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Approfondimenti

Il Salento un mattone sopra l’altro

Presente e futuro dell’edilizia salentina: il forum

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Come cambia il mondo dell’edilizia salentina? Quanto i nostri Comuni sono pronti ad affrontare le novità telematiche, il regolamento edilizio unico, l’estensione di responsabilità ai tecnici della nuova Scia? Le risposte a queste ed altre domande nel nostro forum con i presidenti degli ordini provinciali degli Architetti (Rocco De Matteis), degli Ingegneri (Daniele De Fabrizio) e  dei Geometri (Eugenio Rizzo).


Informatizzazione


Il mondo cambia anche per l’edilizia: la legge prevede l’invio telematico (anche se ancora non sono previste sanzioni in caso contrario) dei progetti e delle relative documentazioni. Ma i nostri Comuni sono attrezzati?


Rocco De Matteis, presidente provinciale dell’Ordine degli Architetti


Rocco De Matteis (Architetti): “Il DPR 380/2001 (Testo Unico dell’Edilizia) dispone, con l’aggiunta nel 2011 del comma 4-bis all’articolo 5, che gli Sportelli Unici per l’Edilizia e per le Attività Produttive siano tenuti a ricevere le pratiche a loro destinate per via telematica. Si tratta quindi di procedure strutturate all’interno della disciplina delle attività edilizie. È del tutto evidente la bontà della digitalizzazione che può ridurre i tempi e i costi burocratici delle procedure edilizie oltre ad assicurare certezza degli adempimenti per cittadini e imprese nella garanzia della trasparenza dell’azione pubblica. Fuori dagli obblighi normativi questi aspetti devono essere colti e fatti propri non solo dalle amministrazioni e dai propri uffici ma anche dai professionisti che devono fare uno sforzo in più per assecondare l’aggiornamento tecnologico della propria attività”.


Daniele De Fabrizio (Ingegneri): “In merito alle nuove procedure per la trasmissione dei progetti e, in genere, per invio di documenti e/o per richiedere certificazioni o documenti, se da un lato la normativa nazionale è al passo con i tempi e con le nuove necessità, dall’altro, la stessa normativa non dà ai Comuni gli strumenti per poter rispondere alle esigenze dei cittadini e adempiere compiutamente alle disposizioni legislative. Basta vedere l’organico degli uffici tecnici e le professionalità presenti, nella quasi totalità dei nostri Comuni sempre al di sotto delle effettive necessità”.


Eugenio Rizzo (Geometri): “Noi geometri in un certo senso siamo stati i pionieri della trasmissione telematica, poiché i primi elaborati oggetto di trasmissione telematica furono gli atti di aggiornamento catastatale “ modello DOCFA”  che già dal 2002  inviavamo all’allora ufficio del Catasto, ora Agenzia dell’Entrate. I Comuni salentini purtroppo sono ancora in forte ritardo riguardo alla trasmissione telematica delle pratiche edilizie ai SUE. Di fatto i Comuni già attivi in tal senso mi risulta siano Cavallino e Gallipoli, mentre Lecce al momento è ancora in una fase sperimentale alla quale anche noi geometri stiamo contribuendo”.


Regolamento Tipo


Si va verso il regolamento edilizio tipo, con un glossario per tutti e declinazioni a livello regionale, provinciale e comunale. Cosa cambierà per i tecnici? E per i cittadini?


Daniele De FAbrizio, pres. prov. dell’Ordine degli Ingeneri


De Fabrizio: “Il Governo ha finalmente approvato il Regolamento Edilizio Tipo  che si compone di una serie di definizioni, finalmente univoche (sembrerà strano ma i regolamenti vigenti nei nostri comuni, ad oggi, danno differenti definizioni di superfici coperte, di volumi, di altezze ecc.). La Regione ha già predisposto una legge di recepimento del suddetto regolamento tipo e, in una riunione con l’Assessore regionale all’urbanistica, gli Ordini degli Ingegneri della Puglia hanno chiesto l’istituzione di un tavolo tecnico per la redazione di un Regolamento Edilizio Unico per la Puglia. Siamo in attesa”.


Rizzo: “Il regolamento edilizio tipo, non potrà che agevolare il lavoro di noi tecnici, oggi alle prese con una serie di regolamenti vigenti nei vari Comuni, spesso con consistenti diversità fra loro. La condizione sine qua non, deve essere  quella che sia stilato in modo chiaro e non lasci spazio alle interpretazioni dei vari dirigenti comunali”.


