltura nei terreni degradati dalla Xylella. Tenore: «Obiettivo è sensibilizzare le nuove generazioni, educandole alla responsabilità ambientale»
Il Parco Naturale Regionale Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase annuncia la riapertura dei termini per la presentazione delle richieste di autorizzazione alla raccolta dei tartufi per la stagione 2024-2025.
La decisione è stata presa con deliberazione del Comitato Esecutivo, con l’obiettivo di assegnare le ultime otto autorizzazioni disponibili, garantendo il rispetto delle normative nazionali e regionali.
Nel Parco si possono trovare due varietà dei pregiati tuberi: il tartufo nero, noto anche come scorzone (foto in alto), e il tartufo bianco, chiamato bianchetto o marzuolo (foto in fondo all’articolo).
AVVISO PUBBLICO
Le richieste possono essere inviate esclusivamente tramite mail pec all’indirizzo parcootrantoleuca@pec.it, entro e non oltre, le ore 12.00 del 12 dicembre 2024.
Le domande dovranno includere la documentazione completa, come dettagliato nell’avviso pubblico consultabile sul sito ufficiale del Parco.
Nel caso in cui le richieste superino il numero di autorizzazioni disponibili, si procederà con un sorteggio pubblico il giorno 12 dicembre, alle ore 17, presso la sede dell’Ente Parco.
TURISMO INTERNAZIONALE
«La rimodulazione del progetto di valorizzazione del Parco», spiega Michele Tenore, presidente dell’Ente, «mette al centro il ruolo strategico dei giovani, il turismo internazionale e la fruibilità del territorio durante i mesi estivi e oltre, consolidando il Parco come motore di sviluppo per l’economia locale. La raccolta dei tartufi non è solo una tradizione consolidata, ma rappresenta anche uno strumento potente di promozione territoriale, che intreccia economia, sostenibilità ambientale e gastronomia di eccellenza. Il tartufo, infatti, è non solo un prodotto gastronomico pregiato, ma anche un volano che sostiene le filiere agroalimentari locali, attrarre visitatori e valorizzare il patrimonio enogastronomico del nostro territorio».
RECUPERO TERRENI NEL POST XYLELLA
La riapertura dei termini per la gestione della raccolta ha l’obiettivo di regolamentare e tutelare tale risorsa preziosa, promuovendo una gestione sostenibile che preservi la biodiversità e gli ecosistemi.
«Il Parco», spiega ancora Tenore, «intende sviluppare specifiche attività per valorizzare il tartufo, non solo come prodotto di alta qualità gastronomica, ma anche come possibile fonte di reddito per le comunità locali. A tal fine, è in programma uno studio con il coinvolgimento di università ed esperti per individuare le aree più adatte alla tartuficoltura, utilizzando essenze micorrizzate, che, oltre a produrre i pregiati tuberi, possano contribuire al recupero di terreni ora degradati dalla Xylella, diventando un investimento paesaggistico e naturalistico di valore».
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Andrano
Progetto Simona: immersione e inclusione per le persone con diverse abilità
Il convegno alle 18 in biblioteca. Il progetto si prefigge di creare un ponte tra mare e accessibilità, dimostrando come l’ambiente subacqueo possa rappresentare una nuova frontiera di integrazione per chi vive condizioni di disabilità
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Il comune di Andrano presenta il convegno “Progetto Simona: Immersione e Inclusione per le Persone con Diverse Abilità”, un’iniziativa nata dalla collaborazione con la Fondazione “Noi Siamo Paola” e l’Associazione Gruppo A-Mare.
Il progetto, che sarà illustrato quest’oggi presso la Biblioteca Comunale “Don Giacomo Pantaleo”, rappresenta una straordinaria evoluzione dell’evento teatrale “Ho Amato Tutto” tenutosi questa estate presso l’Abbazia del Mito.
Durante lo spettacolo, dedicato alla vita di Donna Paola Menesini Brunelli, erano stati raccolti fondi destinati a supportare progetti di inclusione per persone con disabilità, in particolare con l’obiettivo di avvicinarle al mondo subacqueo.
Grazie ai fondi raccolti e alla partecipazione di organizzazioni specializzate, “Progetto Simona” si propone di formare istruttori esperti per consentire a persone con disabilità fisiche e motorie di vivere l’esperienza dell’immersione subacquea in sicurezza.
Durante il convegno, che inizierà alle ore 18, saranno presenti Alberto Brunelli, presidente della Fondazione “Noi Siamo Paola”; Salvatore Accogli, presidente dell’Associazione Gruppo A-Mare; Angela Pinto, presidente dell’Associazione Albatros, specializzata in immersioni per disabili non vedenti; e Salvatore Colazzo, garante dei diritti delle persone con disabilità dell’Unione dei Comuni Terre a Levante.
L’evento vedrà inoltre l’intervento dei sindaci di Tricase e Andrano, Antonio De Donno e Salvatore Musarò che ribadiranno l’impegno delle amministrazioni locali verso iniziative di inclusione sociale innovative.
“Progetto Simona” si prefigge di creare un ponte tra mare e accessibilità, dimostrando come l’ambiente subacqueo possa rappresentare una nuova frontiera di integrazione per chi vive condizioni di disabilità.
Il Comune di Andrano invita tutti i cittadini, le associazioni e le istituzioni a partecipare a questo importante momento di confronto e presentazione.
Il convegno vuole essere non solo un’occasione per approfondire i dettagli di “Progetto Simona”, ma anche per sensibilizzare la comunità sui temi dell’inclusione e della solidarietà.
L’ingresso è libero e aperto a tutti.
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