De Matteis: “All’interno di un quadro di semplificazione ed uniformazione delle norme e degli adempimenti, il regolamento tipo rappresenta una importante novità perché cerca di stabilire “definizioni uniformi e disposizioni sovraordinate in materia edilizia”. Uno sforzo per creare un unico glossario di riferimento su tutta la Penisola e porre rimedio a quel linguaggio incerto e spesso contraddittorio che contraddistingue gli interventi di trasformazione del territorio. Se più che parlare 8.000 dialetti si parlasse un’unica lingua pur con accenti diversi… La chiarezza e unicità della norma (cos’è un volume, una superficie coperta, un vano tecnico, una veranda, un portico, ecc.) mette il professionista e il cittadino al riparo da interpretazioni soggettive e discriminanti”.


La nuova Scia


Il decreto legislativo 222 del 2016 estende il campo di applicazione della nuova Scia (Segnalazione certificata di inizio di attività), stabilendo il silenzio assenso e comunicazione e definizione dei regimi amministrativi applicabili a determinate attività e procedimenti. Al Comune resta solo la funzione di controllo e, se da una parte si semplifica il compito ai cittadini, dall’altra si estendono le competenze dei tecnici che diventano “asseveratori” con ancora più responsabilità. Giusto così?


Eugenio Rizzo, pres. prov. dell’Ordine dei Geometri

Rizzo: “Ormai l’indirizzo del legislatore è chiaro: noi professionisti saremo sempre più tecnici asseveratori, con tutte le conseguenti responsabilità a nostro carico, e i vari enti avranno solo funzione di vigilanza e controllo sul nostro lavoro. Tale indirizzo certamente ci gratifica e ci dà responsabilità, ma contestualmente ci obbliga a un impegnativo e per noi oneroso aggiornamento professionale continuo, a fronte di compensi mai certi a causa dell’abolizione delle tariffe minime. Il collegio dei geometri di Lecce ha in fase di organizzazione una serie di seminari di approfondimento su tutte le tematiche urbanistico edilizie e igienico sanitarie, oggetto di asseverazione da parte dei tecnici”.


De Matteis: “Anche per la Scia unica vale quanto detto per il regolamento tipo per quanto riguarda la straordinaria utilità di moduli standardizzati su tutto il territorio nazionale. A questo si aggiungono ulteriori vantaggi, come l’avvio del procedimento amministrativo: ha una data precisa e, a meno di omissioni da parte dei richiedenti, contiene tutte le informazioni e i documenti necessari al procedimento per cui l’Amministrazione può richiedere integrazioni solo nel caso non vi sia corrispondenza tra il contenuto della segnalazione o della comunicazione e quanto pubblicato sul sito istituzionale. Si stabilisce, poi, il principio secondo cui “l’amministrazione chiede una volta sola”. In tutti i casi in cui sono necessarie altre Scia, comunicazioni, attestazioni, asseverazioni, l’interessato trasmette un’unica Scia e l’Amministrazione la trasmette immediatamente alle altre amministrazioni per i pareri di loro competenza. Sì vi è una maggiore responsabilizzazione del tecnico questi, però, potrà rivendicare il diritto di agire all’interno di un riferimento normativo e di disposizioni chiare e formali (penso a un certificato di destinazione urbanistica che inequivocabilmente, sul piano urbanistico e normativo, determini le tipologie di intervento). Maggiore responsabilità dei tecnici, quindi, ma all’interno di un quadro di maggiori certezze”.


De Fabrizio: “Non è giusto che in un quadro normativo confuso e schizofrenico e dove nulla è certo, si richieda al tecnico libero professionista di assumere responsabilità sulla conformità a norme e leggi poco o per niente chiare. Il silenzio assenso è un istituto che non condivido in quanto costituisce la soluzione di comodo per superare le inadempienze degli Enti preposti ad esprimere un parere. Ritengo che debba essere imposto il dovere a chi controlla di esprimere il previsto parere e ad essere chiamato alle proprie responsabilità in caso contrario. Senza nascondersi dietro scuse che, nella maggioranza dei casi, sono di comodo”.


Troppi vincoli


Tanti Enti, burocrazia elefantiaca, troppi vincoli e iter sempre più difficili: quanto siete d’accordo con questa affermazione?


De Fabrizio: “Oggi il regime vincolistico è irragionevole e, soprattutto, non porta alcun vantaggio né al paesaggio, né all’ambente e tanto meno alla qualità architettonica. Noi viviamo in un inquinamento estetico senza precedenti. Un esempio: se osserviamo uno dei bei palazzi delle nostre città, costruito negli anni ‘50 e ‘60 ne apprezziamo la semplicità delle forme, le pregevoli attenzioni agli elementi architettonici caratteristici e il rispetto dell’ambiente in cui è stato edificato; eppure quell’immobile è stato sottoposto ad un solo parere, quello dell’allora commissione edilizia comunale. I nostri progetti di oggi sono sottoposti all’approvazione di diversi Enti, preposti, ognuno, a tutelate un solo vincolo, eppure non mi sembra che la qualità ingegneristica ed architettonica sia superiore a quella precedente”.


De Matteis: “Più che i vincoli, preoccupa il non definito, la mancanza di regole e responsabilità certe. Non si avvia nessun procedimento se tale procedimento non può essere avviato. è necessario costruire Questo scenario a vantaggio di tutti (quel costo della burocrazia di cui parlavo prima non è irrilevante e lo paghiamo tutti)”.


Rizzo: “Certamente negli ultimi anni vi è stata la semplificazione delle procedure, ma ciò è avvenuto solo ed esclusivamente scaricando su noi tecnici tutte le responsabilità e non mediante una reale semplificazione. Sono richiesti, ancora oggi, troppi pareri preliminari che allungano i tempi ed aumentano i costi”.


Più restauri


Sembra essere fiorente il comparto dei recuperi delle costruzioni in campagna e nei centri storici con benefici per la manodopera legata al restauro. È questa la nuova tendenza?


De Fabrizio: “Come nella proposta avanzata alla Regione  dal nostro ordine sarebbe opportuno vietare (entro certi limiti) il consumo di suolo per nuove edificazioni ed intervenire esclusivamente sul costruito, demolendo gli immobili vetusti che hanno caratterizzato l’edilizia degli ultimi cinquant’anni, garantendo delle premialità, a chi ricostruisce,   in termini di, oneri concessori,   volumetrici, di sgravi  fiscali e aliquote IVA (in proposito non si comprende perché solo il costo del mattone è assoggettato ad una aliquota IVA pari al 22% senza possibilità di IVA ridotta come per gli elementi degli impianti)”.


Rizzo: “Non si può che essere d’accordo con il progetto di difesa del territorio e il consumo O del suolo, ma, la dove gli strumenti urbanistici attuativi lo consentono o dove ci sia il solo recupero dell’esistente, le procedure e i pareri dovrebbero essere rivisti e snelliti. La tendenza dei nuovi urbanisti è il consumo O del territorio e il nuovo PUG di Lecce “che noi geometri abbiamo gradito” ne è la prova.  Il recupero dei corpi masserizi e dei centri storici  rappresenta il futuro dell’edilizia, ma resta un mercato di nicchia a causa dei notevoli costi di recupero e della mancanza di reali politiche d’incentivazione. Un mercato che andrebbe curato con maggiore attenzione è quello della riqualificazione Energetica degli edifici, che con un pacchetto d’incentivi con detraibilità immediata o comunque a breve termine potrebbe certamente essere un vero volano per l’edilizia.


De Matteis: “Dovendo sintetizzare con le parole i caratteri distintivi di questa epoca si direbbe zero consumo di suolo, rigenerazione, riuso, riqualificazione. Per fare questo, che pare un dettato storico del tutto condivisibile, bisogna che un po’ tutti ci attrezziamo e affiniamo la tecnica del trasformare, del riassemblare. Insomma bisogna forse ricominciare a capire, e se ci viene preclusa la possibilità di creare, dobbiamo tenere viva l’aspirazione alla creatività”.


a cura di Giuseppe Cerfeda


Approfondimenti

Potenziamento Rai a Lecce, due pesi e tre misure

Mario Vadrucci, Stefano Minerva; Claudio Stefanazzi, Poli Bortone. Il lavoro comune, in questi ultimi anni, di Enti, imprese e Università raramente, però, ha ottenuto l’attenzione meritata dai suoi risultati, da parte del servizio radiotelevisivo pubblico, sia della redazione regionale che dei programmi nazionali.

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LA RAI E IL SALENTO

In questo periodo di ferie e di gran caldo ci sentiamo di unirci alla sottolineatura fatta da alcuni esponenti istituzionali salentini sulla necessità, peraltro più volte evidenziata in passato dalla Camera di Commercio, di un’attenzione maggiore e più approfondita da parte della RAI agli eventi e alle problematiche che riguardano il grande Salento e le comunità che ne fanno parte.

Gli sforzi delle istituzioni pubbliche e degli operatori privati hanno più volte portato questo territorio a guidare settori verso risultati importanti, in campo economico, scientifico o sportivo.

Il lavoro comune, in questi ultimi anni, di Enti, imprese e Università raramente, però, ha ottenuto l’attenzione meritata dai suoi risultati, da parte del servizio radiotelevisivo pubblico, sia della redazione regionale che dei programmi nazionali.

Non pretendiamo di entrare nel merito delle scelte editoriali né delle problematiche organizzative del lavoro della RAI, ma giudichiamo estremamente positivo il movimento di opinione senza differenze o preclusioni politiche, che in questi ultimi tempi si è formato su iniziativa degli Enti locali, Comune di Lecce in testa, pronto a rinnovare le sollecitazioni nei confronti degli organismi regionali e nazionali del servizio radiotelevisivo pubblico, mettendo a disposizione ambienti per accogliere uffici e giornalisti, ma richiedendo anche un diverso e più attento atteggiamento nei confronti degli avvenimenti che vedono protagonisti gli esponenti della società del grande Salento. 

D’altra parte non è la prima volta che in Italia la RAI interagisce con gli Enti locali territoriali, per poter offrire la giusta immagine e la opportuna sottolineatura agli eventi, al lavoro di migliaia di persone, alle conquiste imprenditoriali, ai risultati delle ricerche, ai successi sportivi, soprattutto attraverso un potenziamento delle unità giornalistiche e tecniche impegnate sul territorio.

E’ tempo che la RAI guardi con una diversa attenzione alle comunità, come quella salentina, che si dimostrano capaci di guidare il cambiamento all’interno della società meridionale. Non c’è bisogno di attendere un altro G7, e la Camera di Commercio di Lecce è pronta a sostenere, insieme agli altri Enti locali, questa ansia di futuro dei salentini, che deve essere supportata anche da un adeguato potenziamento del servizio pubblico della RAI. 

Mario Vadrucci, Presidente Camera di Commercio di Lecce

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Stefano Minerva, Presidente Provincia di Lecce

“Apprendiamo dalla stampa della questione relativa al futuro della sede Rai a Lecce.

Come Provincia di Lecce ribadiamo la disponibilità già offerta alla Rai nel momento in cui ci era stata palesata la necessità di una sede, che ha permesso di collocare lo studio della testata al terzo piano di Palazzo dei Celestini a Lecce, offrendo una sistemazione rispetto alla quale abbiamo applicato le leggi che regolano la gestione del patrimonio pubblico da parte degli enti locali.

Confermiamo alla Rai lo stesso interessamento che risultò fondamentale alla permanenza sul territorio salentino e la rinnovata disponibilità a dialogare per ulteriori esigenze,  allo stato attuale non ancora espresse, per capire se le necessità a suo tempo manifestate siano cambiate e per studiare eventualmente delle soluzioni”.


Claudio Stefanazzi, Partito Democratico

Potenziamento sede Rai di Lecce, Stefanazzi (PD): Esigenza reale o megafono politico?

“La vicenda del potenziamento della sede Rai di Lecce sta assumendo contorni grotteschi.

In una Regione in cui ci sono province, prive o sottodimensionate rispetto alla copertura dell’informazione Rai, si discute di come potenziare quella di Lecce, senza un progetto complessivo di aumento della presenza di giornalisti nella nostra Regione, che pure nel panorama nazionale meriterebbe un’attenzione alta, per ragioni politiche, economiche e sociali.

Il sospetto che le pressioni politiche del centrodestra possano convincere la Rai a prestare attenzione particolare alla sede di Lecce è molto alto. Mi sento di dire agli esponenti politici di centro destra, ed in particolare alla sindaca Poli Bortone, che non dovrebbero preoccuparsi più di tanto di assicurarsi copertura giornalistica anche da parte della Rai.

Già una emittente locale garantisce una narrazione delle gesta della nostra sindaca e della sua maggioranza degna del cinegiornale del ventennio. Probabilmente non c’è bisogno di replicare, anche nella nostra provincia, l’asservimento che la Rai dimostra al Governo Meloni.”

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RAI: POLI BORTONE, SU SEDE LECCE SINISTRA SE NE FACCIA UNA RAGIONE

NUOVA STAGIONE SERVIZIO PUBBLICO DI PLURALISMO E TERRITORI

Poltronificio? Vogliamo fare l’elenco di tutti coloro che a vario titolo lavorano in Rai? La nuova stagione del pluralismo sta dando fastidio  a chi nel tempo pensava di essersi impadronito per sempre anche del servizio pubblico radiotelevisivo. Se ne facciano una ragione e stiano… sereni”. Lo afferma Adriana Poli Bortone, sindaco di Lecce in merito al progetto di potenziamento della sede Rai nel capoluogo salentino.

Poli Bortone replica anche al deputato del Pd Claudio Stefanazzi. “Forse Stefanazzi non vuole una sede Rai a Lecce – continua Poli Bortone –  perché farebbe difficoltà  ad individuare  attività del parlamentare in questione degne di nota. E comunque ha dimenticato  che la terza rete fu inventata per dare spazio ai comunisti.

Da allora ne è passata acqua sotto i ponti ed ora la Rai sta pian piano riassumendo la sua missione dando spazio a più voci ed ai territori. Si accontenti Stefanazzi delle presenza soffocante della sinistra nelle reti nazionali  private”.

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Grotta della Poesia: un Luogo di Fortune Nascoste

La Grotta della Poesia è avvolta da leggende suggestive. Una di esse narra che nelle limpide acque della grotta era solita bagnarsi una principessa bellissima, che attirava i poeti del Sud Italia. Questi poeti componevano versi ispirati da tanta bellezza. La fama di questi versi fu tale da…

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Il Salento è una terra che nasconde fortune inaspettate. Ogni angolo di questa regione è avvolto da un’aura di mistero e fascino, un luogo dove si respira un’atmosfera magica.

Camminando per le stradine tortuose dei suo piccoli borghi, scopriamo piazzette nascoste, antiche chiese, scenari che ci lasciano senza fiato. Questa sensazione di scoperta continua alimenta l’idea che il Salento sia un luogo dove la fortuna può sorriderti in ogni momento.

Un posto emblematico è la famosa grotta della Poesia, considerato un esempio delle magie salentine. Situata a tra le Marine di San Foca e Torre dell’Orso, lungo un tratto di costa della Marina di Melendugno, questa piscina naturale rappresenta un vero e proprio gioiello del Salento.  In questo luogo la bellezza della natura viene avvolta dal fascino di una leggenda.

La Leggenda: Tra Fascino e Mistero

Sin dal 1983, la grotta ha catturato l’attenzione di molti archeologi, ma è solo grazie all’archeologo Cosimo Pagliara che il luogo ha iniziato a suscitare un grande interesse, attirando molti appassionati di poesie dell’antica Grecia e dell’antica Roma.

All’interno della caverna, infatti, sono state ritrovate iscrizioni messapiche, greche e latine, che testimoniano l’antico uso del luogo come sito di culto del dio Taotor (o Tátor). Queste iscrizioni hanno contribuito a delineare la storia affascinante di questo luogo, suggerendo che fosse considerato sacro e venerato sin dai tempi antichi.

E pensare che ogni anno migliaia di italiani viaggiano in Mexico per ammirare le piscine naturali de Los Cenotes, non sapendo di avere qualcosa di altrettanto meraviglioso a  poche ore da casa.

Un’Esperienza di Riflessione e Connessione

Oltre alla sua bellezza naturale, la Grotta della Poesia offre anche un’opportunità unica di riflessione. Sedersi sulle rocce e ascoltare il suono delle onde che si infrangono permette di entrare in contatto con la natura in modo profondo. È facile sentirsi fortunati quando si è circondati da tanta bellezza, e scoprire che la visita alla suggestiva grotta ha trasmesso la sua magia, magari prima di verificare l’estrazione del lotto della settimana, e perché no, entrando a far parte di una delle sue numerose leggende.

Leggende Suggestive

La Grotta della Poesia è avvolta da leggende suggestive. Una di esse narra che nelle limpide acque della grotta era solita bagnarsi una principessa bellissima, che attirava i poeti del Sud Italia. Questi poeti componevano versi ispirati da tanta bellezza. La fama di questi versi fu tale da far ribattezzare il luogo come Grotta della Poesia.

Per il Salento, la Grotta della Poesia è molto più di una semplice attrazione turistica; è un luogo avvolto dalla leggenda e da una natura incontaminata. Un angolo nascosto che rappresenta un patrimonio storico, capace di incantare chiunque abbia la fortuna di visitarlo. Tra il fascino delle sue acque cristalline e il mistero delle sue antiche iscrizioni, la Grotta della Poesia continua a essere un vero e proprio tesoro della Puglia.

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Parabita, un giorno con Anna Garzia

La poetessa, che vive a Parabita, decanta l’amore materno, immenso, che va oltre ogni pretesa e che si caratterizza, sempre, per una dolce attesa, lì, a dare forma ad ogni azione. …

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Docufilm. “Un giorno con… Anna Garzia”. Nei versi l’amore materno, immenso, oltre ogni pretesa

Sale le scale, come se fossero quelle della vita che portano ad un bel panorama nonostante le difficoltà, l’autrice Anna Garzia, protagonista del docufilm “Un giorno con…”, targato Aletti editore. «Raccontarsi è sempre un bel momento» – esordisce così la poetessa, che fa dei suoi versi l’espressione più intima di se stessa, dei suoi sogni, della realtà che si intreccia con i desideri. Versi che parlano di amore, quello puro, quello vero, quello di una madre, che è l’unico autentico. Del resto, Anna è nata proprio nel giorno della festa della mamma, ma l’amore, invece, quello che pensava essere con la A maiuscola, le ha fatto male, e non è stato facile voltare pagina facendo i conti con la solitudine. 

Una bambina vivace, ma anche timida e riservata, cresciuta mescolando emozioni e pensieri, tra giacigli di foglie e di storie raccontate. Una bambina diventata donna grazie a due mamme, la sua e una zia paterna adottiva. “Madre per sempre… Da quel lembo di cuore, l’unico vero amore”. E, poi, mamma di quei figli che Anna definisce «tre girasoli, che hanno reso meraviglioso il suo percorso di vita ma, a volte, anche difficile».

La poetessa, che vive a Parabita, decanta l’amore materno, immenso, che va oltre ogni pretesa e che si caratterizza, sempre, per una dolce attesa, lì, a dare forma ad ogni azione. 

«Non sono stati i tacchi a farmi donna, ma un sottile gioco di vita – racconta, nel docufilm che scorre sugli “Spartiti del tempo”, l’autrice ai suoi lettori e spettatori». Non toglie lo sguardo poetico sulla bellezza della natura, del Sud, con i suoi sorrisi, profumi e sapori; sul suo Salento, sul confine tra cielo e terra, sul mare ora in tempesta, ora di una calma piatta, quasi spaventosa, senonché, di colpo, partoriva onde di profumata brezza e non costava nulla, qui, illudersi”; sul cielo, che a volte somiglia a qualcuno che ha solo voglia di piangere, nonostante provi a fermarsi” e fa sprofondare in una profonda tristezza e malinconia, finché non si pensa al tempo che passa veloce e che segna l’arrivo di altre stagioni da vivere all’insegna di nuove speranze. Lo sguardo su tutto ciò che l’ha sempre accolta come una culla dove si è lasciata trasportare, che ha visto le sue lacrime di gioia, di dolore, le sue ansie.

E alla sua terra dedica dei versi. “Ogni granello di sabbia, qui nel mio Salento, ti dà ristoro e, mentre accarezzi con i piedi il suo suolo rovente della tua amata terra, la passione perduta ti riempie il cor e la mente”.

La passione per la scrittura nasce in età adolescenziale, con la penna su fogli, biglietti, giornali, in modo anche disordinato, a volte. Ma d’altronde la vita è così, spesso il caos regna dentro e fuori. «Io definisco la mia poesia un flusso di esternazioni vere e proprie, distrutte, strappate, perse, rifatte». Tra momenti difficili e speranze, Anna diventa maestra e i bambini sono stati, per lei, «raggi laser di entusiasmo, di vita, meraviglia e bellezza». Una passione sopita che Anna riscopre è, poi, quella del teatro, con le emozioni che suscita stare sul palcoscenico.

Nel docufilm, girato a Tivoli (Roma), le parole si fondono con le immagini, dove si alternano paesaggi naturali e foto dell’autrice, bambina e, poi, donna, fragile e forte, poetessa e mamma. A concludere il video, le parole di Alessandro Quasimodo, figlio del Premio Nobel per la Letteratura, Salvatore Quasimodo.

«I testi di Anna Garzia non solo enunciano tematiche di carattere esistenziale, ma anche problemi attuali che si presentano ogni giorno. La vita è breve; occorre recuperare il significato profondo dell’istante, saperlo apprezzare e imparare a dare significato ad ogni aspetto del nostro viaggio terreno. I versi brevi imprimono un movimento a tutto il testo, che si basa su due piani: realtà e desiderio. La bellezza aiuta a sublimare percezioni e stati d’animo».

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